2. Partenza

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RIELE

"Ritorniamo ad essere dei buoni amici" asserii con volume basso.

"E per la cronaca io non ritornerò mai tuo amico. Te lo devi scordare" proferii.

Mi sveglio di soprassalto inalando più aria possibile.

«Olé, si è svegliata» sento dire da Joanna ai piedi della macchina.

Stropiccio gli occhi e sbadiglio a gran voce.

«Siamo a Los Angeles?» le chiedo stordita.

Lei anziché rispondermi mi ride in faccia unito a mio zio. Che c'è?

«Ma ci sei o ci fai dolcezza? Siamo appena arrivati all'aeroporto» mi burla per poi colpire il braccio di suo padre «L'hai sentita? Ha detto se fossimo arrivati a L.A.»

«Ah... Riele, Riele, Riele» mi nomina zio John toccandosi la fronte.

Scendo dal veicolo e mi stiracchio la schiena. Non mi ero accorta che fossimo ancora nell'auto. Trasciniamo i trolley verso l'entrata della struttura e nel frattempo Joanna mi informa:

«Ti abbiamo chiamata una dozzina di volte. Mi dici dove avevi la testa?»

Sospiro in silenzio, flettendo il collo sul pavimento pulito. Nelle ultime ore sto avendo delle rievocazioni su quel lontano 4 gennaio di quattro anni fa... Non so apparentemente la ragione, ma l'unica soluzione plausibile sarebbe la nostra breve partenza verso Los Angeles. Insomma io e lui un tempo abitavamo lì, per cui potrebbe darsi che il mio cervello stia cercando di dirmi qualcosa.

«Allora? Mi ascolti?» mi riporta in superficie.

La guardo spaesata.

«Uh?»

Lei sospira arresa e procediamo a fare il check-in. Oggi nell'aeroporto c'è un buon quantitativo di viaggiatori; alcuni sono super affrettati a non perdere il loro gate mentre altri aspettano pazientemente, certi dormono pure, il proprio volo.  

«Bene ragazze, io vi aspetto laggiù intanto che controllate il vostro volo» ci avvisa mio zio, puntando la postazione delle sedie di attesa.

Annuiamo dirigendoci al check-in. Una ventina di minuti seguenti, dietro agli altri passeggeri del nostro stesso volo, le hostess da terra ci danno il via libera per il viaggio.

«Il gate del vostro volo aprirà fra pochi minuti. Vi consigliamo di avvicinarvi agli sportelli» ci comunica uno steward.

Annuiamo e ci incamminiamo verso il padre di Joanna per avvisarlo e fargli ultimi saluti.

«È giunto il momento che io e Riele ci imbarchiamo.»

«Oh, capisco» ci dice.

Io e Jo gli sorridiamo e lo abbracciamo.

«Godetevi la vacanza» ci espone «Ve lo meritate entrambe dopo esservi laureate.»

«Eccome, fadda» si elettrizza mia cugina.

Fadda è un termine in lingua creola giamaicana, significa padre.

«A presto» lo salutiamo e ci dirigiamo finalmente al gate di imbarco.

Dopo una serie di controlli dei documenti dagli agenti di sicurezza e quant'altro, prendiamo posto nei sedili dell'aereo. Joanna si sfrega le mani per l'allegria.

«Non vedo l'ora di atterrare!! Aspettavo da una vita questo viaggio con te» mi strizza l'occhio.

«Pure io» le ricambio «La città in linea generale
è magnifica e anche molto solare nonché calda. Non come qui in Canada; lì si respira un'aria differente ma che rimpolpa, nonostante siamo quasi a fine settembre.»

«Speriamo di non trovarci con oggetti o robe del genere fuori budget.»

«Già» concordo.

Prima che spegniamo i dispositivi elettronici, mando un messaggio ai miei genitori e a Reiya. Non hanno potuto accompagnarmi per via del loro lavoro e mia sorella non abita più con gli zii Katia e Nelson; si sono trasferiti fuori dalla California, mentre ora Reiya vive e lavora in Inghilterra.

«Peccato che Reiya e Rylee non ci siano» dico allacciandomi le cinture.

«Sarà per la prossima volta. Tanto ci saranno altri viaggi» mi dichiara.

Ha ragione, ma è complicato trovare i periodi liberi che coincidano con tutte noi.

«Bene, io mi faccio un piccolo pisolino. Oggi mi sono svegliata troppo presto e ho bisogno di ricaricare le batterie» sbadiglia sgranchendosi «A dopo.»

«A dopo Jo.»

L'aereo si prepara al decollo e approfittando del sonno di mia cugina, mi inabisso nella mia lista musicale osservando come sempre il finestrino.

La musica in questi quattro anni mi ha consolata, e alleggerito l'umore allo stesso tempo. Inoltre mi sono raffigurata in alcune canzoni, specialmente in un brano che Joanna ha scelto per puro caso mentre viaggiavamo in auto, nell'estate di qualche anno fa:

Al calar della notte, io e Joanna dovemmo rientrare a Toronto da Kingston dove visitammo mia nonna Cecilia, la madre di mia madre. La tangenziale era immersa nel buio pesto e solo le lieve luci delle auto in lontananza da noi, con aggiunta dei fari della macchina di mia cugina, ci consentirono di non sbagliare la via di ritorno.

Era Luglio e il clima estivo era abbastanza accettabile, tuttavia ci fu un silenzio inquietante nell'ambiente e così Joanna decise di accendere la cassa.

"Sembra che stiamo attraversando un cimitero, anziché una tangenziale. Basta, io inserisco qualcosa" sfogliò le sue playlist e restò vigile contemporaneamente alla guida.

Non so come potesse compiere due cose in simultanea, ma be' stavo pur sempre parlando di Joanna; la mia stravagante ed eccezionale cugina. Lei può fare tutto.

Appoggiai gomiti sulla portiera e osservai le pochissime luci degli edifici accanto alla tangenziale, fino a che udii una dolce melodia accomodarsi nelle mie orecchie.

Non mi fu per nulla familiare e la voce del cantante credetti che fosse Drake, eppure mi ricredetti nell'attimo in cui ascoltai per bene i primi due versi:

"Don't think that we, could ever be friends again."
Non pensare che noi, potremmo mai essere di nuovo amici.

Rimasi stordita nell'ascoltarlo ma procedetti.

" 'Cause our history, seems like it never ends."
Perché la nostra storia, sembra non finire mai.

A quel punto il mio udito si affievolì e le successive note mi suonarono ovattate, fino a quando cambiai canzone a metà brano.

"Ma perché l'hai cambiato?" mi domandò lei, sbirciandomi dallo specchio retrovisore.

Non risposi inizialmente. Fui ancora persa tra quelle strofe che fecero richiamare il mio passato con lui.

Brividi inarrestabili mi percossero, i miei occhi divennero lucidissimi e cercai di replicare con indifferenza la sua richiesta.

"Troppo noiosa."

Mia cugina non si accorse di niente, borbottando tra sé e sé. Io guardai la strada nella penombra, con le palpebre spalancate e con la mia mente che vagava tra quelle piccole ma martellanti frasi.

Quel testo, quelle parole erano così fottutamente precise alla situazione che stavo vivendo o meglio dire che io e Jace stavamo attraversando; ci rappresentava al massimo. Ed era decisivamente asfissiante: un maremoto di ricordi trascorsi con lui mi riaffiorarono tra quelle note.

Mi causa molto dolore nel rimembrarlo anche se è passato parecchio tempo...

Reprimo le labbra toccandomi il petto scalpitante. Ammetto che mi manca.

Non sono riuscita a dimenticarlo. Mi sarebbe impossibile, malgrado io ci abbia provato

Sospiro contro il vetro, notando che siamo a questo punto tra le nuvole. Chissà se tutt'oggi, mi starà pensando. Un dolore acuto mi avviluppa per poi sparire come è apparso, al pensiero che mi abbia obliata. Oltretutto era quello che volevo, anche se è dura da sopportare.

Lui merita una ragazza che ricambi completamente il suo amore con la sua stessa intensità

Poso la testa su una mano, e con l'altra tocco con le dita il fermaglio a forma di videocamera sui miei ricci. Mi ha sempre tenuta compagnia questo piccolo portafortuna e difficilmente me ne stacco.

Infondo è come se attualmente una parte di lui sia con me

Chissà dove sarà finito. Sarà rimasto a Los Angeles? Oppure è tornato a Corrales? O forse si è trasferito perfino in un altro continente?

Nei mesi successivi dal termine della nostra relazione, avevo provato a contattarlo volendogli riferire il reale motivo per cui l'avessi lasciato; fallendo miseramente. Ogni messaggio, ogni vocale che gli inviavo non l'ha mai ricevuto. Inoltre a peggiorare il mio tentativo fu il fatto che mi avesse bloccata su tutte le applicazioni di messaggistica e sui vari social network. Rendendo impossibile l'impresa.

Durante questi anni ho perso totalmente le sue tracce e oltre a non seguirlo più nemmeno sui social, li ho aboliti dal mio cellulare. Ho voluto astenermi dal dolore che avrei provato appena mi fossi fermata nelle sue immagini postati e non solo... Ho archiviato tutte le foto che ci ritraevano innamorati e frasi che mi ricordassero di lui, non volendo riemergere il nostro noi; essendo oramai inesistente.

Il destino ha voluto che la nostra relazione giungesse al capolinea e me l'ha voluto far capire, tramite i blocchi sulle app di messaggistica. Ed è meglio così, a questo punto. Auspico che abbia trovato una ragazza migliore di me e che lo renda felice, amandolo come io non ho saputo fare.

Inconsciamente le mie palpebre si chiudono man mano che i miei occhi passano la vista tra le nuvole.

"Eppure chissà come avrai trascorso gli anni dopo la nostra fine. Bene oppure male? Jace, mi stai pensando o mi avevi pensata?"

Purtroppo questi interrogativi che mi sto ponendo, non riceveranno mai alcuna risposta.

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Angolo Autrice:

Aww genteee, nonostante siano passati molti anni Riele non l'ha dimenticato. Che bella notizia!! Oppure no? Come la nostra adorata Riele, anche noi vorremmo tanto sapere dove sia finito e cosa abbia fatto in questi anni il nostro povero orsacchiottoso Jace. Lo scoprirete ovviamente ;)
Ogni cosa ha il suo tempo ^^

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