"Il Portale"

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Avevamo lasciato Clark con i suoi pensieri, beh adesso il suo scopo era un'altro, riprendere l'avventura.

Purtroppo pure lui come tanti sapeva che non basta uno schiocco delle dita per ottenere ciò vogliamo, non siamo in un film di fantascienza, nella vita reale non ė cosi, nella vita reale ti devi guadagnare l'impossibile con il sudore, se vuoi ottenere qualcosa, ci vuole determinazione e fermezza.

Sotto quella palma Clark aspettava che il cerchio comparisse e si riaprisse per riportarlo dall'altra parte, dove aveva gioito e nello stesso tempo un pó sofferto.

Da quando era tornato aveva passato quasi tutto il pomeriggio lì, in spiaggia, taciturno e pensieroso; il sole giá calava all'orizzonte, un leggero alito di vento gli colpí il viso, sulla pelle sentì una sensazione strana, un brivido lo scosse.

Il tramonto era vicino, la chiave fu quella, bisognava aspettare l'imbrunire ed ecco che apparve il bagliore di luce per dare spazio a quel cerchio pieno di colori, Clark sobbalzò, il suo sorriso non aveva confini, l'attesa era finita.

Stavolta si disse Clark che l'avrebbe vissuta sino in fondo (tanto nessuno avrebbe sentito la sua mancanza e nessuno lo avrebbe cercato, lì erano solo secondi, minuscole frazioni di tempo).

Clark si avvicinò alla battigia e aspettò l'avvicinarsi del cerchio.

Parve evidente che quel portale   temporale lo aveva scelto come viaggiatore di altri mondi.

Si guardó attorno, non vi era nessuno a guardarlo quindi entrò attraverso il cerchio e in un secondo questi scomparve.

                                                   ...continua

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