Frammento [New]

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David stava annuendo, ma non aveva detto nemmeno una parola da quando Tom gli aveva passato Schrodinger. Il suo volto era scuro, livido anzi: quanto mai l'aveva visto. Chiuse la chiamata e sbatté il telefono sul tavolino. Non era andata bene: questo era ovvio. Tom trattenne il fiato. Non sapeva davvero cosa sperare: era esausto dopo la nottata. Aveva letto qua e là qualche articolo di Kathy sul forum per non addormentarsi. Per ora David non gli avevo chiesto nulla. Al di là dell'irritazione per il fatto che ancora una volta era riuscita ad eludere i divieti o le barriere che aveva predisposto, doveva ammettere che gli piaceva come scriveva. Era appassionata. Ti trasportava con lei. Ci credeva con tutta sé stessa. Pensare che quella ragazza aveva giurato che non c'era niente al mondo che potesse interessarle a parte la pallavolo! Tom mascherò un sorriso divertito al ricordo. David per fortuna non se ne accorse.

«È scappato, di nuovo.» David si lasciò andare sul divanetto, esausto e furioso. «Tre mutanti e non sono riusciti a fermarne uno!» Non era possibile. Non sapeva davvero più cosa inventarsi!

Tom ripensò al thread sull'autopsia di Jacob Finnegan. Un colpo di pistola in testa era davvero l'unico modo di fermare Michael? Per quanto male gli avesse fatto, era comunque un pensiero agghiacciante. Michael poteva essere troppo potente per tutti loro.

«Non so proprio cosa raccontare a Mr. Lorenz. Ariel è già arrivata?» domandò David a Tom visto che continuava a tacere.

«Sì, mezz'ora fa. Penso stia facendo fisioterapia con Kathy in palestra. Loro come stanno?» si decise infine a chiedere Tom.

«Roxy è attaccata a un respiratore, Garcia ha una freccia di bambù che gli è passata a meno di una spanna dal cuore e Liam ha dieci costole rotte e una trama cranico importante. In più risultano essere tutti e tre sotto acidi e siero...» David si alzò furioso da quel divanetto dove ormai si vedeva la sua stessa ombra. Sembrava provasse una fatica quasi fisica a finire quell'elenco.

«Siero?»

«Si, Michael sbriciola le pastiglie sulla folla di ragazzi a quanto pare, pagato a caro prezzo dalle discoteche.»

Tom rimase colpito a guardarlo.

«Devo pensare bene, prima di chiamare Mr. Lorenz. Vado a cercare Ariel.» Sparì nella selva dei server.

Ogni passo si sentiva un peso addosso. Era arrabbiato con Roxy, furente, per il suo rapporto illecito con Liam e per la missione... eppure non pensava che l'avessero presa sottogamba. Sapevano bene con chi avessero a che fare. Si era giocato le sue carte migliori e aveva perso. Roxy buttava giù i muri con la sua onda: come aveva fatto quel ragazzo a sopravvivere e scappare? Doveva essere ferito, certo e questo poteva aiutarli. In più, probabilmente, era di nuovo senza soldi. Schrodinger, infatti, aveva recuperato il borsone coi guadagni e le pillole restanti. Dalle telecamere stradali sembrava essersi allontanato su una moto, ma la targa era coperta da vernice riflettente. Che Michael fosse intelligente, l'aveva sempre saputo, ma non era un genio criminale. Possibile che avesse organizzato tutto da solo? Doveva pensare in maniera diversa. Entrò in palestra e rimase a guardare Ariel che dava indicazioni a Kathy facendole fare su e già dalla scalinata. La giovane sembrava esausta, ma non demordeva nonostante fosse rossa per la fatica. Ariel lo vide, lo salutò e scese velocemente la scalinata. Era una visione dopo quella nottata! Si avvicinò a David e lo abbracciò.

Poi urlò a Kathy: «Finisci la serie, poi dieci minuti di pausa.»

Kathy annuì concentrandosi sull'esercizio. Ogni tanto sbirciava le loro facce, nonostante il suo potere erano troppo lontani. Ariel sapeva il fatto suo.

«Non possiamo proteggerlo dalla verità.» Era stata incerta a lungo su quella missione, ma non poteva giustificare quello che Michael aveva fatto.

«E qual è la verità, Ariel? Che dobbiamo puntare contro suo figlio un bazooka e sparare sperando che muoia? Che non abbiamo un solo mutante in grado di neutralizzarlo?»

«Se è davvero così forte, la polizia non riuscirà mai a controllarlo e se l'antisiero di Mr. Lorenz con lui non funziona più, bisogna pensare a qualcosa di diverso, di più... invasivo, forse... La dottoressa usava dei "bracciali" mentre lo spostava, per impedire che facesse del male a sé stesso o a qualcuno». Non avrebbe mai pensato di dire a David qualcosa del genere, ma cos'altro poteva consigliargli senza invitarlo a ucciderlo?

«Bracciali di che tipo?»

«Sai che non capisco nulla di tecnologia.»

«Proverò a sentire Mr. Lorenz. Forse intuisce qualcosa» sospirò concedendosi un attimo per digerire l'idea. Ogni volta che pensava di sapere tutto su quello che avevano fatto a quei ragazzi e  a sua moglie veniva fuori qualcosa di nuovo. Una parte di lui sperava davvero che Kathy desse un nome a questa "dottoressa", per poterla guardare finalmente negli occhi.

Un tonfo attirò la loro attenzione verso la gradinata. Kathy era riversa sul pavimento: sembrava svenuta di botto e aveva battuto la testa contro un gradino. Ariel scattò verso la scala, la raggiunse in pochi secondi e cominciò a chiamarla e schiaffeggiarla. David l'aiutò a distenderla. Quando ritrasse il braccio rimase colpito a guardare una strisciata di sangue. La rivoltarono sulla schiena: un frammento di vetro fuoriusciva con la sua punta sottile a pochi centimetri dalla colonna vertebrale. David recuperò il telefono con le mani insanguinate e chiamò il diretto di Mrs. Lorenz.

Per fortuna l'infermiera rispose al primo squillo. «Temevo potesse succedere, William mi ha spiegato come fare: non so se ci riuscirò, ma l'unica possibilità è provare. Non muovetela e tamponate la ferita attorno al vetro, senza toccarlo.»

Quindi lasciò la sua scrivania afferrando una borsa medica che il marito le aveva fatto preparare. Si affrettò su per le scale ignorando l'ascensore e imponendosi di non smettere di respirare. Quando giunse in palestra era senza fiato, ma sapeva di non potersi fermare. Raggiunse Ariel e David sui gradini. David si era tolto la sua t–shirt per tamponare la ferita. Sembravano entrambi sotto shock. Per ora doveva concentrarsi su Kathy.

Infilò un paio di guanti, spostò David di peso, finì di stracciare la maglietta e il reggiseno di Kathy e cosparse l'intera schiena di disinfettante. Impugnò un bisturi e una pinza. David sbiancò e indietreggiò. Ariel era più abituata; per lui quel sangue era davvero troppo. Mrs. Lorenz fu molto veloce: estrasse il frammento; quindi, diede qualche punto e coprì l'area con una garza. Pulì la schiena di Kathy con una soluzione alcalina. Srotolò una benda e cominciò a passarla attorno alla vita della ragazza, aiutata da Ariel, per fermare la medicazione. Infine, si tolse i guanti e gettò a terra tutto il materiale utilizzato. Recuperò dalla borsa una fialetta contenente liquido giallo, lo inserì in una siringa e lo iniettò nel braccio di Kathy. Quindi si concesse un profondo respiro ripetendo nella sua testa ognuno dei passi compiuti. Era ciò che il marito le aveva detto di fare e lei era una brava infermiera: la paura non l'aveva mai bloccata, nemmeno se si trattava di Michael. O della ragazza che suo figlio aveva quasi ucciso... Stava davvero facendo di tutto per tenere il "quasi" in quella frase!

«Porta Kathy in camera sua. Deve stare stesa sul lato, fermala con i cuscini e controlla ogni cinque minuti che non sanguini e che respiri» ordinò Mrs. Lorenz. David fu tentato di protestare, ma poi immaginò che nessuna delle due donne potesse portare Kathy in camera sua da sola; quindi, la sollevò e scese lentamente le scale. Sentiva ancora il cuore che batteva a mille allora.

Mrs. Lorenz aspettò che scomparisse prima di rivolgersi ad Ariel. «Era il più grande dei frammenti, se è stata fortunata e non ha inciso alcun nervo, lo sapremo domani.»

«Faccio tutte le prove appena arrivo. Gli altri due frammenti come sono posizionati?» ebbe il coraggio di chiedere mentre la stava aiutando a raccogliere le garze avanzate.

«Sono piccoli, ma sono quasi attaccati alla colonna. Io spero che se ne stiano immobili per sempre. Questo si era già mosso, l'ho visto in ecografia all'ultimo controllo.»

«Forse dovremmo dirle la verità...» disse Ariel pensierosa.

«Se vuoi che continui a vivere senza farsi venire una depressione o attacchi di panico, io ti consiglio di dirle che era l'ultimo frammento e di fare altrettanto con tutti quelli che le sono vicini. Ti ricordi Roxy quando è arrivata? Nessuno le fa un favore rivelandole la sua condizione» Mrs. Lorenz pareva molto decisa riguardo alla questione.

«Ariel, so benissimo che le ricerche di Michael stanno andando male... e non so se lo rivedrò mai sano e salvo. Ma Michael non è più un bambino e ha scelto di fuggire. È ora che si prenda le sue responsabilità. Quando Kathy terminerà la scuola, decideremo se dirle la verità. Per il momento non la aiuterebbe, fidati!»

Ariel annuì acconsentendo, infine, a mantenere quel segreto spinoso. Aiutò Mrs. Lorenz a raccogliere tutto il materiale, poi recuperò straccio e candeggina dal ripostiglio e iniziò a pulire la gradinata prima che arrivassero occhi indiscreti di altri studenti.



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