63 - Le due promesse

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

"Il terreno tremava, si spaccava. Delle enormi zolle di terra che si faceva sempre più secca, arida e putrida volavano per aria con forza devastante, sbriciolandosi. L'aria bruciava i polmoni, il fumo scuro e denso raggiungeva il cielo incontrando nubi nere e cariche di pioggia e tuoni mischiandosi tra loro, oscurando tutto quel mondo che stava soffrendo. Macerie, ossa, scheletri, polvere, fuoco, vento. Tutto era in fermento.

La natura soffriva per un equilibrio che era stato interrotto, compromesso così all'improvviso. Ma oltre ad essa, ormai non c'era più nulla. Non c'era più vita né luce né Creature magiche originarie di quel luogo, ormai catturati e spediti verso un luogo oscuro. C'erano solo desolazione e tre esseri in allerta a fissarsi come a non volersi perdere di vista.

Due erano insieme e circondate da una barriera magica a proteggerle: una figura bianca e angelica, l'altra scura e sofferente a terra. Ad entrambe le forze scivolavano via come sabbia tra le dita. E poi lui, il Demone, in ginocchio a svariati metri di distanza a cercare di guarire quelle profonde ferite sparse su tutto il corpo che non smettevano di far colare un sangue nero e denso, corrosivo.

– Lascia la barriera.– disse la figura scura alzandosi in piedi a stento faticando a respirare.

– No. Andrai lì e ti farai solo più male.– si oppose l'altra cercando di essere convincente ma la sua voce tradiva tale determinazione, nemmeno i suoi occhi erano in grado di mentire. Era completamente sconvolta da tutto quello che aveva visto, tutto quel sangue e quella distruzione che la stava indebolendo a vista d'occhio.

– Ti ho detto di lasciarla.– insistette ancora l'altra con sempre più rabbia.

– Neanche per sogno.–

– Senti...–

– No!–

La chiara la guardò fissa gli occhi dell'altra di un viola scuro, immenso ma sofferente, agghiacciante ma debole, spaventoso ma sull'orlo di perdersi e lasciare che la sua energia facesse ciò che voleva.

– Se vai lì, perderesti te stessa, e lui riuscirebbe a controllarti in qualche modo. Riesce a portarti in sua completa balia se sei in quelle condizioni, lo sai bene.– le disse con disperazione avvicinandosi appena a lei. La vide chiudere gli occhi, poi stringere le mani a pugno per poi rilassarle e sospirare. Stava cercando di mantenere il controllo e quando riaprì gli occhi sembrarono più reali. Osservò il nemico per qualche istante, poi il terreno, e infine la ragazza angelica.

– Non possiamo fermare tutto questo, non ora.–

– Non si può fare niente nemmeno se fossimo nel pieno delle nostre forze se è per questo, non sappiamo come uscire da questa situazione assurda!–

Stava iniziando ad andare in panico, ne sentiva l'odore oltre che notare il suo continuamente guardarsi intorno sofferente. Quella non era la sua realtà, lei non portava la morte, il silenzio, il nulla a differenza sua. Vedere Eathervyr ridotta così non faceva effetto su di lei, all'altra sì.

– Un modo ci sarebbe.– le disse guardando per un attimo ancora il Demone intento a rialzarsi debolmente e ricadere nuovamente a terra, lo sentì anche lamentarsi rabbioso.

– E quale?–

Tornò a guardarla negli occhi viola chiaro, seria.

– Svanire. Almeno per il momento, lasciare che le nostre energie si riprendino e cerchino di ritrovare un equilibrio temporaneo.–

La vide subito impanicarsi di più e indietreggiare.

– No, no io n-non...–

Iniziò a mancarle il respiro e subito le si avvicinò prendendole il volto tra le mani e poggiando la fronte contro la sua, la pelle calda unita alla sua fredda. La fissò negli occhi e le parlò quasi sussurrando cercando di calmarla.

– Guardami.–

Non lo fece inizialmente, tutto era confuso e le lacrime premevano di uscire offuscandole la vista.

– Guardami Ky.–

Quel nome, usato così tante volte, pronunciato in un modo che solo lei sembrava essere in grado di usare per catturare la sua attenzione così semplicemente, la calmò lievemente e fece come richiesto, perdendosi nel freddo e ammaliante viola di cui non riusciva più a fare a meno.

– Non voglio stare sola...– le sussurrò con paura. L'altra le sorrise appena senza distogliere lo sguardo. E fu allora che le fece una promessa, la prima della sua esistenza, la prima che avrebbe mantenuto ad ogni costo, la prima detta con il cuore, con l'anima.

– Non rimarrai sola. Mai. Sono e sarò sempre con te.– iniziò a dirle, sfiorandole tra i capelli una piuma nera in contrasto con i colori chiari della ragazza.

– Saprò ritrovarti Kyra, dovessi morire e reincarnarmi all'infinito. La mia anima mi guiderà sempre da te per fondersi con la tua. Non importa quanto ci vorrà.–

L'altra le sorrise appena, abbracciandola subito dopo e sentendo le sue mani fredde tra i capelli a lasciarle lievi carezze facendo pure lei una promessa."

–Ti aspetterò. E quando ci riuniremo sistemeremo tutto...– sussurrò appena stretta tra le sue braccia, lacrime amare che solcavano il viso stanco e pieno di consapevolezza di Kyra. I capelli candidi le coprivano il volto, le cadevano lungo le spalle e la schiena, lì dove, tra le scapole, iniziavano a prendere forma le sue ali. Però, erano diverse rispetto a quando erano spuntate qualche giorno prima: il bianco era diventato il loro colore, un bianco luminoso e puro, vibrante di vita. La stessa che iniziava a propagarsi intorno al suo corpo, piccole scintille venivano rilasciate dalla sua pelle fondendosi con il terreno e dandogli nuova energia.

L'erba iniziò pian piano a diventare più verde, piccoli fiori crescevano e sbocciavano. Non ne aveva controllo, accadeva perché la sua energia sentiva il bisogno di esprimersi in qualche modo e, poiché non poteva distruggere non essendo nella sua natura, creava.

Mentre le immagine le scorrevano nella mente portando a galla un passato lontano, il braccio sinistro iniziò a bruciarle come fuoco vivo lì dove iniziava ad apparire, dal polso alla spalla, un insieme di figure di un bianco dai riflessi violacei: fiori, piume, gocce d'acqua a creare un'immagine armoniosa. Era impresso nella sua pelle da cui iniziava anche fuoriuscire sangue denso e rosso, come se quei segni stessero imprimendosi in lei con prepotenza facendole stringere i denti dal dolore.

Facevano parte di lei un tempo, erano il segno della sua identità, ciò che la definiva diversa in tutto e per tutto. Dalle proprie origini alla magia. Lei era la magia stessa, non le serviva imparare a padroneggiarla, se pensava a qualcosa la sua energia rispondeva al comando. Come in quel momento.

Una mano scattò sul terreno, poi lo sguardo puntato su un uomo o più che altro un demone che veniva stritolato all'istante da delle radici sbucate dal terreno appena percepì la sua aura rossa come il sangue. E, purtroppo, non era l'unico. Non era di certo un bene.

La mia aura li ha attirati qui, devo cercare di tornare come prima pensò con quel filo di lucidità che le rimaneva alzandosi di scatto e spiegando le ali prima che altri due demoni potessero colpirla in pieno. Non riuscì a stare molto bene in aria per quanto si sentì debole tutto d'un tratto.

Furono svariate immagini apparse nella sua mente più che altro a distrarla e a farle perdere per un attimo la realtà, ritrovandosi a terra con una decina di demoni intorno a sé famelici una volta tornata in sé, tutti vogliosi di ferirla. E uno ci provò sguainando la spada e lei, ancora frastornata da voci lontane e suoni, non riuscì a fare niente né a rendersi conto effettivamente cose stesse accadendo.

– Morirai e porterò la tua essenza al mio padrone e avrò la gloria che mi merito!– lo sentì dire a malapena in quella lingua che capiva ma non parlava assaporando già la vittoria in pugno. Tuttavia, una barriera violacea apparve intorno al suo corpo fattosi improvvisamente ancora più debole appena il demone provò a trafiggerle l'addome, fermando l'attacco e lasciando indenne la ragazza mentre lui venne sbalzato via e ridotto in cenere sotto lo sgomento degli altri.

Era stato provocato da quella che sembrava una semplice piuma nera tenuta tra i suoi capelli bianchi apparsa dal nulla. L'aveva protetta. Tuttavia, fu altro a causarle dolore, non fisico in realtà: un ricordo doloroso. Più in particolare, uno dei tanti se non il periodo peggiore che aveva attraversato.

Anche se semplici immagini che aveva già vissuto, furono lo stesso d'impatto, portandola a gridare dalla disperazione che, un tempo, aveva provato e che le sembrò di sentire ancora. L'abbandono, l'essere ignorata, usata, un fuoco ardente impossibile da estinguere in sé che aveva portato solo guai. Si sentiva sgretolare come se ogni pezzo di sé stesse svanendo, il dolore era diventato insopportabile, le annebbiava la mente, il corpo era come inesistente.

E insieme a quel grido disperato, anche la sua magia si scatenò: enormi radici sbucarono dal terreno che era tornato a vivere tutto d'un colpo, gli alberi intrecciarono i loro rami nel tentativo di prendere i demoni che iniziavano ad arrivare sempre più, il terreno si spaccò ovunque, scie di pura luce provenirono dal suo corpo avvolgendo quelle Creature Oscure e disintegrandole senza dare loro nemmeno il tempo di urlare per il dolore che l'energia positiva provocava al minimo contatto.

Sebbene tutto quello fosse niente del suo potere in confronto a quando era nel massimo delle forze, Kyra era senza fiato. Boccheggiava alla disperata ricerca di aria oltre che al cercare di calmarsi, fermare le lacrime sfuggite al suo controllo e il sangue che non smetteva di colarle lungo il braccio. Era stremata e solo con così poco, eppure ricordare un passato lontano faceva quell'effetto. Questa aura...

I demoni, chi era libero e tentava di raggiungerla, chi cercava di levarsi di dosso i rovi ridotti in polvere e cenere, si bloccarono nel sentire una grande energia apparire dal nulla. Alcuni indietreggiarono e sparì il voler attaccare quella ragazza dalle loro menti, altri guardarono il cielo timorosi. Un istante dopo un tuono, poi un fulmine squarciò le nubi scure e poi raggiunse la terra che tremò. Da lì, subito dopo, si propagò un fuoco nero e viola così furioso e senza alcun controllo che raggiunse coloro che avevano provato a colpire Kyra, lasciando che le fiamme mangiassero quei corpi le cui urla erano disumane.

E da quel fuoco spietato, camminò lentamente una figura vestita di scuro, colei che controllava quelle fiamme furiose degli Abissi Infernali che non sfioravano minimamente il suo corpo, nonché l'unica che fosse in grado di evocarlo. Si fermò a qualche metro di distanza da Kyra e, quando i suoi occhi viola scuro agghiaccianti incrociarono i suoi chiari, una sensazione di sollievo colpì entrambe. Sheera...

Avevano legato così velocemente per un motivo, sempre per quello avevano avuto la sensazione di conoscersi da sempre. Ecco perché l'una non riusciva a stare lontana dall'altra, attirandosi in un circolo vizioso. Il loro non era mai stato un semplice legame.

– Luridi demoni traditori.– disse Sheera con tono lento e di chi non vedeva l'ora di ucciderli tutti quando distolse lo sguardo da lei, un ghigno maligno sul volto. Subito dopo un demone ancora bruciante cercò di raggiungerla e toccarla ma lei, con un semplice gesto fulmineo quasi impercettibile, gli strappò il cuore grondante di sangue scuro dal petto, lasciando che il corpo cadesse inerme mentre lei assaporò il suo nuovo pasto. Le labbra, colorate di nero per il sangue, furono ripulite con la lingua mossa in modo sensuale ma anche così inusuale, gli occhi fissi verso le sue future vittime. Quello era solo l'inizio del caos che avrebbe provocato.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro