Capitolo 10 Ritorno d'amore

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Era stato sconvolgente, una resurrezione in piena regola, una botta di adrenalina e felicità unica, che li aveva fomentati.

La Tyler era viva e vegeta! E dovevano muoversi, facendo indossare il guanto a Banner che lo avrebbe usato per produrre lo schiocco; non fecero in tempo ad attivarsi che un'inquietante astronave, enorme e circolare, riempì il cielo, che si fece più scuro. Una notte maligna li avvolse.

'E' la nave di Thanos, ecco chi doveva presentarsi, è l'ammonimento del Teschio' Steve lo sussurrò: l'aveva riconosciuta subito, non avrebbe potuto scordarla.

Era il Thanos di allora, il cui piano di recuperare le Gemme e schioccare le dita era abbozzato.

'In effetti si ipotizzava sarebbe arrivato proprio su Vormir alla ricerca della pietra arancione, che abbiamo già noi' spiegò Thor 'e comunque The Hawk non passa inosservato'.

Il Titano era potentissimo, pur senza Guanto: si schierarono tutti, pronti per la sfida finale, la vera battaglia per le loro vite. Thor con entrambe le sue armi, Mjolnir e Stormbreaker, Steve con lo scudo stelle e strisce, Tony con indosso l'armatura gialla e rossa e Hulk già trasformato; avrebbero dato manforte anche Clint - a cui Iron Man aveva affidato il guanto metallico da difendere, contenente le pietre - e Natasha, posti nelle retrovie, più indietro Rafflesia e Fox.

Stark e Rogers li avevano ammoniti a essere semplici spettatori, contro un nemico tanto potente. Soprattutto a rimanere in piedi per riportare gli eventuali sopravvissuti feriti sulla Terra, pilotando The Hawk.

Il gigantesco mostro viola fece capolino, scendendo a terra, accompagnato da una femmina, magra e con la pelle verdognola, probabilmente sua figlia, e da tre scagnozzi di altri mondi, membri dell'Ordine Nero, il suo esercito personale.

'Terrestri, siete qui per modificare il vostro destino, cambiando il mio. Mi avete fatto un favore. Avrò ciò che desidero prima di quanto immaginassi e con poco sforzo: le Gemme! Persino in anticipo!' si sedette, tranquillo e pacioso su una roccia, provocandoli apertamente.

In un attimo il principe, Rogers e Stark, colmi di desiderio di vendetta e rabbia, si gettarono contro di lui, intanto che Hulk, Romanoff e Barton attaccavano gli altri quattro che erano stati mandati dal loro padrone per sottrarre il Guanto.

La Tyler assisteva a quella scena, inerme, col cuore in gola; il collega, accanto, le strinse la mano in cerca di conforto e per fornirglielo 'Lo sai che fra qualche minuto sarà tutto finito?' le domandò.

'Sì, Fox, tornerai a casa, da Jo e da Bruce! Da eroe!' lo disse più per sé che per lui.

Il Titano viola aveva una potenza pazzesca. Aveva respinto l'attacco di Thor e a seguire, aveva allontanato con violenza Tony, e per finire aveva spezzato il clipeo del Capitano, che stizzito e stanco, aveva legato la parte rimanente al braccio, con la cinta di cuoio, uno sguardo incattivito verso l'avversario invincibile, alle cui grinfie non si sarebbe sottratto fino all'ultimo respiro nel petto.

Uno degli scagnozzi del mostro era riuscito a rubare il Guanto a Clint, e poi aveva ferito al braccio destro Vedova Nera, che aveva provato a strapparglielo, e lo aveva portato al suo capo consegnandolo con un inchino.

Fu in meno di pochi attimi che accadde l'impossibile. Intanto che il Titano indossava il Guanto, Stark ebbe un'intuizione; lo assaltò per l'ennesima volta, quasi senza forze e quello lo fece volare diversi metri più in là. Tony usò ciò che li aveva portati fin lì: il coraggio e, soprattutto, l'intelletto, che certo non gli mancava!

Thanos schioccò le dita e Rafflesia si preparò al peggio. Ma non accadde nulla. La creatura girò il polso, incredula e sbigottita, e lei notò come il Guanto fosse vuoto, le pietre erano sparite.

Vide Stark, che aveva rubato tutte le Gemme, schioccare lui le dita in un guanto autocostruito, di metallo giallo e rosso, come i colori di Iron Man, molto più piccolo di quello fatto per Bruce: il Titano ed il suo esercito malvagio si dissolsero.

Tony si accasciò a terra, la schiena appoggiata ad una roccia, debolissimo. La potenza del Guanto non era sopportabile, in teoria, da un essere umano. Sarebbe dovuto morire a causa dello sforzo.

La federale corse da lui, agitata, Fox alle spalle; gli Avengers erano già arrivati e non riuscivano ad aprire bocca.

'Tony, parlami' lo pregò. Non era un bello spettacolo, aveva il braccio destro gravemente ustionato, le bruciature fino al collo ed una pessima cera. Però era vivo, respirava! Le parve un altro miracolo e non casuale.

'Che vuoi che ti dica, bellezza?! Guarda che bordello ho combinato! Ho disintegrato il bastardo e i suoi fratelli più bastardi di lui. Mi chiedo se sia riuscito a sistemare il resto!' rise, ironico, fra un lamento e l'altro, mentre il Capitano lo alzava per riportarlo su The Hawk dove Banner, ridiventato il timido dottorino occhialuto, lo fece stendere a terra per medicarlo.

'Nat, tu?' Bruce si doveva dividere nella cura dei feriti e voleva capire chi stesse peggio.

'Il braccio è rotto. Non è grave, ma non posso pilotare!' si toccava l'arto, pallida e dolorante.

'Come prevedevo: agente Tyler, prendi il posto di Romanoff!' ordinò Stark, da terra.

Clint si era accomodato ai comandi 'Ragazzi, stiamo per decollare e reimmetterci nel tunnel stellare, direzione Terra ...tuttavia...' non riuscì a finire.

'Falco, abbiamo schioccato, su, riportaci a casa, il resto si vedrà' la moretta, a quel punto sedutagli accanto, lo invitò e lui abbozzò un sorriso, accendendo i motori. Certo, il problema più grande era la discesa: la Tyler si domandò se l'ampolla in iridio avrebbe retto, stavolta.

Banner, scuro in volto, si chiedeva la medesima cosa.

'Abbiamo fatto tutto il resto e non siamo riusciti a sistemare l'ampolla del cavolo! Un'ampolla! E' il colmo dei colmi' Fox si rammaricò.

'Lo avevamo previsto fin dall'inizio. Il nostro destino è già scritto. In quello ha ragione Thanos, meglio aveva' Rafflesia fissava le stelle, intorno a sé, e Clint vicino a sé.

Gli ultimi momenti insieme, comunque.

'Fra quanto i tecnici della sala controllo saranno in grado di contattarci, per informarci sull'esito dello schiocco?' chiese Steve, in fibrillazione.

'Una mezz'ora e sarà la più lunga della mia esistenza!' borbottò Thor, che lo ricordava perfettamente.

'Abbiamo lui! Ci ha portato fortuna, finora' la mora carezzò il pupazzo a forma di falco.

'Smettila di farmi ingelosire!' Barton la rimproverò, simpatico, una tensione in petto per la loro sorte, quella dei suoi cari e del mondo intero.

'Lo adoro alla follia, perché è la tua copia' si era aperta, davanti ai colleghi. Sapevano ed il tempo era agli sgoccioli, basta imbarazzi. Udì una vibrazione ed un rumore sordo 'Maledizione, no, è l'ampolla' lo aveva compreso immediatamente, un sibilo strano accompagnava la discesa e The Hawk si era inclinato.

Tony si era messo a sedere sul seggiolino, fra mille dolori, aiutato da Banner e così Nat, sollevata dal Capitano.

'Cristo, Tyler, volevi morire da eroina: noi no!' gridò Stark.

Lei fu molto calma, lo avevano già fatto e, in quei mesi, si era preparata 'Non morirà nessuno, Stark, te lo prometto! Ci siamo conosciuti a causa di quel pezzo di metallo, non è stato fortuito! Clint, passiamo al volo manuale. Rallenta la velocità di discesa, fra le...'.

'Le trentasette e quarantadue miglia orarie' fece una battuta.

'Non esattamente. È un po' di più, leggilo sul monitor, poiché te l'ho impostato! Sarà pesante, fisicamente come sul Quinjet ma io sono qui, amore, lo faremo insieme, chiacchierando fino a casa' lo rassicurò 'Non abbiamo nulla da perdere!'.

Mulder sospirò. Aveva immaginato sarebbero arrivati a quel punto, adesso la strizza lo mangiava vivo: era terrorizzato!

'Allora, comandante, iniziamo il nostro gioco, l'ultima volta è stato piacevolissimo; raccontami cosa farai appena atterrato!' gli domandò la mora con il suo sorriso più solare.

'Telefonino alla mano, chiamerò i miei figli per sentire le loro voci!' ammise.

'Già lo sapevo! In effetti non sei originale, avremo le linee telefoniche intasate' era ovvio.

'Rafflesia, ti prego, parliamo di noi, solo di noi. Poi non potrò più farlo. Sempre se ai signori seduti qui dietro non spiace' guardò il riflesso dei colleghi, nel vetro, e li vide muovere la testa in cenno di assenso.

'Certo, Clint!' la Romanoff lo disse dolcemente. Non si erano chiariti per la storia di Vormir.

'Russa bastarda, la prossima volta che mi tradisci, ti ammazzo. Grazie, ti voglio bene!' l'arciere la tranquillizzò, avrebbe fatto lo stesso e l'amica tirò un respiro di sollievo. 'Federale bellissima, cosa hai pensato di me la prima volta che mi hai visto?'.

Fu sincera 'Che eri un tipo carino, con un taglio di capelli pazzesco ed un tatuaggio che mi faceva paura. Mi facevi paura tu, per la verità!'.

'Solo carino, uffa, il moicano va poco di moda' sghignazzò 'Perché ti spaventavo?'.

'Ho capito da subito che c'era un legame fra noi: mi sono innamorata di te in quel momento, dal vetro della sala controllo della base' lo bisbigliò ma tutti ascoltavano, assorti.

'Che romantica' Bruce era commosso. Il velivolo andava giù senza difficoltà, per fortuna e potevano godere delle altrui affettuose confidenze.

'E tu?'.

'Quando ci siamo incontrati, ho pensato che fossi la donna più fantastica del mondo. Ti ho battuto, bellezza, sono arrivato prima. Ero già pazzo di te, durante la conversazione sul jet' ammise.

'La cosa più bella che abbiamo fatto insieme?' lo interpellò.

'Tyler, sempre viziosa. Su, non posso spifferarlo, gli Avengers impiccioni ci spiano' malizioso, omise di risponderle 'Anzi prima tu!'.

'Questo, Clint!' portò la mano destra al viso e baciò la fedina sull'anulare.

Lui fece altrettanto 'Hai ragione'.

Cavolo, avevo visto giusto, si disse Vedova Nera. Si era accorta dalla mattina che i due indossavano delle vere nuziali identiche. Conosceva le remore del suo amico più caro sulle fedi, invece con Rafflesia si era buttato. Lei era speciale, come aveva detto il Teschio.

'Direttore Stark!' una voce lontana, dal trasmettitore, ruppe l'atmosfera che si era creata.

'Vieni avanti' il Falco spronò il tecnico deputato ai contatti.

'Ce l'avete fatta, Capo! Gli scoriandolati sono ricomparsi, qualche ora fa, dove si erano dissolti! Il mondo si è ripopolato!' il ragazzo non stava più nella pelle. Mai quanto loro. Le grida di gioia invasero l'abitacolo dell'aeronave.

Rafflesia toccò la mano dell'arciere, un mezzo sorriso. Si sarebbero separativ era la fine di ogni speranza di vita insieme, nel futuro c'era esclusivamente il proseguo della loro esistenza precedente.

Rimasero in silenzio, nel caos del festeggiamento dei colleghi; la mora dovette farsi forza. Il suo compito era far svagare Clint e farli atterrare. Ricominciò a chiacchierare. Lui le rispondeva a mezza bocca; si stava snervando, la testa era zeppa di elucubrazioni mentali folli e la tensione alle braccia lo stava spezzando in due.

'Basta, smettila!' le gridò 'non ce la faccio più a sviscerare scemenze. Lo hai capito che sei tutto quello che non mi aspettavo di incontrare? Credi davvero che ti possa dimenticare?' ebbe difficoltà a gestire la cloche e The Hawk virò a destra.

Rafflesia fu prontissima: tirò il manubrio che aveva davanti, speculare a quello del collega, e tenne la linea di volo, sostituendosi a lui 'Calmati, e dimmi che accade' era pallido, non stava bene.

'Ho dolore alle braccia e crampi' confessò 'scusa se ti ho risposto male'

'Fox, alzati e fagli un massaggio, stavolta spetta a te. Piloterò io fin quando non starai meglio, lo sai, non riuscirò per molto' lo consolò, intanto che Mulder ubbidiva 'Devo distarti: la volta in cui abbiamo fatto l'amore che ti è piaciuto di più?' provò.

'Noooo, non esiste, non lo dico in pubblico' si ribellò, Tony già era tutto orecchi 'Fallo tu, genio'.

'E' facile, non devo mica dettagliare. La seconda volta, a casa tua, la sera che mi hai fatto sbronzare con mezzo bicchiere di vino bianco' era seria ed appassionata. Lo ricordava, nitidamente. I mesi trascorsi da quella data avevano rischiarato le immagini nella sua testa.

'Clint, che bello' aveva sussurrato, sbaciucchiandolo.

'Niente è più bello di te, piccola mia' aveva risposto il Falco, accarezzandola lungamente, dal viso ai fianchi 'ogni parte di te è meravigliosa, non credevo esistessi, non credevo ti avrei avuta in sorte, pensavo la mia vita fosse finita'.

Rafflesia gli sfiorò il viso, il torace e le spalle, a sua volta; arrivata all'altezza dell'inguine, lo trovò già pronto 'Occhio di Falcon pronto per il decollo' ridacchiò, perplessa e simpatica 'devo sdebitarmi, lo sai, anch'io ho ascoltato, con molta attenzione, le frasi che mi ha detto sul Quinjet, parola per parola, seguimi' si mise in ginocchio, per farsi prendere da dietro 'è la tua posizione preferita, perché?'.

L'uomo in fretta si posizionò carponi, e la possedette, sbattendola forte, un colpo via l'altro, mai sazio di lei, le mani ovunque sui seni e fra le cosce a lusingarla, a palparle i fianchi, le spalle e le scapole, il viso fattole girare all'indietro per colmarla di baci 'Perché posso toccarti ovunque...' le rivelò 'c'è un altro motivo per cui adoro farlo così, ti posso godere in ogni parte' uscì da lei e si abbassò, con il viso nel solco della pesca perfetta disegnata da un pittore sbaciucchiandola nel punto più involato e segreto del suo corpo, quello che non aveva concesso nemmeno a suo marito in anni di fidanzamento e matrimonio.

Le moine dell'arciere, divenute un unico lunghissimo e lento movimento dall'alto verso il basso, la fecero fremere e sospirare.

'Clint!' la sensualità del loro inusuale contatto la stava facendo schiudere, spontaneamente, per lui, fra le pieghe del roseo bocciolo inesplorato, provocandole un piacere inenarrabile 'Non l'ho mai fatto con nessuno, continua, è bellissimo' lo invitò, con la voce roca ed impastata, senza vergognarsi della naturalezza con cui stava accettando quell'atto.

Il Falco proseguì, fomentato dalle sue parole e con più impeto, alternandosi nell'orchidea femminea che aveva già esplorato in precedenza, i cui petali erano roridi e profumati di umori zuccherini 'Piccola mia, tutto quello che vuoi' impazziva di passione per lei.

Era il suo personale paradiso da violare, dolce e meraviglioso, un regalo prezioso, un dono che gli stava offrendo, in maniera disinvolta e immediata.

La mora emise un ulteriore gridolino accorato, inarcando la schiena ed alzando il bacino verso di lui. Non poteva aspettare ancora 'Ti voglio sentire, Falco' lo invitò a prenderla nel modo novello che accadeva tra loro, e Clint obbedì all'ordine e al richiamo dei propri sensi.

Nonostante l'inesperienza, il virgineo anello muscolare lo accolse con facilità, poiché Rafflesia era rilassata ed a suo agio e desiderava solo congiungerglisi. In un attimo la colmò, fino in fondo, carezzandola lievemente al centro del piacere femminile, pronto per la loro unione. Spinse, leggero, sulle prime, per farla abituare alla sua impetuosa presenza.

Lei lo assecondò, seguendo il ritmo di moventi ancestrali, forse da sempre presentì in sé, in una cadenza piacevolissima; l'eccitazione maschile, aumentata dal respiro affannoso nel suo orecchio, dalle sue labbra che soffocavano di baci le proprie, la condusse alla porta di un estremo delirio, confluita in un oceano di contrazioni muscolari divine ed eccitanti.

Sentendo il piacere montare in lei ed in se stesso Barton gridò con veemenza, utilizzando, ripetendole le due dolci parole con cui l'avrebbe chiamata d'ora innanzi 'Piccola mia...' .

'Come mai hai scelto quella volta?'.

'Per ciò che mi hai bisbigliato quando abbiamo finito' sarebbe rimasto fra loro e basta.

'Ti amo' le aveva sussurrato nell'orecchio, facendola voltare per stringerla al suo fianco.

'Anche io ti amo' aveva risposto... Col senno di poi, aveva compreso che non fosse stata l'attrazione sessuale del momento né la sbronza a fargli scambiare le dolci parole, ma che fosse l'unica verità assoluta che li univa da sempre, forse da prima di incontrarsi.

'Tu quale scegli?' lo sapeva, attese ugualmente.

'La sera della litigata pazzesca, con il simpatico federale che mi massaggia' ammise.

'Smetto' Fox scherzò.

'Basta coccole, agente Mulder: il crampo è passato, riprendo io' avvisò la Tyler che gli lasciò il comando.

'La cena più gustosa?' fece la mora.

'La pizza mangiata a letto, lo giuro, è meglio del ristorante stellato. Sono un agricoltore dell'Iowa, mica un damerino'.

'Serata più divertente?'.

'Sala giochi! Ti ho battuta su tutta la linea, la rivincita di uno che ha la sola licenza liceale contro la plurilaureata dell'MIT!'.

Andarono avanti per molte ore, la federale era instancabile.

'Ci siamo quasi, stiamo per entrare nell'atmosfera terrestre, tengo la rotta in direzione della base' li avvisò il Falco. Davanti vedevano la Terra!

'Bravissimo, Clint' la mora si complimentò.

I colleghi non commentarono, troppo presi dalle proprie emozioni, dall'attesa di rivedere parenti ed amici, e consapevoli della preziosità di quegli attimi per i piloti che gli stavano salvando le penne.

'Amore mio, Falco'.

'Dimmi' si sentì impazzire, lei aveva un tono funereo.

'Ci siamo già salutati ieri sera. Devi promettermi che non mi cercherai più, che oggi sarà l'ultima volta che ci vedremo. Sarà meno difficile, per entrambi, tornare alle nostre vite' lo pregò, accorata.

'Che razza di risposta vuoi?' le strillò e non avrebbe voluto, non avrebbe dovuto!

'L'unica che puoi darmi' aveva gli occhi colmi di lacrime, mentre controllava la strumentazione e Clint faceva atterrare The Hawk, perfetto, fra lo giubilo dei dipendenti della base che, finalmente, al gran completo, lo attendevano.

L'arciere non proferì mezza sillaba, si sganciò le cinture e fece per scendere dal velivolo, arrabbiato.

Lei, preso il peluche, lo bloccò, un solo secondo, lo fissò con le ametiste straziate, gli sfiorò le labbra con le sue e scappò via, uscendo perfino prima di Tony.

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