Capitolo 20.

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Oggi siamo andati a prendere Gaetano. Finalmente, il periodo del preaffido è arrivato.

Dopo due anni di attese e, per certi versi anche tormenti, ce l'abbiamo fatta.

È proprio vero che chi la dura la vince! Con il tempo che ci vuole, però la costanza premia sempre.

Federico non ha dormito, lo capisco dalle occhiaie e dall'energia con cui mi ha salutata questa mattina. Io sono bene o male nelle sue stesse condizioni. Ho passato la notte e il momento del viaggio a immaginare ogni momento, per filo e per segno.

Non abbiamo parlato. Una volta entrati in auto, io ho acceso la radio ed entrambi abbiamo lasciato che la musica parlasse per noi mettendo alcune canzoni da "YouTube".

Entrati nell'orfanotrofio, la signora Wonder ci ha accolti con il bimbo tra le braccia, mentre gli altri scorrazzavano in giro, qualcuno disegnava e qualcun altro era intento a guardare i cartoni animati davanti allo schermo della TV.

C'era anche una ragazza, avrà avuto quindici anni, massimo massimo diciotto ma non di più, che aveva raccolti a sé un gruppetto e leggeva loro "Cappuccetto Rosso", racconto al quale quasi tutti sembravano interessati.

"Buongiorno" Ci ha sorriso la Wonder.

"Buongiorno" Abbiamo risposto educatamente noi, mentre il piccolo protendeva le braccine dolcemente verso Federico.

Lui mi ha guardato, stupito, e io gli ho sorriso. Al ché ha fatto un respiro profondo, ha guardato negli occhi la direttrice che glie l'ha passato lentamente. L'ha preso e l'ha sistemato per bene tra le sue braccia per non farlo cadere, e il bimbo da subito ha appoggiato le sue braccine sulle spalle del mio compagno, tenendosi al maglioncino una volta acquisita la posizione "stabile".

Il mio cuore traboccava di gioia nell'assistere a quelle immagini, e tutto il resto è passato sullo sfondo.

"Presumo che per oggi possa bastare così... Pignola per forza, ma strega non lo sono!" Ha esclamato scherzando la direttrice riportandoci alla realtà. Purtroppo non ho capito bene, quindi ho dovuto domandare di ripetere.

"Come scusi?" L'ho guardata con aria interrogativa.

"Siete liberi di andare" Ha detto direttamente. "Qualora ci fosse qualcos'altro di cui parlare, fisseremo un colloquio in un secondo momento" Ci ha sorriso.

"Grazie mille" Le ha teso la mano Fede, che lei ha stretto. Ho fatto lo stesso e, dopo l'ultimo saluto, siamo usciti.

"Ciao amore!" Ho sussurrato dolcemente a Gaetano, che ci ha sorriso a sua volta. Federico è rimasto lì a guardarci, con il suo portamento fiero e lo sguardo serio, che nasconde tanta insicurezza, esattamente come quella che ho io e che hanno tutti quanti di fronte alle prime volte. Però abbiamo tanta voglia di farcela e tanto amore da dare. Ce lo si legge negli occhi.

"Avevo tanta paura prima, ne ero terrorizzato" Dice Fede senza distogliere lo sguardo dal piccolo. "Adesso non desidererei altro che non sia essere presente nella sua vita.

Non voglio fare il padre, come non lo volevo prima. Quella figura solo una persona potrebbe rivestirla, e purtroppo non sono io... Però posso sempre accontentarmi di fare... Lo zio acquisito!" Scherza ridendo.

Riesce a scherzarci sopra! Quanto è bello...

Rido anch'io.

"Sarai uno zio acquisito meraviglioso" Gli dico sincera.

"Speriamo!" Esclama facendo trasparire un velo di preoccupazione dal suo tono di voce, per poi tornare a puntare i suoi occhi su di me: "Grazie zietta. Grazie davvero" Risponde. "Penso lo stesso di te" Continua con estrema calma, sincero, facendomi sorridere di cuore. (Speriamo sia davvero così!)

Arrivati all'auto si blocca. Mi guarda con aria interrogativa: "Tu sai guidare?"

Presa alla sprovvista, rispondo schiettamente: "La teoria la so. Non ho mai fatto l'esame però sì, ho studiato. So i cartelli stradali, e guidare una macchina col cambio automatico. Manuale no però, mi viene un attacco di panico"

"E l'esame come lo passi?" Sorride.

"Vedremo. Come mai queste domande? Non penserai di far guidare me, vero?" Scherzo ridendo.

"No no, tranquilla. Dopo questa notizia puoi starne proprio certa!" Esclama.

"Ah grazie!" Scherziamo.

"No... In realtà sì, sai... Volevo vedere come te la cavavi" Mi prende in giro. "Tanto, neanche a farlo apposta, la mia auto ha il cambio automatico!" Scherza accendendola quando arriviamo.

"Tu... Io... Fede, c'è il bambino" Gli ricordo.

"Se non te la senti non importa. Però... Se vuoi... Qui sono le chiavi! Se ti serve per fare pratica"

"Grazie!" Sorrido.

"Niente! Dai adesso andiamo. Sei stanco tu?" Guarda Gaetano, che ha appena appoggiato la testa sulla mia spalla chiudendo gli occhietti.

Gli do un bacio dolcemente, gli accarezzo i capelli e lui gli passa un dito sul pugnetto chiuso, poi torniamo a casa.

In entrambe in realtà è tutto pronto, però oggi Gaetano passerà la giornata con la zia Marghe.

Una volta arrivati, Fede lo posa sul divano e va a lavarsi le mani mentre io lo guardo, quando torna vado io.

Il piccolo sembra voler fare la nanna. Infatti, quando ritorno lo trovo con la testolina sulle gambe di Federico, che lo sta accarezzando dolcemente. Adesso tende le braccine, come a chiedere di essere sollevato. Il mio amico lo accontenta e lo tiene attaccato al suo petto, mentre lui posa nuovamente le sue manine sulle spalle.

Sono veramente bellissimi. È un'emozione vederli così, mi dispiace un sacco non riuscirla a spiegare...

"Tutto bene?" Sussurra Federico guardandomi con aria interrogativa.

"Oh... Ehm sì" Sorrido imbarazzatissima, colta in flagrante a spiarlo. "Scusa..." 

"Non ti preoccupare" Sussurra continuando ad accarezzarlo, poi si alza e fa un giretto per la stanza. Io vado a prendere i libri e il computer, poi corro in cameretta a cercare gli auricolari, che perdo come sempre.

Dopo quella che sembra essere un'eternità, finalmente li ritrovo dietro al letto. Li prendo, apro la scatolina e vado a collegarli al PC. 

 Federico posa Gaetano sul divano, lo copre dolcemente, poi andiamo a sederci accanto a lui e ci guardiamo un film su Netflix.

"Aspetta..." Mi alzo io andando a prendere un'altra coperta per noi. Quando torno, sembra preoccupato: "Hai freddo?" Si guarda intorno. "Ci dovrebbe essere anche la mia giacca da qualche parte..."

"Questa è per noi" Gli spiego senza poter far altro che sorridere. "Non ti preoccupare, al momento sto bene. Lo faccio per prevenire!" Mi risiedo, copro ben bene entrambi mentre lui resta a guardarmi imbarazzato.

"Che c'è?" Sorrido.

"Non lo so, è che di solito sono io che aiuto... Questa cosa adesso mi mette a disagio" 

"Mica ti ho aiutato! Ho coperto un mio ospite!" Faccio spallucce, per poi premere play sul pc. Durante la visione del film, io tengo sempre gli occhi sul piccolo, lui lo accarezza ogni tanto, ma resta sempre all'erta ad ogni suo minimo movimento. Arriviamo alla fine che siamo stanchi, spegniamo il pc con le poche forze che ci sono rimaste. Io lo vado a posare sul tavolo e poi torno con loro, finendo con l'addormentarmi.

Ci svegliamo con Gaetano che piange. Apro gli occhi e vado a prenderlo dalle braccia di Fede. Vado a cambiarlo e nel mentre lancio un'occhiata di sfuggita all'orologio: le due e venti.

Pulito e profumato, lo porto a fare la nanna a letto, resto con lui fino a ché non si addormenta, poi torno dal mio amico.

"Ehy... Vieni con noi in camera?"

"No, tranquilla... Resto qui, il divano è comodo"

"Sei sicuro?" Sorrido. "C'è posto nel letto, non è piccolo quello della cameretta"

"No, no... Tu vieni a chiamarmi se c'è bisogno. Ma davvero, non voglio in alcun modo... Invadere la tua privacy. La vostra privacy"  Si corregge per poi, imbarazzato.

"Non stai invadendo niente, non ti preoccupare. E poi ti sto invitando io!" Gli faccio notare. "Vabbè... Io vado, se vuoi sai dove trovarmi" Decido di porre fine alla discussione, oramai troppo stanca anche per elaborare pensieri più complessi. 

"Buonanotte" Borbotta con la voce impastata di sonno.

" 'Notte" Rispondo allo stesso modo. "Copriti eh, non prendere freddo" Gli dico.

"Idem per voi, attenta"

"Tranquillo" Sorrido.

Entro in camera. Lascio la porta spalancata, poi vado finalmente a dormire.

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