70 - La Creazione

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Il silenzio aleggiava tra loro mentre stavano seduti attorno ad un fuoco magico le cui fiamme, in realtà, non erano calde quanto il vero fuoco, riparati dalla pioggia che aveva iniziato a bagnare le piante di Eathevyr come a dargli il bentornato dopo secoli all'interno di una grotta abbandonata. O così lo era stata fin quando non ci erano apparsi. 

In un attimo la chiara aveva fatto tornare tutto vivido e reale grazie ad un semplice schiocco di dita: grandi libroni lasciati a terra erano tornati come nuovi e non più ammuffiti, poi fiale, ampolle, sacchetti di stoffa contenenti ingredienti magici che stavano ordinati nelle fessure della parete di pietra e non più ridotti in pezzi sul terreno roccioso. 

Lei si muoveva come se conoscesse il posto perfettamente e si era messa a preparare qualche strano intruglio in un pentolone posto in quello che sembrava un bancone scolpito nella roccia. Loro si erano lasciati abbandonare a terra dalla stanchezza senza dire una sola parola, o almeno per il momento.

– Tieni, ti aiuterà.– disse Kyra porgendo ad Evelyn dopo un po' un bicchiere preso da chissà dove, o forse l'aveva fatto apparire senza alcun problema. La Yarix notò che anche gli altri ne avevano uno in mano ed erano intenti a bere ma lei non si fidava più così tanto di Kyra che le si sedette accanto intuendo i suoi pensieri.

– Me l'ha detto telepaticamente Sheera del piano, quando doveva scegliere chi ferire. Non poteva mettere in mezzo Nath o nessun altro di voi per la richiesta di Dell, vi avrebbe fatto del male sul serio e non sareste qui ora probabilmente. Ha dovuto comportarsi così per non destare sospetti, nessuno dei demoni doveva sapere di noi prima del tempo o avrebbero preso provvedimenti. Non so se saremmo qui ora.- le disse mentre fissava il bicchiere sentendo gli occhi di Evelyn su di sé. Selene mi ammazzerà ma ormai... 

Gli sguardi puntati addosso erano troppi e la facevano sentire oppressa, tremendamente. Però, cercò di non darci troppo peso e spostò lo sguardo su Evelyn porgendole di nuovo il bicchiere. Nel mentre, i suoi occhi grigi svanirono lentamente cambiando colore: un caldo viola rassicurante, lo stesso che che l'aveva guardata quando le era stato chiesto di allearsi con il nemico. La rossa aprì bocca per dire qualcosa ma non ne uscì niente.

– Ti serve. La presenza dei demoni intacca la tua aura, lo sai. Hai vissuto con loro abbastanza per capirlo.– insistette. Fu come essere ammaliati, incantati e ascoltò bevendo tutto d'un sorso. In effetti ebbe molte più energie già dal primo sorso.

– Quindi... sei tu la Liberatrice di quella volta.– disse quasi in un sussurro. Kyra si passò una mano tra i capelli candidi facendo tornare i suoi occhi grigi.

– Mi spiace avertelo fatto fare, era l'ultima cosa che volessi. Però è stato necessario, poi capirai. Quanto alle tue ali...–

Schioccò le dita e in un attimo le ali grigie di Evelyn apparvero e, magicamente, le piume iniziarono a ricomparire e tutto tornò come una volta, a quando era ad Eathevyr e poteva volare tra le nuvole libera. Lei sgranò gli occhi non volendoci credere. Era avvenuto tutto così in fretta da non rendersene subito conto.

– È un'illusione?– domandò ma la chiara scosse la testa.

– È uno dei pregi della Creazione riportare qualsiasi cosa in vita essendo la vita stessa. Quel fuoco anche, serve a ridare energie e a spezzare certi incantesimi oscuri. Come il marchio del Demone.– indicò la chiara. La Yarix subito si passò la mano sul collo e non sentì effettivamente più quel simbolo in leggero rilievo sulla pelle.

– Sono... libera?–

Kyra annuì prima di aggiungere qualcosa.

– Ora i demoni non potranno rintracciarti.–

Per poco non pianse quando abbracciò Kyra istintivamente che non se lo aspettò, ridacchiando. Qualche secondo dopo si rese conto di quello che stesse facendo e si allontanò all'istante, portandosi prima le mani alla bocca e poi tra i capelli, iniziando a parlare a raffica quasi impanicata in una lingua che solo Kyra sembrò comprendere. A quanto pareva, quell'intruglio le aveva dato parecchie energie, forse anche troppe.

– Aspetta esistono davvero le Dee, non è solo una stupida credenza! Devo darti del tu? O è meglio del voi? Devo inchinarmi? Come faccio a ...–

– Ehi frena, evita il voi e respira.– ridacchiò la chiara vedendola calmarsi e tornare un po' seria.

– Scusa.–

– Sei strana.– ridacchiò invece Kyra scuotendo la testa e stiracchiandosi.

– Non capisco, chi sei tu realmente? Quale delle due Kyra?– domandò Rohin confuso.

– Entrambe, sono sempre la personificazione del potere della Creazione. Un tempo mi chiamavate Dea Bianca anche voi come gli Yarix ma avete dimenticato tutto dei poteri Supremi con il passare del tempo.– disse lei come se nulla fosse, in modo naturale.

– No, ferma, ricomincia da capo, d'accordo?– disse Nissa che le sembrò essersi persa un pezzo, così la chiara eseguì spiegando meglio.

– In queste settimane ci sono stati cambiamenti in me poiché il mio corpo stava cercando e cerca tuttora di adattarsi al potere che custodisco, che scorre nelle mie vene. È partito tutto dal giorno del mio compleanno, stesso giorno in cui la mia energia si stabilizzò diciotto anni fa dandomi forma corporea, e ogni segno faceva sembrare che fossi una Yarix nonostante non lo sia. Avevo visioni strane, a volte sentivo voci mescolate tra loro ogni tanto, era un tentativo inconscio di ricordare il passato che ho vissuto. Tutto è stato chiaro quando siete andati la prima volta a Eathevyr, ci sono andata anche io. Lì ho ricordato tutto anche se ho rischiato di finire tra le grinfie dei demoni. Nulla di che.–

– Quindi... la tua aura è viola. E sei una Dea immortale. E anche Sheera sul serio?– domandò Nath cercando di collegare le cose e annuì.

– L'ho incontrata sempre quel giorno ma ci siamo separate a causa dell'attacco. Deve aver percepito che fossi finita in quella cella e ha cercato una via di fuga, sa che senza luce sono debole e la mia magia ancora è un limite. Non si aspettava di trovare anche voi lì,, motivo per cui ha dovuto cambiare strategia o avrebbe già raso al suolo quel rifugio conoscendola.– disse guardandosi le mani.

– Anche lei allora ricorda il suo passato.– disse Nissa invece.

– Sì, non so da quanto ma da più di me.–

– Allora... Visto che ora sai tutto...– iniziò a dire Evelyn tentennando.

– Conosci il motivo dell'attacco del Demone?–

Kyra si fece triste e distolse lo sguardo. Si sentiva in colpa, Nissa lo intuì per come portò una mano sul braccio come a volersi proteggere.

– Io e Sheera esistiamo da sempre, un tempo eravamo solo delle sfere di energia che regolavano i mondi. Dopo un po' di tempo i nostri poteri si sono modificati in noi, esseri pensanti con emozioni, sensazioni, come persone normali. O quasi, eravamo incorporee e stavamo nei nostri mondi. Avevamo compiti, regole, responsabilità e raramente riuscivamo a fare qualcosa che volevamo davvero fare. Di giorno sistemavo ciò che lei di notte rovinava e nel mentre osservavo il più possibile quello che mi circondava. Mi piaceva osservare i Salir e gli Yarix da lontano, ammiravo le loro tradizioni, i giochi e i sorrisi dei più piccoli, le loro vite mentre crescevano. Mi piaceva vedere la loro vitalità che la mia energia inconsciamente aveva donato ai mondi. D'altronde non lo controllo totalmente. Ma non potevo fare molto altro. O meglio, ero io a non spingermi troppo per farlo. Lei non se ne preoccupava invece, lo faceva già da prima che ci incontrassimo casualmente. Accadde dopo sei anni che i nostri poteri divennero esseri coscienti quali siamo. Ci sono stati dei problemi, alti e bassi ma superato tutto si aveva ancora un equilibrio. A quanto pareva non era abbastanza per qualcuno. Un essere voleva che tutto tornasse come una volta, che Bene e Male si alternassero e non convivessero nello stesso luogo ed istante come stavamo facendo.–

Fece una breve pausa prendendo tra i suoi capelli bianchi una piuma nera come la pece apparsa dal nulla, la stessa che i demoni avevano riconosciuto e iniziando a giocherellarci prima di continuare.

– Così provò a rimediare ma apparve il Demone. Lui voleva i nostri poteri, ci cercò tra gli Yarix per settimane sapendo che avessimo una forma simile alla loro e li imprigionò nell'Oblio il giorno che attaccò davvero. Non sapevamo della sua esistenza fino a quel momento. Non avevamo idea di cosa fare, era immortale quanto noi. Potevamo solo prendere tempo. Così ci siamo dissolte nel nulla a lasciare che le nostre energie si riprendessero dopo uno scontro avuto con lui. Esse si stabilirono quindi nel Regno Assoluto non essendoci più niente nel Mondo degli Yarix e per questo voi Salir non siete in rovina. Anche senza una mente i poteri Supremi continuarono a fare il loro lavoro. Diciotto anni fa poi cambiarono forma come un tempo, con la differenza che diventammo esseri corporei.–

Finì lì di spiegare, non riuscì a dire altro mentre aspettava che metabolizzassero ogni parola detta.

– È voi due che vuole allora...– sussurrò Evelyn e l'altra la guardò appena.

– Mi dispiace per ciò che è accaduto ad Eathevyr, non avevamo idea che sarebbe potuta finire così. Abbiamo provato di tutto ma non conoscendo niente del nemico è stato devastante.–

La rossa distolse lo sguardo. In parte aveva capito il suo discorso.

– Non era prevedibile, ovvio.– le rispose ma la chiara sentì che in sé ancora aveva dei dubbi. D'altronde aveva ragione, come potevano degli esseri così potenti non poter fermare un semplice demone?

– È meglio se riposate ora. Ci vorrà un po' prima che possiate essere di nuovo in forze dopo tutti questi giorni.– disse poi Kyra alzandosi in piedi mettendo di nuovo tra i capelli la piuma che svanì e allontanandosi verso un corridoio scavato nella roccia, non dicendo più altro. Voleva solo stare da sola e dare loro del tempo per ragionare su quanto accaduto. Non sarà così semplice...

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