Capitolo 11 Cuori infranti

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Gli scoriandolati erano ricomparsi esattamente nello stesso posto dove si erano dissolti, come previsto, invecchiati di cinque anni.

Per i colleghi in Wakanda, gli Avengers si erano mobilitati, tramite i sudditi del principe T'Challa; per Laura e i ragazzi, un parente era stato avvisato, da Clint, di presidiare il prato davanti la sua fattoria. Rafflesia e Fox avevano precettato Jo, che, bambino appena nato al seguito, si era piazzata all'interno dell'ufficio di Boston di Jason.

Si trattava di far spiegare l'accaduto ai diretti interessati da qualcuno che ben li conoscesse; inoltre, avevano scritto delle lettere, di proprio pugno, da far consegnare. All'interno, c'erano biglietti aerei per New York da utilizzare per raggiungerli nella metropoli dove sarebbero arrivati per ricongiungersi.

Appena scesa dall'aereo, la Tyler udì trillare il cellulare che recava con sé. Rispose a suo marito, fermandosi, con gli occhi bassi, tentando di simulare una felicità maggiore di quella che sentiva, in mano il pupazzo, intanto che vedeva il Falco di spalle allontanarsi, correndo conil telefono vicino l'orecchio. Tornava alla sua vita ed alla sua famiglia, si allontanava da lei e dal loro amore.

***

'Jason!' Rafflesia gli si catapultò fra le braccia, in albergo, dove l'aveva invitato ad attenderla. Era vivo, stava bene, giusto un po' invecchiato. Sentì un sollievo e una pesantezza, insieme. Un torrente di lacrime, di commozione e dolore profondo la invasero.

Suo marito si intenerì per quella reazione. Le prese il volto fra mani, desiderava baciarla più di ogni cosa. Al primo contatto, la sentì irrigidirsi. Rafflesia si staccò e lo abbracciò, mettendo il viso sul suo petto, sperando che non tentasse approcci diversi.

Lui, lì per lì, ci badò poco, ritenendola in preda al turbamento per gli eventi drammatici che avevano sconvolto le loro vite.

'Sono tanto stanca' in effetti aveva ancora indosso la tuta di pilotaggio, era sudata, sporca e pallidissima, le occhiaie fino ai piedi 'Ho bisogno di una doccia, se non ti spiace'.

'Ti faccio compagnia?' le propose con un'intenzione esplicita.

Bianca cadaverica, una nausea alla bocca della stomaco, lo dissuase 'Magari più tardi'. Entrò in bagno, completamente vestita e col pupazzo in mano. Non riusciva neanche a spogliarsi, di fronte a lui. Quella convivenza forzata, da cui non si poteva esimere, le parve assillante.

Jason sedette al bordo del letto, in sua attesa; in anni, era la prima volta che la vedeva stranita, senza comprenderne il vero motivo. Avrebbe tastato il terreno, facendo due chiacchiere col buon vecchio Fox!

***

Era riuscita a stare lontana da Jason tutta la notte ed il giorno precedente, quantomeno fisicamente, accampando la scusa di un ciclo doloroso. E la mattina era sgattaiolata via intanto che suo marito era profondamente addormentato, lasciatogli un messaggio sul cuscino. Doveva tornare al New S.H.I.E.L.D. a riprendere le sue cose, e pensò fosse meglio farlo prima possibile, in modo rapido ed indolore, certa di non incontrare nessuno in quell'orario.

Appena limitrofa alla sua zona di lavoro, notò una ragazzina di circa sedici anni, i capelli lunghi scuri alla vita. La riconobbe con facilità, stante i cinque anni trascorsi, poiché l'aveva vista in fotografia e non una volta. L'altra la scrutò, colpita dalla sua bellezza e dalla sua eleganza.

Rafflesia non si trattenne, in maniera istintiva le parlò 'Ciao, Lila!'.

'Ci conosciamo?' le chiese, curiosa.

'So che sei l'arciera più talentuosa dei nove regni, dopo tuo padre!' le scappò una risatina intanto che Clint sopraggiungeva, i due figli maschi accanto, la moglie che lo cingeva per la vita. Era semplice, bassina, occhi castani e capelli marroni.

Le si gelò il sangue e tentò di non fissarlo, rivolgendo la sua attenzione alla ragazza.

'Papà, davvero hai detto così?' era esaltata.

'Sì, non farmene pentire: lei è Rafflesia Tyler, il mio copilota di The Hawk' sorrise 'Loro sono mia moglie ed i miei figli, volevano salire sul velivolo, per questo siamo qui all'alba' li presentò e la mora ne strinse, educata, le mani, informandoli che andava di fretta.

'Oramai puoi vivere con calma, splendore, non ti starò più col fiato sul collo!' Tony, sopraggiungendo, invece la bloccò. Era ricoperto di bende, a sigillo delle ustioni, ed esaltato, più del solito.

'Raccolgo i miei oggetti personali e volo a Boston, Stark' lo informò.

'Nemmeno per sogno! Stasera organizzo una grande festa a casa mia, per il nostro successo, e non puoi mancare! Ti aspetto, con Jason!' ricevette una chiamata al cellulare e li lasciò per rispondere.

'Tony ci ha invitato tutti e siamo curiosi di vedere la Stark Tower! Verrai? Devi, siete degli eroi e vogliamo sentire ancora i racconti della vostra avventura' Lila lo domandò, le piaceva quella donna.

'Non saprei, mi ha un po' spiazzato!' cercò Barton con gli occhi, per capire come uscirne.

'E' l'ultima occasione per salutarci, sarebbe un peccato sprecarla' lui commentò così con uno sguardo penetrante e speranzoso; peggio non avrebbe potuto fare.

Forse potevano reggere la tensione e trascorrere insieme qualche altro momento. Accondiscese, toccandosi la fedina alla mano destra 'Allora ci vediamo stasera, a presto' li salutò ed accelerò il passo per lasciare quella situazione spinosa più in fretta possibile.

***

Rafflesia entrò, direttamente dall'ascensore che si apriva sull'ingresso di casa di Tony. Casa era riduttivo: era un grattacielo di sua proprietà, preso d'assalto dagli Avengers festanti, soprattutto i redivivi. Persino in quel pandemonio vi fu un attimo di silenzio al suo arrivo.

L'abito – che aveva noleggiato in fretta e furia unitamente allo smoking di Jason – la rendeva più splendida del solito. In chiffon di seta, lilla chiaro come i suoi occhi, le spalline della giusta dimensione, la stoffa preziosa che cadeva, in un incrocio di linee, sulle morbide curve dei seni, la gonna lunga fino ai piedi. Un trucco leggero. Nessun gioiello o quasi.

Le teste dei presenti si voltarono nella sua direzione con un pizzico di invidia maschile nei confronti di suo marito, che la teneva sottobraccio, sorridendole, affettuoso.

Rafflesia si mosse verso Stark e Pepper che attendevano i propri ospiti, e poi verso Fox e Jo, arrivati prima di loro.

'Si può sapere che fine hai fatto? Ti ho cercato tutto il giorno, volevo fare due chiacchiere' Jason si lamentò con Mulder.

'Giri vari, regalini. Domani torniamo a Boston' minimizzò; lo aveva evitato come la peste, avendo capito dallo sguardo indagatore che gli aveva rivolto la mattina a colazione, che fosse alla ricerca di informazioni sugli anomali atteggiamenti di sua moglie. E lui detestava mentire, men che mai ad un amico fraterno.

'Rafflesia, ciao, sei bellissima' Lila Barton, inaspettatamente, si era fatta strada verso la moretta, seguita dai fratelli, più defilati i genitori. La affascinava, quella donna.

'Grazie; tu sei deliziosa, piuttosto' era vero, la ragazzina aveva un abito verde muschio, molto adatto alla sua età.

'Papà, hai avuto la fortuna di lavorare con lei, ancora non ci credo, è strepitosa e zia Nat dice sia un talento, una specie di genio' Nathaniel Pietro gli aveva posto tante di quelle domande sull'agente Tyler, insieme a Cooper, che persino Laura si era scocciata. 'Ragazzi, ora diamoci un taglio' li rimproverò. 'In effetti, è molto affascinante. Lei e il marito sembrano usciti da una rivista patinata. Clint, Clint, mi rispondi? Ma mi stai ascoltando?'.

No, non posso ascoltarti. Sto guardando il mio amore, tentando di imprimere, nella mia memoria, l'immagine che ho adesso davanti agli occhi e portarla con me 'Sì, scusami,  è vero, hai ragione'.

Jason era impeccabile. Erano tutti in smoking ma lui spiccava. Alto quasi come Thor, aveva un fisico curato e un bel viso, gli occhi verdi ed i capelli scuri. Era elegante e molto diverso da sé, rifletté il Falco.

'Jason Allen' se lo trovò davanti, che gli porgeva la destra. Era incuriosito, Jason. Sua moglie non aveva fatto altro che spizzare, nervosamente, l'uomo castano, bassino, col naso a patata, i capelli assurdi e la mano sinistra tatuata, che l'aveva salutata con un cenno del capo ed uno sguardo languido. Non era mai stato geloso, sentì di dover tenere la guardia alta, contro il tipo, stranamente.

'Clint Barton' si presentò.

'L'arciere!' era lui. Chissà, se lo aspettava diverso, più come Rogers o il principe asgardiano, per lo meno fisicamente.

'Arciere, spadaccino, pilota: il Falco è il migliore, in ogni cosa' la Tyler provò a essere spiritosa, le uscì una frase molto seria, che non sfuggì a Laura. Clint era stato assente, sulle spine, nevrotico; si era servito più volte dal frigo bar dell'albergo vicino alla base, dove aveva voluto a tutti i costi prendere una suite con la scusa della ristrettezza delle dimensioni dell'appartamento in affitto.

Lei, tuttavia, aveva riconosciuto Jason in uno dei clienti dell'hotel; lo aveva notato nel pomeriggio, mentre chiacchierava al telefonino, nei corridoi. Era evidente che anche la sua incantevole signora stesse in albergo e non le parve affatto una casualità.

Vide suo marito guardare la collega, quasi ipnotizzato. Sentì un disagio profondo, un'inquietudine mai provata.

'Andiamo a tavola stanno per servire e non vedo l'ora di mangiare e parlare' Steve si era precipitato, per richiamare la loro attenzione, il famigerato Bucky Barnes - un ragazzo dagli occhi d'argento, coi capelli lunghi castani - appiccicato, mano nella mano 'e soprattutto ho scocciato Tony per metterci al tavolo vicini, noi otto e rispettive famiglie: gli otto di The Hawk!' rise, sguaiato, spingendo il Falco, verso la sala da pranzo.

Gli altri si affilarono, trovando già seduti Nat, Bruce, Thor, Pepper e Tony, Fox e Jo.

I ragazzi Barton fecero a gara per mettersi accanto alla moretta, e presero posto alla sua sinistra; alla destra, Jason e, di fronte, arciere e consorte. Perché proprio davanti? Il destino glielo poneva di fronte in ogni circostanza. L'espressione corrucciata sul volto di Laura le fece maledire di aver accettato l'invito di Stark.

Quest'ultimo, in piedi, un'enorme bottiglia di Crystal in mano, nonostante le bende, si buttò, in un sentito e spontaneo discorso 'Sono davvero felice di avervi qui! Quando vi ho costretto a unirvi a me, nel mio folle piano, non ero sicuro ne saremmo usciti vivi e ve lo dissi chiaramente. Mi avete seguito lo stesso e ce l'abbiamo fatta; grazie al lavoro di squadra ed al nostro affiatamento, abbiamo ripristinato il mondo che amavamo. È per la nostra caparbietà e il nostro talento che siamo sopravvissuti, noi Avengers di vecchia data e i due aggiunti per ultimi, Fox e Rafflesia, che hanno creduto nel mio progetto, fino in fondo. Soprattutto desidero ringraziare, dal profondo del cuore, Clint e Rafflesia, senza i quali mai saremmo tornati indietro, i nostri eccezionali piloti di The Hawk' ridacchiò, al settimo cielo, facendo saltare il tappo dello champagne e riempendo i bicchieri.

I colleghi brindavano, sorridenti.

'Non bevi?' chiese Laura alla Tyler, indicando il flûte vuoto.

'Rafflesia è completamente astemia, meglio di no!' replicò Clint, un'occhiata complice alla sua piccola.

'Mi basta un solo sorso di vino per perdere la testa' confermò l'interessata, una smorfietta all'angolo della bocca.

'Dovresti, almeno stasera: ha ragione Stark, senza di te non saremmo qui!' Nat, il braccio ingessato e legato al collo da un colorato foulard, si intromise tentando di stemperare l'atmosfera tesa che aveva percepito, forse condizionata da ciò di cui era a conoscenza.

'Facciamo mezzo' la mora non sapeva come uscirne e avvicinò il flûte alla bocca, umettando le labbra col vino.

Fu allora che Laura realizzò che la sua dirimpettaia indossava all'anulare della mano destra una fedina identica a quella che suo marito, accanto a lei, si tormentava, continuamente. Glielo aveva chiesto, immediata, quando si erano rincontrati, ed aveva minimizzato, dicendole fosse una sciocchezza, un acquisto scaramantico: non era affatto così!

Non si trattenne e fissando le mani femminili, fece scoppiare la bomba 'Jason, ho recuperato la mia fede nuziale, nel prato dove sono ricomparsa. La tua?'.

L'uomo rispose, con tranquillità 'La mia dolce metà l'aveva con sé, in un cassetto, in albergo, unitamente alla propria'.

'Rafflesia, oggi non la indossi, non è quella che hai a destra!' ironica, lo sottolineò.

Clint si ghiacciò e la moretta perse i colori, riflettendo come entrambi non le avessero tolte per recarsi al party, probabilmente memori della promessa scambiatasi.

Fu Jason ad aiutarla, inconsapevolmente poiché era sempre stato dalla sua parte in ogni circostanza 'A causa della missione, aveva le mani molto gonfie, ha soprasseduto'. Non capiva dove volesse arrivare quella donna. Fu lo sguardo sempre limpido di Fox ad aprirgli la mente. Mulder era preoccupato, e fissava, alternandosi, sua moglie ed il Falco, in viso e sulle mani: avevano due fedine identiche, caspita, che stranezza!

'Arriva la carne, meno male, ho una fame' Nathaniel sottolineò la presenza del cameriere, che iniziava a servirli.

Si dedicarono al cibo, quantomeno temporaneamente.

La Tyler teneva gli occhi bassi, provando a parlare il meno possibile; era andata alla festa per godere di qualche altro momento con Barton e ora, la tensione ed il senso di colpa la stavano mangiando viva. Si augurò che la serata finisse senza scossoni.

Terminato il raffinato pasto che la mora non aveva neanche assaggiato, lo stomaco a pezzi, si erano diretti sulla terrazza esterna, per gustare dolci e liquori.

'Fox, vieni' Jason aveva preso due bicchieri di scotch, e ne aveva passato uno all'amico, indicando, con la testa, un lato più isolato dove avrebbero avuto un po' di privacy.

'Bello, qui, vero? Guarda che panorama!' Mulder tentò di distrarlo, temendo il peggio; l'altro aveva il viso in fiamme di rabbia!

'Smettila di fare lo stupido e spiegami che sta succedendo' lo assalì.

'In che senso?' bluffò, odiandosi.

'C'è qualcosa fra Rafflesia e l'agente Barton' lo sibilò e fu chiaro non fosse una domanda.

'Mi dispiace, non voglio stare in mezzo alle vostre beghe. Chiedilo a lei' l'espressione del viso confermò a Jason i propri dubbi.

'Lo farò, puoi giurarci!' bevve il liquore, tutto d'un fiato, e girò sui tacchi. Ora sua moglie l'avrebbe sentito!

***

'Dio, ancora non ci credo!' Bucky stringeva, con il braccio bionico, le spalle di Steve. Erano abbracciati come due adolescenti.

'Nemmeno io. I prossimi giorni ci dedicheremo a noi, solo relax!' suggerì Rogers.

'Hai ragione, Capitano. Vorremmo andare in vacanza, l'ho proposto a Clint ma si è opposto, come al solito' Laura alzò le sopracciglia.

'Non mi va. Non ho niente da festeggiare' con una faccia da funerale si scostò, leggermente.

'Ti pareva! Sei oppositivo in ogni cosa' Steve sapeva bene perché l'amico fosse così avvilito e glissò. Gli Avengers avevano deciso di tenere per sé, concordi, ogni dettaglio della relazione fra il collega e la Tyler, in particolar modo la vicenda legata al recupero della Gemma dell'Anima, a salvaguardia della loro riservatezza.

Rafflesia, muta, si mosse per andare verso la toilette; almeno, lì, sarebbe stata da sola.

Barton vagheggiò, poi la seguì, tentando di fare l'indifferente. Non appena capì che nel corridoio non ci fosse nessun altro, corse verso la collega e, prendendola per il polso, la fece voltare.

'Lasciami' lo pregò, già molto provata.

'No, sono qui per te'.

'Ci vedranno, è una pazzia'.

'Non accadrà'.

'Hanno notato le nostre fedine, pensavo non l'avresti indossata: perché lo hai fatto?'.

'Per lo stesso motivo per cui la indossi tu' le teneva la destra fra le sue e le toccava la veretta, gli occhi negli occhi.

Nel momento in cui pensò stesse per baciarla, percepì una presenza.

Alla fine del corridoio, si stagliava Jason, pallido e sconvolto: fissava sua moglie, mano nella mano, con un altro uomo. Ciò che lo colpì fu il modo in cui si guardavano: mai Rafflesia lo aveva guardato, così. Mai! Non era un flirt o una scopata, era ben altro!

Non una parola, si diresse verso l'ascensore per tornare in albergo.

La Tyler, gli occhi lucidi, contemplò il suo amore 'Clint, devo andare' la stringeva e pareva non volesse mollarla.

'Non posso vivere senza di te' mugolò, sull'orlo delle lacrime, dilaniato nell'anima, tra ciò che desiderava davvero e ciò che la razionalità gli imponeva di fare, come buon padre e buon marito.

'Ne abbiamo già parlato' i fanali viola, straziati di dolore, lo imploravano 'amore, stai volando via da me, anche se mi rimarrai dentro, te lo prometto, ogni istante'.

Udendo dei passi, nella loro direzione, si staccarono.

Lila veniva verso di loro 'Papà, la mamma ti cerca, per andar via'.

Approfittando della presenza della ragazza, Rafflesia lo fissò, un breve ed intenso momento e bisbigliò 'Ciao, Falco, amore mio' gli sfiorò la mano destra, leggera, allontanandosi, un cenno di saluto a sua figlia.

'Addio, piccola mia' sussurrò lui con il cuore spezzato.

***

Jason era stato tanto lesto da prendere un taxi al volo, bruciandola sul tempo.

Rafflesia fermò un'altra auto gialla, la morte nel cuore. Si concentrò su quello che avrebbe dovuto confessargli e non riuscì, ugualmente, a preparare alcun discorso.

Aperta la porta della camera, lo trovò seduto al bordo del letto con la testa fra le mani.

'Mi dispiace tanto, non lo abbiamo fatto apposta, è stato inevitabile, è successo' spiegò, concitata, un attacco di nausea alla bocca dello stomaco.

'Vuoi giustificarti?'.

'No, non è questo'.

'Dovrei perdonarti? Rimanere con te, sapendo non solo che sei stata a letto con quella testa di cazzo del Falco ma che te ne sei innamorata?' mormorò. La conosceva meglio di chiunque altro al mondo!

'Vado via, Jason. Sei libero e scusa per il male che ti sto procurando. Ne farei troppo a me stessa, se prendessi una decisione diversa' Non lo disse per non ferirlo di più ma l'idea di un futuro in cui avrebbe dovuto dormire, toccare, baciare, fare l'amore, conversare, con qualcuno che non fosse Clint, era un incubo intollerabile.

Dette un bacio, sulla testa, a suo marito, che piangeva, silenziosamente. Non era stato mai tipo da piazzate; si diresse verso l'armadio per togliere il vestito di seta. Indossò la tuta da ginnastica, mise la valigia sul letto e, più in fretta che poté, la riempì dei suoi abiti ed effetti personali.

'Quando non sarai in casa, verrò a prendere le mie cose. E, con calma, dovremo sentire un legale. Jason, ti voglio un bene dell'anima ma non posso ingannarti né ingannare me stessa, rimanendo dentro un matrimonio che, per me, non ha più significato. Abbi cura di te e ricordati che ci sarò sempre' prese la borsa, abbracciò il pelouche, e scappò via, velocemente, da quell'ennesimo dolore, richiudendosi la porta alle spalle.

Suo marito si gettò con la testa sul cuscino, in preda ad una totale disperazione. Più tardi, cercando un fazzolettino con cui asciugarsi gli occhi, nel primo cassetto del comodino, notò la catenina di Rafflesia, dentro la fede nuziale: l'aveva lasciata lì, coerentemente, come aveva lasciato lui; era il simbolo di un amore che non esisteva più e che forse non era mai esistito.

***

Chiudendosi la porta alle spalle, Rafflesia si era ritrovata Laura Barton di fronte. Spiritata, la donna aveva dato un'occhiata fugace alla valigia, capendo all'istante che la Tyler stava abbandonando l'albergo anzitempo, e, soprattutto, il proprio marito.

La federale preferì omettere qualsiasi saluto; quella le si parò davanti e, con voce tremante, sgranando gli occhi innanzi al pupazzo a forma di falco, formulò la preghiera, che, da eccellente profiler, si aspettava 'Per favore, non distruggere la nostra famiglia, non prenderti Clint'.

Più in difficoltà che mai, la mora la scansò, senza risponderle mezza sillaba e si diresse verso l'ascensore, fortunatamente aperto.

Laura tornò verso la suite, in fermento; i ragazzi, ancora vestiti, come lei, con gli abiti della festa, ridacchiavano, conversando fra loro.

'Clint, la tua amica del cuore è andata via da sola' lo disse, con voce alta e ferma, guardandolo.

Suo marito tentennò, pallido come un cadavere. Era chiaro che avesse lasciato Jason, dal tono usato dalla sua consorte.

'A chi ti riferisci, mamma?' domandò sua figlia.

'All'agente Tyler, l'amichetta di tuo padre, sta tornando a Boston. Mi era parso di intuire che l'avessi già salutata definitivamente!' fissò l'arciere, in attesa, con durezza.

Lui annuì, aprendo il frigobar alla ricerca di qualcosa di forte, quasi oscillando.

'Stai bene?' Laura non lo aveva mai visto in quello stato. La sua questua sarebbe stata comunque vana: la sua rivale, la bellissima e geniale collega del Falco, se lo era già preso. Si augurò che, per il bene della loro ritrovata e splendida famiglia, Clint le rimasse accanto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro