55 - Avere notizie

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Era passato parecchio tempo da quando Kyra era andata da piccola nella casa in cui era cresciuta sua madre Sarah nel Distretto di Vilesia, in un piccolo paesino quasi in mezzo alle campagne e radure fiorite. Si era quasi dimenticata di quel posto e ora lo ammirava come quando era bambina, studiando la villetta come le era sempre piaciuto fare: il grande giardino era pieno di cespugli e fiori di vario genere a profumare l'aria, in mezzo a loro un piccolo vialetto a condurli in un piccolo portico di quella che, paragonata alla villa a Stavira, sembrava una normale casa, nulla di troppo appariscente e grande. In realtà era tra le villette più ricche del villaggio con le sue mura in pietra chiare coperte da rampicanti già da anni in cui sentiva tutta la vita scorrere. Quella volta però non riuscì ad essere totalmente felice di aver raggiunto quella meta, si lasciò sfuggire un sospiro triste.

Andreas e sua moglie avevano deciso di legare lei e Markan, momento a cui mancavano ancora due giorni, in quel luogo tranquillo solo tra loro. Forse solo per rassicurare la ragazza che sapeva che per la tappa successiva tutta Stavira sarebbe stata in festa a tutti i costi. Funzionava così tra i piani alti: il fidanzamento poteva esser anche una cerimonia privata, tutt'altro doveva essere il matrimonio, sempre, ed era sfortunatamente inevitabile. Era stata invitata un paio di volte da ragazzina e ricordava ancora perfettamente gli sguardi che i due giovani sposi si erano beccati. E poi, anche i Superior partecipavano, specialmente se le famiglie appartenevano ad una discendenza di Protettori o di Kafar.

– È veramente stupendo, mi ricorda un po' casa.– disse Nath appena sceso dal carro che li aveva portati lì, lasciando una carezza ai cavalli per salutarli e raggiungendo la chiara dopo essersi stiracchiato, stanco del lungo viaggio.

– Non mi avevi detto di questo posto.– le disse invece Nissa dall'altro lato anche lei meravigliata dalla bellezza dei fiori. La ragazza dagli occhi grigi l'aveva quasi supplicata di andare con loro sapendo che da sola avrebbe perso la testa, e alla fine la bionda, tra una risata e un'altra per quella scena che si era ritrovata davanti, aveva accettato. In questo modo, i genitori di entrambi non avrebbero potuto dire niente in contrario sapendo che erano piuttosto unite le due. Anche se infondo Nissa aveva accettato ancor prima che glielo avesse chiesto.

– Beh, ora lo sai.– ridacchiò Kyra prendendo per mano i due ed entrando nell'ingresso subito dopo i due coniugi. Ogni cosa in quella sala era stata lasciata al suo posto proprio come ricordava, gli scaffali di libri davanti a sé, il grande tavolo dalle sedie intagliate con maestria, prestigiosi quadri appesi alle pareti di pietra assieme ai ritratti di famiglia, divani in velluto e come nuovi. E poi le scale che conducevano al piano superiore verso le camere da letto, una porticina per le cucine e gli alloggi delle domestiche, e ancora quella che tanto attendeva di vedere: la serra.

Era un'enorme cupola di vetro con centinaia di piante e fiori ovunque, alcune pendevano dal soffitto o creavano archi in cui ci si poteva passare sotto, e tutti traboccanti di energia, colori e profumi. C'erano anche ruscelli e cascate in miniatura, pozze d'acqua, gradini di pietra per spostarsi da una parte all'altra senza essere troppo travolti dalle foglie e le radici.

– Wow, penso che non me ne andrò più da qui...– affermò quasi in un sussurro Nath completamente estasiato, facendo ridacchiare le altre due ragazze. Probabilmente avrebbe passato lì il suo tempo libero fuori dalle cucine.

– Sapevo che l'avresti detto – gli disse Kyra appoggiandogli una mano sulla spalla.

– Quando avrai tempo libero potrai aiutarmi, ci sono molti vasi ancora vuoti e mi piacerebbe far crescere nuove piante.–

– Sono sempre disponibile per questo.– esclamò contento lui come un bambino. I tre risero e raggiunsero Andreas e Sarah nella sala principale, ritrovandosi però altre tre persone appena scese da cavallo, o così ipotizzarono dato che un paio di uomini che Andreas si era portato dietro si stava occupando di loro. Kyra non aveva idea di chi potessero essere, suo padre non gli aveva detto nulla al riguardo, anche se non si parlavano da un po'. Nemmeno Sarah accennò a degli ospiti.

 Erano un anziano e due ragazzi che avevano più o meno la loro età: il primo aveva gli occhi del colore dell'acqua e i suoi capelli folti erano di un castano scuro senza alcun accenno di vecchiaia a differenza della pelle grigia e rugosa. Sembrava sia esile che forte e stava perfettamente composto e la tunica bianca che portava era altrettanto rigorosa, così come la cintura in cuoio che aveva all'addome. Poi c'era un ragazzo alto e magro dai riccioluti capelli scuri e occhi color nocciola allegri come quel suo sorriso dalle labbra carnose a salutarli. La sua pelle era più che abbronzata e non era vestito come l'uomo, solo semplici abiti come quelli che era solito indossare Nath, lo stesso valeva per l'altro ragazzo che era più mingherlino. I folti capelli rossi gli coprivano in parte gli occhi chiari visibili attraverso degli occhiali sottili, le guance tempestate di lentiggini.

– Buongiorno, è un piacere conoscervi. Sono Maestro.– disse l'anziano senza mostrare alcuna emozione a differenza dei ragazzi. Nel sentire quel nome Nath si fece sull'attenti. Nella sua lettera...

– Staranno con noi per una settimana, il tempo di sistemare a dovere certe questioni. Purtroppo ho avuto poco preavviso riguardo il loro arrivo, non pensavo che coincidesse proprio con questi giorni.– disse quasi a scusarsi con Kyra suo padre prima che potesse aggiungere altro.

– Potremmo sfruttare la sua presenza per una benedizione dopo...– iniziò ma senza finire. Kyra sapeva che avrebbe voluto dire qualcosa riguardo al rapimento di cui ancora non si sapeva granché; lui aveva continuato a lavorare per scovare qualche altro possibile colpevole e raramente si erano scambiati una parola, ma se Andreas sperava che con quello il loro legame potesse essere in qualche modo risanare si sbagliava. Ormai era troppo tardi. Era solita a perdonare lei, certo, ma non su tutto.

– Spero non ti dispiaccia se ho portato con me questi due ragazzi, Andreas, però è necessario per poter avere un resoconto più dettagliato. Dovrei solo assicurarmi che voi abbiate i documenti.– continuò l'anziano guardando il diretto interessato che annuì, facendogli cenno di seguirlo nello studio che era stato del padre di Sarah molti anni addietro e che aveva preso lui. Così i ragazzi rimasero con la donna che parlò con tono gentile.

– Non statevene lì impalati, venite. Avrete fame dopo il viaggio, specialmente voi due. La strada è lunga dalle montagne per arrivare a qui.–

– Grazie signora.– disse il rosso educato.

– Potete chiamarmi Sarah, tranquilli. E voi siete...–

Dopo che la donna li condusse al tavolo che era stato imbandito in pochissimo tempo, tanto da sorprendere Nath a cui non si era ancora abituato alla velocità delle domestiche, la sua attenzione venne catturata di nuovo quando sentì i nomi degli sconosciuti, o più che altro solo uno.

– Oh, scusate, non ci siamo presentati. Mi chiamo Rohin e il mio amico è Fenrid.– aggiunse il rosso. Sono loro per davvero, cosa faranno qui? Che le sia successo qualcosa? Che avrà fatto ora quella combina-guai?

– Felici di conoscervi. Tu dovresti essere Nath mentre occhi grigi dev'essere Kyra. Ora capisco molte cose.– disse Fenrid studiando la chiara che per poco non avvampò per il suo sguardo quasi malizioso. Cosa voleva da lei?

– Ehm, potresti non chiamarmi così?– gli disse, e lui continuò a sorridere dando una gomitata lieve all'altro come a dirgli di prestarle attenzione.

– Sì, te l'avevo detto che era lei. Ho un'ottima memoria.–

– Dovresti spiegare anche il contesto amico, così non capiscono nulla.– lo riprese Rohin sospirando.

– Scusatelo, sa essere un idiota.– aggiunse sistemandosi gli occhiali sul naso.

– Come sapete i loro nomi?– chiese Sarah, confusa quanto i ragazzi.

– Veniamo dal tempio in cui è stata mandata Sheera e io avevo il compito di farle da tutore. Ho scoperto qualcosina su di lei riuscendo a farle qualche domanda mentre era delirante adto che si è ammalata, fosse stata lucida mi avrebbe sbattuto la porta in faccia. Anche se in realtà ha avuto la forza di buttarmi a terra, ha una resistenza invidiabile quella ragazza. Fossi stato io al suo posto o qualcun altro non sarebbe riuscito a tenere gli occhi aperti. E così sono riuscito a strapparle qualche parola. Ci tiene a voi due, anche se non lo dice.– ridacchiò lui.

– Sei tu che hai spedito la lettera, vero?– domandò Nath e lui annuì ancora, la donna che non capì di quale lettera stessero parlando. Da quanto sapeva alla corvina non era possibile avere contatti con l'esterno al momento.

– Eccoci qui.– si intromise Andreas tornato con Maestro. Non disse nulla sebbene Kyra sentisse che avrebbe voluto farlo. Forse voleva parlare da solo con i due nuovi arrivati ma lei, e anche Nath, non si sarebbero mossi da lì pur di sentire cosa avessero da dire. E la bionda non avrebbe lasciato la sua amica da sola ad affrontare un argomento del genere sapendo che provasse qualcosa per la corvina. Dopo un po' l'uomo parve capirlo e si accomodò di fronte ai due nuovi arrivati con la moglie alle spalle su cui aveva poggiato le mani vedendo la sua stanchezza per il lavoro, stessa cosa fece Maestro avendo ricevuto il consenso di parlare dal Protettore.

– Partirei col dire le problematiche che ho riscontrato in Deathblack, se non vi spiace.– iniziò lui e già il sentire il tono di voce diede fastidio a Nath. Non sapeva niente della sua amica e sembrava essere come tutti che la giudicava in modo così semplice e superficiale.

– Già dai primi giorni non ha partecipato a molte lezioni che disponiamo nel nostro tempio che le sarebbero state utili dato il suo problema del controllo della magia, che ho notato essere abbastanza legato alle sue emozioni, specialmente quelle negative. È testarda, caparbia, diffida delle persone e le evita, una solitaria. È riuscita a creare scompiglio tra un paio di ragazzi che si sono azzuffati dopo che ci ha parlato e non so come, erano tra i migliori nel controllo della rabbia. È come se non le importasse nulla di quello che la circonda.–

– Sì, questo era già evidente.– affermò Andreas incrociando le dita della mani tra loro sul tavolo.

– Non sempre è così però.– si intromise Fenrid serio prima di continuare a parlare.

– Sa essere fredda e scontrosa ma non con tutti, arrivando ad essere persino protettiva e di una lealtà che da lei non mi aspettavo. Verso Nath. C'è stata una volta che una ragazza ha iniziato a lamentarsi di lei che non si impegnava in niente e ha messo in mezzo questo ragazzo. Non ho mai visto scattare una persona come ha fatto lei. L'ha minacciata e questo non è una bella cosa, certo, ma solo perché aveva detto assurdità su di lui, altrimenti non avrebbe fatto nulla. Forse avrebbe risposto in uno dei suoi modi strani ma nient'altro, alla fine non le importa moltissimo delle dicerie su di sé.–

Il ragazzo dagli occhi verdi si passò una mano sul volto sospirando, dentro si sentiva sia in colpa che lusingato dal suo atteggiamento, per così dire.

– Quando scoprì che venivo preso di mira da altri ragazzi essendo l'unico pazzo a starle intorno non disse niente ma i suoi occhi dicevano tutto. Da lì non ha mai smesso di controllarmi, anche da lontano. E se accadeva qualcosa interveniva, anche a costo di beccarsi un altro divieto dal Kafar.– disse con malinconia. Si sentiva nell'aria e Rohin cercò di migliorare un po' la situazione spostando l'argomento su altro, dando una lieve spallata a Fenrid che si riscosse capendo cosa gli volesse dire.

– Comunque, non sempre è una casinista, e non me lo sarei mai aspettato da una che non sa stare ferma ma...– cominciò mentre dalla borsa a tracolla tirava fuori dei fogli e mettendoli sul tavolo. Erano i disegni della corvina con cui aveva quasi discusso pur di averli e mostrarli.

– Sono suoi, li avevo visti nella sua camera quando è stata male. Riesce a creare anche cose stupende e non se ne rende conto a volte.–

Andreas ne prese un paio e si meravigliò di quei tratti eleganti che formavano paesaggi che Nath riconobbe essere dei dintorno del suo paese d'origine. Persino Maestro rimase sbalordito, poteva sapere molte cose tra i corridoi di Yreles ma aveva avuto problemi con Sheera, lei sapeva nascondersi piuttosto bene e non far trasparire granché.

– Non solo, ha la straordinaria abilità di mostrare l'essenza delle persone attraverso la carta. Quando osservi queste raffigurazioni sembra di conoscere l'individuo che tuttavia ti è sconosciuto ma non per lei, ed è una cosa formidabile. Mi è capitato con questo...–

Fenrid prese un disegno particolare e Kyra per poco non morì sul posto. Per tutti i cieli, ora mio padre mi ammazza o forse anche Sheera rilegandola lì dov'è ora! pensò quando vide un suo perfetto ritratto. E non era nemmeno l'unico. Ma il ragazzo aveva ragione, attraverso quelle linee sinuose si poteva capire come fosse. Negli occhi si vedeva la sua curiosità, la dolcezza ma anche la debolezza, il volersi nascondere raffigurato da qualche ciocca chiara a coprirle il volto.

– Chi è questo?– domandò Kyra poi quando vide il disegno di un ragazzo mai visto: occhi profondi e maligni, capelli scuri, spalle larghe, linee spigolose ma ammalianti. E le linee che aveva usato erano scure, marcate, ripassate più e più volte. Non aveva nulla a che fare con i tratti fini ed eleganti di tutti gli altri. Era quasi tormentoso. Un senso di ribrezzo la pervase così improvvisamente, le sembrava di averlo già visto ma al tempo stesso pareva uno sconosciuto. Assomiglia alla figura che mi aveva parlato nello specchio...

– Non lo sa nemmeno lei, ha detto che non si è resa conto di quel che avesse fatto fin quando non l'ha finito. A quanto pare mentre disegna si isola ed entra in un altro mondo.–

– È anche abile nell'isolarsi completamente, l'abbiamo scoperto tutti durante la lezione di meditazione.– intervenne Rohin sistemandosi ancora gli occhiali sugli occhi.

– Se non le avessi toccato la spalla durante un esercizio rimaneva nel suo mondo interiore per chissà quanto e non è una cosa da poco.– aggiunse l'amico.

– Ma tutte queste abilità non sono normali.– affermò Sarah, e fu lì che parlò Maestro.

 – Esattamente. Vedete, ogni ragazzo ha un piano di lavoro basato sulle proprie potenzialità e per poterlo individuare e mettere appunto per i novellini si ha una specie di rivelazione, dove l'aura che si possiede diventa visibile grazie all'aiuto di una pietra magica. Così si sa su cosa lavorare. Con Sheera è stato diverso dato che ci siamo ritrovati quasi in un vicolo cieco. La sua è un'aura rarissima che non si vedeva da millenni tra i Salir, il viola della metamorfosi.–

Viola? Esiste sul serio? Nella mente di Kyra ritornarono in mente le parole di Victor e Pièrre. I colori risaltano le persone con l'aura di colore simile... E se...

– Non abbiamo molti documenti al riguardo quindi è tutto un mistero. Al momento stiamo studiano le sue abilità, ad esempio nel combattimento è formidabile e la sua forza, agilità e velocità sono straordinarie, riuscendo a mettere al tappeto persino un ex guerriero al servizio dei Superior in poco.–

– Ha talento per le pozioni senza che abbia mai avuto a che fare con erbe e intrugli poi, o anche nella manipolazioni di tutti e quattro gli elementi che, a quanto pare, può controllare tutti.– aggiunse Rohin prima che Maestro continuasse.

– La sua energia supera addirittura quella dei Superior, loro stessi hanno voluto mettersi in contatto con lei ma sembra non volere sentire ragioni.–

– Odia essere sfruttata, che vi aspettavate?– intervenne Kyra con tono freddo e serio che nemmeno lei si aspettò, beccandosi un'occhiataccia dal padre. Nath concordò con la chiara.

– Non lo farà mai. Quello che vuole è solo essere libera.–

Era sempre stato quello l'obiettivo della corvina, e in un modo o nell'altro prima o poi ce l'avrebbe fatta a raggiungerlo, perché lei faceva di tutto pur di ottenere quello che voleva. Non riusciranno mai a controllarla.

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