20. Estremi rimedi - Parte 1

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Non appena Ryou varcò la soglia della stanza protetta trovò ad accoglierlo una Luana dall'espressione corrucciata e un Kisshu insolitamente allegro, sebbene il suo volto continuasse a essere più pallido e segnato che mai.

- Caspita, che velocità! - cantilenò quest'ultimo, in tono sarcastico, spostandosi per lasciarlo passare.

Il biondino, ormai avvezzo a lasciarsi scivolare addosso i commenti inconcludenti, lo ignorò, ritenendo più utile concentrare la sua attenzione sulla Mew alien e sull'oggetto che si stava rigirando tra le mani. - Sono effettivamente quelle, le manette che ci servono?

Quella si limitò ad annuire a labbra strette, porgendogliele.

- Come avete fatto a recuperarle? - domandò ancora l'altro, lanciando un'occhiata in tralice a Kisshu.

Come aveva sospettato, le condizioni dell'alieno non sembravano affatto migliorate rispetto ai giorni precedenti e questo poteva significare solo una cosa: Luana doveva avere attinto ai suoi stessi poteri per ottenerle.

- Diciamo che abbiamo unito le forze. Luana mi ha trasmesso un po' della sua energia e io ne ho approfittato per guidarla e farle recuperare quello di cui avevamo bisogno.

La risposta dell'alieno dagli occhi dorati, per quanto evasiva, fornì a Ryou la conferma definitiva alla sua ipotesi: la Mew alien non era ancora in grado di utilizzare autonomamente le sue capacità, ma esse si stavano senza dubbio sviluppando. - Ottimo. - esclamò, soddisfatto. - Ora che abbiamo Mew Ichigo su cui contare, potremo tenere d'occhio Kevin con più facilità e, usando queste manette, riusciremo a interrogarlo senza nessun problema.

Kisshu, che da quando aveva appreso la notizia del ritorno della sua micetta si era fatto più energico, non appena udì Ryou menzionare Kevin perse subito gran parte della sua vitalità.

- A proposito di interrogatorio... - sospirò, poggiandosi stancamente al muro. - non sono ancora sicuro che quelle manette funzionino. Prima vorrei testarle, per essere certo che non ci siano imprevisti, dato che c'è in gioco la riuscita del nostro piano.

Shirogane annuì con decisione, cogliendo all'istante la domanda implicita contenuta nelle parole dell'interlocutore. - Per me non c'è problema: usa pure il mio laboratorio, la cosa più importante è minimizzare i rischi per tutti.

Seguì qualche secondo di silenzio, durante il quale l'alieno dagli occhi dorati prese un gran respiro, aprendo e chiudendo le mani a pugno più volte, come se stesse racimolando il coraggio necessario per lanciarsi nel vuoto. - Avrei anche bisogno del tuo aiuto. - ammise, alla fine, parlando in modo così precipitoso da rischiare di mordersi la lingua. - Di solito era Pai che si occupava della progettazione e creazione di questi mezzi tecnologici. Io so qualcosa, ma non sono esperto quanto lui. Mi servirebbe l'aiuto di uno scienziato. - concluse, storcendo il naso come se quelle parole gli avessero lasciato un sapore amaro in bocca.

Il creatore del progetto Mew non tentò nemmeno di nascondere il compiacimento che quella richiesta gli procurava e incurvò le labbra in un sorrisetto tronfio. - Mi fa piacere che finalmente tu riconosca che sono la persona più intelligente qui dentro.

Kisshu fu tentato di rimetterlo al suo posto, suggerendogli una zona ottimale dove poteva ficcare la propria intelligenza, ma Luana, alle sue spalle, lo precedette emettendo uno sbuffo di scherno. - Lo sei solo finché non salveremo Pai, quindi non farla tanto lunga.

- Infatti ho detto qui dentro, non intendevo sostituirmi a Pai. - la rimbeccò l'altro, chiaramente piccato dal suo commento. - Forza allora, non perdiamo altro tempo: andiamo subito al laboratorio e iniziamo a lavorare.

- Sono d'accordo, basta con queste inutili chiacchiere.

Nonostante Kisshu tentasse di apparire come più che pronto a mettersi al lavoro, a Luana non erano sfuggiti gli sbadigli che quest'ultimo aveva continuato a trattenere per tutta la durata della loro conversazione, così come il fatto che avesse trascorso tutto il tempo appoggiato a qualsiasi superficie disponibile, perché troppo esausto per reggersi in piedi.

D'altro canto, se anche lei gli avesse chiesto di restare in camera per riposare, non avrebbe ottenuto nulla: la sua osservazione sarebbe servita solamente a scatenare l'irritazione dell'alieno, il quale avrebbe comunque fatto di testa sua, continuando a spingere le sue forze fino al limite consentito. Tanto valeva tentare un'altra strategia. - Vengo con voi. - esordì, in tono che non ammetteva repliche.

Dopodiché, per mettere a tacere sul nascere i dubbi dei due giovani che si erano voltati a guardarla con aria scettica, aggiunse: - Avrete pur bisogno di una cavia per testare le manette, no? E dato che Kisshu non riesce a usare i suoi poteri, sono l'essere più vicino a un alieno pericoloso che avete a disposizione.

Dopo qualche secondo di silenzio teso, il primo a cedere fu Shirogane. - In effetti, ci sarebbe utile avere un modo per verificare che le manette funzionino... - iniziò, in tono meditativo.

Luana stava già per cantare vittoria, ma le sue speranze furono brutalmente infrante dalle successive parole del ragazzo.

- ...però basterà chiamarti quando saremo a buon punto. Non mi sembra il caso di farti stare così tanto tempo fuori da un'area protetta.

- Volete che io resti qui, rinchiusa come un topo in gabbia, da sola, mentre voi vi date da fare? - gemette, avvilita, provando un devastante senso di déjà-vu rispetto a quanto era già successo poche settimane prima, quando Pai aveva deciso di andare da solo a salvare Alain e Sarah, lasciandola con Taruto alla base.

Certo, la posta in gioco immediata non era così alta, ma il senso di inutilità si fece sentire comunque, scavandole un buco doloroso nello stomaco.

E, come sempre, ad acuire la sua frustrazione contribuì il pensiero che, mentre lei se ne sarebbe stata rinchiusa senza poter fare nulla, Kisshu sarebbe stato felicemente in compagnia di Ichigo.

- Meglio sola che a rischio di essere catturata. Potremmo impiegare ore a mettere a posto quelle manette, ore durante le quali, senza le giuste protezioni, gli alieni potrebbero captare la tua presenza. - intervenne Kisshu, in tono insolitamente pacato e conciliante.

Tuttavia, il solo risultato che ottenne con il suo fare ragionevole fu quello di irritarla ancora maggiormente. - Ti ricordo che i nemici stanno cercando anche te. Sei a rischio quanto me, restando fuori da questa stanza.

- È diverso, il loro obiettivo principale sei tu. Io non ho il tuo stesso valore, non sarebbe così grave se mi catturassero.

Nonostante i suoi disperati tentativi di mantenere la calma, la poca considerazione che, ancora una volta, l'alieno sembrava mostrare verso se stesso, provocò in Luana un'ondata di rabbia così cocente da provocare l'attivazione dei suoi poteri. - Sarebbe grave per me! - gridò, mentre i muri e tutti gli oggetti presenti nella camera iniziavano a vibrare come durante un terremoto.

Shirogane, giustamente preoccupato che la piega che aveva preso la conversazione potesse distruggere definitivamente il caffè Mew Mew, fece per intervenire e placare le acque.

Purtroppo però Kisshu riuscì a precederlo. - Se sei preoccupata per il fatto che i nemici possano usarmi per arrivare a te, puoi stare tranquilla: anche riuscissero a scoprire dove sei, le protezioni della stanza impedirebbero a qualunque nemico di entrare con il teletrasporto. Ecco perché è vitale che tu resti qui.

Il creatore del progetto Mew si ritrovò a temere che Luana facesse direttamente saltare in aria la stanza a suon di onde sismiche, quando vide lo sguardo omicida che rivolse al suo interlocutore.

Fortunatamente, così non fu, e quest'ultima, dopo aver preso due profondi respiri, riuscì a mantenere l'autocontrollo necessario per limitarsi a sibilare: - Se pensi che sia solo quello il problema, allora sei proprio un imbecille con la zucca più dura di una pietra.

Prima che l'alieno potesse protestare, alimentando ancora di più la rabbia della ragazza, Shirogane finalmente riuscì a mettersi in mezzo e a interrompere la discussione. - D'accordo. Ora basta, non è il momento per mettersi a litigare. Luana, so che non ti piace stare con le mani in mano, ma in questo momento è necessario.

Notando lo sguardo poco convinto della giovane, aggiunse: - Ti prometto che non lascerò che accada nulla a Kisshu. Starà con me solo il tempo necessario a spiegarmi come funzionano le manette e quali sono gli interventi principali da fare, dopodiché lo farò tornare qui, al sicuro.

- Lo prometti?

- Lo giuro su quanto ho di più caro.

- Scusate, ma non dovrei avere anche io voce in capitolo? - tentò di contestare Kisshu.

Tuttavia, le sue rimostranze vennero bellamente ignorate dagli altri due, che continuarono a fissarsi in silenzio, come immersi in una comunicazione silenziosa.

Alla fine, qualcosa nello sguardo dello scienziato dovette effettivamente rassicurare la Mew alien, che abbandonò la sua espressione collerica per tornare a sedersi sul letto. - D'accordo. Voglio essere fiduciosa. Ma promettimi che mi chiamerai se avrete bisogno di me.

- Promesso.

- Ehi! Sono proprio qui, sapete? Non fate finta che io non esista. - le fece notare Kisshu, mentre Shirogane lo trascinava fuori dalla stanza.

Nonostante le sue proteste, l'unica risposta che ottenne da Luana, prima che quest'ultima le chiudesse la porta in faccia, fu un laconico e vagamente minaccioso: - Ne parliamo più tardi.

Kisshu non poté evitare di rimanere ammutolito a fissare il punto dove fino a pochi istanti prima c'era stata la Mew alien, mentre un freddo brivido di avvertimento lo scuoteva dalla schiena fino alla punta delle dita.

Era convinto che a provocarlo fosse stata solo la minaccia implicita contenuta nelle parole della sua compagna di squadra, tuttavia, non appena si voltò si accorse che anche Shirogane lo stava osservando come se volesse perforargli la nuca con lo sguardo.

In quel momento capì, con estremo rammarico, che con quei due alleati tra loro, non avrebbe potuto neanche pensare di scambiare dei normali convenevoli con Ichigo, figuriamoci tentare di parlarle.

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Le previsioni dell'alieno dagli occhi dorati riguardo la sua permanenza al laboratorio si rivelarono fin troppo accurate dato che, non appena quest'ultimo varcò la soglia, il biondino lo costrinse subito a mettersi al lavoro, senza dargli nemmeno il tempo di guardarsi intorno o di salutare le sei guerriere Mew.

Come se non bastasse, dopo aver adattato le tempistiche dei turni di guardia alla presenza della Mew rosa, si premurò di spedirla seduta stante a casa a riposare, asserendo che sarebbe stato più saggio riprendersi dal jet lag prima di farsi carico dei nuovi compiti che le spettavano.

Il ragionamento poteva essere sensato, ma a Kisshu parve molto sospetta l'improvvisa quanto immotivata preoccupazione mostrata da Shirogane nei confronti della sua sottoposta.

Ciononostante decise di non commentare: sebbene una parte di lui trovasse quel trattamento piuttosto ingiusto, dal momento che aveva avuto intenzione di scambiare solo quattro chiacchiere con Ichigo e nulla più, quella razionale era perfettamente consapevole che la sua priorità assoluta doveva essere lavorare sul contenimento dei poteri del loro nemico, per assicurarsi che non facesse ulteriori danni durante l'interrogatorio.

Quindi si rassegnò a ingoiare la frustrazione e si mise a spiegare, con tutta la pazienza di cui disponeva, il funzionamento del materiale di cui erano composte le manette e i vari modi in cui poteva essere migliorato.

- Il metodo più sicuro sarebbe porvi un sigillo creato da un alieno più potente di Kevin, ma a parte Alain non conosco nessuno che sia in grado di crearne uno. Quindi dovremo farci bastare quello creato artificialmente da Pai.

Shirogane, che fino a quel momento non aveva avuto problemi nel seguire le sue indicazioni, udendo la parola "sigillo" assunse un'espressione vacua, che venne dopo pochi istanti sostituita da una di chiaro scetticismo. - Si tratta di magia o roba simile?

- Non proprio. Ma immagino che voi umani la vediate così. In realtà, il mio popolo è semplicemente in grado di manipolare gli elementi della natura a un livello superiore. Abbiamo dovuto evolvere queste capacità per sopravvivere. Il che può sembrare magico, in un certo senso. Ma, in fin dei conti, non è altro che lo stesso principio per cui le Mew Mew si trasformano.

- Ma tu temi che il sigillo di Pai non reggerà alle capacità di Kevin.

Kisshu sospirò, passandosi una mano fra i capelli con fare frustrato. - Le manette non erano state originariamente progettate per lui, erano qualcosa a cui Pai stava lavorando per sfizio, quindi sì, penso che sia più prudente trovare un modo per potenziarle, ma non so se sia fattibile.

Dopo quella frase, il capo del progetto Mew si limitò a rinchiudersi in un riflessivo silenzio, continuando a osservare le manette da ogni angolazione e prendendo appunti sul proprio computer.

L'alieno dagli occhi dorati, dal canto suo, decise di lasciarlo fare, continuando con la sua analisi dei punti deboli e delle criticità dell'oggetto.

Trascorsero circa un'ora in totale silenzio, prima che Shirogane si raddrizzasse di colpo sulla sedia, emettendo un verso di esultanza. - Forse ho la soluzione.

- Sarebbe a dire...? - borbottò l'altro, stropicciandosi stancamente gli occhi.

- Sapevi che le Mew Mew sono in grado di trasferirsi i poteri in caso di necessità?

- No, non lo ricordavo. - ammise, facendosi improvvisamente più attento. - Ma se pensi di trasferire la loro energia alle manette non è-

- Fammi finire il ragionamento. - lo interruppe lo scienziato, sollevando una mano con fare perentorio. - Tenendo in considerazione il fatto che le Mew Mew hanno questa capacità, e che Luana è una di loro, ma al tempo stesso ha anche delle capacità da aliena, penso che forse potrebbe essere possibile catalizzare tutti i poteri delle ragazze per creare un sigillo abbastanza potente da fermare Kevin.

Kisshu sollevò un sopracciglio, affascinato, ma al tempo stesso confuso dal ragionamento contorto del suo interlocutore. - Fammi capire bene, vuoi che le Mew Mew diano i loro poteri a Luana e che lei sfrutti le sue capacità di aliena per canalizzare questa energia in un nuovo sigillo?

- Precisamente.

- Sulla carta potrebbe funzionare. - ammise cautamente, dopo qualche istante di alacre riflessione. - Ma c'è un problema: Luana non ha mai provato a creare un sigillo, quindi non so se sia in grado di farlo.

- Non potresti insegnarglielo tu?

- Potrei insegnarle solo la teoria. Le mie capacità di alieno non sono mai state molto sviluppate, non ho i poteri necessari per crearne uno, quindi posso solo provare a spiegarle come si fa... e potrebbe essere rischioso, considerando che le sue abilità si stanno ancora manifestando. Inoltre, non so come l'aggiunta di ulteriori poteri possa migliorare o peggiorare le cose.

Nonostante le più che legittime perplessità dell'alieno dagli occhi dorati, Shirogane non si lasciò scalfire più di tanto e continuò a mostrarsi convinto della propria idea. - Secondo me è il metodo più rapido che abbiamo per potenziare le manette. Dovrai parlarne con Luana e vedere se lei è d'accordo ad accettare i rischi e a fare un tentativo.

A quelle parole l'espressione di Kisshu si incupì, adombrandosi di preoccupazione. - Non ti sembra che abbia già rischiato abbastanza in questa faccenda? Dobbiamo sempre lasciare che sia lei a rimetterci in prima persona? - domandò seccamente, stringendo i pugni.

La sua irritazione aumentò esponenzialmente quando vide le labbra del biondino tendersi in un sorrisetto compiaciuto. - Chi l'avrebbe mai detto! Anche tu hai un lato protettivo, allora.

- Sì, e quindi? Non mi sembra un crimine non volere che la propria compagna di squadra rischi di nuovo di lasciarci le penne, dopo essersi appena ripresa da una tentata violenza e un tentato omicidio. - lo apostrofò in tono di sfida.

- Infatti, trovo che i tuoi sentimenti siano ammirevoli. Semplicemente non sono abituato a vedere questo lato di te. Finora mi eri sembrato esclusivamente concentrato su te stesso.

L'alieno rimase così stupito da quella brutale considerazione, per di più ricevuta da una persona che considerava ancora come sconosciuta, che non riuscì nemmeno a ribattere, limitandosi a esalare un esterrefatto. - Come, scusa?!

Shirogane, evidentemente poco avvezzo a indorare la pillola, non si fece problemi a scendere più nello specifico. - Beh, quando eri nostro nemico non facevi altro che concentrarti sui tuoi desideri, prendevi quello che volevi senza preoccupati dei sentimenti degli altri. Prendi Ichigo, per esempio: hai sempre detto di provare dei sentimenti per lei, addirittura di amarla, ma in realtà desideri solo egoisticamente di possederla.

Quelle parole riscossero Kisshu dal suo stupito torpore con la stessa violenza di un pugno nello stomaco. - Come osi sputare sentenze su quello che provo quando neanche mi conosci? - esclamò, alzandosi così bruscamente dalla sedia che per un attimo gli mancò la terra sotto i piedi.

Shirogane, tuttavia, non si scompose, limitandosi a sostenere il suo sguardo con fredda determinazione. - Sto solo dicendo la verità. Pensaci: quando mai ti sei preoccupato veramente per quello che lei desiderava, o per il fatto che le tue avances le potessero dare fastidio, o la mettessero a disagio?

L'alieno sentiva ancora la stanza ondeggiare attorno a sé e non era sicuro che la causa fosse solo la stanchezza: le domande incalzanti di Shirogane stavano minando una delle poche certezze a cui ancora si stava aggrappando, ovvero la consapevolezza di amare disperatamente Ichigo.

Non poteva non amarla: come era possibile altrimenti che avesse trascorso tutti quei mesi ad anelare la morbidezza della sua pelle, il calore del suo corpo e la squisitezza del suo profumo? Non poteva essere stata solo un'illusione.

Eppure ora uno stupido scienziato so tutto io si permetteva di sbattergli in faccia che in realtà i sentimenti che provava per lei erano solo lussuria ed egoistico desiderio di possesso.

- Ti sbagli. - boccheggiò scuotendo la testa.

- Ti sto solo dicendo quello che ho notato. Non ho la presunzione di sapere tutto di te, ci conosciamo appena... ma mi ha stupito vedere che Luana è riuscita finalmente a farti smettere per un attimo di pensare a te stesso.

Non sapendo come ribattere a quella ulteriore rivelazione, Kisshu rimase a fissarlo con sguardo stralunato, cercando di lasciarsi alle spalle quelle brucianti osservazioni per riuscire a mantenere ancora un briciolo di lucidità mentale, sebbene i suoi sentimenti confusi premessero sempre più per venire a galla e questo gli facesse desiderare di fuggire il più lontano possibile da tutto e da tutti.

Fu Shirogane a rompere ancora una volta il silenzio, decidendo, per sua fortuna, di tornare a parlare di questioni meno scottanti e più pratiche. - Comunque mi sembra il caso di tentare con l'idea del sigillo. Ti prego di provare a parlarne con Luana. Suggerirei di iniziare a insegnarle, anche perché in caso la gestione dei suoi poteri si rivelasse troppo pericolosa, nulla ci vieterebbe di tornare sui nostri passi.

Kisshu si limitò ad annuire, ancora troppo impegnato a tenere sotto controllo le proprie emozioni per riuscire a dare una risposta più esaustiva.

- Perfetto, nel frattempo io cercherò di trovare un piano B, nel caso la nostra idea si rivelasse un fallimento.

- Quindi sono libero di andare?

- Sì, credo sia meglio che tu non stia per troppo tempo fuori dall'area protetta. Se dovessero esserci novità, abbiamo la spilla di Luana per comunicare.

L'alieno non se lo fece ripetere due volte e si precipitò fuori dal laboratorio, cercando inutilmente di ignorare il battito furioso del proprio cuore nelle orecchie. Non riusciva a capire perché le parole di Shirogane avessero avuto il potere di sconvolgerlo tanto nel profondo, ma la consapevolezza che la sua reazione fosse esagerata non bastava a eliminare la prepotente sensazione di panico e smarrimento che stava provando in quel momento.

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