Polvere mutante [New]

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Venti minuti dopo Garcia madido di sudore fendeva la folla per raggiungere i suoi amici al tavolo. Si sentiva soffocare da quel casco nonostante non ostruisse alcune delle sue vie respiratorie. Forse era quello che aveva scoperto a farlo sudare. Sentiva la voce dello speaker che urlava. Un grido da parte dei ragazzi fece eco. Erano tutti molto eccitati. Liam che non conosceva nemmeno mezzo parola di tedesco si stava guardando attorno col suo drink, Roxy invece si era irrigidita all'istante. La sua testa ci mise un attimo di troppo a tradurre.

"Mutex Staub. In che senso?" si chiese mentalmente Roxy.

Vide Garcia arrancare verso di loro, pallido in volto e senza fiato: cercava di passare in mezzo alla gente e sembrava aver visto un fantasma, poi una polverina bianca iniziò a calare sulle loro teste. Reagì d'istinto: tirò Liam sotto il tavolino abbandonando i drink. Garcia si tuffò accanto a loro. La folla dei ragazzi sparì in quella nebbia satura. Quindi Michael si faceva pagare dal locale, non dalle persone! Era a suo modo geniale e terrificante. La discoteca sapeva di poter riempire se garantiva a chiunque il Mutex. Quei ragazzi alzavano la bocca al soffitto cercando di inalare o inghiottire più polvere possibile. Per alcuni sarebbero stati poco più di allucinogeni; in quelli di loro che erano LWF quella sostanza avrebbe risvegliato i poteri, per alcune ore. Per chi era già mutato, quella scorpacciata di acidi, invece, poteva rivelarsi fatale. Le loro percentuali di siero, infatti, erano già terribilmente vicine al limite del potenziale che i loro organismi potevano sopportare. Roxy cercava di respirare meno possibile, ma quel fumo denso penetrava nei suoi polmoni facendola tossire convulsamente. Dovevano andarsene di lì e in fretta. Garcia tirò per il braccio Liam. Non si era accorto che Roxy stesse per svenire: indicò a Liam l'area esterna per i fumatori, una porta blu in fondo al corridoio. Liam non ci pensò due volte: sollevò Roxy di peso, la prese in braccio e iniziò a correre; Garcia si affannava dietro di lui terrorizzato. Quando uscì all'esterno, Liam franò sul ciottolato. Appoggiò Roxy a terra e l'aiutò a togliersi il casco.

Non era stato affatto uno scherzo divertente: avrebbero dovuto capire dal numero di persone intervistate nei giornali che la distribuzione avveniva in quel modo. Erano stati miopi e questo era quasi costato loro la vita. Liam sentiva la testa girare e i riflessi rallentati. Le luci laser che circondavano l'area fumatori tagliavano il buio infrangendosi davanti ai suoi occhi e flettendosi come onde. Garcia vomitò a terra e poi scivolò a sedere appoggiato al muro per riprendere fiato. Non si era mai fatto in vita sua, nemmeno una volta in tanti anni. Ora si sentiva a pezzi, uno straccio. Avvertiva fin troppo chiaramente che la sua lucidità e la sua vista erano del tutto compromesse.

Un ragazzo saltò giù dalla tettoia con un borsone a tracolla contando una mazzetta di soldi. Il suo ciuffo rosso fuoco si stagliò nel loro spazio visivo. Garcia afferrò Liam terrorizzato, che alzò faticosamente gli occhi, sbattendoli per mettere a fuoco. Michael stava a pochi passi da lui. Roxy a fatica respirava con la bomboletta attaccata alla bocca da più di cinque minuti e lui era lì a ridersela!

«Il primo acido, scommetto!» urlò verso di loro, alzando le spalle.

Liam si puntellò al muro e si alzò in piedi gettandosi contro di lui. «Sei un imbecille: potevamo morire e tu lo sai!»

Michael si fermò pietrificato. Era come se avesse riconosciuto la voce e l'inflessione, ma non fosse riuscito a chiudere il cerchio. Poi vide Garcia in un angolo, Roxy a terra e capì. «Dovevo immaginarlo. Vi hanno mandato a prendermi...Allora Liam, quanto è bello il Mutex?» aggiunse afferrandolo per il bavero della camicia.

Liam rimase impressionato dalla sua forza. «Tu non hai idea di quello che stai facendo! L'immagine che stai dando di noi... Come pensi che farà bene questo alla scuola?» Liam a fatica riusciva a parlare con le mani di Michael strette sul collo: pareva aver guadagnato la resistenza di un boa constrictor.

«Non mi interessa più nulla della scuola.»

«Dopo gli sforzi che ha fatto tuo padre per proteggerci, butti via tutto così?»

Michael lo sollevò e represse un grugnito mentre lo lanciava contro la staccionata. Il rumore del legno che si rompeva sulle costole di Liam fu raccapricciante. Il mutante rosso cadde a terra, stordito: normalmente un colpo del genere non l'avrebbe messo fuori combattimento, ma la polvere di acidi lo rallentava e lo rendeva spossato ed esanime. Non riusciva ad accendere la miccia in sé per rispondere con la stessa forza. Michael gli venne incontro, lo tirò su da terra e lo spinse contro il muro, facendo saltare diversi mattoni. Sentiva il sangue colargli sul collo; il respiro che gli mancava.

Garcia osservava la scena atterrito in un angolo. Aiutò Roxy a sedersi dopo che aveva vomitato a sua volta: gli sembrava si stesse riprendendo. Si sentiva uno stupido a starsene lì paralizzato: sapeva che, finito con Liam, sarebbe arrivato a lui e, con Roxy fuori combattimento, aveva zero speranze. Meglio affrontarlo insieme a Liam, due contro uno. Si forzò di mettersi in ginocchio, si concentrò e spostò un grosso vaso di fuori facendolo esplodere addosso a Michael. Il ragazzo accusò il colpo e mollò la presa su Liam.

«Michael, non vogliamo farti del male, devi solo venire con noi. Ti aiuteremo!» tentò Garcia cercando di fare leva su quello che si ricordava di Michael. «Troveremo una soluzione, insieme. Ormai anche tu puoi aiutarci. Il Mutex è notevole, intendo dal punto di vista chimico, scommetto che è un mezzo capolavoro. Se lavori con tuo padre potete trovare insieme un modo. Sei grande ora, sei un adulto e verrai trattato come tale.» Garcia si stava avvicinando lentamente a lui.

 Michael raccolse da terra un pezzo di bambù della pianta che si era infranta sulla sua schiena e lo lanciò contro di lui. Lo colpì in piena spalla. Il mutante blu guardò terrorizzato quella freccia incastrata poco sotto la clavicola e si accasciò a terra.

Roxy si voltò verso Michael: gli occhi di un rosso intenso. L'odio che provava per quel ragazzo lo convogliò nella rabbia. Doveva alzarsi, doveva reagire e doveva farlo subito, prima che fosse troppo tardi. Liam era immobile a terra. Distolse lo sguardo da lui ricacciando le lacrime in gola.

«Dimmi, Michael, cosa senti in me adesso?» Roxy inspirò a fondo per connettere le sillabe di quella frase.

«Sento che mi odi! So che Garcia stava mentendo, so che mi odiano tutti. Non posso tornare indietro e tu lo sai meglio di me.» Michael impugnò un grosso ramo di bambù e lo spezzò in due reprimendo in sé la rabbia.

«Sai, hai ragione, Michael, ma non possiamo lasciarti fare quello che stai facendo. Se tu muori non mi importa, ma non lascerò che nessun LWF soffra per causa tua. Prima Jacob e poi Kathy. Sono stanca, Michael!» Roxy stava lì davanti a lui, senza fiato. Era esausta di tentare di trovare una soluzione per quel ragazzo. Nessun'altro sarebbe morto a causa sua.

«Io non ho ucciso Jacob e lo sai.»

«E Kathy? Magari mi dirai che è stata colpa sua! Per causa tua ha perso tutto. È un mutante adesso, con tre pezzi di vetro incastrati nella colonna vertebrale che rischiano di ucciderla da un momento all'altro; ha dovuto imparare da zero a camminare, non può più giocare a pallavolo, è andata in giro con una bomboletta d'ossigeno per un mese! Forse non hai ucciso lei, ma tutto quello che era, quello che le piaceva, che la distingueva dagli altri, trasformandola in una ragazza sofferente e disillusa. Sono stufa di vederti distruggere le persone che amo senza poter fare nulla. Sono stufa di te!»

Michael si era come congelato nell'udire quel nome.

Roxy percepiva il suo cuore esplodere ogni dettaglio che aggiungeva: per la prima volta riusciva ad andare oltre la sua corazza e a scorgere cosa c'era dietro. «Con questo, hai perso il diritto di vivere. Non ti concederò più di un ultimo respiro.»

«Lei è ... viva?» Lasciò il bambù e osservò sorpreso la mutante ansante e distrutta, col rimmel colato sugli occhi, senza scarpe e col vestito strappato. Percepiva la sua rabbia crescere. Quando comparve l'onda non la fermò: forse voleva morire o ... fuggire. Certamente smettere di soffrire, ma Kathy era... viva!

L'onda rossa si propagò da Roxy a cerchi concentrici rossi e luminescenti, potente quanto mai l'aveva vista, con la forza di un terremoto e la prorompente sonorità di un tuono. Venne sollevato da terra; le orecchie dolenti per il fischio ficcante che Roxy aveva generato. Scomparve al di là dello stabile, nel parcheggio antistante: precipitò su un'auto come un uccello abbattuto in volo dal fucile del cacciatore. Si sentiva soffocare dal dolore; eppure, c'era un solo pensiero nella sua testa. "Kathy" sussurrò. Rotolò giù dall'auto e cadde riverso in ginocchio a terra. Sentiva l'odore dell'asfalto, umido e bagnato, potente nelle sue narici mischiato a quello del sangue. Si trascinò fino in fondo alla strada e salì sulla sua moto, nascosta dietro un cespuglio. Aveva perso i soldi, la sua borsa e le ultime pasticche, eppure, non gli importava. "Kathy è viva?" ripeté di nuovo tra sé e sé. Rinunciò a mettere il casco. Si arrampicò sulla moto e accelerò nella notte allontanandosi il più possibile dall'Exagon.

Roxy si accasciò a terra esausta, troppo sfinita per porsi domande e anche per andare a controllare se Michael fosse vivo o meno. Diede un profondo respiro nella pompetta. Quindi strisciò verso Garcia. Rantolava sputando sangue: era più grave del previsto. Esplorò le tasche dei suoi pantaloni, finchè non trovò lo smartphone: non fu stupita di leggere l'ultimo contatto chiamato, David. Al momento non le importava: doveva almeno cercare di salvare loro la vita. Compose un altro numero che sapeva a memoria, la squadra di recupero.

Attese di sentire la voce di Schrodinger dall'altra parte. Si impose di essere professionale, nonostante tutto. «Tre feriti, due gravi, richiediamo assistenza immediata. Bersaglio colpito, ma forse in fuga. Mando le ultime coordinate note.»

«Ricevuto, Fenice. Riuscite ad andare al punto di recupero?»

«Negativo» rispose Roxy inalando dalla pompetta.

«Allora metti al riparo i feriti gravi e manda vostre coordinate.»

Seguirono diversi improperi in tedesco prima che chiudesse la comunicazione. Li ignorò. Prese sotto le braccia Garcia che era ancora incosciente: lo trascinò fino in fondo al gazebo; quindi, lo issò faticosamente in piedi e lo spinse attraverso l'apertura che aveva creato Liam impattando la staccionata. Infine, senza fiato tornò da lui: era vivo, ma ancora privo di sensi. Intuì i passi in avvicinamento di alcuni ragazzi: finita la scorpacciata di Mutex, stavano uscendo a fumare. Si guardò intorno, terrorizzata. Alla fine inviduò un grosso vaso di fiori in un angolo e decise di trascinarlo dietro di esso. Non era il massimo, ma non pensava di riuscire a portarlo oltre la recinzione: Liam era più alto e muscoloso, troppo pesante per lei, sola e ormai senza fiato. Infine, attraversò essa stessa il foro e si lasciò cadere a terra di fianco a Garcia.

«Roxy...» cercò di dire lui.

Lei scosse la testa e gli consigliò di non parlare.«Volevi fare l'eroe, vero!».

Garcia sogghignò, mascherando una fitta profonda alla spalla. Tossì un paio di volte, le labbra intrise di sangue.

Roxy pregò che la squadra di recupero arrivasse in fretta. «Non ti azzardare a morire! Angela non me lo perdonerebbe mai». Non l'aveva detto a caso: Garcia aveva sempre avuto un debole per Angela.

«Liam dov'è?».

Roxy lo indicò pocooltre la staccionata nascosto dalle frasche. «Vi siete persi una granbell'onda.»

Il pilota riuscì soltanto a fare una smorfia di assenso.

Roxy si perse a guardare la tettoia oltre cuiMichael era scomparso: una parte di lei sperava davvero di averlo ucciso.




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