Capitolo quattro: Bullismo いじめ

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Inolya si presentò con un lieve ritardo alla porta dell'aula che avrebbe dovuto ospitarla e che era grigia come tutto il resto della scuola, che la stava lentamente facendo precipitare in uno stato di torpore, come se non fosse più padrona della propria volontà ma qualcun altro muovesse i fili dell'istituto e della sua vita scolastica.
Bussò piano e le aprirono.
Entrò a testa bassa, avvicinandosi alla cattedra del professore e facendo un inchino impacciato.
-Buongiorno signorina, sei la ragazza nuova?
Inolya annuì e continuò a guardarsi le ciabattine che le erano state consegnate all'ingresso insieme al suo nuovo armadietto.
-Puoi scrivere il tuo nome alla lavagna?
-S-sì, signore.
Scrisse il suo nome, Inolya, a caratteri abbastanza grandi ma incerti.
-Va bene, puoi andare a sederti laggiù, vicino alla signorina Naruka.
Inolya posò il gesso e ringraziò mentalmente il professore che non le aveva chiesto di descriversi e presentarsi, come spesso succedeva con i nuovi arrivati. Avrebbe balbettato per la maggior parte del tempo,e sarebbe stata una figura orribile.
Cercò con i suoi occhi neri il posto indicatole dal professore e quando capì vicino a chi avrebbe dovuto sedersi sbiancò. Era una ragazza, una delle poche che aveva visto alla Royal, ed era semplicemente bellissima. Aveva dei lunghi capelli molto curati color mogano e un paio di occhi nocciolati che conferivano al suo sguardo un sentore acido e magnetico. Inolya non si stupì a pensare che quella ragazza fosse molto popolare, nell'istituto.
Si accomodò, raggiungendo il suo nuovo banco, e tirò fuori le sue cose timidamente.
-Ciao.
Inolya si girò al suono di quella voce, che apparteneva alla ragazza che faceva di cognome Naruka.
-C-ciao..
-Tu quindi sei Inolya? Piacere, mi chiamo Megumi.
Inolya fece un piccolo sorriso e si chinò sul suo quaderno. Quella presentazione aveva qualcosa di sospettoso, le puzzava di marcio.
Quando il professore di matematica lasciò l'aula, infatti, Megumi le si fece davanti, sogghignando.
Inolya si schiarì la gola.
-Hai..bisogno di qualcosa?
-Sì, che tu la smetta di parlare. Non so se ci intendiamo, Inolya. Qui quella che comanda sono io, ti è chiaro? Prova solo a fare un passo falso e te la vedrai con me, ma non credo lo farai, sembri una che cede subito alle richieste altrui. -concluse, ridacchiando arrogante.
Inolya rabbrividì per il tono cattivo usato dalla compagna e annuì impercettibilmente. Sperava di non essere incappata in un giro di bulli perché non avrebbe saputo come reagire. Si alzò e andò verso la porta a testa bassa, ma non riuscì ad uscire perché venne trattenuta ad un braccio.
Si voltò e questa volta vide non solo Megumi, ma anche alcune delle sue compagne di classe, evidentemente fedeli cagnoline della mora.
-Dove vai con così tanta fretta? Ancora dobbiamo spiegarti alcune cose.
Le altre scoppiarono a ridere, mentre Megumi la buttava a terra con facilità, facendole sbattere l'osso sacro.
-Sei deboluccia e anche piccolina. Personalmente non vedo nulla che ti potrebbe far notare. Sei così anonima!
Inolya chinò la testa e non ebbe il coraggio di rialzarsi, soffrendo in silenzio.
Questo suo atteggiamento produsse una reazione di scherno nelle sue nuove compagne che la iniziarono a prendere a pugni e a calci, ignorando i gemiti di dolore della bionda.
-Finalmente abbiamo trovato la nostra bambolina personale! -sghignazzò una.
A quelle parole Inolya si agitò ulteriormente e singhiozzò, e ciò non fece altro che aumentare il divertimento delle sue bulle.
-Cosa sta succedendo qui?
Una voce maschile risuonò dalla porta dell'aula ormai vuota, occupata solo da Megumi e le sue compagne che si prendevano gioco di Inolya.
Megumi si bloccò all'istante, mentre le altre rimasero pietrificate sul posto.
-M-mi scusi signore..noi non..-
-Sta zitta, ti ho dato il permesso di parlare? Chi sei tu?
-Ehm..Naruka Megumi, signore.
L'uomo dagli occhialetti scuri ghignò e ordinò che fossero portate in presidenza per ricevere una severa punizione.
Rimasto solo con Inolya, la squadrò attentamente. Era davvero una deliziosa bambolina, con qualche lentiggine di troppo.
Di solito Ray Dark non puniva questi piccoli scontri tra compagni, anzi molte volte spingeva a far sì che si creassero, in modo che i suoi studenti diventassero i più forti e temuti in tutta Tokyo.
Eppure, la vista di quella ragazzina tremante lo aveva confuso, come era successo prima quando l'aveva incontrata spaesata per il corridoio.
Le porse una mano ed Inolya la afferrò, tirandosi su a fatica.
-Inolya, giusto? Tutto bene? - domandò con quella sua voce grottesca ed arcigna.
-S-sì...signore.
-Chiama a casa. Credo non sia opportuno restare.
Inolya tossì e andò zoppicando negli uffici di segreteria per chiamare sua madre, seguita dall'uomo.
Ad Inolya sfuggirono le occhiate apprensive che Dark le lanciava, avrebbe infatti dato qualsiasi cosa pur di sparire da quel luogo.

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