59 - Ali grigie

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Il dolore fu ciò che la svegliò. Non quello che gli altri provavano e lei percepiva nei loro corpi straziati, no, ma il suo. Quello era un suo dolore. Avvertiva un bruciore lungo le scapole, la schiena, poi le braccia, le gambe, le articolazioni. Era come se il suo corpo fosse rimasto teso per ore e solo in quel momento aveva ceduto, facendola sentire debole e indifesa. Un po' odiava quella sensazione, così come odiava tutto quello che era accaduto fino ad allora. La porta che si aprì emettendo un cigolio straziante per il mal di testa che la affliggeva non era ciò di cui ebbe bisogno, tutti i suoi sensi erano in allerta ed era tremendo non riuscire nemmeno ad aprire gli occhi bene, né cercare di muoversi per mettersi a sedere ma finire con il cadere a terra dal letto.

– Ehi, ferma. Ci manca solo che ti fai male ora.– le disse preoccupata la sua amica Nissa che si accucciò davanti a lei, finalmente la vista che tornò normale grazie al quale riuscì a riconoscerla.

– Che è successo?– biascicò a fatica con la gola secca.

– Hai perso i sensi dopo il terremoto. Il legame non è stato creato per tua fortuna e si sta cercando di capire perché. Tieni.–

La bionda le porse un bicchiere d'acqua che buttò giù tutto d'un sorso, sentendosi meglio.

– Non penso che l'abbiano presa bene vero?–

– No, non proprio. Xavier è più nervoso di Andreas in realtà.–

– Voleva questo matrimonio più lui che mio padre, non mi stupisce la cosa.–

Kyra si passò una mano sul volto e poi tra i capelli, sentendo una fitta alla spalla dove si portò la mano infastidita. Nissa invece la guardò stando in silenzio, fin troppo e la chiara si preoccupò.

– Che c'è?– domandò.

– Rifallo.–

– Fare cosa?–

– Passarti la mano davanti al volto.–

Non capì il perché ma eseguì, vedendola poi alzarsi e spostarsi al suo fianco

– Ti basta un gesto e non un oggetto come Evelyn...–

– Ma di che parli scusa?–

– Delle ali.–

Si bloccò subito appena sentì quelle parole e solo allora fece caso a qualcosa sulla sua schiena che, istintivamente, riuscì a muovere appena: vide davvero un'ala dalle piume grigie. Erano più chiare rispetto a quelle della rossa ma erano lì, davanti a lei e la sua amica che provò a toccarle. Sentì subito il suo tocco caldo e delicato, come se avesse paura di farle male o sopraffatta dalla meraviglia della morbidezza di quelle piume. Sentiva sue quelle ali, una parte di sé.

– Sei davvero una di loro.– disse Nissa quasi in un sussurro. Quelle parole rimbombavano nella sua mente. Ma perché in fondo dentro di sé sentiva che c'era dell'altro insieme a quel vuoto persistente? Che qualcosa ancora mancava per mettere insieme i pezzi e capire chi fosse? Si scompigliò i capelli, le sembrava di stare in un sogno. Finalmente sapeva la verità, a chi apparteneva. Tuttavia, non ne fu felice perché ora aveva ancora più domande di prima. Perché era tra i Salir? Per quale motivo la sua specie non c'era più?

– Evelyn è l'unica che può dirci qualcosa.– disse cercando di alzarsi.

– Dovresti riposare, sei debolissima, a stento ti reggi in piedi.– la rimproverò la bionda quando traballò ma non volle sentire ragioni.

– Mi serve solo una doccia e starò bene. Tra poco scendo, mi sono stancata di non avere risposte.–

Nissa alla fine sospirò e la lasciò andare sapendo che non sarebbe riuscita a dissuaderla, prendendo poi da terra una piuma grigia che era caduta dall'amica prima che raggiungesse gli altri. Non sarebbe stato semplice spiegare tutto.

                

– Non ha senso! In millenni mai era accaduto qualcosa del genere!–

Andreas era più che nervoso dopo quello che era accaduto, specialmente con Kyra priva di sensi. Di nuovo. Camminava avanti e indietro senza sosta. Non riusciva a capire cosa fosse accaduto, il terreno spaccato intorno a loro che aveva interrotto l'incantesimo di Maestro. Il legame tra i due ragazzi non si era creato, si era al punto di partenza.

– È raro, ma capita.– disse Maestro con una calma che dava sui nervi, seduto a tavola con una tazza di tè fumante e profumata davanti.

– Non abbiamo documenti al riguardo, l'incantesimo è stato potenziato per essere il più sicuro possibile nei secoli.– disse Xavier stressato quanto l'amico.

– Il problema dei Kafar e dei Protettori è che vi affidate troppo alla carta senza guardare nel passato. Nei libri antichi, prima che l'incantesimo venisse perfezionato, si diceva che c'erano due motivi per il quale il legame non si creava. Il primo è un errore durante il rito...–

– Potrebbe ben essere, non ne fai uno da anni.– iniziò ad accusarlo ma lui continuò.

– Penso che sia più la seconda, ovvero che si sia legata a qualcun altro. È un evento raro come ho detto ma due persone possono diventare talmente vicine, affiatate che si crea tra loro magicamente e naturalmente un legame. È considerato uno dei più potenti e irrimediabili. Lei ha sentito dolore, e sicuramente anche chi condivide il legame con lei l'ha sentito.–

Guardò Andreas che capì fin troppo bene cosa avrebbe voluto aggiungere.

– Sheera, è l'unica spiegazione. Chi ci dice che non le abbia fatto qualcosa?–

– Non le farebbe niente che non volesse.– ribatté all'istante Nath in un angolo con gli altri ragazzi serio.

– Smettetela di darle la colpa. E poi, non è un incantesimo che si impara a scuola o che si fa semplicemente. Lei non ha mai usato la magia in quel modo. L'avete mandata al tempio proprio per questo.– aggiunse prima che Maestro parlasse.

– Scusate ma andrei a meditare un po', al momento l'aria in questa stanza è troppo tesa e non giova alla mia mente.– annunciò congedandosi come se non gli fosse importato nulla, solo al suo benessere.

– Ma perché ha perso i sensi allora? Non dovrebbe avere ripercussioni.– si chiese Sarah confusa e preoccupata. Fu allora che Nissa fece una domanda strana ma che non lo era.

– È possibile che due specie diverse si possano unire?–

La guardarono tutti straniti e confusi, anche se dietro c'era un valido motivo.

– No, non credo. Le loro auree sarebbero troppo diverse. Che domanda è questa?– esclamò agitato Xavier. Nath guardò la bionda la quale sospirò come a voler avere conferma di iniziare un argomento importante prima che lei se ne andasse via a controllare l'amica, preoccupata.

– È probabile che Kyra non sia una Salir.– disse così lui.

– Cosa?–

Andreas e Sarah guardarono il ragazzo mentre Xavier rise per quell'assurdità.

– Certo, come no. E cosa sarebbe?–

Il ragazzo dagli occhi verdi spostò lo sguardo su Evelyn, seduta nell'angolo davanti a sé. Lei sgranò gli occhi.

– No, è impossibile, sono l'unica.– disse all'istante la rossa.

– Però molte cose combaciano, a partire dalla magia diversa dalla nostra. E poi, avevi detto che tra voi avete un legame magico che vi collega anche senza conoscervi, portandovi a fidarvi l'uno dell'altro. Non è accaduto ieri? Solo lei si è avvicinata a te e tu glielo hai permesso.–

– Da quanto avete queste ipotesi?– domandò Andreas poggiando le mani al tavolo che lo divideva dal giovane.

– Qualche settimana. Io e Nissa stavamo facendo le nostre ricerche per passare il tempo e Kyra si è aggiunta. Da lì ha avuto dei dubbi e fatto ricerche da sola prima di dircelo.–

– Se non è un Salir che cos'è?– domandò Markan dispiaciuto per l'accaduto.

– Una Yarix, ma è ancora una teoria. Non sappiamo se sia così per davvero.–

– E vi sembra il caso di dire certe ipotesi azzardate in un momento del genere?– continuò Xavier. La voce di Nissa però tornò tra loro interrompendoli.

– Non è un'ipotesi. È la realtà.– disse infatti mostrando una piuma grigia, quella di Kyra che aveva raccattato da terra.

– Agli Yarix compaiono le ali alla prima una piena dopo il diciottesimo anno di età e oggi era la prima dopo il suo compleanno, il giorno che è stata rapita.– aggiunse seria. Evelyn si alzò dal suo posto e la raggiunse, toccando con le dita quella piuma morbida e la bionda gliela lasciò fare.

– Aspettate, quella ragazza è una Yarix? Ma non ha delle ali.– disse Markan confuso e la rossa lo fissò per qualche istante prima di toccare per un istante la pietra verde del suo bracciale, mostrandole per qualche secondo. Non le piaceva in realtà farle vedere, dovevano ancora guarire e poi si sentiva troppo diversa da quei Salir. Un po' si era abituata a nasconderle.

– Noi non abbiamo ancora visto Kyra con i nostri occhi, chi ci dice che non sia una messa in scena per non legare questi due? Quella piuma potrebbe essere della rossa.–

Nissa ribatté all'istante a Xavier che la stava innervosendo davvero molto.

– Per prima cosa, non credo che Evelyn si lascerebbe toccare tanto facilmente da rubargliene una, e secondo, il colore è più chiaro delle sue.–

– Bah me ne vado! Siete tutti matti!–

L'uomo uscì da lì mentre il figlio sospirò, alzandosi e scusandosi per il suo comportamento prima di seguirlo fuori dalla casa, sapendo che il giorno dopo sarebbe tornato normale. Non era uno molto abituato agli imprevisti.

– Com'è possibile che sia una di noi? Loro sono... Ero l'unica, ho girato per millenni, qui non c'era nessuno... Non ha senso...– continuò a dirsi Evelyn pensierosa, la mente che cercava di vagare alla ricerca di risposte.

– È il mistero principale in effetti. È normale invece che sappia leggere la vostra lingua senza averla mai, che so, studiata?– le domandò ancora la bionda.

– Sì, siamo molto istintivi e certe cose ce le abbiamo dentro. Non è strano.–

– Perché non ci ha detto niente?– continuò a domandarsi Andreas, in accordo con sua moglie accanto a lui. Nath rispose un po' tentennando.

– Eri così preso dalla questione del matrimonio e anche pieno di lavoro che non riuscivate mai parlare. E poi non è che eravate in buoni rapporti dopo...–

Il ragazzo non continuò la frase ma era chiaro dove volesse arrivare. Un rumore, o più dei passi incerti, li distrassero e per poco Kyra non cadde dalle sclae, venendo velocemente e prontamente presa da Evelyn.

– Tutto bene?– le domandò preoccupata e la chiara mugugnò qualcosa.

– Gira tutto. E i rumori sono troppo forti.– le rispose a stento portandosi le mani alle orecchie nel tentativo di stare meglio, invano. La rossa la fece sedere sul divano accanto a Rohin e Fenrid che la aiutarono e svanì nella serra, tornando poco dopo con una piccola foglia bluastra.

– Tieni, mettila sotto la lingua. Ti farà stare meglio.–

Kyra la guardò un attimo e obbedì non sapendo nemmeno cosa le avesse dato fidandosi, lasciando che un sapore dolciastro le invadesse la bocca. Poco a poco i rumori si fecero più lievi e normali, la vista non più offuscata.

– Il primo giorno ci si sente sempre deboli a causa delle energie che il corpo ha speso durante lo spuntare delle ali, domani non avrai più niente.–

Kyra la guardò confusa, come faceva a saperlo? Poi il suo sguardo si spostò su Nissa e Nath, la sua amica che rispose a ciò che si stava domandando.

– Abbiamo dovuto dirglielo, prima o poi si sarebbe scoperto comunque.–

La chiara si passò una mano tra i capelli sentendosi un po' a disagio, in imbarazzo. Non sapeva come gestire una situazione del genere.

– Posso, ehm, vedere? Solo per controllare che non ci siano problemi.– le domandò con un po' di timidezza Evelyn riferendosi alle ali e Kyra annuì, d'altronde era l'unica che sapeva davvero qualcosa al riguardo. Così riuscì a mettersi in piedi senza cadere e passò la mano davanti al volto. Un paio di ali in carne ed ossa comparvero sulla sua schiena e toccavano quasi terra, meravigliando tutti. Erano più grandi di quelle dell'altra ma forse non significava niente dato che la rossa non le disse nulla al riguardo. Solo gliele toccò e, forse guidate dal suo gesto, si aprirono appena per permetterle di osservarle meglio.

– Ci hanno messo poco a spuntare del tutto.– constatò Evelyn.

– È un problema?– chiese la chiara ma la vide scuotere la testa.

– È soggettiva la cosa come ho già detto, così come per la grandezza o il colore.–

– Non sono solo grigie?–

– Sì, ma ci sono varie sfumature, chi più chiare, chi più scure, è indifferente.–

Evelyn le si allontanò come ad aver finito evidentemente, permettendo all'altra di farle svanire di nuovo. Sembrava non piacerle metterle in mostra. Era istintivo.

– Mh, ti basta un gesto per attivare l'illusione... Devi essere molto forte per farlo.– disse pensierosa appena la rossa lo notò.

– Vuoi dire che tu sei scarsa?– la prese un po' in giro Fenrid, anche se lo fece per smorzare un po' l'aria tesa. Era davvero bravo a percepire la cosa e rilassare tutti, doveva essere un suo talento. Evelyn invece incrociò le braccia al seno come offesa.

– Ognuno ha le sue doti ragazzino.– lo riprese, facendo ridacchiare gli altri.

– È vero, gli Yarix che poteri hanno in tutto? E poi, perché non ci sono più?– domandò Kyra, facendo rabbuiare all'istante la ragazza che rimase zitta. E lo sentì di nuovo il suo dolore, stavolta emotivo, e le prese la mano.

– Ti prego, non so molto e sei l'unica che può rispondermi. Ti fa male per qualche motivo ripensarci ma almeno sai cosa sia accaduto, chi sei.–

Forse un po' fu il suo tono quasi supplichevole o il voler ricambiare il favore dell'essere stata aiutata, ma la rossa sospirò e prese posto accanto alla ragazza, vedendo poi gli altri raggiungerla stando per terra o su qualche sedia spostata. Persino Sarah e Andreas, curiosi.

– Vi avviso, sarà lunga e non ho le risposte a tutto.– li avvisò ma sembrarono coscienti di ciò. Mi piacerebbe averle davvero...

– Esattamente tremilasettecento ventisei anni fa comparve un essere nel nostro mondo, Eathevyr, che portò solo devastazione e paura. Un essere sconosciuto, implacabile, assetato di potere.– iniziò a dire, pronunciando subito dopo un nome che Kyra aveva già sentito.

– Lo chiamavamo il Demone.–

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