Il libro

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng


Questa storia ha partecipato al contest su Facebook Vesny's 1 edizione Settembre 2022 ispirata alla parola Freddo


Luciano odiava il caldo, quell'opprimente sensazione di essere costantemente bagnato di sudore.

Così rimaneva dentro casa ad aspettare che i mesi d'estate passassero in fretta. Ai primi caldi usciva la mattina presto a fare la spesa. Passava davanti alle vetrine della libreria, così chiedeva di appoggiare le borse vicino alla cassa, e acquistava un buon libro da leggere. Anche quel mercoledì entrò dentro incuriosito.

"Cosa mi suggerisci Laura? Mi piacerebbe qualcosa che mi facesse rabbrividire, non di paura ma di freddo." Ridacchiò come sapeva fare un vecchio signore educato.

La commessa lo conosceva, gli sorrise e lo portò vicino agli scaffali. "Che ne dice di un libro classico ambientato in mezzo alla neve?" Lei fece il gesto di rabbrividire da brava attrice.

"E sarebbe mia dolce fanciulla?" La prese in giro.

"Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern. Parla della spedizione degli alpini in Russia nella seconda guerra mondiale e del loro disastroso rientro. Credo che le piacerà."

Prese il libro e lo guardò. "Va bene, lo prendo, lo conosco ma voglio rileggerlo." Luciano aveva riso. "E poi più freddo di così..."

Pagò e Laura lo osservò preoccupata. "Tutto bene Luciano?" Aveva tremato un po' troppo nel prendere i soldi dal portafoglio. "Sì, tranquilla, oggi è così." Le aveva risposto soddisfatto mentre riponeva il prezioso libro nella borsa della spesa.

Aveva il Parkinson, lo sapeva gestire ma a volte i sintomi erano evidenti.

"A domani Luciano, vada a casa prima del caldo torrido."

Era gentile e a lui piaceva scambiare due chiacchiere.

Rincasò e sbrigò le poche incombenze domestiche, da quando Marta non c'era più era diventato bravo, lui che si era fatto sempre accudire dalla moglie!

Indossò dei vestiti comodi, socchiuse le imposte che davano sul giardino condominiale.

Accese il ventilatore, si sistemò sul divano e iniziò a sfogliare il libro.

Luciano leggeva piano, a volte con fatica, le mani oggi gli tremavano più del solito, sbuffò e si ricordò delle parole di suo figlio.

"Papà non puoi restare da solo, vieni con noi in città." Marco aveva insistito tanto, ma lui era testardo e aveva rimandato l'offerta.

"Finché posso lasciami rimanere a casa mia e di tua madre, il tempo verrà, figliolo."

Marco aveva annuito, sapeva che doveva lasciargli i suoi spazi ma da quando era morta Marta lui si preoccupava della sua solitudine.

Lesse le prime pagine e già la sensazione di fresco gli avvolse il corpo magro.

Le distese di neve, le marce degli alpini in mezzo al gelo della Russia, gli sembravano reali, la disperazione del protagonista lo prese così tanto che non avvertì più il calore che entrava dalla finestra e che scaldava, a poco a poco, la stanza.

Non sentì gli schiamazzi dei bambini in giardino che si tiravano i gavettoni d'acqua.

Era agosto il mese più caldo di sempre.

Ma lui era in Russia in mezzo al ghiaccio, e di pagina in pagina tutto gli sembrava reale. Gli alpini lottavano per non congelarsi e tornare a casa.

Già a casa! Il posto dove ormai viveva da solo. Per lui casa era Marta, ma lei non c'era più, allontanò il fastidio di quel dolore mai sopito.

Si immerse di più nella lettura. Gli sembrò di percepire il freddo salirgli dai piedi su fino alle gambe.

Se avesse indossato gli scarponi del sergente che comandava la compagnia, ora sarebbe stato pronto a scattare in avanscoperta.

Si sorprese di trovare il plaid di Marta sul divano e si coprì le gambe, tremò un po'. Non aveva più caldo, anzi aveva freddo, ma non era doloroso anzi gli restituiva una sensazione di benessere fisico. Non sudava e si sentiva leggero.

Il suo sergente camminava arrancando sulla neve, bestemmiava ma incitava i suoi soldati.

Luciano girò un'altra pagina, la mano non stava ferma, afferrò il foglio e lo tenne stretto con entrambe.

Lesse a voce alta, scandì le parole e incespicò alla fine, finché non sentì più la sua voce.

Era stanco e infreddolito.

Marta era seduta al suo fianco e lo coprì. "Prenderai freddo, Luciano. Riposa un po'." Toccò il suo libro e gli sorrise.

La guardò con un misto di sorpresa e rabbia. "Marta ma dov'eri? Ci hai messo un bel po' a tornare a casa."

"Ma adesso sono qui e saremo insieme per sempre." Sua moglie gli accarezzò la guancia.

"È strano Marta... È agosto ma sono intirizzito..." Lei gli posò la mano delicata sulla fronte e quel gesto lo scaldò.

Il libro rotolò a terra, la mano di Luciano scivolò di lato.

Se ne era andato, ma sul volto aveva un sorriso disteso. Marta lo aspettava sulla porta, bella come era stata a vent'anni e pure lui non era da meno.

Luciano la raggiunse e si girò a guardare il libro. "Era una bella storia, possiamo leggerlo insieme adesso?"

"Lo faremo, in un posto bellissimo e pieno di luce." Marta lo prese per mano e uscirono dalla stanza abbracciati.

Marco quella sera lo trovò abbandonato sul divano, il libro sul pavimento. Era andato via senza soffrire e sul viso aveva un sorriso addolcito che non riusciva a spiegarsi.

Vide il plaid sulle gambe del padre e sussultò. Era di mamma, il suo preferito.

Lo aveva nascosto per non farlo soffrire, perché suo padre quando lo vedeva, cambiava in volto e si rattristava.

Marco accarezzò la stoffa che lo avvolgeva ed ebbe la sensazione che lei fosse tornata per non lasciarlo da solo, ora i suoi genitori erano insieme.

Si sedette vicino al padre prima di chiamare i soccorsi.

"Papà ora stai bene, ne sono sicuro. Bacia la mamma per me."

Raccolse "Il sergente nella neve" da terra e lo strinse al petto. Un sentore di leggerezza lo avvolse. Una delicata sensazione di fresca e frizzante emozione che non lo avrebbe lasciato mai più.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro