Capitolo 3: Primo Incontro 最初の会議

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Una luce fioca filtrò dalle lunghe tende che coprivano. Inolya si stiracchiò e si sciolse la lunghissima treccia che usava per dormire, sbadigliando e dando un'occhiata distratta alla sveglia poggiata sul comodino accanto al suo letto. Strabuzzò gli occhi neri e si asciugò la leggera bava attorno alla bocca creatasi durante il sonno.
Scattò in piedi, quello era il suo primo giorno alla Royal Academy, e non poteva certo arrivare in ritardo. Chissà come sarebbe stata!
Si lavò i denti, si infilò la divisa in tutta fretta rischiando di inciampare più volte e pettinò in un semiraccolto i suoi lunghi capelli biondi.
Afferrò la cartella che aveva organizzato la sera prima e scese le scale, afferrando una frittella da mangiare per strada.
-Mamma, io vado!
-Aspetta, ti accompagno.
-Ma mamma, la scuola è qui, a due isolati, come mi avete spiegato ieri.
-Non fa niente, vengo con te lo stesso.
Fumiko uscì indossando alla bell'e meglio due stivali ed accompagnò la figlia, che come suo solito camminava silenziosamente con aria serafica. Fumiko la studiò amorevolmente e pensò che forse era davvero troppo restrittiva nei confronti di Inolya.
Erano però a Tokyo, dove si aggirava anche l'individuo da cui dovevano proteggerla, perciò i suoi comportamenti erano giustificati, si ripeté come per placare il rimorso che prendeva piede nel suo cuore ferito da tempo.
-Mamma, siamo arrivati.
Inolya alzò lo sguardo verso l'enorme scuola che sostava cupamente davanti a lei e che le produsse un brivido lungo la schiena. Faceva davvero paura, ma si riscosse immediatamente, facendo un grosso respiro.
-Ciao tesoro, ci vediamo tra quattro ore.
-Sì!
Diede un bacio sulla guancia alla madre ed iniziò ad entrare timidamente all'interno dello spazio protetto dagli immani cancelli che la facevano sembrare ancora più piccola.
Passò davanti ad un gruppo di ragazzi appostati su un muretto, incerta su dove andare e guardandosi intorno con il nasino all'insù, proprio come una bambina.
Uno di loro la adocchiò e le si avvicinò ghignando, per suscitare il divertimento dei suoi compagni:
-Ehi bamboccia, che ci fai qui? La scuola elementare è dall'altra parte.
I suoi amici scoppiarono a ridere, mentre Inolya rimase in silenzio, abbassando di poco la testa. Non sapeva cosa dire, non aveva mai scambiato battibecchi del genere con nessuno se non con sua madre e quel ragazzo così imponente le metteva addosso un'ansia impellente da voler fuggire. Come avrebbe dovuto reagire ad una presa in giro?
-Dai ragazzi, lasciamola perdere. Che ci dobbiamo fare?
Se ne andarono, già stanchi di lei, creando attorno a loro uno spazio tra la folla radunata davanti all'ingresso. Erano popolari, si vedeva. Inolya deglutì e scrutò le persone che la circondavano.
C'erano pochissime ragazze, ne contava circa una trentina, compresa lei. Sarebbe stato ancora più difficile fare amicizia: già non ci riusciva con le ragazze, figuriamoci con un ragazzo! E se fossero stati tutti come quello che l'aveva apostrofata precedentemente? Lei non aveva mai parlato con un ragazzo in vita sua, se non forse all'asilo.
Notò che tutti gli studenti si avviavano verso l'interno e lei li seguì, non sapendo cosa fare. Era stata assegnata alla 3D inferiore, ma non sapeva dove fosse. Quella scuola sembrava un labirinto e lo constatò perdendosi nei corridoi di freddo metallo battuto che incombevano sopra di lei ad imprigionarla e che non la rassicuravano per niente, facendola tremare di un'oscura paura celata nel proprio animo.
-Cosa stai cercando?
Una voce profonda e roca dietro di sé la fece sussultare, mettendosi sull'attenti come faceva in reazione alla maggior parte delle persone che la interpellavano.
Si voltò e vide un uomo molto alto di mezz'età, con i capelli brizzolati legati in una coda di cavallo bassa ed un paio di occhialetti che nascondevano i suoi occhi, che la stava fissando.
Arrossì, ma si fece forza per rispondere.
-Ehm..io starei cercando la 3D inferiore, signore..-
-Sei la ragazza nuova?
-Si..m-mi chiamo Inolya Zuko.
Ray Dark sobbalzò ma non lo diede a vedere, fermo e statuario com'era al centro dello spazio che separava il resto dell'accademia da Inolya.
-Svolta il corridoio e prendi la prima porta a destra. Dovrebbe essere lì.
Inolya annuì timidamente e poi se ne andò incassando le spalle, senza neanche ringraziare. Probabilmente era un professore, si disse, e aveva anche fatto una pessima figura.
Ray Dark's point of view.
Ray Dark era pronto per iniziare un nuovo anno scolastico nel suo istituto, la Royal Academy, del quale era il preside e comandante.
Il suo obiettivo era quello di creare la squadra di calcio più forte del Giappone e ci era riuscito. La sua Royal infatti era invincibile, aveva vinto tutti i Football Frontier degli ultimi quarant'anni. Il suo momento più brillante era stato con Jude Sharp, ragazzo che lui stesso aveva creato.
Amava il potere, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere al di sopra di tutti ed avere la sua rivalsa contro coloro che invece lo avevano fatto cadere in basso e lo avevano etichettato come una nullità insignificante a causa del fallimento di suo padre, di cui da allora ebbe un autentico terrore.
Per il potere, aveva causato l'incidente che fece perdere la Raimon a tavolino, quarant'anni prima, di cui lui stesso aveva fatto parte. Per il potere, utilizzava metodi violenti per impadronirsi formalmente delle scuole contro le cui squadre la Royal si scontrava. Aveva costruito un impero e nessuno fino ad allora aveva avuto prove sufficienti ad incastrarlo.
Eppure, quella semplice ragazzina ingenua lo aveva per la prima volta, dopo tanto tempo, destabilizzato nelle certezze che si erano consolidate in lui.
I suoi occhi erano come erano stati i propri, intensi e neri come la pece.
Si chiamava Inolya, Lya.
Come sua figlia, la bambina che gli avevano portato via, ma questo non lo sapeva nessuno.

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