92 - Tradimento

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Era in una stanza buia, il freddo non le faceva altro che rendere quel luogo in un certo senso accogliente. Odorava di muffa, polvere e morte però e in parte quello le diede fastidio. Era anche circondata dal nulla e sapeva bene dove fosse.

– Attaccheremo domani.– sentì più che chiaramente nella sua testa la voce del Demone farsi largo all'improvviso, l'odio che crebbe. Riuscì a mettersi in contatto di nuovo con lui prima che il legame venisse interrotto definitivamente.

– No.–

Le apparve davanti il volto di Shedan e per un attimo sentì un senso di ribrezzo in sé e cercò di ignorarlo mentre lui non sembrò per nulla contento.

– Cosa?–

La sua voce faceva trasparire ira ma non si intimorì per quel poco. Ci voleva ben altro per farla preoccupare seriamente, molto, molto altro.

– È meglio alla luna piena, quando noi e il resto delle Creature Oscure potremo sfruttare al meglio la nostra magia. A meno che tu non voglia rischiare di perdere.– lo stuzzicò un poco pur di convincerlo. Non disse nulla inizialmente, sembrava pensieroso per valutare effettivamente quanto detto dalla ragazza.

– Non hai tutti i torti, in più Kyra non è ancora al massimo delle sue potenzialità come te e sarà più semplice fregarla.–

Sembrò pensarci ancora prima di dare la propria decisione finale.

– Va bene, meglio prepararsi allora. Questa notte ci sarà una splendida luna piena su Eathevyr. Invierò i demoni nel posto stabilito, pensa ad attirare tua sorella lì.–

– Non ce ne sarà bisogno, appena sentirà qualcosa di anomalo farà tutto da sola.–

Nessuno dei due disse altro e quel contatto svanì nel nulla permettendo finalmente alla corvina di aprire gli occhi e passarsi una mano sul volto stanca. Addirittura chiamarmi mentre dormo, assurdo! pensò già nervosa mettendosi a sedere e scompigliandosi i capelli, legandoseli velocemente in quella che sarebbe dovuta essere una coda. Poco le importava, aveva solamente caldo, iniziava a non tollerare più la temperatura che si stava alzando sempre più nel Regno Assoluto.

In seguito si stiracchiò un poco anche se sentiva più che altro il bisogno di muoversi per davvero per eliminare quel senso di intorpidimento ma al momento non le era possibile fare granché, dovendo fare tutto il più silenziosamente possibile per non svegliare Kyra, la quale dormiva beata nel suo letto e che si mise a guardare. Era così bella, armoniosa, dormiva con una spensieratezza che aveva visto nei bambini o Chris molte volte. E si morse il labbro sentendo un groppo in gola, una stretta al petto che non riuscì a sciogliere. Non sarebbe riuscita a farlo neanche morta.

I raggi solari iniziarono ad entrare nella camera e, prima che potessero raggiungerla e darle fastidio, lasciò un bacio tra i capelli bianchi della chiara, alzandosi e cambiandosi in fretta. Non si guardò indietro quando uscì, quando raggiunse il fitto bosco che conosceva. Era meglio non incontrare nessuno, o sarebbe crollata.


– Buongiorno!–

Kyra si era svegliata da poco, il sole alto nel cielo a darle forza. Quando si era alzata non aveva trovato Sheera lì con sé e non la percepì nemmeno all'interno di quella casa. E quel filo di aura che percepiva era ormai flebile, segno che la corvina era andata via già da qualche ora. Non l'aveva sentita minimamente, il che le sembrò strano.

– Buongiorno.– ricambiò il saluto a Chris, seduto a tavola tranquillo a mangiare come i due gemelli, scompigliandogli appena i capelli biondi e facendolo ridere.

– Vuoi qualcosa, cara?– le chiese Dyiara invece che si tolse di dosso un grembiule dopo aver cucinato tutta la mattina. Lei scosse la testa e le sorrise.

– No, tranquilla. Sono a posto così, grazie comunque.–

– Ma voi due state sempre a digiuno?– domandò invece Marcus, seduto ad aspettare che la moglie prendesse posto e si unisse con loro. In effetti, fin da piccola, Sheera non aveva mai mangiato granché e lui e la moglie avevano sempre pensato che fosse stato quello il motivo della sua pelle così chiara da sembrare pallida, anche se non aveva mai avuto un corpo denutrito.

– Non mangiamo molto, il nostro corpo si nutre di altri elementi come la luce o l'energia delle piante per me ad esempio. Lei le anime, l'oscurità. Alla fine non siamo totalmente delle persone normali, quindi non ne sentiamo il bisogno. Siamo in carne ed ossa ora ma pur sempre energia pura.–

Lui ne sembrò affascinato mentre la donna virò l'argomento su un'altra questione. Da quando la chiara aveva dovuto rivelare loro chi erano davvero quelle due ragazze che abitavano momentaneamente nella loro casa, erano sempre curiosi e non avevano avuto problemi a vivere assieme a due Dee.

– Noi abbiamo provato ad essere gentili con lei, un po' come lo siamo con te, ma riuscivamo e riusciamo tutt'ora a fare l'esatto contrario. Non sappiamo perché. C'era una specie di odio momentaneo quando è nei paraggi, appena se ne va si alleviava.– le disse, e lei sorrise appena.

– È la sua aura. È cresciuta con voi, di conseguenza ha cambiato i vostri sentimenti nei suoi confronti senza accorgersene in quanto ormai ha una perenne fame di energia negativa per colmare il vuoto che ha. È una cosa involontaria, la gente intorno a lei comincia ad avere comportamenti insoliti, come l'odio per l'appunto. Prima poteva controllarlo.– spiegò.

– Ma starete qui per sempre?– chiese contento Chris e Kyra scosse la testa.

– Mi spiace, ma il tempo sta per scadere. La nostra magia sta iniziando ad intaccare il Regno Assoluto e questo vuol dire che dovremo tornare nei nostri mondi il prima possibile.–

Il bambino si fece triste, evidentemente si era affezionato ad entrambe le Dee in poco tempo. Kyra invece si guardò attorno riportando la propria attenzione sulla strana aura negativa che percepiva, assieme ad essa l'essersi allontanata di Sheera senza dirle una parola. Non era da lei.

Così, dopo averli salutati, uscì di casa e andò verso il centro del villaggio stando attenta a chi le passasse accanto. Continuava a sentirsi irrequieta e la cosa non le piaceva proprio per niente. Sarebbe accaduto qualcosa, lo sentiva. Lo sapeva.

Nel mentre i Salir che vedeva intorno continuavano a vivere tranquilli le loro giornate senza sapere ciò che accadeva e cosa sarebbe accaduto, a chi si mimetizzava tra loro. A volte ripensava alla sua vita passata a Stavira, i diciotto anni senza aver avuto addosso il peso che in quel momento in parte la stava soffocando, e che in passato l'aveva fatta quasi cedere. Invidiava talvolta la vita semplice e normale che Salir e Yarix avevano sempre condotto. Niente responsabilità per cui si rischiava di mandare in rovina un mondo magico, niente preoccupazioni per mantenere un equilibrio.

– Ehi ragazzi!– esclamò attirando l'attenzione del gruppetto di amici che si era creato tra i banchi di scuola in quelle settimane. In un vicolo tranquillo, vicino a svariate botteghe, Nath, Nissa, Eyla e James sembravano chiacchierare tra loro e scambiandosi delle piccole risate.

– Ciao!– la salutò la sua migliore amica abbracciandola contenta.

– Che combinate?– domandò curiosa.

– Oggi niente scuola perciò pensavamo di uscire un po'.– rispose James che sembrava aver ancora il mal di gola per cui faticava a parlare a volte. Avrebbe voluto aiutarlo con la sua magia ma forse era meglio evitare intervenire troppo.

– E tu invece che combini? Non dovresti controllare Sheera?– domandò Eyla guardando dietro le sue spalle come a cercare la corvina. Ma lei fece spallucce.

– In realtà non so dove sia. Speravo che voi aveste qualche sua notizia.–

I quattro si guardarono ma scossero la testa, nessuno sapeva niente. A parte Nath che ripensò alla sera prima che aveva passato.

– Ieri non sembrava un granché. Non l'ho mai vista così.– le disse. Lei subito vide nella sua mente gli occhi scuri della corvina che aveva visto quando era tornata, segnati dal dolore e in parte paura. Scusami, i-io... non volevo che tu... Forse si morse troppo il labbro mentre si guardava intorno agitata senza rendersene conto, difatti Nissa si avvicinò prendendole la mano con cui aveva iniziato a giocherellare con le dita nervosa.

– Sta succedendo qualcosa?– le domandò seria a bassa voce di modo che le persone intorno non potessero sentire.

– Non lo so, mi sento strana. Tutti i miei sensi sono in allerta.–

Kyra deglutì a fatica, perché doveva essere tutto così complicato? Perché ogni volta che tra loro tutto andava bene arrivava qualcosa o qualcuno a rovinarle? A segnarle interiormente? Era il loro destino per caso? Eppure non chiedevano molto, solo un po' di pace, come quando erano giovani come i mondi.

Poi la sua attenzione si spostò su una figura che riconobbe, capelli rossi e occhi verdi che la guardavano preoccupati. Evelyn era nascosta dietro una casa abbandonata davanti a sé, alla fine di quel vicolo. Non ci pensò due volte a raggiungerla.

– Stai bene?– le domandò e lei annuì. Anche lei era in allerta quanto sé.

– Sento qualcosa di insolito ad Eathevyr. Ora che in parte è tornato a vivere, il mio legame con il mio mondo mi permette di sentire la sua sofferenza.– le disse. Gli Yarix avevano una certa sensibilità con la natura del proprio mondo, Kyra lo sapeva e non poteva sottovalutare la cosa. E poi, anche lei, in effetti, percepiva qualcosa lì.

– Meglio controllare.– le disse, ed Evelyn annuì. Così si lasciarono avvolgere dalla nube chiara creata da Kyra per teletrasportarsi in quel mondo magico, senza notare che gli altri quattro le avevano raggiunte e che la nube aveva avvolto pure loro.

Finirono esattamente dove entrambe percepirono all'istante, una volta arrivate, tante aure e tutte che sprizzavano energia negativa. Eathevyr era come nuova anche in quella parte di mondo, erba azzurra, alberi maestosi e pieni di vita, nel cielo avevano iniziato a volare anche i primi uccelli dopo millenni. Sono una zona in ombra spiccava all'occhio, da lì nuvole grigie e cariche di pioggia e fulmini erano pronte ad esplodere. Lo stesso valeva per chi si ritrovarono davanti nascosti in quell'ombra: demoni.

Erano distanti svariati metri ma per lei, la Dea Bianca, grazie alla sua vista, vedeva più che chiaramente chi fossero. Alcuni li riconobbe, li aveva visti di sfuggita quando era stata catturata qualche settimana prima, altri li aveva incontrati per caso quando era andata quel paio di volte negli Abissi Infernali.

E poi, lui, Shedan: era perfettamente in piedi davanti a tutti loro e la fissava con un sorrisetto compiaciuto, come se la stesse aspettando. E solo quando i suoi occhi grigi iniziarono a cambiare diventando viola il suo nemico iniziò ad avvicinarsi con passi lenti, l'ombra che continuava a circondarlo non volendo che i raggi solari lo colpissero.

– Chi diamine è quello!? E loro? Dove siamo?–

Kyra sgranò gli occhi e si voltò, ritrovandosi davanti a sé i quattro ragazzi. Nath e Nissa avevano già visto Eathevyr, ma Eyla e James non avevano nemmeno idea della sua esistenza.

– Ehi, come mai hai gli occhi viola?– domandò scombussolato il ragazzo, e solo allora la Dea si riscosse.

– Cosa fate qui?– esclamò subito preoccupata, non sarebbero dovuti essere lì. A risponderle fu la sua amica.

– La tua nube ci ha circondati senza che potessimo allontanarci in tempo.–

– Non dovreste essere qui, è troppo pericoloso!–

– Ma dove siamo? Perché sembri strana?– continuò Eyla.

– E chi è quello?– aggiunse ancora indicando Shedan che ormai li aveva quasi raggiunti.

– È... è lui. Vero?– domandò Nath facendo un passo indietro. E la chiara annuì prima di guardare Evelyn.

– Allontanatevi, avranno bloccato in qualche modo i portali per evitare che io me ne vada quindi non potrete ritornare indietro al momento.– le disse velocemente vedendola nervosa. Alla fine la rossa, dopo aver tentennato un poco in quanto vogliosa di aiutare, la ascoltò e trascinò con sé i ragazzi verso degli alberi piuttosto lontani ma dove si poteva ancora vedere, più che altro per capire se poter intervenire in qualche modo, lasciando la Creatrice sola. Anche se non lo fu per molto, il Demone sera proprio davanti ai suoi occhi, qualche passo a dividerli. E il suo sorrisetto maligno, soddisfatto le diede fastidio.

– Bentornata Kyra. È da un bel po' che non ci si vede. Da quando mi hai colpito con un raggio di pura luce se non mi sbaglio.–

– Ricordi bene allora.– ribatté lei, strinse le mani a pugno così forte da far diventare le nocche bianchissime. Lo guardava con uno sguardo di puro odio, gli sarebbe saltata addosso pur di ucciderlo all'istante, se solo fosse stato possibile eliminarlo in quel modo, certo.

– Sei venuta per consegnarmi la tua energia? Ma che gentile.– chiese l'uomo ironicamente ridacchiando.

– Non avrai proprio niente da me.–

– Lo vedremo.–

Il Demone fece dei passi indietro prima di svanire in una nube per apparire al posto in cui era prima, lei sapeva perché: non voleva fare lui il lavoro sporco, semplice. Al suo posto, mandò i demoni che si erano alleati con quell'essere che nemmeno sapevano chi fosse realmente, che provenisse da un potere che persino loro temevano. Kyra dubitava fortemente che Shedan avesse detto loro chi fosse, non che la cosa potesse essere d'interesse a quelle Creature Oscure.

Così, Kyra si ritrovò per la seconda volta nella sua vita eterna a dover scontrarsi contro quegli esseri che avevano il solo scopo di uccidere, mutilare, devastare ogni cosa lungo il proprio cammino. Creature da molti denti appuntiti, orribili. Il sole ormai in quel mondo era svanito lasciando spazio alla luna che si stava svegliando. Ma nonostante ciò e che non fosse ancora totalmente pronto il suo corpo a manifestare interamente il suo potere, la Dea era pur sempre più forte di loro. E tutto iniziò.

Le creature iniziarono a correre, volare, saltare, ringhiare tra loro e sfidarsi a chi sarebbe riuscito a torcere anche un solo capello alla Creatrice; tentarono di colpirla con armi e incantesimi che riusciva ad evitare, senza contare che la piuma che aveva tra i capelli la proteggeva. Le bastò uno schioccò di dita da cui scaturì un fuoco bianco che esplose e si propagò tutt'intorno a lei per fermarne alcuni, ferirli abbastanza da lasciarli a terra, alcuni privi di sensi.

Poi passò a chiedere aiuto alle radici degli alberi che sbucarono muovendo la terra e che bloccarono altri demoni che cercavano di tagliare quelle che sembravano catene di metallo al posto di semplici radici con lame demoniache, invano. E ancora, raggi di luce, fuoco e schivare attacchi. Avrebbe potuto fare molto, molto di più. Le sarebbe bastato evocare la luce dell'Eden per eliminarli tutti in un solo colpo, se non fosse che il suo obiettivo era un altro o l'avrebbe fatto pur di levarseli di dosso.

E poi eccolo, un vento fortissimo spazzò quegli uomini lontano dal suo corpo quando riuscirono ad immobilizzarla a terra con una strana sostanza appiccicosa e un rumore assordante riempì le teste dei nemici fermandoli. E Kyra fu libera. Quello era un'abilità di Sheera che cercò nei dintorni e la trovò seduta su un ramo di un albero, prima di atterrare leggera come una piuma e iniziare ad unirsi in quello scontro. Era davvero velocissima, uccideva e feriva quelle vittime in un modo così truce che non si riusciva a starle dietro.

Forse Kyra ne rimase un attimo affascinata e inorridita al tempo stesso dal non accorgersi che un demone riuscì ad avvicinarsi a lei e ferendola con una lama alla spalla. Non era una ferita mortale, lui non aveva colpito per ucciderla e la piuma tra i suoi capelli non l'aveva protetta per quello. Da quanto aveva capito, solo se i colpi avevano lo scopo di farla morire si attivava la barriera, o anche con ferite molto gravi ma quella non era nulla.

Perciò riuscì a scaraventare lontano l'uomo con un semplice gesto e strinse i denti per il dolore quando si tolse la lama dalla carne, il sangue che aveva iniziato a colare. Però svanì in fretta appena se la tolse, la pelle ritornò come prima senza segno di cicatrici. Era meglio stare attenti e non lasciarsi distrarre, motivo per cui continuò a parare i nuovi colpi con la Spada della Morte che aveva evocato per uccidere alcuni di loro.

Poteva solo uccidere con quell'arma o con la luce dell'Eden; lei era pur sempre la Creazione, e lei non poteva eliminare troppe anime, era andare contro sé stessa. Per quello cercava di vedere tutto quel massacro come se si stesse solo difendendo, in parte lo era. In più il buio non la aiutava per niente, non essendo il suo elemento aveva delle limitazioni oltre al non vedere bene. I demoni iniziavano a risultarle come delle ombre, macchie scure veloci.

All'improvviso, quasi a spaventarla e non solo lei, la terra tremò e si spaccò ai suoi piedi con una velocità impressionante. Riuscì a stento e al pelo a far apparire le sue ali candide per spiccare il volo prima di poter cadere nella grande voragine che inghiottì alcuni nemici, lei che osservò la scena confusa a svariati metri in aria, avrebbe potuto toccare il tetto di una casa. Non credo sia un loro potere frantumare il terreno, non ne ho mai sentito parlare...

Percepì un movimento dietro di sé a farla distrarre e si voltò. E fu lì che il tempo sembrò scorrere lento di colpo tanto da stordirla, terribilmente: il volto di Sheera vicinissimo al suo, tanto che ne poteva sentire il respiro familiare che aveva sentito sulla sua pelle innumerevoli volte, e quel suo profumo inconfondibile che l'aveva sempre incantata, ammaliate come il suo tocco.

Le aveva preso il mento con l'indice e il pollice come era solita fare e quel tocco le sembrò bruciare sulla pelle mentre la fissava con quegli occhi scuri che si incatenarono ai suoi come solo con lei poteva accadere. Li aveva osservati così tante volte, aveva visto molteplici emozioni nel corso del tempo, eppure, le sembrò esser tornata indietro nei secoli, quando non riusciva a capire cosa nascondessero quegli occhi.

Era in balia della corvina come spesso accadeva, non si rese conto che la sua mano fredda nel frattempo si era avvicinata alla sua per sfilarle la spada dalle mani. E dopo essa, anche la piuma nera svanì, e tutto riprese a girare velocemente quando Sheera la sorvolò e si allontanò. E l'immagine che si ritrovò davanti subito dopo fece gelare il sangue nelle vene.

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