Capitolo 1 Prologo Risvegli

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LEI

Si era svegliata, lentamente. Era nuda e supina, su un letto che non conosceva, in una stanza che non era quella del suo albergo. Si sentiva rintronata, con la testa pesante e la bocca impastata, come avesse bevuto alcool. Strano, era astemia!

Facendo fatica a mettere a fuoco, si stropicciò gli occhi con la mano destra. L'altra era appiccicata al corpo, altrettanto nudo, di un maschio che l'abbracciava.

L'uomo era di fianco, il braccio sinistro che la stringeva, appoggiato sul suo ventre, la mano sul suo fianco. La camera era piuttosto buia tranne per la luce delle insegne del palazzo di fronte. Fissò il braccio davanti a sé e non ebbe dubbi sull'identità del compagno di letto. Spiccava il tatuaggio di un samurai, a ricoprirne la pelle, dalla spalla fino al polso: era Clint Barton! Il Falco!

Si voltò. Il suo viso era a pochi centimetri dal proprio. Dormiva sereno con un sorrisetto becero sulle labbra, ancora gonfie per il morso che gli aveva inflitto la mattina precedente, nel combattimento corpo a corpo che avevano avuto. Era tutto reale, non stava sognando!

Come diavolo era finita in quel letto?

Provò a guardarsi attorno, rabbrividendo non solo per il freddo. Sicuramente era l'appartamento del Falco. Si presentava spartano e maschile. A terra c'erano  i loro vestiti, sparsi ovunque. Sul comodino di lui, vide la bustina di un profilattico aperta e un preservativo, usato ma non troppo: iniziò a ricordare, almeno quel dettaglio.

Sul più bello, la prima volta che avevano fatto l'amore, gli aveva chiesto di toglierselo, e l'Avenger si era affrettato, contentissimo. Diavolo, aveva fatto sesso senza precauzioni con quel tipo pieno di tatuaggi! Come caspita le era saltato in mente? L'epatite era sicura!

Si sentì bagnata in mezzo alla cosce, segno lo avessero fatto più di una volta! E non era troppo profumata, e ugualmente lui, anzi, sudati come pochi. Rifletté di darsela a gambe. Gesù, il primo rapporto sessuale dopo la morte di suo marito Jason.

Doveva muoversi piano per non svegliare il compagno di letto e sgattaiolare via, in silenzio. Meglio evitare di fare domande e di sentirsene porre. Era troppo stordita e si mosse bruscamente. Non fece in tempo ad alzarsi che Clint l'abbracciò di più 'Piccola, stai tranquilla, dormi. Sono le quattro di mattina, ricominciamo più tardi' rise, sbaciucchiandola sulla guancia e tirando su il lenzuolo per coprirla 'Così non avrai freddo. Scusa, se non ci ho pensato prima, pensavo solo a quanto sei bella ed alla fortuna di averti qui con me!' le sussurrò, romantico.

Si ritrovò la sua bocca sulla propria, l'alito che sapeva di whisky e di lui; invece di esserne disgustata, lo sfiorarsi delle loro lingue la eccitò tanto che lo contraccambiò all'istante, cingendolo con le braccia. A seguito di quel bacio appassionato il compagno parve placarsi.

Rafflesia si mise buona buona fra le sue braccia. Era esausta, con la testa ovattata, insonnolita e in parte stuzzicata dal quel contatto carnale. Seguì mentalmente per un po' le carezze con cui Barton la dilettava sulla schiena e sopra i glutei per addormentarsi, qualche minuto dopo, rilassata.

LUI

Rafflesia si stava muovendo. L'aveva sentita destarsi e fare per alzarsi. Sperò ardentemente che non volesse andarsene di prima mattina, viste le ore infuocate che avevano trascorso insieme. Era favolosa e gli piaceva da impazzire.

Aveva carezzato con le mani il corpo della collega ogni qualvolta aveva potuto fin quando si era addormentata, nuda e bellissima, accanto a lui, ed aveva potuto continuare a rimirarla. La pelle era candida, morbida e profumata. I seni pieni, una quarta abbondante che sfidava la forza di gravità, spettacolari. Le areole rosa chiaro, circolari ed enormi, i capezzolini piccoli, che, sotto i suoi polpastrelli diventavano chiodini, colorandosi di vermiglio, esattamente il violetto dei suoi occhi e della propria tuta da combattimento. La vita stretta, i fianchi morbidi, l'intimità imberbe, tranne un triangolino scuro che delineava l'orchidea schiusa fra le gambe tornite; al suo interno, una perla scaramazza, in rilievo, quasi un terzo roseo rosso bocciolo in fiore. Le natiche compatte a forma di cuore, le gambe toniche che lo avevano circondato nei momenti di passione.

Oramai conosceva alla perfezione ogni anfratto del fisico della femmina che, nel corso delle ultime ore, gli si era concessa con passione e tenerezza. Era stato più naturale e in confidenza con lei in quei momenti che con tutte le altre donne che aveva conosciuto, in precedenza, persino con sua moglie. Era stato sesso sfrenato e molto appagante!

Forse la moretta aveva freddo. La rassicurò con qualche parolina dolce e l'avvolse nel lenzuolo, baciandola. Fu un bacio profondo su quelle labbra favolose che lo ricambiarono, immediatamente. Certo, il suo, di labbro, era a pezzi. Era stata bastarda e glielo aveva morso di proposito, per non parlare del resto e della figuraccia, davanti ai colleghi. Erano stati preliminari amorosi, pesantucci, mai soddisfacenti come quello che gli era toccato in sorte dopo.

Ridacchiò fra sé stringendola di più e sfiorandola, delicato, sulla schiena e sui deliziosi fianchi. Qualche attimo successivo, Rafflesia si assopì. Il Falco si sentì più sereno e dormì pure lui.

***

💖💖💖💖💖💖 Copertina spettacolare di -5secondsof1D




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