Exagon [New]

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Roxy uscì dall'ascensore seguendo Garcia. Liam la invitò a precederlo. Sentiva i suoi occhi su di lei: era ancora eccitato dal pomeriggio e adorava quel vestito rosso. La giovane mutante lo sapeva bene: l'aveva messo apposta. Segretamente avvertire gli sguardi che le lanciava cercando di non farsi vedere da Garcia la divertiva molto. Sorrise, rabbrividendo per l'aria frizzante della sera. Sentiva il vento accarezzarle la schiena nuda.

Lo smartphone di Garcia li avvisò che il taxi sarebbe arrivato in meno di due minuti. Attesero sul marciapiedi finché non udirono un ronzio familiare spandersi nella stradina tranquilla a quell'ora ormai tarda. Il taxi accostò e salirono sui sedili posteriori.

«Oranienstraße» disse brevemente Garcia al conducente passando il suo smartphone accanto a un lettore ottico. L'auto elettrica scivolò via nella notte a velocità di crociera.

«Da dove cominciamo?» domandò impaziente Liam.

«Credo l'Exagon sia la scelta più ovvia, Michael è stato avvistato quasi ogni sera la scorsa settimana.»

«Allora perché la polizia ancora non l'ha fermato?» Roxy studiava nervosa la città illuminata dai lampioni.

«In realtà, non è facile trovare qualcuno all'Exagon.» Garcia mascherò un sorrisetto complice.

«Cosa intendi dire?»

«Andiamo non ne avete mai sentito parlare?» Era quasi divertito dalla ignoranza dei compagni. «Pensavo aveste passato in rassegna tutti i locali più quotati oggi pomeriggio.»

«Ci fidavamo ciecamente di te» sorrise nervosa Roxy arrossendo.

I loro sguardi furtivi gli diedero una conferma in più. Aveva approfittato del suo impegno di lavoro anche per fare rapporto a David: non ci teneva a finire in mezzo a quella storia. Doveva la vita a David, letteralmente. Ogni suo ordine era e sarebbe sempre stato legge per Garcia.

Roxy lo studiò attentamente e seppe in quel momento dal suo ghigno di soddisfazione malcelata che il loro segreto non era più tale. Tuttavia, decise di lasciar perdere: al momento avevano un problema più grande.

«Cosa c'è all'Exagon?» lo invitò a proseguire.

«Il concept è molto semplice. All'entrata vi daranno un casco di simulazione e dovrete creare il vostro avatar. Sarà caricato nel sistema e ogni persona vedrà quello che voi volete che veda. Dopo di che tutto ciò che c'è in quel locale è virtuale, bevande e sostanze a parte. Perfino la musica. Dall'esterno non si percepisce nemmeno una nota e le persone col casco la possono udire. All'interno c'è un minimo di arredamento e molte strutture: il locale è un enorme esagono con sei piste di sei diversi generi, sei bar e l'impressione che hai è di essere su un'astronave che sta viaggiando nello spazio, rollio e vibrazioni comprese e attacchi alieni, a volte.» Non era tra i suoi preferiti, ma il concept doveva ammettere che era vincente.

«Quindi se Michael entrasse là dentro, potrebbe non avere affatto l'aspetto di Michael?»

Garcia confermò l'intuizione di Roxy. «E se anche la polizia entrasse senza casco si troverebbe davanti a una marea di gente saltellante con un casco in testa che copre quasi del tutto il volto a parte le labbra e il naso: trovare qualcuno in quel marasma è dura!»

«Capisco perché ci va spesso, per spacciare è il massimo» ammise Liam.

«Se io fossi in Michael e avessi la polizia alle calcagna punterei all'Exagon.» Garcia sembrava orgoglioso del suo piano.

«Tu non sei Michael» gli ricordò l'amico.

«Ma sono un blu e voi due non lo siete» Non tentò di mascherare una punta di orgoglio.

«Nessun tavolino volante può sostituire una pistola!» Roxy pareva scettica.

«Andatelo a dire a quei tre spacciatori. Comunque sappiate che se lo trovo, è tutto vostro. Io non alzerò un dito su Michael. I patti con David sono chiari.»

«Sei sempre il solito!»

«Io ho un lavoro e una vita qui.»

«E allora dov'è la tua signora Garcia?» lo provocò Roxy.

«Dovreste sapere meglio di me che non è facile dire il nostro segreto a qualcuno.»

«Basta controllare i propri impulsi!» Liam stava già masticando chewing-gum da prima che lascassero l'appartamento.

«Per te che sei un rosso è facile, non fai volare il letto quando raggiungi l'amplesso!»

Roxy scoppiò a ridere.

«Quale bella signora non apprezzerebbe?» Liam tentò di incoraggiarlo.

«L'ultima si è gettata giù dal letto, un braccio rotto e non sapevo cosa dirle.» Garcia si grattava la testa imbarazzato.

«Incatena il letto al pavimento!» Roxy sentiva le guance avvampare e il fiato corto.

«Tornando a noi, il vostro avatar non deve essere somigliante!» si raccomandò Garcia per portare la conversazione su un terreno più tranquillo.

«Agli ordini capo!» mimò Roxy. Era stupita dalla presa di posizione di Garcia; non era da lui, ma probabilmente era cambiato in quegli anni: forse la ritrovata forma fisica era lo specchio di qualcosa di più profondo che era stato in grado di sistemare. Doveva ammettere che un po' lo invidiava. In pochi tra loro erano riusciti a tornare a una vita normale. E lei e Liam decisamente non erano tra quelli. Potevano raccontarsi che non volevano, ma a volte era anche una verità di comodo, per accettare una condizione che comunque non potevano cambiare. Nascondere un potere mutante rosso, in fondo, non era così semplice come Garcia credeva che fosse.

Il taxi rallentò la sua corsa e si arrestò davanti a un grosso viale pieno di laser verdi che spariva in un vicolo: decisamente la loro fermata. Garcia li precedette fuori dal taxi. Liam cercava disperatamente di attirare l'attenzione di Roxy, ma la ragazza era troppo presa a guardarsi intorno. Ciò che Garcia aveva detto nel taxi, non lo lasciava affatto tranquillo: essere scoperti da David, non era tra i suoi programmi per quel week end. Finché aveva Garcia vicino era impossibile fare qualche cenno più deciso verso Roxy. Come faceva a non sentire la sua angoscia? Forse la stava ignorando di preposito? Si accodò alla massa festante di ragazzi. L'età media era più o meno la loro; eppure, Liam si sentiva diverso. Quello che aveva passato, lo aveva profondamente sconvolto. Aveva lasciato dei segni: ognuno di loro portava le sue cicatrici. Per questo, in un certo senso, era stato più semplice avvicinarsi a Roxy. Con lei non doveva mentire, poteva essere sé stesso, senza frenarsi. Non era facile poter fare altrettanto con una persona che non sapesse nulla di un mutante. Il loro non era un segreto da poco.

Garcia li scortò fin all'entrata, poi prese un casco e si infilò in mezzo alla gente, quasi non fosse mai stato lì. Si sedette a un tavolino con Roxy e composero i loro avatar discutendo sul da farsi. Quando avviò la simulazione vide comparire davanti a lui una ragazza bionda con gli occhi blu e la treccia. Aveva un che di familiare, come se Roxy avesse mischiato diverse persone in una. Sicuramente Michael non l'avrebbe riconosciuta. In quanto a lui aveva scelto uno degli avatar uomo di base e modificato le caratteristiche prendendo un valore a caso, senza starci troppo a pensare: invece si guardava attorno colpito. Sentiva una musica in lontananza, non nota: questo non lo stupì. Nel loro mondo parallelo non avevano occasione di ascoltare le ultime hit. Un tempo avrebbe conosciuto quella canzone, avrebbe studiato la combinazione di quell'avatar per avvicinare le ragazze più attraenti. Un tempo, avrebbe adorato entrare in un posto del genere. Ora riusciva solo a fissare quelle vetrate altre le quali sembrava aleggiare meteoriti e nebulose viola con alcuni massi sospesi.

«Sei veramente inguardabile» lo rimproverò Roxy.

«Pensavo mi amassi per quello che ho dentro, tesoro.»

«Guardati attorno! Nessuno tiene il personaggio base. Questo è il miglior modo per attirare l'attenzione e insospettire Michael. Passami il tuo casco!»

Liam protestò lievemente e poi l'accontentò. Quando gli ripassò il casco guardò il risultato stupefatto. Se quello era l'ideale di uomo di Roxy, come mai stava con lui? Roxy in questo caso percepì la sua angoscia perché gli mise una mano sulla sua sul tavolino e lasciò andare i suoi sentimenti. Liam sentì forte e chiaro. In fondo, maschere o meno, loro avevano qualcosa che poteva individuare Michael meglio di uno scanner. Garcia voleva rivelare la loro relazione a David? L'avrebbe accettato. Si sarebbe preso le sue responsabilità. In fondo, probabilmente, li invidiava.

«Vuoi qualcosa da bere?» domandò Liam. Roxy annuì. Fermò uno dei dipendenti del locale e ordinò per entrambi. Gli avatar del personale di servizio erano tutti uguali: robot bianchi e neri col cravattino e due occhi azzurri anonimi. Lavorare senza poter essere riconosciuti non era così male. Molto impersonale, forse. Quello era probabilmente il miglior modo per passare inosservati in quel posto. Il cameriere tornò pochi istanti dopo. Roxy prese il bicchiere e inaspettatamente ne tracannò mezzo tutto d'un fiato. Liam la fissò stupito: era nervosa. Come aveva fatto a non accorgersene prima! Si era concentrato troppo su Garcia e sui propri pensieri.

«Roxy, che c'è? Non ti ho mai vista così prima di una missione.»

«Questo non è un incarico qualsiasi. Da quanto non vedi Michael?»

«Diversi anni» ammise Liam procedendo con circospezione. Possibile che Roxy avesse paura di Michael? I sensi mutanti gli dicevano questo, ma perché? Roxy era sempre stata una leonessa.

«I suoi poteri sono cresciuti molto ed è decisamente fuori controllo. Potrebbe... ucciderci tutti...»

Liam lesse il suo labiale; la musica si era alzata attorno a loro e molti ragazzi avevano iniziato a ballare.

«Allora sarà meglio convincerlo con le buone». Non era da lui e non era da Roxy. E appena finito quella frase capì che sarebbe stato difficile, perché David li conosceva bene e aveva mandato loro. Quindi temeva che Michael non fosse disposto a parlare.

«Oppure ci facciamo un altro giro» sentenziò Roxy fermando un cameriere. Dovevano riprendersi e nascondere bene le loro paure. Michael era un rosso e poteva sentire i loro cuori battere. Se non avessero ostentato sicurezza, li avrebbe massacrati. Potevano riuscirci, erano abbastanza folli da accettare di farlo. L'unico che la preoccupava era Garcia. Forse era davvero meglio che fuggisse come aveva promesso.


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