76 - Tempo per decidere

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

L'aria era fresca sulla sua pelle, un paio di fiamme scarlatte illuminavano appena la stanza permettendole di vedere la mappa che aveva aperto sul letto su cui era seduta a gambe incrociate alla continua ricerca di indizi, disperatamente.

Non poteva mettere troppo in mezzo i Salir in tutta quella storia perciò, dopo aver dato il compito a Sheera, aveva deciso di chiudersi in camera in silenzio. Oltretutto, il suo destino ormai non era più essere una semplice ragazza di Stavira, la sua vita passata stava ricominciando a scorrere dopo secoli e si staccava sempre più da quella che aveva percorso fino a quel momento.

In più, i Salir che aveva conosciuto, avevano la propria di vita da continuare a vivere. Ancora dovevano abituarsi completamente alla sua identità, a ciò che era. Sapeva che per le due persone che aveva ritenuto come genitori prima del suo risveglio era più difficile da affrontare, se ne sarebbe dovuta andare appena trovata qualche informazione. Avrebbe voluto farlo già da subito ma le servivano ancora antichi volumi che si trovavano in quella casa. Non doveva influenzare nessuno tutta quella storia che riguardava solo l'Eden e gli Abissi Infernali.

Un'aura negativa che conosceva bene apparve dal nulla distraendola appena da tutti i suoi pensieri, sapeva che lei fosse dietro di sé ma non la guardò, non voleva. Non se la sentiva più che altro.

– Cosa fai qui?– le domandò con voce un po' distante essendo concentrata nel suo lavoro.

– Mi aspettavi no?– sentì dire da quella voce leggermente roca che si stava avvicinando, i passi lievi.

– Non è vero.–

Sentì le sue dita fredde sfiorarle il collo da dietro, poi il suo respiro. Non doveva cedere, questo continuava a ripetersi.

– Allora perché hai tenuto la finestra aperta? Tu non stai male al chiuso Kyra.– le sussurrò Sheera all'orecchio. Non c'era provocazione, rabbia o malizia nella sua voce, solo calma e curiosità.

– Mi serviva aria.– ribatté senza staccare gli occhi dal foglio. La sentì ridacchiare e la vide con la coda dell'occhio sedersi accanto a sé.

– Ti ha detto qualcosa?– le domandò dopo un po' cercando di non far sentire all'altra il suo nervosismo e riferendosi al Salir imprigionato.

– Shedan l'ha minacciato ad un'alleanza forzata solo perché conosceva la zona verso cui Andreas mi aveva spedito, poi altre cose irrilevanti. Tranne il fatto che non è l'unico Salir alleato, ce ne sono svariati e sparsi per il Regno Assoluto, guidati da un capo che però non conosce se non tramite lettere anonime.– disse la corvina con il solito tono annoiato continuando a guardarla senza dire altro.

– Puoi smetterla?– le disse Kyra dopo qualche minuto rimaste in silenzio a pensare e l'altra parlò. Le dava fastidio il suo sguardo fisso.

– So che menti.–

La corvina le si avvicinò e si voltò a guardarla scocciata, ritrovandosi con il viso vicinissimo al suo e avvampò, il battito che accelerò senza che potesse rendersene conto.

– Ti ho detto di smetter...–

Non finì di parlare che si ritrovò con la schiena contro il materasso, le mani sopra la testa tenute dalla corvina sopra di sé, le loro fronti che si toccavano. La guardava fissa negli occhi e questo non la aiutò.

– No, Sheera, fermati.– le disse quando l'altra le iniziò a baciare il collo cercando di levarsela di dosso ma non ci riuscì. Al chiuso o senza finestre aperte la notte causava problemi alla corvina, ma donava anche la possibilità di sfruttare tutta la sua forza, la sua magia. Ciò accadeva anche a lei ma solo di giorno, per quello risultava in quel momento più forte Sheera di lei. E la corvina si comportava in quel modo proprio per non essere ignorata, una cosa che odiava se era proprio la Dea Bianca a farlo.

– Puoi provare a nasconderti ma so perché fai così.– le disse Sheera fissandola e deglutì appena sentendosi braccata. Sheera le toccò le labbra con le dita della mano libera, un tocco delicato e leggero. Poi le prese il mento tra le dita prima di baciarla e Kyra sentì il sapore delle sue labbra morbide e il suo corpo, dapprima teso, si rilassò e approfondì quel bacio staccandosi dall'altra poco dopo per riprendere fiato. Odiava l'effetto che aveva su di sé ma allo stesso tempo lo amava.

– Sai che puoi farlo solo tu questo.– le disse la corvina in un sussurro sul collo prima di sentirla ridacchiare.

– Non c'è bisogno di essere gelosi di un inutile Salir.– aggiunse e Kyra distolse lo sguardo sentendo il volto in fiamme senza accorgersi che l'altra le sbottonò la camicia ammirando la sua pelle chiara.

– Non sono gelosa.– ribatté.

– Tu dici? L'idea è stata tua, altrimenti non l'avrei mai fatto.– continuò la corvina spostando le sue mani sul suo corpo sempre più giù liberando le sue.

– Ho detto che non sono gelosa, ti stai solo montando la te-ah!–

Kyra si tappò la bocca quando sentì la mano fredda di Sheera intrufolarsi sotto la gonna, la sua lingua che le percorse l'addome.

– Non ti azzardare.– la minacciò fissandola negli occhi, Sheera troppo vicino alle sue gambe che ricambiò lo sguardo passandosi la lingua sulle labbra di chi non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Per non parlare dei suoi occhi luminosi.

– Sei pessima a mentire.– le disse invece ridacchiando facendo sparire con la magia il resto degli indumenti senza nemmeno lasciarle il tempo di rendersi conto di ciò.

– Sei gelosa marcia. Ammetto che è intrigante.–

– Smettila, non ne ho voglia!–

– Non mi pare, quaggiù è il contrario, dolcezza.– continuò ridacchiando e lasciandole dei baci lievi sul ventre scendendo ancora per poi sentire la sua lingua calda giocare con la sua parte più sensibile, le mani che finirono tra i suoi lunghi capelli neri.

Perché doveva leggere le paure altrui così facilmente quella ragazza? Ogni desiderio nascosto, persino quelli di cui non si era a conoscenza con lei salivano a galla senza alcun controllo, controllo che prendeva lei e con cui giocava, si divertiva a cambiare la situazione a suo favore. Sheera non era una ragazza per le parole, le era difficile esprimersi se non con i gesti, Kyra lo sapeva ed era quasi il contrario di quello che era lei. D'altronde, erano opposti.

– Sheera, ti prego...– si lamentò supplichevole quando si fermò, sentendo l'altra ridacchiare sulla sua pelle su cui lasciò dei graffi con le unghie per ripicca prima di ricominciare il gioco facendola inarcare la schiena e gemere rumorosamente.

Uno degli aspetti negativi, o positivi in base ai punti di vista, di conoscere troppo una persona è sapere i pregi e difetti dell'altro, su quali tasti premere, come mettere con le spalle al muro con semplicità e quello ciò che fregava sempre Kyra davanti a quella Dea oscura.

La corvina sapeva sempre come rivolgersi a lei pur di uscire vincitrice senza lasciarle l'ultima parola. A volte la chiara riusciva a tenerle testa, certo, ma altre le era impossibile non cedere davanti a lei, ai suoi modi di fare e il suo saper leggerle gli occhi viola chiaro con tanta facilità. Cedeva sempre per lei, a quello che provava e la corvina come poteva non riconoscerlo? Sapeva quanto la sua mente si annebbiasse ad ogni suo tocco, a come reagisse, a come farla impazzire fino a farla perdere nella sua oscurità. Glielo aveva chiesto lei però, inizialmente Sheera non l'aveva voluto. Non le era mai piaciuto macchiare l'anima della Dea Bianca di peccati condivisi.

– Ammetti di essere gelosa?– sussurrò la corvina risalendo verso il suo volto osservandola e ridacchiando davanti ad una Kyra che si era coperta gli occhi con il braccio, il respiro affannato, il corpo scosso.

– Ti odio.– le disse quando la fissò negli occhi ritrovandosela ancora seduta sul suo bacino, e non sembrava minimamente intenzionata a spostarsi. Solo ridacchiò ancora sistemandole una ciocca chiara dietro l'orecchio.

– Io penso che pagherei per sentirti gridare il mio nome in preda al piacere di continuo.–

– Smettila!– esclamò l'altra spingendola lievemente via e arrossendo ancora di più.

– Non mi pare che tu ti sia lamentata.–

Sheera la fissò maliziosa leccandosi le labbra, vedendo poi la chiara alzare il busto e sedersi tranquillamente senza spostare la corvina che si ritrovò avvolta in un abbraccio. Sentì il suo stupore e disorientamento prima che le sue mani fredde si insinuassero tra i suoi capelli candidi giocherellandoci.

– Ehi...– le sussurrò Sheera con tono divertito e dolce, facendole alzare lo sguardo. La corvina le accarezzò il volto e sorrise appena non sapendo cosa le passasse per la testa. Non mostrava quasi mai quel suo lato privo di freddezza, ma con la Dea Bianca tutto era diverso.

– Non ho mai voluto che tu sacrificassi una parte di te.– ammise timidamente come una bambina. Sheera capì a cosa si riferisse. Da quando accettò il suo amare una Creatura Chiara, tra l'altro la Dea Bianca, smise completamente di soddisfare ogni desiderio carnale di Lilith o qualche altra demone. Lei era anche la lussuria, la tentazione, il proibito, i suoi demoni si sentivano attratti da lei solo per quel motivo, la sua energia ma con la chiara fu tutto nuovo, completamente diverso. Non aveva più voluto sentirsi come un oggetto e non accadeva mai con Kyra.

– Sai che sei l'unica Ky, la scelta è stata mia.– le disse lasciandole un bacio sulla fronte.

– E poi, ritornando alla questione di prima, ti saresti dovuta preoccupare seriamente se quel Salir fosse stato una donna, sai che gli uomini li odio. Sapessi cosa avrei fatto.– aggiunse maliziosa, beccandosi poco dopo un cuscino in faccia che la fece ridere, quella sua risata rara e reale, vera, splendida.

– Basta!– le disse ancora Kyra coprendosi il volto con le mani ma ben presto l'altra gliele tolse guardandola divertita prima di baciargliele e fissarla negli occhi. Cambiò espressione in fretta, sospirando e catturando l'attenzione di Kyra.

– Che c'è?– le domandò infatti sistemandole i capelli scuri che le aveva scompigliato precedentemente.

– Shedan...– iniziò a dire cercando le parole, o più che altro era difficile da ammettere a sé stessa.

– È nell'Oblio.– rivelò. La chiara non disse niente inizialmente, la cosa spiegava il motivo per il quale la Dea Nera si era bloccata davanti a quel portale come attratta. Non le era mai accaduto.

– Da quanto?– domandò cauta.

– Qualche settimana, da quando mi sono risvegliata. Ci siamo scontrati ed era l'unico modo per poter guadagnare tempo.–

Kyra, il suo sguardo violaceo, si intristì e le accarezzò il collo delicatamente. Non le piaceva per niente come le cose stessero prendendo una brutta piega.

– Così peggiorerai di più però.–

Sheera fece spallucce.

– So sopportare.–

La chiara invece si morse il labbro poggiando la fronte contro la sua.

– Se dovessi peggiorare troppo però avvisami, ok?–

– Va bene.– alzò gli occhi al cielo l'altra quasi in un lamento, sentendo poi la propria schiena contro il materasso e rimase affascinata dal suo corpo caldo sul suo, poggiando le mani sui suoi fianchi. E Kyra sentì i suoi occhi viola scuro percorrerle ogni centimetro di pelle a tratti coperta dai lunghi capelli bianchi.

– Tornando alla questione di prima...– riprese il discorso chinandosi verso il suo volto.

– Non ho finito di essere arrabbiata con te.– aggiunse ridacchiando mordendole il labbro inferiore mentre lasciò che le sue mani vagassero per il suo corpo evitando la ferita al fianco.

– Perché, lo eri? Non oso immaginare cosa faresti se ti dicessi che al Salir è piaciuto il mio gioco, avresti dovuto sentirlo.– la provocò leccandosi le labbra lentamente Sheera.

– Ora sei al mio di gioco Distruttrice. E ti conviene stare ferma, o questa peggiora e dovrai startene ferma ancora più a lungo.– continuò l'altra sfiorandole la fasciatura. Sheera si morse il labbro maliziosa. Cosa era riuscita a fare alla Dea Bianca così innocente e timida le prime volte che si erano viste? Non ne aveva idea, ma non le dispiaceva per niente.

– Lo vedremo.–

                            

Sentì un fruscio mentre stava ai piedi di un albero in attesa di qualcosa in quella grande foresta lontana d a Stavira di parecchi chilometri, il sole sarebbe apparso all'orizzonte a breve dandole fastidio sulla pelle p allida. Erano passate molte ore da quando si era ritrovata con Kyra e l'aveva lasciata dormire nella sua stanza tranquilla e senza pensieri, di sicuro lo era più di lei in quel momento.

Sentiva che Lilith aveva portato a termine il suo compito, non poteva chiedere di meglio da quella ragazza che non si era lasciata piegare dal nemico. Non a caso era tra i migliori demoni degli Abissi Infernali.

Un libro apparve dal nulla ai suoi piedi e lo prese senza problemi sfogliandolo velocemente. Aveva una copertina in cuoio piuttosto vecchio e malandato, polveroso e con tagli. Ci si aspettava pagine altrettanto conciate e invece erano tutte vuote, giallastre, nemmeno una goccia di inchiostro o quasi.

– Bella mimetizzazione patetica!– esclamò con tono maligno osservando che sull'ultima pagina vi era un segno, un triangolo. Scosse la testa e lo buttò malamente a terra.

– Svegliati!– ordinò, i suoi occhi viola scuro furenti fissi su quell'oggetto a terra che cominciò ad alzarsi in aria e girare su sé stesso, creando fumo nero da cui sbucò un ragazzo: Damon. Era un potere che i Demoni Supremi possedevano cambiare sotto qualsiasi forma, vivente o meno. Era stata proprio la Dea Nera a concedere loro di essere i privilegiati, i più forti. Sempre ad un prezzo però.

Il ragazzo tossì un paio di volte, il fumo che si diradava. Poi si voltò a guardare il luogo in cui era senza capire inizialmente come fosse stato catapultato lì, non si aspettò nemmeno di venire colpito da un pugno bello forte alla mascella. Per fortuna non gli era saltato alcun dente, ci teneva alla sua figura ed era già di pessimo umore solo per quel colpo inaspettato. Guardò chi avesse davanti e il suo umore cambiò lievemente, un misto di preoccupazione, paure, adrenalina e divertimento.

– Non si saluta?– disse Sheera con occhi luminosi e toccando con la lingua un canino leggermente più lungo e affilato del normale. Lui non poté fare a meno di mostrare un ghigno prima di svanire nel nulla seguita dall'altra, apparendo in una zona della foresta più libera e priva di occhi curiosi.

Subito Damon, appena Sheera riapparì davanti a sé, provò a colpirla con un pugno che evitò tranquillamente, dandone uno allo stomaco al ragazzo che si piegò in due. Era forte, non c'erano dubbi, lo era sempre stata ma in quel momento lo fu particolarmente tanto da fargli sputare sangue nero e viscido.

– Allora, Damon.– cominciò a dire lei avvicinandosi e dandogli un calcio al torace prima che riuscisse ad alzarsi, facendolo di nuovo cadere a terra.

– Credevi che ti avrei lasciato andare via senza avere informazioni?–

– E cosa ti fa pensare che ti parlerò del Demone?– ribatté lui ridendo maligno sapendo cosa lei stesse cercando. Per quale altro motivo l'avrebbe chiamato altrimenti?

– Ho molteplici modi per farmi dire tutto. Mi conosci, me e i miei metodi.– e lo guardò con sguardo gelido e ammaliante prima di dargli un altro pugno sul naso, facendolo sanguinare, una visione così eccitante per lei.

– Sai che io non scherzo, Damon.–

Sheera lo prese per il collo stringendo la presa, guardandolo negli occhi. Non riusciva ad opporsi a lei, al suo volere di ferirlo per averla tradita, il suo essersi alleato con un nemico la rendeva tremendamente furiosa. La sua forza lo fece tremare impotente.

– Perciò, ti conviene parlare. Chiaro?– sibilò seria.

– E io che ci guadagno? Quando sei sparita io e Lilith eravamo soli e impossibilitati nel tornare a casa. Volevo distruggere e Lui me l'ha permesso. Lilith ha fatto di testa sua e non mi è importato. Ognuno aveva ciò che voleva.– disse Damon serio pure lui. Era stato cacciato da casa sua in fondo, lui che aveva fatto qualcosa, in fondo, per quel luogo.

– Ma so che ti manca un tassello che non ti soddisfa totalmente.–

– E cosa? Illuminami.–

Sheera avvicinò il suo volto a quello del ragazzo.

– La libertà. Ti piace distruggere ma solo quando e cosa vuoi tu. E non te lo permette, devi obbedire, in questo modo non sei più come prima.–

Damon guardò altrove, perché doveva essere così abile a leggere ogni singola anima quella dannata ragazza apparentemente semplice? Perché riusciva a persuadere con poco?

– So che lo vuoi Damon.– insistette e lui tornò a guardarla, serio.

– Nessun imbroglio, Ingannatrice?

– No, solo per stavolta e sai che mi viene difficile, quindi è meglio se ne approfitti. Prima che sia troppo tardi.– scandì bene le parole. Il ragazzo le mostrò un ghigno.

– E va bene.– disse infine, e Sheera lo lasciò e gli permise di rialzarsi, o almeno prima di affondare una spada nera nella sua carne putrida all'altezza dell'addome. Quella era stata un'azione dettata dalla pura vendetta, il demone lo sentì più che bene.

– E non ti azzardare a tradirmi un'altra volta. O ti faccio fuori, pezzo per pezzo, attenderò con piacere ogni tuo urlo di dolore.– gli disse minacciosa e lui annuì sofferente..

– Sei proprio diventata più forte eh.– disse poi lui un un ghigno a stento, già debole. Era come se la Dea Nera gli avesse prosciugato l'energia vitale.

– O forse sei tu che non sei più abituato alla mia forza.– ribatté lei sfilando l'arma al suo corpo. Accadde qualcosa, Sheera vide un'immagine sfuocata appena sentì l'altro accanto a sé: il Demone che teneva in mano qualcosa mentre rideva soddisfatto.

– Cosa ha trovato?– chiese a Damon all'istante, il quale la fissò confuso e ancora affannato.

– Non lo so.–

Sheera gli prese la mano e fece un taglio proprio sul palmo e lui si lamentò per il bruciore. Il suo sangue nero e cominciò a colare sulla sua mano. Sheera toccò quel liquido viscido e denso con due dita.

– Ora vattene, raggiungi Lilith.– gli disse solamente e lui eseguì senza aggiungere altro sapendo di essere troppo verso il suo limite di sopportazione, vedendolo svanire in una nube nera.

Lei continuò ad osservare quel sangue denso e se lo portò alla bocca, cominciando a sentire sempre di meno per poi chiudere gli occhi. Nella mente le passarono varie immagini e lei le scartò tutte fin quando non trovò quella che aveva visto prima.

Era in una stanza buia ma per lei non fu un problema. Sentì dei passi rimbombare nella stanza e si voltò. Un Salir incappucciato porgeva al Demone, incatenato ad un trono di pietra nell'Oblio, una spada dalla lama argentea che sprizzava scintille rosse come il sangue.

Non può essere davvero quella... Guardò meglio e confermò la sua ipotesi, mentre sentì un fruscio circondarla e si sentì bene, completa, forte, e conosceva quella sensazione che le era stata strappata via.

– Sheera.– sentì la sua voce nella mente raggiungerla.

– Sapevo che mi avresti cercato.–

Davanti a lei apparve il suo nemico, una parte di lei che non poteva non odiare.

– Non mi sono messa in contatto con te, sappilo.–

– Immagino, ma comunque sì, ho quello che mi serve per potervi fermare.–

Fece apparire tra le sue mani la spada che aveva visto Sheera poco prima e cominciò a sudare, non per la paura, ma per lo sforzo che le richiedeva per farla rimanere in quel contatto magico non proprio voluto da sé ma da quell'essere. Doveva ancora riabituarsi alla sua magia dopo anni e anni, a misurare ancora la sua forza in un corpo reale.

– Questa è la famosa Spada della Morte che toglie la vita a chiunque. Mi domando cosa accadrebbe se la usassi su di te e tua sorella.– lui fece una breve risata maligna per poi ricominciare a parlare.

– Non sprecare la tua energia così, Sheera.–

– Cosa vuoi?–

– Solo il tuo appoggio e la tua presenza nel mio piano.–

– Credi davvero di riuscire a convincermi?–

– Hai qualche settimana di tempo per pensarci. Dopotutto sei la prima ad avere un'anima nera e crudele.– e sparì nel nulla dopo quelle parole, lasciando la ragazza sola che chiuse quel contatto e ritornò nella realtà, riaprendo gli occhi di scatto e cadendo sulle ginocchia ansimante, rimettendo del sangue. Tu... Ti farò fuori!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro