56 - Incontri

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

I colori della piccola città più vicina alla casa in cui sarebbero rimasti per qualche giorno non erano come quelli di Stavira, di quando lei e i due ragazzi dagli occhi verdi si erano addentrati nelle strade piene di piante e fiori. Erano più caldi con le casette in legno, e le bancarelle che avevano di fianco mentre passavano erano semplici e quasi spoglie. Forse era per l'orario dato che mancava poco al tramontare del sole.

Anche le persone, che parevano tranquille ed educate, erano poche rispetto al caos della capitale. E a quanto pareva la loro specialità era il cibo, era ovunque: grano, pane, dolci, carne, pesce, ovunque ci si girava si vedeva solo quello. Una cosa molto simile erano le voci dei venditori organizzate in canti festosi con tanto di musicisti di strada. Poi casse, barili, carretti abbandonati in vicoli spogli e deserti, alcuni malcurati.

Non erano abituati a tutto ciò tranne Nath dato che Agraq gli assomigliava abbastanza con stradine irregolari, su cui si rischiava di inciampare se non si faceva attenzione. C'erano persino dei festoni tra i tetti delle case, poi alberi le cui foglie erano appena bagnate da una probabile pioggia, forse una delle ultime della stagione in quelle zone. L'aria era anche poco più umida e fresca, probabilmente era dato dal fatto che fossero più a nord rispetto alla capitale.

– Non sono abituata a tutta questa tranquillità.– disse Nissa mentre pagava un venditore per quello che aveva preso.

– Sì, fa un po' strano in effetti. È come essere soli.– ammise la sua amica stringendosi tra le braccia il libro che aveva acquistato. E non era uno qualsiasi, infatti era legato agli Yarix e poteva servire nelle ricerche di Nissa e forse anche alle sue. L'aveva notato in esposizione nella vetrina di una piccola libreria e non ci aveva pensato due volte a prenderlo. Ancora sorrideva all'espressione dell'anziana donna quando Kyra le aveva dato un bel po' di monete d'oro pur di prenderlo, in quanto la donna inizialmente non voleva lasciare un oggetto così prezioso ad una ragazza giovane e sconosciuta. Forse avrebbe voluto qualche esploratore affidabile ma davanti a tutti quei soldi non era riuscita a dire di no.

– Penso che abbiamo finito. Sulla lista di Sarah non c'è più nulla.– disse Rohin con in mano un foglio che osservò anche il suo amico. I due si erano uniti a loro per passare un po' il tempo e scacciare la noia del dover stare rinchiusi in casa, erano da anni che non uscivano e non vedevano il mondo esterno da quanto dicevano.

– Allora possiamo tornare.– constatò Kyra sentendosi un po' stanca. In effetti ultimamente le energie le mancavano per qualche strana ragione o più che altro quando il sole iniziava a calare.

– Prima ti ho vista.– le disse dopo un po' Fenrid avvicinandosi a lei di modo che gli altri, intenti a parlare tra loro, non sentissero.

– Di che parli?–

– Non ti aspettavi di ritrovarti raffigurata sulla carta.–

La ragazza sorrise imbarazzata iniziando a giocherellare con una ciocca chiara.

– Sinceramente no.-

– Quella ragazza è cotta di te. Non so cosa tu sia riuscita a farle ma, quando ti ha descritta a me, aveva qualcosa negli occhi e nella voce di differente. In un mese non l'ho mai vista così. Sai che sta lì diciamo senza creare troppo casino per poter uscire e rivederti? Giuro che non mi sarei mai aspettato questo lato da una persona come lei.–

Kyra sorrise, osservando per terra e colpendo appena un sasso che rotolò, stringendosi il libro al petto.

– Lo so. Ci conosciamo da poco ma è come se avessimo passato anni insieme. So che farebbe di tutto per me e farei lo stesso, solo che è più forte di me, più ostinata. Mentre io, non so cosa fare...–

Fenrid le sorrise comprensivo e le poggiò una mano sulla testa tra i capelli candidi, lasciandole una carezza.

– Tieni, voleva che ti dessi questo.– le disse subito dopo togliendosi dalla tasca un pezzo di stoffa ben ripiegata e glielo porse. Lei lo osservò curiosa trovandoci all'interno una rosa bianca i cui petali erano ormai secchi ma ancora attaccati tra loro. Percepiva in essi ancora qualche briciolo di vita, e poi c'era un biglietto con la grafia della corvina che la incuriosì.

Visto che ti annoierai e non avrai nulla da fare, facci qualcosa con questa. Potrebbe esser stata colpita dalla mia magia, un po' come è accaduto con quello scaffale.

Kyra sorrise e toccò lievemente quei petali pensando già alla serra che aveva a disposizione. Avrebbe ridato vita a quel fiore come sapeva fare.

– Sa è essere una romanticona allora quella combina-guai.– ridacchiò il ragazzo che non aveva avuto idea di cosa si potesse celare là dentro fino a quel momento.

– L'ha fatto solo per trovarmi qualcosa da fare in modo da potermi distrarre da quello che mi sta accadendo e che mi sta opprimendo. Sa come sono e che ho molti pensieri per la testa, cerca solo di aiutare in qualche suo modo.– spiegò lei, lo sapeva. Non poteva essere altrimenti. E poi, quella non era una rosa qualsiasi ma bianca come quelle del giardino nella casa a Stavira dove, per la prima volta, aveva mostrato a qualcuno la stranezza della sua magia. E non le aveva detto niente. C'era stata solo fiducia e ora la corvina le chiedeva di fidarsi di lei, di non mollare e aspettarla.

– Tutto bene?– domandò Nath quando per poco non andò a sbattere contro la ragazza che si era fermata di colpo, guardandosi intorno.

– Qualcuno sta soffrendo.– disse lei senza capire da dove provenisse quel fastidioso richiamo.

– Sicura?– chiese scettico Rohin non sapendo delle strane abilità della chiara. I ragazzi dagli occhi verdi invece si guardarono preoccupati ma poi la ragazza scosse la testa.

– Scusate, devo essermelo immaginato.– farfugliò ricominciando a camminare, quella sensazione di allerta che svanì. Ma durò poco. Tutto a un tratto una figura che correva andò addosso a lei che per poco non cadde, diversamente accadde all'altro che si ritrovò a terra.

– Ehi, fai attenzione!– esclamò Nissa cercando di non essere troppo brusca ma notò che qualcosa non andava nell'estraneo. Aveva il fiatone e sembrava debole, stremato e la ragazza dagli occhi grigi la precedette avvicinandosi.

– Tutto bene?– chiese e lo sconosciuto alzò il volto. Era un giovane ragazza dai capelli rossi che a stento si vedevano dal cappuccio della mantella che indossava e che sembrava nascondere il suo corpo, labbra carnose su cui vi era un taglio che sanguinava, pelle chiara da cui si vedevano alcuni graffi, e poi i suoi occhi verdi carichi di paura e disperazione. Era una colorazione differente da quella dei suoi due amici però, sembrava più vivo.

– Aiutami...– sussurrò alla chiara e lei sentì il terrore che la stava facendo anche tremare.

– Da dove vieni? Chi sei?– iniziò a domandare Rohin serio ma Kyra guardò il vicolo da dove era sbucata e notò in lontananza un paio di uomini in nero e, usando le sua abilità, riuscì a vedere che possedevano delle armi con sé e sembravano cercare qualcuno. In sé crebbe un senso di responsabilità e protezione nei confronti di quella sconosciuta che mai aveva provato prima, aiutandola ad alzarsi.

– Ce la fai a camminare?– le domandò Nissa notando che, le sue gambe, erano pieni di tagli, alcuni stavano guarendo ma altri erano ancora freschi. Chi mai poteva fare qualcosa del genere?

– I-io...–

Non riusciva nemmeno a parlare, probabilmente era nel pieno di un attacco di panico. Perciò, istintivamente, Kyra le prese la mano e qualche istante dopo la rossa perse i sensi, o più correttamente fu addormentata dalla magia della chiara, e venne presa in tempo da Fenrid prima che potesse cadere farsi male, tenendola tra le braccia.

– Che si fa?– domandò.

– Dobbiamo portarla via da qui, qualcuno la sta cercando.–

– Sicura Kyra? Non sappiamo chi sia né perché stia scapp...–

– Non è il momento delle indagini Rohin, me ne prenderò la responsabilità nel caso sia una scelta pessima o sbagliata ma è terrorizzata per un motivo.–

La bionda la guardò quasi meravigliata per la determinazione che trasparì da lei, che fine aveva fatto la sua amica che ultimamente viveva nell'incertezza? Alla fine nessun altro ebbe un'idea migliore se non quella di portare a casa quella sconosciuta ancora tra le braccia di Fenrid.


– Chi è quella?–

Fu la prima domanda che Andreas, seduto a parlare ancora con Maestro su uno dei divanetti, porse ai ragazzi appena tornati. Di certo ritrovarsi in casa una sconosciuta privo di sensi tra le braccia di un ragazzo di cui non sapeva molto non era esattamente prevedibile.

– Non lo sappiamo. Si è scontrata contro Kyra, sembrava scappare da qualcuno. È abbastanza malridotta.– spiegò velocemente Nissa mentre Nath corse con Rohin nella serra alla ricerca di qualche erba curativa per le ferite della sconosciuta. Kyra invece aiutò Fenrid a poggiare quel corpo debole sul divano, Andreas che li raggiunse e prese il polso della ragazza.

– Il battito è flebile, ha molti tagli.– constatò osservando il braccio segnato.

– Non solo, anche le gambe sono piene. È come se qualcuno le avesse avvolto del filo spinato intorno.– pensò ad alta voce la bionda mentre la sua amica notò dei segni particolari ai polsi e le caviglie.

– Questi sono segni di catene. Non sono recenti ma non sono guariti del tutto.– aggiunse. Chi poteva fare una cosa del genere?


– Bene, la questione direi che è seria. Avete fatto bene a portarla qui. Dall'aspetto sembra avere la vostra età, forse qualche anno in più e chissà da quanto è ridotta così. Medicatela mentre controllo delle vecchie carte su qualche probabile sparizione.–

I ragazzi annuirono e l'uomo andò via nell'ufficio mentre Maestro uscì di casa, Nath e Rohin che tornarono con il necessario chiedendo alla chiara dove potessero trovare strumenti adatti. Lei ci pensò su qualche istante e poi iniziò a rovistare tra i cassetti di uno scaffale, poi di qualche mobile. Si sentiva agitata, estremamente, e continuava a percepire il dolore della sconosciuta costantemente. La cosa stava iniziando a fare del male pure a lei, difatti le mani iniziavano a tremare di tanto in tanto e il fiato a mancarle per brevi istanti.

– Ecco.– disse loro mentre porse vari contenitori, fiale, ampolle, lame. Subito i due si misero da fare e si fidarono di Rohin dato che sembrava che il suo punto forte fosse creare pozioni curative, e Nath lo aiutava senza difficoltà, anche il suo punto forte era principalmente quello seppur per le piante ma era abbastanza simile.

– Meglio ripulire le ferite prima, alcune continuano a sanguinare.– disse Fenrid dopo che riuscì a togliere la mantella lurida e di un materiale scadente, ispido e pruriginoso dalla ragazza. Kyra non se lo fece ripetere e poco dopo tornò con dei pezzi di stoffa e una bacinella d'acqua calda.

– Non immaginavo di ritrovarmi in questa situazione una volta libero dopo anni e anni nel tempio.– disse dopo un po' di silenzio Fenrid mentre tamponava le ferite. In parte lo fece per smorzare l'aria tesa che si era creata e in parte per non riuscire a sentire tutto quel silenzio a cui non era abituato.

– Già, chi l'avrebbe mai detto.– concordò il suo amico ancora preso con la pozione curativa.

– Ora che ci penso, Sheera ha detto nella lettera che alcuni di voi sono lì da parecchio. Voi quanto ci avete trascorso?– domandò Nath curioso.

– Io almeno nove anni, Fenrid da tredici.–

– Così tanto?– esclamò scioccata Nissa non aspettandoselo.

– C'è chi appena nato è stato abbandonato e mandato lì e ci è tuttora in attesa di raggiungere la maggior età per fare una vita normale.– spiegò il rosso facendo poi un cenno al moro accanto a sé di aggiungere una polvere scura nel composto che aveva davanti a sé, entrambi seduti a terra accanto agli altri.

– E voi... Perché ci siete finiti?– chiese un po' titubante Kyra. Non sapeva se potesse essere qualcosa di doloroso per loro o meno, Sheera era stata mandata lì solo per il suo problema del controllo, e anche perché Andreas la voleva lontana dalla figlia. Ma per loro? Non sembrarono però tanto sofferenti. Il primo a parlare fu Fenrid.

– Mi madre è morta quando ero piccolo ma non mi è mai importato di lei, non avevamo un bel rapporto e non mi ha permesso di andare a scuola. Un po' perché eravamo poveri e un po' perché non voleva che facessi amicizie. Non avevo nessun altro e alla fine mi sono ritrovato lì. Almeno ho imparato molte cose e ne sono felice, ho avuto una famiglia che non ho mai avuto e ho conosciuto il calore delle persone.–

– A me invece è capitato un padre ubriacone che mi ha abbandonato per le strade non volendomi intorno, luoghi che tra l'altro non conoscevo. Mi ha trovato Maestro e mi ha portato con sé. E come il mio amico sono contento di questo, non tornerei indietro per niente. Mi manca ancora un anno e potrò essere libero di viaggiare per tutto il Regno Assoluto e studiare tutte le pozioni esistenti e creare rimedi per chiunque e qualsiasi malattia.–

– Wow, progetto ambizioso.– ridacchiò felice Kyra di vedere nei suoi occhi quanto ci tenesse davvero a realizzare quel sogno.

– Rohin è sempre stato un sognatore ma pensa solo in grande.– lo prese in giro il suo amico.

– E tu che farai?–

– Fin quando lui non uscirà mi cercherò un lavoro e poi viaggeremo insieme, ma io voglio fare ricerche mie di qualsiasi tipo siano. Dipenderà da cosa mi ispirerà al momento.–

La chiara sorrise, i due erano differenti ma si trovavano in perfetta sintonia. Rohin era un ragazzo più calcolatore, preciso, progettista, Fenrid invece coglieva ogni attimo della vita per trarne il meglio, viveva nel presente senza voler programmare il futuro.

– E voi?– domandarono i due curiosi. Il primo a rispondere fu Nath.

– La mia famiglia ha da generazioni una panetteria e continuerò la tradizione assieme a mio fratello minore ma ci piacerebbe sperimentare un po', aggiungerci qualcosa di nostro.–

– E la fantastica biondina?–

– Chiamami Nissa e basta, non mi piace quel nomignolo.– ribatté lei guardando fintamente truce il moro che ridacchiò.

– Comunque, probabilmente prenderò il posto di mio padre negli affari una volta che lascerà il lavoro ma fino ad allora vorrei poter studiare tutto quello che cattura la mia attenzione.–

– Sei una secchiona? Rohin hai trovato una compagna.– ridacchiò Fenrid beccandosi una spallata dall'amico.

– Vieni da me poi se hai problemi che non riesci a risolvere.– ribatté facendolo solo ridere di più e contagiare gli altri.

– E te Kyra? A parte voler scappare con una criminale?–

La chiara arrossì violentemente e cercò di non darlo a vedere mentre pensava davvero ad una risposta. Non si era mai posta niente del genere. Non avrebbe mai preso il posto di suo padre, allora cosa avrebbe fatto? E poi, ormai, si era aggiunta la domanda della propria identità ancora da dover scoprire.

– Non lo so in realtà. Non mi sono mai posta il problema.– disse con un sorriso, aggrottando poi la fronte quando notò uno strano segno sul collo della sconosciuta vicino all'attaccatura dei capelli di colore nero, sembrava impresso nella pelle.

– Che cos'è?– disse confusa. Sembrava una lettera, un simbolo che però non riconobbe né come lingua dei Salir né quella degli Yaix. Che strano... Mi sembra di averlo già visto ma dove?

– È la prima volta che mi capita, sembra una specie di triangolo dai lati un po' curvi con una linea che lo taglia in due. Se ci si passa la mano si sente che è appena in rilievo.– disse Fenrid studiandolo attentamente.

– È proprio strana questa ragazza!– aggiunse.

– Ehi, qui ha un braccialetto ma è sopra una ferita ed è sporco di sangue. Dite che non si arrabbierà se lo tolgo e pulisco?– chiese titubante Nissa nel vedere un povero gioiello così malridotto. Era una catenella dorata con una pietra verdognola che, purtroppo, era macchiata di sangue secco.

– Tanto sta dormendo profondamente, glielo rimettiamo prima che si svegli.– disse Kyra prendendo delle fasciature vedendo che Rohin e Nath avessero finito quello che sembrava essere un intruglio simile ad un olio, probabilmente da spargere sulla pelle.

– Va bene, la colpa al massimo è vostra.–

Ma nessuno si aspettò quello che accadde appena la bionda sguanciò il piccolo laccio, liberando il polso sinistro. Sgranarono all'istante gli occhi.

– Per tutti i cieli... N-non lo vedo solo io, vero?– esclamò completamente scioccato Nath non riuscendo a crederci.

– Quelle sono... Come...– sussurrò la bionda davanti bloccata sul posto senza sapere cosa poter dire né pensare. Quella ragazza non era una persona comune, per niente. E dentro Kyra una piccola scintilla di speranza si accese.

– È una Yarix.–

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro