14. Parte dei giochi - Parte 1

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La città di Tokyo riluceva di frenetica attività perfino in quella tarda ora notturna, come un'enorme galassia composta da stelle in movimento e vortici di suoni.

Kisshu, scompostamente seduto sulla cima di uno dei grattacieli più alti della città, osservava lo scorrere ininterrotto delle autovetture lungo le strade addobbate che, da quella distanza, apparivano come enormi fiumi color rosso rubino, le arterie principali di un gigantesco cuore pulsante.

Era da un po' di tempo che non si soffermava a guardare quel paesaggio mutevole, ma, al tempo stesso, nostalgico: di solito gli capitava di farlo quando desiderava rimanere solo con se stesso, distaccandosi dalla dura realtà, ma ultimamente era stato così assorbito, prima dalla ricerca dell'acqua cristallo, poi dal rocambolesco salvataggio dei genitori di Luana, che aveva quasi rischiato di dimenticare quel luogo.

Alain e Sarah, come d'accordo, avevano consentito alla figlia di continuare a far parte della squadra, seppur facendole promettere che non avrebbe preso parte a battaglie pericolose, e si erano dunque trasferiti in un'altra base edificata da Pai, fino a quel momento rimasta inutilizzata.
Sebbene nei confronti del fuggitivo Kisshu provasse una certa ammirazione, non aveva potuto fare a meno di sentirsi sollevato quando l'inseparabile coppia aveva finalmente deciso di levare le tende.

Fin dal primo momento, infatti, il grande generale aveva accolto con sospetto il particolare rapporto che sembrava legare la Mew alien al secondo dei fratelli Ikisatashi.

Nonostante gli enormi sforzi di Luana, strenuamente impegnata a evitare il proprio protetto con tutte le forze, pur di non lasciare trapelare il benché minimo indizio, qualcosa doveva essere evidentemente sfuggito al suo controllo. A causa di ciò, Kisshu aveva trascorso tre giorni in preda al terrore che il padre della ragazza riuscisse a scoprire l'esistenza del sigillo: se aveva reagito in modo violento alla scoperta che il DNA della figlia era stato modificato, non osava immaginare a quale orribile morte lo avrebbe destinato, una volta appreso che ella era anche stata condannata a proteggere uno di loro per tutta la vita.

Fortunatamente, nulla di tutto ciò si era verificato, e ormai da cinque giorni l'alieno poteva dirsi soddisfatto nel non sentire più lo sguardo di ghiaccio di Alain sulla nuca.
Ogni cosa era tornata alla normalità.

O meglio... ogni cosa, tranne il suo ormai incatalogabile rapporto con Luana, che doveva aver preso fin troppo sul serio il suo compito di segretezza, dal momento che, perfino quando la minaccia di essere scoperti dai suoi genitori era venuta meno, aveva continuato a evitare l'alieno come la peste.

Quel fastidioso pensiero lo indusse ancora una volta a stringere i denti e a passarsi una mano tra i capelli con fare stizzito. "Dopo tutto quello che ho fatto per lei, mi sarei aspettato un minimo di gratitudine in più, o almeno qualche parola di ringraziamento. Invece, continua a fare finta che io non esista."

Sarebbe stato molto più felice se quest'ultima gli avesse dimostrato apertamente il suo astio, magari urlandogli contro o cogliendo ogni pretesto per litigare. Quello, d'altronde, faceva parte della loro rutine. Invece, durante quei cinque lunghi giorni, la ragazza non aveva mai alzato la voce.
Semplicemente, lo aveva evitato a tutti i costi, giungendo perfino a spostare gli orari degli allenamenti pur di non vederlo e rispondendo con cordiale freddezza a qualunque domanda egli le rivolgesse.

L'alieno non riusciva minimamente a comprendere le motivazioni celate dietro a questo repentino e inquietante cambiamento, soprattutto dal momento che era praticamente sicuro di non averle mancato di rispetto in alcun modo dal giorno del salvataggio dei suoi genitori. Che ce l'avesse ancora con lui perché si era rifiutato di credere alla sua testimonianza contro Kevin?

Avrebbe voluto chiederle spiegazioni, ma l'orgoglio, come al solito, bloccava ogni suo tentativo sul nascere. Inoltre, riteneva totalmente ridicolo preoccuparsi a quel modo per una scorbutica come lei, proprio ora che aveva finalmente l'occasione di vedere Ichigo più spesso.

Quest'ultima, infatti, probabilmente per sfuggire al terribile clima di cuori infranti che si era creato nel suo nido d'amore quando Ayoama era venuto a sapere che stava accarezzando l'idea di trasferirsi nuovamente a Tokyo, non perdeva occasione di bazzicare nei dintorni della base per aggiornarli riguardo i suoi tentativi di mettersi in contatto con Shirogane, denominati scherzosamente da Luana "Operazione convinci biondino".
Non sembrava dispiacerle trascorrere del tempo in compagnia dei suoi ormai ex nemici, anche se questo per lei spesso significava rientrare a casa insieme a uno di loro, non avendo a disposizione alcun dispositivo per il teletrasporto, e con una costellazione di nuovi lividi causati dagli allenamenti intensivi con la Mew alien, che la esponevano al rischio di essere colta in flagrante dal suo fidanzatino.

Ovviamente, Kisshu era più che felice di poter trascorrere del tempo con la sua ko-neko-chan. Tuttavia, con suo enorme disappunto, si era reso conto di non riuscire a godere appieno della sua presenza ora che Luana aveva deciso di non rivolgergli più la parola, se non in casi strettamente necessari.

Sapeva che era stupido da parte sua lasciarsi condizionare così, ma per lui era come riscontrare una nota stonata in una melodia perfetta, e non credeva che sarebbe riuscito a sopportare quella situazione di stallo ancora per molto.
Come se non bastasse, ultimamente aveva ripreso a elaborare terribili incubi notturni che lo costringevano a svegliarsi nel cuore della notte scosso da brividi, con il corpo madido di sudore e un senso di angoscia persistente.

Era proprio a causa di uno di quei sogni indesiderati che ora si trovava seduto sulla cima di quel grattacielo a osservare le luci della notte: quella visione gli ricordava i tempi delle vecchie missioni, quando ancora non era pienamente consapevole dei terribili piani escogitati da Deep Blu e poteva perfino divertirsi nell'importunare Ichigo. Per questo motivo, aveva sempre avuto il potere di calmarlo nel profondo.

Quella notte, però, il groviglio dei propri pensieri non sembrava volersi districare nemmeno in quel modo, perciò, dopo un lasso di tempo indefinito, l'alieno decise di arrendersi e di rientrare alla base prima dell'orario prefissato.
Di riprendere a dormire non se ne parlava proprio, ma avrebbe potuto, in ogni caso, scaricare la tensione tramite un po' di allenamento.

Come previsto, trovò il laboratorio vuoto e immerso nel silenzio, e poté dunque dare un occhiata al proprio schema di addestramento giornaliero e cancellare le tappe della mattina; dopodiché, soddisfatto del proprio operato, si recò verso la palestra, fischiettando allegramente tra sé e sé.

Più che sicuro che nessuno dei propri compagni fosse così fuori di testa da praticare attività sportiva alle quattro del mattino, rimase a dir poco sconcertato quando, socchiudendo silenziosamente la porta, trovò la stanza già occupata dalla figura di una donna, vestita nientemeno che con i la sua divisa da alieno e impegnata a tamponarsi i capelli umidi con un asciugamano.

Il primo pensiero che gli salì alla mente fu che, chiunque fosse, era incredibilmente bella: non poté fare a meno di rimanere a osservare rapito i suoi movimenti sicuri e decisi, mentre si arrotolava il telo sulla testa a mo' di turbante.

Solamente quando quest'ultima si voltò di scatto verso di lui, rivolgendogli un'occhiata sorpresa, si rese conto che la figura da cui era rimasto così irreparabilmente irretito non era affatto quella di un' estranea, e per un pelo rischiò di capitombolare all'indietro a causa dello shock.

-Ti ho svegliato? Non mi sembrava di aver fatto rumore.

Non trovò nemmeno la forza di rispondere, ancora troppo sconvolto da quella visione inaspettata e celestiale: si limitò a lasciare scorrere lo sguardo lungo tutto il suo corpo, catalogandone la morbida forma dei fianchi, le goccioline d'acqua che ancora le scorrevano sulla pancia scoperta e la perfetta definizione dei seni che si intravedevano attraverso la stoffa, finché la voce della giovane non lo riportò bruscamente alla realtà.

-Beh, che ti prende? Hai battuto la testa?

-Come mai indossi i miei vestiti? -fu tutto ciò che riuscì a formulare.

Luana smise immediatamente di tamponarsi i capelli e gli lanciò uno sguardo interdetto, probabilmente interrogandosi riguardo la sua sanità mentale. -Non riuscivo a dormire, quindi ho pensato di scaricare la tensione con una doccia. Ma Pai deve aver deciso di lavare tutti i miei vestiti in un colpo solo, perché non li trovo più. Così ho dovuto mettere questa. -spiegò, indicando con cipiglio rassegnato la veste che indossava. -Non avrei voluto usarla, ma la tua era l'unica taglia che mi andasse bene. Appena scoprirò che fine hanno fatto i miei abiti te la restituirò.

-Non serve, puoi tenerla se vuoi. Io ne ho tante! -Kisshu liquidò la questione, dirigendosi a passo deciso verso l'espositore delle armi e mettendosi a saggiare una delle spade migliori della loro collezione. Tutto pur di non essere costretto a osservare l'incredibile spettacolo che la Mew alien gli stava offrendo gratuitamente in quel momento. Era consapevole di non potere in alcun modo cedere alla cocente ondata di desiderio che lo aveva travolto all'improvviso alla vista del corpo della giovane, coperto solo dai propri vestiti, ma resistere si stava rivelando più complicato del previsto, soprattutto dal momento che l'oggetto dei suoi desideri si ostinava a trattarlo con indifferenza.

-Perché mai dovrei usare una delle tue vesti, quando ho già i miei abiti?

-Perché è molto comoda in combattimento e, inoltre, ti sta molto bene. -osservò, senza riuscire a impedire che un sorriso malizioso gli affiorasse sulle labbra.

Evidentemente, però, la Mew alien doveva ancora essere parecchio arrabbiata con lui, perché, dopo alcuni istanti di silenzio, si limitò a raccogliere le proprie scarpe, posizionate sotto la panchina, e a dirigersi con passo marziale verso l'uscita della palestra. -Io me ne torno a dormire. -sbottò, spalancando con decisione la porta.

Tuttavia, la ragazza non riuscì a varcare la soglia perché, prima che potesse farlo, si ritrovò bloccata da un paio di braccia magre e forti che la abbracciarono da dietro, impedendole qualunque movimento. -E invece, non andrai proprio da nessuna parte. -udì una voce suadente, sussurrarle all'orecchio.

L'odore penetrante di Kisshu e il suo improvviso calore sulla pelle le procurarono un brivido lungo la schiena che, nonostante i suoi sforzi, non riuscì a celare. -Che cosa vuoi? -gli domandò, piuttosto scocciata da quell'imprevisto cambio di programma.

Per tutta risposta, quest'ultimo la costrinse a indietreggiare, per poi schiacciarla contro l'altra anta del portone, premendo i propri fianchi contro i suoi e immobilizzandola totalmente. -Non lo sai, che a forza di tirare la corda questa si spezza?

-Tirare la corda?

Nonostante la voce della giovane non lasciasse trapelare alcuna traccia di paura, Kisshu avvertì il suo corpo tremare leggermente contro il proprio, segno che quest'ultima doveva essere davvero rimasta spiazzata dal suo improvviso sbalzo d'umore.

Quella consapevolezza, per un attimo, minacciò di farlo desistere: non aveva affatto intenzione di intimidirla come era capitato con tutte le altre ragazze che aveva sedotto fino a quel momento. Tuttavia, in un impeto di piacere perverso, si ritrovò a pensare che era stata lei a spingere la sua pazienza fino al limite consentito e quindi, in fin dei conti, se lo meritava.

-Si può sapere di che diavolo stai parlando? -Luana strinse i denti, tentando inutilmente di divincolarsi dalla sua stretta possessiva e di riguadagnare terreno verso l'uscita. Ma si rese ben presto conto che le braccia dell'alieno erano strette troppo tenacemente attorno al suo tronco, e il solo risultato che ottenne da quella ribellione fu di andare a sbattere contro la dura superficie in acciaio, ferendosi il mento.

-Non fare la finta tonta. Sono giorni che continui a evitarmi come se fossi contagioso! Vorrei almeno sapere che cosa ti ho fatto... ma dato che tu continui a scappare a gambe levate ogni volta che mi vedi, ho deciso di passare alle maniere forti.

Udendo quelle parole dure, la Mew alien non riuscì a trattenere un sospiro amaro. Come aveva sospettato, era davvero impossibile pensare di tenere nascosto qualcosa a Kisshu. In fondo non avrebbe dovuto esserne troppo sorpresa: oltre a essere compagni di squadra erano anche protetto e protettrice, il legame che scorreva nel loro sangue li portava a preoccuparsi l'uno dell'altra, ed era dunque innaturale, per loro, evitarsi o farsi del male a vicenda.

-Non sono arrabbiata con te.-mormorò, poggiando stancamente la fronte sulla superficie fredda contro la quale era stata intrappolata. Era perfettamente consapevole del fatto che mentire a quel punto non sarebbe servito a nulla, tranne che a ingarbugliare ancora maggiormente la loro già precaria situazione. -O meglio... lo sono. Ma non ho il diritto di esserlo.

Per tutta risposta, l'alieno dagli occhi dorati sollevò un sopracciglio, sorpreso dalla rapida e inaspettata resa di quest'ultima, ma, al tempo stesso, confuso dalla sua risposta. -Che significa? Sei o non sei arrabbiata con me? -le domandò, allentando leggermente la presa lungo le sue braccia, in modo da non farle troppo male. A quanto pare comunicare con una donna, soprattutto se per metà umana, non sarebbe mai stato troppo semplice, per uno come lui.

-Ti ho già risposto.

-Non mi hai risposto! Hai detto che sei arrabbiata con me, ma non puoi esserlo! Nemmeno Pai riuscirebbe a capire un tubo da una frase del genere!

Nonostante i suoi disperati tentativi di comunicare in modo civile, la Mew alien non pareva affatto disposta a concedergli ulteriori spiegazioni, poiché dopo una manciata di istanti meditativi, si limitò a pestargli violentemente il piede sinistro, nella speranza di costringerlo a liberarla con le cattive maniere.

Grazie a quella manovra difensiva, Kisshu rischiò effettivamente di perdere l'equilibrio, ma sfortunatamente per lei, proprio mentre si apprestava a rovinare a terra, riuscì a darsi una leggera spinta con l'altra gamba e a recuperare stabilità fluttuando nell'aria.

La giovane ebbe appena il tempo di maledire le capacità aereodinamiche della razza aliena, prima di avvertire nuovamente la solida presa del giovane sul suo braccio.
Più che certa del fatto che quest'ultimo le avrebbe fatto pagare caro un tale atto di insolenza nei suoi confronti, serrò le palpebre, preparandosi psicologicamente ad affrontare l'ira del proprio interlocutore.

Contro ogni sua previsione, invece, quest'ultimo si limitò ad avvicinarsi, costringendola semplicemente a voltarsi verso di lui e a guardarlo dritto in faccia. -È davvero spregevole da parte tua trattarmi così, quando mi stavo sforzando di parlarti pacatamente.

Quando sollevò lo sguardo per appuntarlo su di lui, si stupì nel notare un paio di profonde occhiaie scure segnargli il volto e non poté evitare di mordersi le labbra in un moto di preoccupazione. Da quanto tempo non dormiva?
Non fu in grado, tuttavia, di dare voce alle proprie perplessità perché, proprio in quel momento, l'alieno riprese a parlare, facendole perdere il filo del discorso.

-Una ragazza non dovrebbe essere così violenta.

-Fino a prova contraria, sei stato tu a saltarmi addosso per primo! Non prendertela con me se poi mi difendo! -ribatté, incapace di rimanere indifferente davanti alle sue oltraggiose osservazioni. Quel ragazzo aveva lo straordinario potere di farla uscire dai gangheri anche quando decideva di agire con calma e parsimonia.

A quelle parole, Kisshu le rivolse uno sguardo infuocato, per poi afferrarle poco delicatamente il mento tra il pollice e l'indice, e lasciare scorrere il dito sulla ferita che si era procurata tentando di ribellarsi. -E tu la prima a evitarmi. -concluse, in tono minaccioso. -Quindi siamo pari.

-Non...

-Invece di negare, perché non provi a spiegarmi qual è il problema?-la zittì, perentorio, per poi inclinare la testa con espressione concentrata, quasi stesse tentando di leggerle l'animo.

Luana, d'altro canto, non si mosse di un millimetro, limitandosi a sostenere quello scambio visivo con caparbia determinazione.
Sapeva fin troppo bene che, se non avesse fornito al proprio protetto qualche spiegazione esaustiva, egli non l'avrebbe lasciata andare per nulla al mondo. Tuttavia, quando aprì la bocca per parlare, si rese conto che, nonostante i buoni propositi, non si sentiva ancora pronta a rivelare una verità tanto scomoda riguardo le proprie motivazioni.

-Non sarai ancora arrabbiata per la faccenda di Kevin, vero?

Per quanto l'avesse ritenuto impossibile, quelle parole ebbero il potere di farla innervosire ancora di più e, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò a stringere i pugni, nel disperato tentativo di mantenere il controllo. -Smettila di tirare in ballo Kevin! -ringhiò, conficcando le unghie tanto a fondo nei palmi delle mani da rischiare di ferirsi da sola. -Questa è una faccenda tra me e te.

Una volta preso atto della sua reazione impetuosa, paradossalmente, il volto di Kisshu parve distendersi. -Ora sì che ti riconosco. -osservò, soddisfatto, sollevando lentamente la mano dal suo mento e sfiorandole invece la guancia.

Poteva essere semplicemente a causa della stanchezza dovuta alla sua recente deprivazione di sonno, ma Luana si stupì nel constatare che vi era qualcosa di infinitamente più dolce del solito nel modo in cui l'alieno l'aveva sfiorata, come se quest'ultimo avesse paura di farle male. A quel pensiero, avvertì il proprio cuore incespicare nei battiti e il proprio respiro farsi più pesante e affannoso. Ma insieme a questa dolce sensazione, dal profondo del proprio petto nacquero anche una serie di domande moleste che esigevano una risposta chiara.

-Perché ti preoccupi tanto? -si ritrovò a domandargli, interrompendo il contatto visivo e puntando, invece, il proprio sguardo sul pavimento. Non poteva lasciarsi andare, non finché non avesse chiarito che cosa il suo protetto provava per lei.

-Che cosa intendi dire? -quest'ultimo le rivolse un'occhiata confusa, indietreggiando istintivamente di un passo.

-È molto semplice: perché ti da tanto fastidio che io non ti parli più? Non è Ichigo l'unica persona che ti interessa, forse?! -la giovane chiarì lentamente il proprio quesito, mentre ogni parola che le scivolava fuori dalla bocca andava a depositarsi come un macigno nel suo stomaco. Sapeva che quelle dure frasi avrebbero probabilmente ferito il suo compagno di squadra, tuttavia, era anche consapevole di non potersi fermare. Era Kisshu a essere confuso in quel momento, non lei, solo che quest'ultimo non se ne era ancora reso conto. -Hai finalmente ottenuto quello che volevi, no?! Ora puoi vederla quasi tutti i giorni e puoi saltarle addosso tutte le volte che ti pare e piace! Quindi perché non te ne torni da lei anche adesso e mi lasci in pace!?

Kisshu avvertì il sangue ghiacciarglisi nelle vene, una volta preso atto delle acute osservazioni della sua protettrice. Dovette, suo malgrado, ammettere che quest'ultima aveva il pieno diritto di rivolgergli quelle domande. Da una settimana a questa parte, Ichigo trascorreva con loro molto più tempo e aveva perfino smesso di odiarlo... aveva finalmente raggiunto l'obiettivo di farla passare dalla sua parte e, con un po'di fatica, forse un giorno sarebbe riuscito anche a conquistare il suo cuore ma, nonostante tutto, per qualche motivo, non era riuscito a sentirsi soddisfatto come aveva sperato.

-Luana... -tentò di giustificarsi, ma la Mew nera lo interruppe di nuovo, implacabile.

-Fin dall'inizio, mi hai sempre considerata solo come la sua brutta copia! Mi hai perfino chiesto di comportarmi come lei e, quando io non ho più voluto darti corda, ti sei sforzato di trovare in me ogni più piccolo particolare che potesse ricordartela! Quindi ora perché non ti limiti a godere di quello che hai ottenuto?!

-Questo non è...

-Non dire che non è vero, perché prenderesti solamente in giro te stesso. -Luana scrollò le spalle, liberandosi violentemente della sua presa e rifiutandosi di ascoltare una parola di più. -Vattene. Lasciami in pace, e smettila di fare finta che di me ti importi qualcosa! Quando è chiaro che non è così!

Kisshu, raggelato, la osservò voltargli nuovamente le spalle e armeggiare con la maniglia della porta.

Davvero non aveva il diritto di fermarla? Forse aveva ragione lei: avrebbe fatto meglio a concentrarsi solamente sul pensiero di Ichigo, lasciando fuori tutto il resto.

Tuttavia, gli fu sufficiente prendere in considerazione quell'ipotesi per avvertire il proprio cuore contrarsi dolorosamente. In quel momento si rese conto, con sommo stupore, di non essere affatto disposto a rinunciare a lei.
Era ancora fortemente invaghito di Ichigo, negarlo sarebbe stata un' enorme bugia, ma se stare con lei significava dover dire addio per sempre alle giornate trascorse in compagnia della Mew alien, allora...

"Sto davvero pensando che potrei rinunciare a Ichigo per stare con Luana? Davvero ne sarei capace?" si ritrovò a pensare, incredulo, osservando la schiena della ragazza allontanarsi inesorabilmente nella penombra. Prima che il suo animo riuscisse a darsi una risposta, le sue gambe avevano già agito per lui e, in un'istante, si ritrovò a rincorrere la sua figura lungo il corridoio.

-Aspetta! -gridò, stupendosi dell'eco quasi disperato nella propria voce.

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Non ammazzatemi vi prego, ho interrotto qui il capitolo perchè non sapevo dove altro spezzarlo! Abbiate pazienza!

Che dire... finalmente alcuni nodi stanno venendo al pettine, posso assicurarvi che nelle prossime parti ne vedrete delle belle.
Pubblicherò la parte 2 verso il 20, ritengo che sia un buon modo per augurarvi buon Natale. Eheh, poi mi direte.

Cosa pensate di questo duro scambio tra Luana e Kisshu? Ritenete che il comportamento della nostra eroina sia giustificato? Sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate.

Come al solito, grazie a tutti per le stelline e i bellissimi commenti che mi avete lasciato, siete fantastici!

PS: Ho notato che il titolo "Parte dei giochi - Parte 1" è un po' ridondante. Originariamente non era stato pensato per essere diviso, e c'è un motivo se l'ho chiamato così (vedrete nella parte 2) quindi portate pazienza.

Ci si rivede tra 10 giorni!

MoonBlack1993

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