Ricercato [New]

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Tom aveva continuato a ripetersi in testa: "Non deve tornare, non devo permetterlo". Era come un disco rotto, incastrato su quel pensiero che continuava a contemplate all'infinito. Aveva passato l'ultima settimana a ricordare l'amico quasi con nostalgia, ma ora che c'era una possibilità concreta di ritrovarlo, all'improvviso aveva paura. Non riusciva del tutto a dare un volto, un come o un perché a quel suo senso di timore e smarrimento. Forse il problema era Kathy o piuttosto sé stesso e i suoi rinati poteri, in ogni caso, temeva all'improvviso all'idea di trovarselo davanti.

Angela lo ascoltava in silenzio mentre salivano verso R2, con la fronte corrugata. Quando l'ascensore giunse al piano, quasi fu grata di scendere eppure non aveva idea della confusione mentale che regnava in quella sala riunioni. Fu tentata per un attimo di tapparsi le orecchie, anche se sapeva che non sarebbe servito a molto. Quella tavolata sembrava per la verità un déjà-vu del passato, dei primi tempi della scuola, come una vecchia riunione di famiglia. Oltre a Roxy, Ariel e David riconobbe il volto teso di Liam Hosmer, uno dei loro vecchi compagni. Capelli rossi, robusto, occhi chiari dalla forma allungata, pelle olivastra e sorriso sornione. L'aveva sempre ritenuto un miracolo genetico: nel sangue di quel giovane circolava il lascito di antenati cinesi, russi, forse anche vietnamiti. Ovviamente era LWF: un mutante rosso del terzo livello, per la precisione, decisamente tra i più potenti, esclusa Roxy. Solitamente era occupato nel recupero di ragazzi LWF dalla costa orientale americana e lo vedevano raramente, soltanto quando accompagnava qualche studente a destinazione. Quel giorno non c'erano stati ingressi o recuperi, erano stati sospesi dopo l'incidente di Michael. Se Liam era lì c'era una sola possibilità: Michael era vicino ed era fuori controllo. Si sedette al tavolo in silenzio, solo allora notò al di là della webcam un William Lorentz decisamente più emaciato del solito, con due occhiaie bluastre parzialmente coperte dalle lenti tonde e azzurrine. Della moglie nessuna traccia.

«Avevamo pensato a un'emergenza del genere, molte volte. C'è un protocollo» ricordò David.

«Quando tu e Lorenz avete sottoscritto quel protocollo non pensavate che sarebbe capitato a suo figlio» obbiettò Ariel decisa.

Lorentz era stranamente silenzioso il che la preoccupava ancora di più. Angela si allungò e prese dal centro del tavolo la scheda di Michael: aveva visto quel ragazzo crescere, giorno dopo giorno e diventare sempre più potente. «Cos'ha fatto?»

Il silenzio calò nella stanza. Fu Roxy a rompere gli indugi: «è ricercato per aver ucciso tre spacciatori.»

«Droga?» Angela era allibita.

«Sembra ci sia lui dietro un nuovo tipo di acido.» Tom le passò un tablet. Angela lesse incredula.

"Un mutante per poche ore" titolava l'articolo.

"Le pasticche promettevano di tramutarti in un mutante: molti ragazzi hanno giurato di poter sentire i sentimenti o i pensieri altrui, alcuni addirittura di poter spostare oggetti. Alla maggior parte dava solo un effetto vagamente allucinogeno, ma il prezzo è schizzato alle stelle nei locali più in voga di Berlino, innescando una guerra tra trafficanti di droga che ha portato già a tre morti."

«È possibile, scientificamente?»

Tutti si voltarono a fissare il genetista.

«L'ostacolo grosso è rendere il siero assorbibile da una pastiglia. I miei studiosi ci provano almeno da cinque anni, senza aver ottenuto alcun successo. Nel caso, dico ipotetico, che una quantità di siero sufficiente fosse stata introdotta nella pasticca di acidi, dato che gli acidi portano le cellule cerebrali a uno stato alterato di semicoscienza, potrebbe essere possibile indurre alcuni effetti temporanei, simili alla mutazione. D'altronde abbiamo riscontrato anche nei ragazzi della scuola non mutati, poteri ancora allo stadio larvale, con la sola presenza del siero, per esempio in Suzanne o... Kathy» spiegò Lorentz.

«Se avessimo il siero disponibile in una pastiglia sarebbe...» David fermò Ariel annuendo.

«Un miracolo, lo so.» sospirò Mr. Lorenz «Ma non possiamo lasciare girare mio figlio per Berlino con questa droga.»

«La polizia lo sta cercando e ogni ora che passa è un grosso rischio. Se a un posto di blocco scatena un'onda sarà una strage, non saranno solo tre.» David pareva esausto.

«Sono armati, che si difendano da soli!» obbiettò Liam.

«La dottoressa non vi ha mai fatto combattere contro una guardia armata?» intervenne Roxy scettica.

Liam si torse le mani. Angela rimproverò Roxy con occhi duri. Sapeva che odiava parlare di quei duelli a cui li sottoponeva la ricercatrice che li aveva mutati. Non era il momento di rivangare brutti ricordi, ma di tirare fuori Michael da quella brutta situazione. Il tatuaggio di Liam brillava nella semi oscurità della sala, segno che la sua sopportazione era al limite e l'antisiero si era messo in moto, per tentare di bloccare un'esplosione. Liam estrasse un chewing-gum e cominciò a masticarlo rumorosamente: ognuno di loro aveva attuato le sue strategie di sopravvivenza. «Non mi farò ammazzare per salvare la vita di un piedipiatti tedesco.»

«Nessuno morirà in questa operazione. Inoltre, ti ricordo che questa non è mai stata e mai sarà una democrazia. Per questo abbiamo un protocollo» prese parola deciso David.

«E allora perché hai bisogno di noi?» intervenne un ragazzo più basso al fianco di Liam. Angela lo osservò stupita, quasi stentò a riconoscerlo. Non vedeva George Garcia da quando aveva lasciato l'accademia per diventare pilota e meccanico di auto da corsa. Lavorava a Berlino per una famosa scuderia. Angela pensò che con quei ricci scuri e la pelle abbronzata sembrasse più giovane. Mentalmente stimò dovesse avere ormai trent'anni passati. Sembrava dimagrito e la sua voce si era abbassata di diverse ottave.

«Perché David oltre a sparargli può fare poco» rispose Roxy. Il sergente alzò le braccia al cielo, spazientito dalle sue uscite di quel giorno. Lorentz, invece, sembrava volesse scomparire, inghiottito dalla sua sedia, quasi si sentisse colpevole per tutto ciò che la fuga di suo figlio aveva causato.

«Si era detto chiaro e tondo di non usare i nostri poteri in pubblico» ricordò Liam.

Angela annuì. Era d'accordo con lui, mandare altri mutanti era troppo pericoloso.

«Cercheremo di non costringervi a usarli, ma se servirà, devo sapere di avere i migliori sul campo» spiegò David.

«Brancoliamo nel buio più totale, siamo molto in svantaggio anche rispetto alla polizia» protestò Liam.

«È per questo che ho bisogno di gente pratica del luogo e che conosca Michael. Garcia vive là. Frequenta tutti i posti della movida: può infiltrarsi facilmente con te e Roxy. Michael non sospetterà nemmeno che sono stato io a contattarlo, potrebbe avvicinarlo di sua spontanea volontà» spiegò David.

«Al che io e Liam interveniamo e poniamo fine alla fuga» lo prevenne Roxy.

«Cosa ti fa pensare che cercherà ancora di vendere la droga?» obbiettò Garcia.

«Senza quelle pasticche non va da nessuna parte, è già un miracolo che non sia morto di fame finora.» Roxy ne era certa.

«È solo un bambino viziato che è uscito di qui per darsi alla pazza gioia!» tuonò Liam.

«Quel ragazzino ha solo tre anni meno di te e al tuo contrario sta studiando duramente. Non sai nulla di quello che ha passato qui negli ultimi mesi» lo difese Angela.

«Pensi che non abbia sentito cos'ha combinato prima di scappare? Non è la prima volta e non sarà l'ultima. Perché dovrei rischiare la mia vita per lui?» li affrontò Liam.

«Perché se non fosse per lui non saremmo qui, ora diamoci tutti una calmata. Lo scusi, Mr. Lorentz, Liam ha fatto un lungo viaggio...» tagliò David. «Non sto dicendo che Michael non pagherà, solo non possiamo aspettare che lo arrestino. Nessun carcere tradizionale fermerà quel ragazzo e lo sapete meglio di me».

A Tom tremavano le mani al pensiero di vederlo rientrare dalla porta come se niente fosse. E Kathy? Conosceva Michael, si sarebbe fatto perdonare in fretta. «Io voto a favore, a patto che non torni a scuola.»

David si voltò perplesso verso di lui. Liam, Garcia, Angela e Ariel lo squadrarono stupefatti; Roxy invece sogghignò. Tom per lei era sempre stato un libro aperto: aveva paura di come Kathy avrebbe reagito al ritorno del mutante.

«Secondo me, Tom ha ragione, qui ci sono dei ragazzini, non li salviamo per farli ammazzare da un pazzo...senza offesa Signor Lorentz» aggiunse Liam affiancando Tom e battendogli sulla spalla.

«Non tornerà qui alla scuola, prima di essere sotto controllo» assicurò David.

«Sta attirando troppa attenzione della polizia europea sui mutanti e non in maniera positiva. Se volete che non ci ritroviamo a dover lasciare anche la Svizzera in fretta e furia dobbiamo fermare Michael e dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi» intervenne deciso Lorentz.

Ariel sospirò, ma alla fine gli diede ragione. David annuì.

«Sul dopo decideremo coi genitori. Voi bloccate quel ragazzo e riportatelo a casa.»

Garcia assentì. Liam e Roxy erano già in piedi sull'attenti. Quando veniva loro impartito un ordine diretto, la loro indole militare li portava a obbedire all'istante. Si batterono il cinque a vicenda e lasciarono la stanza come tre compagni in gita di piacere, nonostante avessero discusso duramente fino a pochi momenti prima.

«Grazie Angela, il tuo parere è sempre prezioso» le sorrise David.

Ariel invece la tirò da parte: «Roxy ti ha detto qualcosa? Oggi era pallida come un lenzuolo quando è arrivata, poi quella uscita sulla dottoressa. È strano. Kathy sta bene?»

«Mi sembra di sì, a parte che è arrivata tardi a lezione e si vedeva che aveva dormito poco» confessò Angela.

«Avvisami se capti qualche pensiero fuori dal normale.»

«Abbiamo il compito di biologia, quindi capterò soprattutto il suo odio per le scienze!» sospirò Angela mentre si dirigevano all'ascensore.

Ariel sorrise. «È una bianca, cosa ti aspettavi!»

«Tu scappi?» Era un secolo che lei, Roxy e Ariel non si incontravano davanti a un caffè a chiacchierare senza che ci fosse un'emergenza. Erano state molto amiche un tempo.

Ariel controllò l'orologio. «Le bimbe che escono dalla materna tra meno di un'ora. Se scopri qualcosa scrivimi!» aggiunse prima che l'ascensore si chiudesse e iniziasse a scendere verso le aule dell'accademia.

Angela si perse nel caos della fine dell'intervallo. Kathy e Liv erano lì che chiacchieravano tra di loro. Provò una fitta di nostalgia per i vecchi tempi, quando era stata solo un'allieva di quella scuola improvvisata. Rientrò in aula e sedette alla cattedra. A volte le mancava l'idea di avere davvero una sua classe, una scuola, un programma, colloqui coi genitori. Era parcheggiata lì e amava aiutare quei ragazzi nella loro formazione, ma le era sempre mancato qualcosa. Era come se la sua vita fosse stata messa in pausa e ora poteva solo fingere che fosse tornata normale. Forse invidiava un po' il coraggio di Garcia che aveva trovato un modo per seguire comunque le sue passioni in un mondo normale. Si chiese se avesse una famiglia o un legame. Mentre aspettava Kathy e Liv si perse a immaginare la vita che doveva avere a Berlino. Aveva un'identità, diversa dalla sua precedente, ma pur sempre più reale della loro. Kathy e Liv rientrarono in quel momento. Le bastò un'occhiata per capire che Kathy aveva lo stesso colorito di Roxy. Doveva decisamente indagare più a fondo: Ariel aveva ragione.

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