18. Spizzichi di serenità - Parte 1

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Dopo l'incidente avvenuto con Keiichiro, le ore presero a susseguirsi ognuna uguale all'altra e con estenuante lentezza, protraendosi in pigri istanti finché Luana, esausta a causa dell'attesa e dall'assenza di novità, non iniziò a perdere la cognizione del tempo.

Nessuno l'avrebbe definita una ragazza particolarmente attiva o bisognosa di stimoli, ma rimanere chiusa in una stanza per ore, senza possibilità di muoversi e uscire, con i propri pensieri come unica compagnia, si stava rivelando una prova più ardua del previsto.
Non aveva neppure i suoi adorati libri o la musica per svagarsi e presto si ritrovò a rimpiangere perfino gli estenuanti allenamenti che aveva dovuto sopportare fino al giorno prima e che avrebbero quantomeno avuto l'utile effetto di tenerle la mente impegnata, allontanando il pensiero di Kevin e, soprattutto, dei terribili attimi che aveva vissuto a causa sua.

Dato che, invece, al momento era impossibilitata a fare alcunché, quelle scene continuavano a presentarsi prepotentemente davanti ai suoi occhi, rendendole totalmente impossibile rilassarsi o tentare di dormire, come se non bastasse il jet lag.

Continuava ad avvertire la gelida sensazione del pugnale del proprio nemico che le sfiorava il collo e delle sue mani impietose che esploravano ogni centimetro delle sue intimità. Aveva perso il conto delle docce fatte per strapparsi il suo odore e quell'orribile sensazione dalla pelle, ma l'acqua non sembrava sufficiente a farla sentire pulita. Solamente il tempo sarebbe stato in grado di lenire quelle terribili ferite.

L'unica cosa che riusciva a distrarla era il pensiero del proprio protetto.
Ogni volta che il panico minacciava di sovrastarla, le bastava posare gli occhi sulla figura addormentata di Kisshu per ricordare il motivo per cui valeva la pena continuare a lottare: non poteva lasciarsi sopraffare dalla paura, doveva proteggerlo e salvare Pai e Taruto a tutti i costi.

Si rese conto di essersi finalmente assopita solamente quando un forte e improvviso lamento squarciò la quiete, inducendola a svegliarsi di soprassalto.

Colta da un moto di panico, spalancò gli occhi e, con un riflesso automatico, cercò a tentoni il Sai che aveva prudentemente nascosto sotto il cuscino, nell'eventualità in cui Kevin fosse riuscito a liberarsi e a irrompere nella stanza.

Nonostante le ferite, riuscì comunque a balzare agilmente giù dal letto, la lama tesa davanti a sé in posizione difensiva.

Mentre i suoi occhi scandagliavano ogni centimetro della stanza, constatò che, fortunatamente, non sembrava essere presente nessun nemico pronto ad attaccarli. Tuttavia riuscì a concedersi solo un istante di sollievo, prima che un altro gemito straziato perturbasse il silenzio facendola sobbalzare.

Riconoscendo immediatamente la voce di Kisshu, si affrettò ad avvicinarsi al suo capezzale, solo per rendersi conto con sgomento che l'alieno stava tremando come una foglia, la fronte madida di sudore e le sopracciglia aggrottate in un'espressione sofferente.

- Kisshu! Che cos'hai? Ti senti male? - esclamò, preoccupata, scostandogli le coperte di dosso.

A un primo sguardo non le risultò che il suo corpo presentasse ferite o altri sintomi preoccupanti, ma quella constatazione non fu sufficiente a placare la sua ansia. - Kisshu! Rispondimi!

Nonostante i suoi accorati richiami, l'alieno parve non udirla, limitandosi a lanciare un altro grido straziante, le mani strette spasmodicamente alle lenzuola, quasi a volerle strappare. - No... ti prego!

Osservando la sua espressione sofferente e terrorizzata, la giovane si ricordò improvvisamente della discussione tra Kisshu e Pai che aveva udito il giorno prima, dove l'alieno dagli occhi viola aveva espresso la sua preoccupazione per le poche ore di sonno che il fratello minore sembrava concedersi.
Quella consapevolezza fu sufficiente a farle intuire che il giovane doveva essere ancora stretto tra le braccia di Morfeo e che non fossero dolori fisici a causargli tutta quella sofferenza, bensì ferite profonde che premevano per uscire allo scoperto.

Che la causa del preoccupante e improvviso cambiamento ravvisato da Pai fosse da ricercare proprio negli orribili sogni che elaborava? Era questo il motivo per cui non riusciva più a dormire?

"Sembra così spaventato..."

Non sapendo come strapparlo ai suoi demoni senza peggiorare la situazione, la ragazza si limitò a sedersi accanto a lui sul letto, tergendogli dolcemente la fronte madida di sudore con la mano, quasi illudendosi che in quel modo avrebbe potuto spazzare via gli incubi che tormentavano la sua mente.

Tuttavia, per lunghi istanti, nulla parve cambiare e la giovane iniziò a temere che l'alieno sarebbe rimasto prigioniero delle proprie ferite mentali senza più riuscire ad aprire gli occhi.

Nonostante tutto, decise di non arrendersi, continuando a passargli gentilmente le dita tra i capelli umidi e a sussurrargli parole rassicuranti, finché il giovane finalmente si svegliò di soprassalto con un ultimo singhiozzo strozzato.

- Kisshu, va tutto bene. Stavi solo sognando. - tentò di placarlo.

Quest'ultimo, tuttavia, doveva essere ancora immerso nelle immagini del suo subconscio, perché vedendo l'ombra della ragazza torreggiare su di sé si trasse a sedere con un grido, protendendo le braccia in posizione difensiva.

Riconoscendo in quel gesto un disperato tentativo di evocare i tridenti, Luana si affrettò a bloccarlo per impedire che sprecasse ulteriormente le sue energie. - Kisshu! - ripeté con più decisione, afferrandogli fermamente i polsi e avvicinando il proprio volto al suo. - Sono io! Sei al sicuro adesso.

A quelle parole, il suo protetto finalmente smise di opporre resistenza e si immobilizzò con espressione trasecolata, il corpo ancora scosso da brividi e il respiro affannoso.

- Era solamente un sogno, nessuno vuole farti del male. - ribadì la Mew alien in tono calmo, allentando cautamente la presa sui suoi polsi. - Va meglio ora? - domandò dopo qualche istante.

Quest'ultimo non le rispose, limitandosi a coprirsi il volto con le mani tremanti come a volersi strappare via il ricordo di ciò che aveva visto in sogno.

Alla ragazza si strinse il cuore nel vederlo così scosso e vulnerabile: sapeva bene quanto Kisshu detestasse mostrarsi debole e spaventato di fronte ad altre persone, al punto da cercare in tutti i modi di schermarsi dietro a un atteggiamento fintamente spavaldo e impulsivo. Il fatto che in quel momento non riuscisse a nascondere le proprie emozioni negative, significava che doveva essere estremamente angosciato.

Non sapendo che altro fare per rassicurarlo, prese nuovamente posto accanto a lui sul letto, cingendogli le spalle in un abbraccio. - Va tutto bene. - mormorò, accarezzandogli delicatamente la schiena con l'intento di calmare i tremori che lo scuotevano da capo a piede. - Era solo un incubo. Sei al sicuro ora.

Kisshu inizialmente non reagì al suo tocco, limitandosi a restare immobile tra le sue braccia con il viso sepolto tra le mani. Tuttavia, lentamente, il contatto con il corpo caldo della giovane e la sua stretta rassicurante lo riportarono alla realtà, facendo sbiadire le orribili scene emerse dalla sua mente.

Dopo alcuni istanti, avvertì la sensazione di terrore intenso che lo aveva attanagliato ritirarsi in un remoto angolo del suo animo. - Luana... - sospirò, ritrovandosi a stringerla a sé con disperazione, affondando con forza le dita nel morbido tessuto della divisa che indossava, e cercando rifugio nell'incavo tiepido della sua spalla.

Stupita dall'urgenza celata in quel gesto, anche lei lo strinse più forte, desiderando più di qualunque altra cosa di poter spazzare via completamente il suo dolore.

Rimasero immobili, congelati in quell'abbraccio per lunghi istanti, finché i brividi che scuotevano il corpo di Kisshu non recedettero completamente e quest'ultimo riuscì a domandarle in un sussurro - Dove siamo? Cos'è successo?

- Siamo al caffè Mew Mew. Le ragazze sono riuscite a salvarci appena in tempo. Non ricordi? Hai perfino preso a pugni Keiichiro qualche ora fa. - tentò di sdrammatizzare Luana, senza troppo successo.

- A dire la verità, no. È tutto così confuso...

- Non ti preoccupare. Hai dovuto sopportare un terribile attacco mentale, e in più hai anche preso una brutta botta in testa. Mi stupirei se ti ricordassi tutto!

La giovane gli raccontò brevemente quanto accaduto e di come le Mew Mew fossero irrotte nella base attraverso il soffitto e li avessero condotti alla salvezza tramite un portale, prima che Kevin potesse dar loro il colpo di grazia. - Stavolta ce la siamo davvero vista brutta. Sei rimasto svenuto per un giorno e mezzo! Come ti senti adesso?

L'altro le rivolse un sorriso mesto, senza sforzarsi di celare la propria stanchezza. - Ho avuto momenti migliori... mi sento come se avessero buttato il mio cervello in una lavatrice e lo avessero centrifugato. - Poi, notando l'ombra di preoccupazione negli occhi della ragazza, si affrettò ad aggiungere. - Ma il peggio è passato. Almeno sono vivo.

- Dovresti stenderti di nuovo e cercare di riposare. - gli suggerì lei, per nulla convinta da quelle parole - Shirogane è stato chiaro! Hai bisogno di riposo e di mantenerti idratato.

Per tutta risposta, l'alieno strinse le labbra, abbassando lo sguardo sulle lenzuola impregnate di sudore. - Non per mettere in discussione le teorie di Shirogane... ma non credo riuscirò a rilassarmi, al momento. - sospirò, senza riuscire a trattenere un brivido.

La Mew alien capiva perfettamente come l'alieno fosse terrorizzato all'idea di ricadere tra le grinfie dei propri incubi, dato che anche lei aveva sperimentato non pochi problemi nel liberarsi delle proprie paure. Tuttavia, era essenziale che riposasse per riprendersi dall'attacco mentale di Kevin, altrimenti le conseguenze del suo attacco avrebbero potuto essere ancora più devastanti. - Vuoi parlarmi del tuo sogno? - iniziò, in tono conciliante.

- No. Non credo servirebbe. - la stroncò lui sul nascere, il tono di voce improvvisamente freddo e aggressivo.

- Ma...

- È solo uno stupido sogno. Smettila di preoccuparti per nulla! - insistette, stringendo i pugni fino a conficcarsi le dita nei palmi delle mani.

Capendo che la conversazione stava per prendere una piega spiacevole, Luana, suo malgrado, decise di rimandare quella discussione a un altro momento, non volendo fare agitare ulteriormente il proprio protetto. - D'accordo. Non voglio costringerti a dormire se non ti va. - replicò in tono secco, cercando di inghiottire la frustrazione. - Ma almeno resta sdraiato e bevi il tè con lo zucchero che Akasaka ti ha preparato.

Prima che quest'ultimo potesse protestare, la giovane gli aveva già sistemato i cuscini dietro la schiena, in modo che potesse bere restando comodamente a riposo.

In men che non si dica, volente o nolente, Kisshu si ritrovò a sorseggiare la bevanda in questione con espressione contrariata. - Questa roba è fredda. - mugugnò, imbronciato.

- È il meglio che possa offrirti al momento. Non sono esattamente nelle condizioni per scaldare altro tè! - lo redarguì lei con un'occhiataccia severa.

Kisshu si morse le labbra, pentendosi immediatamente di quell'uscita infelice. -Hai ragione, scusami. - mormorò in tono mesto, posando la tazzina sul comodino. - È che questa situazione mi rende nervoso e frustrato. Ultimamente sembra che nulla vada per il verso giusto.

-Ti capisco... - concordò Luana con un sospiro - dopo la fuga dei miei genitori, due attacchi da parte di Kevin e...

- A proposito, tu come stai? - la interruppe l'alieno, osservando con preoccupazione le fasciature che le ricoprivano il petto e il braccio.

Non riuscì a impedire che un'ondata di rabbia gli scaturisse nel petto, pensando a quanto era accaduto alla base. Aveva visto che cosa aveva tentato di farle quel mostro, e il pensiero di non essere stato in grado di intervenire immediatamente per salvare la ragazza lo rendeva furioso.

- Sto bene. - si affrettò a rispondere lei, notando la sua espressione rabbuiata. - Shirogane e Akasaka si sono presi cura di me, quindi mi riprenderò presto.

Kisshu le lanciò un'occhiata poco convinta, tuttavia, prima che potesse chiederle altro, lei riprese a parlare. - C'è una cosa più importante di cui dobbiamo discutere. Una cosa che non ti piacerà.

Registrando il suo sguardo mortalmente serio, il ragazzo deglutì, mentre un brutto presentimento gli strisciava nel petto fino a occludergli la gola.

Lei prese fiato, cercando le parole giuste per intraprendere il discorso. - C'è un motivo per cui prima ti ho chiesto di cancellare i dati del computer principale alla base. - incominciò, con voce incerta. - Quando sono stata attaccata da Kevin ero sola, perché Pai e Taruto erano venuti qui al caffè Mew Mew, per discutere di una possibile alleanza.

L'alieno annuì nervosamente: questo lo sapeva già. Tuttavia, intuì che presto sarebbe arrivata la parte dolente, dato che Luana, a quel punto, si umettò le labbra, evidentemente a disagio.

- Solo che c'è stato un imprevisto. Quando si sono teletrasportati al caffè Mew Mew, c'erano già i nemici ad aspettarli e... - La voce della giovane tremò sulle ultime sillabe. - li hanno catturati.

- Cosa?! - Udendo quella sconvolgente notizia, Kisshu si lasciò sfuggire un grido sgomento, non riuscendo a capacitarsi del fatto che i suoi due fratelli fossero caduti così facilmente in una trappola. - Non è possibile!

Come avevano potuto scoprire così in fretta il loro piano?! Erano stati molto attenti a non lasciare trapelare nessuna informazione al riguardo, ed era impossibile che i loro nemici fossero così ben informati sull'ubicazione del caffè Mew Mew. A meno che...

Il pensiero dell'alieno corse subito a Kevin. Non riusciva a ricordare esattamente quando quest'ultimo fosse riuscito ad assoggettarlo, ma era più che plausibile che il nemico avesse avuto il tempo di leggergli la mente, scoprire il loro piano e la zona dove si trovava il caffè, prima di attaccare Luana. Dopotutto, aveva anche capito come raggiungere la base con lo stesso metodo.

Furono le parole strozzate della giovane a interrompere le sue febbrili elucubrazioni. - Mi dispiace, io... non ho potuto fare niente! Quando ho saputo quello che era successo, Kevin mi aveva già trovata e non avevo idea di dove teletrasportarmi! Per questo ho pensato che la cosa migliore da fare fosse cancellare i dati. - ripensando a quanto accaduto, Luana non riuscì più a trattenersi, e scoppiò in lacrime. - Se solo fossi stata più scaltra, se li avessi seguiti...

La sua voce venne soffocata dal pianto, mentre un marasma di emozioni contrastanti si agitavano nella sua mente. Piangeva non solo per quanto era successo a Pai e Taruto, ma anche per la rabbia che provava verso se stessa, dato che non era stata in grado di proteggersi da Kevin e aveva lasciato che quest'ultimo si approfittasse di lei. La disgustava il pensiero di essere stata completamente impotente davanti alle attenzioni lascive del suo nemico.

Intuendo le laceranti motivazioni celate dietro il suo sfogo improvviso, stavolta fu Kisshu a trarla a sé, cingendola in un abbraccio consolatorio. - Shhh... va tutto bene. - le mormorò all'orecchio, accarezzandole dolcemente i capelli riccioluti. - Non è colpa tua. Tu non potevi prevedere quello che sarebbe successo. Se qualcuno deve addossarsi la colpa per quanto accaduto, quello sono io. Se fossi rimasto con voi alla base, Kevin non mi avrebbe assoggettato, avrei potuto proteggerti e anche dare man forte a Pai e Taruto.

- Ma non sono riuscita a fare niente! - singhiozzò lei, per tutta risposta. - Ed è soprattutto colpa mia se vi trovate in questo casino. Gli alieni nemici stavano cercando me, fin dall'inizio!

L'alieno scosse la testa con decisione. - Possiamo dire di avere tutti una parte di colpa, per diversi motivi. Ma tu no. Tu non hai scelto di nascere mezza aliena, né di avere Alain come padre! E poi è stato Pai ad avere l'idea di creare una Mew Mew, tu hai solo avuto la sfortuna di essere stata gentile e avere accettato.

- Sì, ma...

- Niente "ma". Io e i miei fratelli siamo responsabili di averti trasformata in una Mew Mew, e dobbiamo fare i conti con le conseguenze delle nostre azioni.

Luana, non riuscendo a trovare nessuna argomentazione con cui ribattere, si limitò a nascondere il viso nell'incavo della sua spalla, lasciando che le lacrime scorressero liberamente lungo le sue guance. - Ho avuto tanta paura. Stavolta ho temuto di non farcela e di non rivederti più.

Kisshu si stupì dell'ondata di affetto e protettività che lo invase non appena udì quelle parole, e nonostante sapesse che si trattava di un pensiero totalmente irrealistico, non riuscì a impedirsi di desiderare con tutto se stesso di portarle via dalla mente i ricordi terribili di quella giornata, e di cancellare con un semplice tocco quanto Kevin le aveva fatto. Sorpreso da quella sensazione inaspettata, si ritrovò a stringerla più forte contro il proprio petto, come avrebbe fatto con un gattino bisognoso di cure.

Rimasero ancora una volta immobili, stretti l'una fra le braccia dell'altro, finché i singhiozzi di Luana non si sopirono e la stanza cadde in un confortevole silenzio.

- Scusa per il piagnisteo, non so cosa mi sia preso. - fu proprio la ragazza a rompere la dolce quiete che si era venuta a creare.

Ora che le sue emozioni erano nuovamente sotto controllo, iniziava a rendersi conto di quanto i loro visi fossero vicini e la consapevolezza del contatto con il suo corpo le provocò un'improvvisa ondata di imbarazzo.

Fece per sciogliersi dall'abbraccio, ma quello la trattenne, permettendole di allontanarsi solo quel tanto che bastava da poterla guardare negli occhi. - Non devi vergognarti. - asserì, asciugandole lentamente le lacrime residue con i pollici. - Ti preferisco quando sorridi, ma non mi dispiace avere una scusa per consolarti. - aggiunse, con una punta di malizia.

La Mew alien, a quelle parole, si lasciò sfuggire un risolino imbarazzato. - Sei sempre il solito. Ma stavolta sei stato saggio, devo ammetterlo.

- Come sarebbe a dire, stavolta?! Io sono sempre saggio.

- Disse quello che, se non fosse stato per me, si sarebbe messo nei guai un giorno sì e l'altro pure. - ribatté lei prontamente, alzando gli occhi al cielo.

Stavolta toccò a Kisshu sciogliersi in una risata liberatoria. - Brava, così va molto meglio. Mi chiedevo dove fosse finita la Luana testarda e battagliera che conosco. - la prese in giro, scompigliandole scherzosamente i capelli.

Dopo pochi attimi, tuttavia, la sua espressione si fece nuovamente seria. - Mi dispiace per quello che è successo oggi e per non essere riuscito a impedirlo. Ti prometto che, da ora in avanti, non permetterò più a nessuno di farti del male. Ti proteggerò a ogni costo. - le sussurrò, mentre la sua mano scendeva lentamente fino ad accarezzarle il contorno del viso.

La ragazza ammutolì, spiazzata dall'improvvisa intensità di quello sguardo e dal significato nascosto nelle sue parole.
Stentava a credere di essere davvero importante per Kisshu, la stessa persona che, fino a poche settimane prima, non aveva fatto altro che struggersi per la sua ko-neko-chan e per l'impossibilità di farla sua.

In quel momento, tuttavia, il sentimento che lesse nei suoi occhi le parve puro e autentico, talmente soverchiante che per un'istante le mozzò il respiro. Nelle sue azioni, per la prima volta, non intravide nessuna traccia di possessività o malizia, bensì un affetto profondo e sincero che la indusse ad abbandonarsi completamente.

Perciò quando il giovane le prese delicatamente il mento tra il pollice e l'indice per unire le loro labbra, non provò nemmeno a resistere: dopo le terribili esperienze che aveva vissuto il giorno prima aveva solamente voglia di dimenticare tutto, di stringere il proprio protetto tra le braccia fino a percepirne il battito del cuore e di perdersi nel sapore dei suoi baci. Un sapore di cui aveva temuto di non poter mai più godere.

Si limitò a chiudere gli occhi, mentre il consueto brivido di aspettativa le percorreva tutto il corpo, facendola fremere di desiderio.

Proprio mentre stavano per colmare definitivamente la distanza che separava i loro respiri, la porta alle loro spalle si spalancò, cogliendoli di sorpresa.

*************

E rieccomi qui, puntualissima nonostante tutto! Come sempre sadicamente a interrompere il capitolo in un momento clue! Ma qui c'è qualcun altro che ha interrotto i nostri protagonisti in un momento intimo.

Chi sarà? Si accettano scommesse, signori, signore e signor*!
Sì, sono un'idiota. XD

Sto decisamente meglio rispetto a qualche settimana fa, pur avendo ancora qualche acciacco, ma per quelli penso di essere un caso disperato io.

Siete contenti dell'aggiornamento?
Cosa pensate di questo capitolo? Spero vivamente che vi sia piaciuto.

Vi prego fatemi sapere le vostre impressioni in merito, perché sono davvero curiosa.

A presto con la seconda parte! E grazie a tutti, come sempre, per il supporto!

MoonBlack1993

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