19. Punto di contatto - Parte 2

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Luana spalancò gli occhi e si guardò attorno smarrita, appena in tempo per vedere l'alieno allontanare le proprie mani dalle sue come se si fosse scottato.

- Hai cercato di entrare nella mia mente? - l'accusò, indietreggiando verso il muro.

Lei gli lanciò uno sguardo interdetto. - No! Io... non so che cosa sia successo! - esclamò, per poi sollevare la propria mano destra e osservarla da ogni angolazione, come se si aspettasse di vederla cambiare colore. - Un attimo prima ho sentito le manette cadere nella mia mano, e l'attimo dopo non ho più capito nulla.

Solo quando fu sicura di essere di nuovo padrona del proprio corpo e della propria mente si azzardò a concentrare la propria attenzione sul proprio protetto, che in quel momento la stava osservando come se avesse appena tentato di ucciderlo ed era così pallido da sembrare un fantasma.

- Stai bene? - gli domandò, pur conoscendo perfettamente il motivo del suo sgomento. Sapeva di avere appena scorto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, qualcosa che Kisshu voleva tenere segreto con tutto se stesso, tanto da logorarsi anima e corpo.

Rilevando la sincera preoccupazione nel suo tono di voce, l'alieno parve calmarsi, riprendendo lentamente il controllo delle proprie emozioni. - Sì, sto bene. - esalò, dopo aver preso alcuni profondi respiri. - So che non l'hai fatto di proposito, non avrei dovuto accusarti.

Per tutta risposta, la Mew alien si morse il labbro, sconvolta dalla rapidità con cui i propri poteri si stavano manifestando: era entrata nella sua mente in modo inconsapevole, questo era fuori discussione. Tuttavia, non era del tutto sicura che il desiderio spasmodico di capire cosa stesse tormentando Kisshu non avesse giocato un ruolo in quell'inaspettato contatto mentale.

- Ho pur sempre invaso la tua privacy. - ammise, contrita - Giuro che la prossima volta cercherò di controllarmi.

- Beh, la buona notizia è che non ci sarà una prossima volta. - asserì lui, indicando le manette che erano appena riusciti a ottenere.

A quelle parole, anche Luana spostò l'attenzione sull'oggetto in questione, osservandolo con occhio critico. - Sono effettivamente quelle che ci servono? - domandò porgendogliele - Non mi sembrano molto diverse dalle nostre comuni manette.

- Quelle sul mio pianeta sicuramente sono fatte con materiali migliori. Ma, non avendo a disposizione i metalli del nostro popolo, Pai ha dovuto arrangiarsi.

"Spero solo che funzionino. Altrimenti sarà stato tutto inutile." Si ritrovò a rimuginare la giovane, trattenendosi, tuttavia, dal dare voce ai suoi pensieri, sapendo che sarebbe servito solo a peggiorare l'umore generale.

- Dobbiamo avvertire Shirogane. - propose, invece, sforzandosi di mostrarsi positiva. - Lui riuscirà a darti una mano per capire se funzionano.

- Non è una cattiva idea. - sospirò l'alieno, tornando a sedersi stancamente sul letto. Gli rodeva doversi affidare, per l'ennesima volta, a quel pignolo e so tutto io di Shirogane, ma vista la delicata situazione, doveva ammettere che gli avrebbe fatto comodo potersi avvalere del suo aiuto di scienziato, nonché degli strumenti presenti nel laboratorio.

Dato che Kisshu sembrava essere in gran parte d'accordo con lei, Luana si affrettò a recuperare la spilla da Mew alien dalla tasca della sua divisa, con l'intenzione di mandare un messaggio al loro ospite.
Tuttavia, non fece nemmeno in tempo ad aprire bocca che udì un gran trambusto provenire dal piano di sopra, seguito da una cacofonia di voci concitate. - Che diamine sta succedendo?! - esclamò, voltandosi a guardare allarmata il proprio protetto e stringendo più forte tra le mani l'oggetto, indecisa se trasformarsi o meno.

Quello le fece cenno di aspettare, tendendo l'orecchio per captare a propria volta la fonte di quei rumori inusuali. - Da quel che riesco a capire, non sono sotto attacco, ma sembra che stia entrando qualcuno, forse un cliente o un loro conoscente.

- Riesci a capire che cosa stanno dicendo?

Kisshu si esibì in una smorfia dolente. - Di solito capisco senza problemi il giapponese, ma quelle galline starnazzanti stanno parlando tutte insieme, quindi non riesco a sentire un bel cavolo di niente. Non credo ci sia da preoccuparsi, in ogni caso. Sembrano contente. - spiegò, senza, tuttavia, smettere di fissare il soffitto con aria perplessa. - È un peccato che tu non sappia ancora bene la loro lingua, dato che hai un udito più sviluppato del mio.

Luana scrollò le spalle con rassegnazione. - Sto cercando di diventare più brava, ma non è esattamente una lingua che si impara in una settimana. Ed è ancora più difficile non potendo frequentare dei corsi.

Si stupì quando l'alieno, anziché schernirla per la sua lentezza di apprendimento, le rivolse un sorriso ammiccante. - Mh, forse potrei darti io qualche lezione privata.

Pur essendo solo l'ombra dei sorrisi maliziosi che Kisshu era solito rivolgerle, la giovane si ritrovò comunque ad ammutolire, la bocca secca e il battito cardiaco accelerato. - Ehm, beh, ecco... io... - boccheggiò, non essendo più abituata a quel tipo di avances da parte sua.

Purtroppo, quel momento di idillio si infranse bruscamente quando, dopo pochi istanti, la giovane udì una delle Mew Mew pronunciare ad alta voce un nome: un nome che prometteva di complicare ancora di più la già tesa situazione tra lei e il suo protetto.

Rilevando il repentino cambiamento nella sua espressione, Kisshu sollevò un sopracciglio. - Che ti prende? Hai sentito qualcosa?

- Credo che Ichigo sia appena entrata al caffè Mew Mew.

***************

Nel frattempo, al piano di sopra, una sopraffatta Ichigo stava facendo i conti con lo stupito entusiasmo delle sue compagne di squadra. La loro incredulità era ben giustificata, dato che tutto si sarebbero aspettate tranne che vederla ricomparire senza preavviso davanti all'ingresso del caffè Mew Mew, e la reazione a quella sconvolgente apparizione non si fece attendere.

- Oh cielo, Ichigo!

- Che cosa ci fai qui?

- Che sorpresa, ma quando sei tornata?

- Che bello rivederti!

Posta di fronte a quella valanga di esclamazioni e domande, l'unica cosa che la Mew rosa riuscì a fare fu esibirsi in una risatina a metà tra lo stupito e l'imbarazzato.

Keiichiro, vedendola in difficoltà, si fece strada tra le sue sottoposte, rivolgendo alla ragazza un sorriso di scuse. - Ragazze, lasciatela respirare, per favore!

Non appena quest'ultimo si espose alla luce esterna, Ichigo notò immediatamente il suo labbro tumefatto e fu tentata di chiedere spiegazioni. Tuttavia, prima che potesse emettere anche un solo suono, Ryou la trascinò senza troppe cerimonie all'interno, rivolgendole uno sguardo accusatore. - Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?! - sbottò, chiudendosi rapidamente la porta alle spalle.

Lei rimase a fissarlo interdetta: quando aveva pianificato il suo rientro a Tokyo non si era certo aspettata di ricevere una festa di benvenuto, ma nemmeno un'accoglienza tanto fredda. Si era illusa che Ryou sarebbe stata contenta di rivederla e la sua espressione cupa la ferì più di quanto non fosse disposta ad ammettere. - Visto quello che sta succedendo con gli alieni e Luana, ho pensato poteste avere bisogno di aiuto, così ho deciso di tornare.

Se possibile, a quelle parole l'espressione del creatore del progetto Mew si fece ancora più severa. - E non ti è passato per l'anticamera del cervello che sarebbe stato meglio avvisare?! Che cosa ti passa per la testa? Ti rendi conto che ci sono alieni nemici che stanno cercando Luana e Kisshu e che aspettano solo un nostro passo falso? Hai corso un rischio enorme venendo qui da sola! E se ti avessero intercettata?

Sebbene a Ichigo non fosse sfuggita la nota accorata presente nel tono di voce del ragazzo, non riuscì comunque a trattenere un'ondata di stizza a quelle parole. - Proprio per questo ho pensato fosse meglio non contattarvi e venire direttamente qui! Se vi avessi telefonato avrei rischiato di rivelare i vostri piani! - ribatté, a tono. - Sto solo cercando di aiutarvi e pensavo sareste stati felici di avere un aiuto in più!

- Infatti è così, Ichigo. Ryou è solo preoccupato per te. - soggiunse a quel punto Keiichiro, lanciando un'occhiata di avvertimento all'amico. - Apprezziamo il fatto che tu voglia aiutarci, ma non devi sottovalutare il nemico con cui abbiamo a che fare.

Nell'udire il suo tono conciliante, la rabbia della giovane parve placarsi leggermente. - D'accordo, la prossima volta vi avviserò riguardo i miei spostamenti. - concesse, con un sospiro, senza tuttavia smettere di guardare in cagnesco Ryou.

- Quindi hai intenzione di restare anche tu qui al caffè, come Luana e Kisshu? - si informò Mint, spostando la discussione su questioni più pratiche.

- No, starò dai miei genitori. Sono passata da loro prima di venire qui e ho già sistemato i miei bagagli.

Una fugace scintilla di curiosità attraversò gli occhi di Ryou, una volta appreso che la Mew rosa sembrava avere intenzione di trattenersi a Tokyo per più tempo del previsto, scintilla che il giovane si affrettò a soffocare, non appena si rese conto di avere ancora gli occhi della ragazza puntati addosso.

- Effettivamente non ci dispiacerebbe una mano in più con i turni di guardia. - ammise Retasu, lasciando scorrere lo sguardo tra i due litiganti. A lei non era affatto sfuggito il cambio di espressione del biondino quando Ichigo aveva menzionato di voler restare a Tokyo per un tempo indefinito.

Si portò una mano al petto, tentando di placare la fitta di gelosia che quel pensiero le aveva provocato: Ryou poteva anche recitare la parte del capo burbero, ma risultava comunque evidente quanto in realtà tenesse alla Mew neko, e anche se quel pensiero la faceva soffrire, lei era disposta a mettere a tacere i propri sentimenti per la felicità di entrambi.

Fu Purin, con la sua innocenza di bambina, a portare sotto i riflettori la domanda più scottante, quella che aleggiava nell'aria da quando Ichigo aveva messo piede al caffè, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di porre. - E Aoyama onii-chan, come mai non è con te? È rimasto a Londra?

La diretta interessata deglutì, sforzandosi di mantenere un'espressione neutrale nonostante le si fosse formato un grosso nodo in gola nel momento in cui aveva sentito nominare il suo ex ragazzo.

- Sì, - rispose, quando fu sicura di avere ritrovato il controllo delle proprie emozioni. - gli ho spiegato la situazione e insieme abbiamo deciso che il mio ritorno a Tokyo fosse necessario.

Ovviamente, si trattava di una bugia bella e buona: non aveva rivelato praticamente nulla a Masaya riguardo alla situazione in cui si trovavano, ed erano stati ben altri i motivi che li avevano spinti ad allontanarsi, ma non aveva ancora la forza per rivelarlo agli altri. Temeva che se lo avesse fatto sarebbe scoppiata a piangere, e sapeva che non era il momento di caricarli con ulteriori preoccupazioni.

Fortunatamente, nessun altro sembrava troppo ansioso di continuare a indagare sulla sua vita sentimentale e per lei fu facile dirottare la conversazione verso temi meno dolorosi. - A proposito, dove sono i nostri ospiti?

- Sono tutti quanti di sotto. - rispose Ryou con prontezza, abbandonando per un attimo il suo atteggiamento irritato in favore di uno più pragmatico. - Ho solo due stanze con le tecnologie necessarie a tenere lontani i nemici, quindi ho dovuto mettere Luana e Kisshu in quella più grande e lasciare l'altra per il nostro prigioniero.

- Ed è per questo che state facendo i turni di guardia, giusto?

Berii annuì, per poi spiegarle tutta la situazione, compresa la loro decisione di interrogare Kevin con l'intento di scoprire l'ubicazione degli alieni nemici che avevano catturato Pai e Taruto. -Purtroppo, finché non riusciremo a mettere le mani sulle manette per bloccare i suoi poteri non potremo fare nulla.

- E non sembra che Kisshu sia nelle condizioni necessarie per richiamarle, al momento. - aggiunse Zakuro, alzando gli occhi al cielo con fare stizzito. - Non so come Luana faccia a sopportarlo, è di umore ancora più instabile e intrattabile del solito.

Mint si esibì in un sospiro di assenso, - E lo credo bene, non l'ho mai visto dormire da quando si è ripreso dall'attacco di Kevin. Chiunque diventerebbe intrattabile se non riposasse decentemente da giorni. - poi aggiunse, con un sorriso malizioso. - Forse potresti farlo ragionare tu, Ichigo.

A quelle parole la diretta interessata si irrigidì, a disagio. - E perché mai? - sbottò, sulla difensiva.

- Beh Kisshu ha sempre avuto un debole per te, no? Magari potresti convincerlo a darsi una calmata.

Ichigo emise uno sbuffo sarcastico. - Un debole per me?! Direi più ossessione malata. Non penso proprio di essere nella posizione per farlo calmare. Quella che ha più ascendente su di lui è proprio Luana, e se non è riuscita lei a farlo ragionare, dubito di riuscirci io.

- Probabilmente hai ragione, però resta comunque il fatto che se non riusciamo ad aggirare la cosa non abbiamo possibilità di portare avanti il nostro piano. Quindi vale comunque la pena di fare un tentativo. - ribadì Retasu, in tono pensoso.

- Non ti ci mettere anche tu, Retasu!

A interrompere la discussione fu un trillo acuto proveniente dal monitor nella stanza adiacente, che segnalava il tentativo di contatto da parte di una Mew Mew.

- Sembra che i nostri ospiti abbiano già captato la tua presenza, Ichigo. - le fece notare Ryou, per poi dirigersi a grandi falcate verso la fonte del suono.

Come pensava, non appena premette il tasto di risposta la voce preoccupata di Luana risuonò nella stanza. - Ryou, va tutto bene? Ci è parso di sentire un gran trambusto!

- Abbiamo anche sentito che è tornata Ichigo, potete confermarcelo? - intervenne un'altra voce, più beffarda, appartenente senza dubbio a Kisshu. - Perché sarei molto contento se fosse cos-

La comunicazione fu interrotta da un suono di colluttazione, seguito da un sibilo sommesso. - La smetti di fare l'idiota?! Lasciami parlare!

Il creatore del progetto Mew alzò gli occhi al cielo, lasciandosi andare a un sospiro scocciato. Sperare in una conversazione pacifica con quei due era come aspettarsi di vedere oro cadere dal cielo. - Sì, va tutto bene e sì, Ichigo è tornata. - grugnì svogliatamente in direzione del monitor. - Se mi avete contattato solo per questo-

- No no no! Shirogane non andartene! - Lo richiamò a quel punto Luana in tono accorato. - Abbiamo delle novità: siamo riusciti a recuperare le manette.

Nell'udire la parola "manette" l'atteggiamento di Ryou cambiò in modo repentino, tornando a essere calmo e professionale. - Arrivo subito. - rispose, per poi chiudere la conversazione e voltarsi verso le sue sottoposte. - Sembra che qualcosa si sia effettivamente sbloccato. - spiegò, in risposta al loro sguardo carico di aspettative.

- Era anche ora. - commentò Mint.

Ryou, come sempre, la ignorò, limitandosi a uscire dalla stanza a grandi falcate, non prima di aver pronunciato un laconico. - Ci vediamo in sala riunioni.

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