Capitolo 21.

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"Ciao!" Lo saluto.

"Ehy! Guarda questa zoccola..." Entra ridendo.

"Come hai fatto a vederti? Lo specchio è di là!" Sto al gioco prima di dargli un bacio sulla guancia.

"...Appunto!" Fa Fede. I due si salutano e parlano un po' , così io ne approfitto per andarmi nuovamente a cambiare.

Quando ritorno, esclamo sfilando un Et voilà! per attirare la loro attenzione, riuscendoci.

"Stupenda!" Applaude il mio amico. Scoppio a ridere senza abbassare il capo, nonostante il mio imbarazzo sia salito (e non di poco!).

"Veramente brava! Questa camminata era stupenda Carola, sì" Annuisce Fede dicendosi d'accordo con il commento precedente.

"Grazie!" Sorrido contentissima.

Passiamo il pomeriggio insieme. Parliamo di scuola, lavoro e problemi di cuore, poi Fede se ne va, lasciandoci soli.

"Senti, scusa ma te lo devo chiedere" Irrompe nel silenzio la voce del mio amico preoccupata.

"Quante possibilità ci sono che tu voglia tornare con...?"

"Matteo?"

"L'innominabile" Risponde freddo, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Ti direi che stiamo già insieme soltanto per farti smettere di fare queste domande di merda" Gli faccio la linguaccia. "Zero, comunque. Puoi stare tranquillo!" Lo rassicuro.

"Non lo chiedo per me, ma per proteggerti. Dovresti saperlo" Si alza.

"Lo so... Ma non succederà. Abbiamo parlato, sai? Anche litigato... Poi ci siamo calmati, chiariti... E adesso va tutto bene. Siamo cambiati entrambi, Marino... Non funzionerebbe nemmeno se ci provassimo con tutti noi stessi!"

"Chi cerchi di convincere?" Mi guarda con un sopracciglio alzato ed io resto in silenzio per un istante.

"Nessuno" Rispondo dopo poco. "Ne sono già convinta"

"Davvero?" Chiede con aria di sfida avvicinandosi. "Cioè, se lui fosse qui di fronte a te al posto mio in questo momento, e ti chiedesse di tornare insieme..."

"La mia risposta sarebbe che ci abbiamo già provato, e che se dal passato si può imparare veramente qualcosa, allora preferirei rimanere soltanto amici" Dico fermamente, e finalmente sembrerebbe comprendere che sono sincera.

"Wow..." Si porta le mani sui fianchi, ma la pace dura poco.

"Che cosa?" Mi avvicino io questa volta.

"Senti, adesso basta" Fa un passo indietro. "Tu sei innamorata, lui anche. O vi mettete insieme, o vi separate" Sentenzia irremovibile.

"E chi lo dice che deve finire per forza così?" Lo guardo negli occhi. Mi sento una bambina, come sempre quando si parla di Matteo.

"Perché non è possibile un amore sano tra di voi, Carola. E meriti di stare bene"

"Come fai a dire che non è possibile?" Mi metto sulla difensiva nuovamente.

"Cazzo Carola, lo hai detto tu stessa! L'hai amato, caricato di una persona in più. Sei stata possessiva, e soprattutto: quando desideri qualcuno accanto per anni e poi lo ottieni, sai già che non potrà mai durare.

E il concetto io senza di te non so chi sono non può esistere!

Lo so che sei cambiata, maturata, come so che non l'hai superata. Per questo motivo potrebbe trasformarsi in un inferno ancora più letale la sua permanenza nella tua vita: non sei pronta. E come non lo sei tu, non lo è lui.

Ma non vi importerà. Voi continuerete a vedervi, a sentirvi, fino a quando entrambi toccherete di nuovo il fondo. Io mi sono stancato di starvi appresso però..." Termina prima di andarsene e lasciarmi da sola.

No, non ha ragione Penso tra me e me. Non può averne.

Rimetto tutto in ordine e poi chiamo Matteo.

"Ti disturbo?" Domando educatamente con voce ferma.

"No, dimmi" Risponde tranquillamente.

"Io e Marino abbiamo litigato" Inizio. "Non crede che noi riusciremo a mantenere il nostro rapporto di amicizia"

"Gli dimostreremo che si sbaglia!" Esclama semplicemente, poi il suo tono della voce si addolcisce. "Venendo a te... Cosa ti fa star male di più? La litigata o il motivo?"

Ci penso in silenzio.

"Il fatto che abbia capito alla perfezione le mie paure, me le abbia messe davanti e poi se ne sia andato" Ammetto. "Non è la prima volta che lo fa, e di certo non sarà l'ultima... Ma lo conosco da tanto, e vorrei continuare a mantenere i rapporti!" Gli spiego.

"E' solamente preoccupato per te... L'avrei fatto anch'io!" Cerca di calmarmi.

"Tu saresti tornato" Osservo. "Lui ancora non si vede..." Mi guardo intorno.

"Questo non significa che non ci tenga. Ognuno ha il suo tempo e il suo carattere Carola. Se gli vuoi bene, lo accetti"

"Lo so... Ma fino a quanto puoi arrivare a sopportare per il bene di una persona?"

"Questo dipende dall'importanza che le dai!" Ribatte. "Dovresti saperlo... Le persone, gli oggetti, i fatti... Sono solamente persone, oggetti e fatti! Siamo noi a dar loro importanza" Dice poi.

"E con questo cosa vorresti dire?" Chiedo, non capendo dove vuole arrivare.

"Voglio dire che puoi scegliere. Vuoi dare importanza al tuo amico? Alla vostra amicizia? O a questo avvenimento?"

"Al mio amico, ovviamente, e all'amicizia che ci lega!" Dico senza pensarci due volte.

"E allora che ci fai qui a perdere tempo con me? Chiama lui, va' e diglielo!"

"E se non mi volesse ascoltare?" Ricomincio.

"Da quando ti arrendi così facilmente?" Fa sorpreso.

"Hai visto? Tutti cambiano prima o poi..." Rispondo in tono scherzoso.

"Non tu" Fa lui invece in tono molto serio. "Soprattutto non su questo"

Ha ragione...

"Hai vinto" Alzo la testa. "Grazie"

"Quando vuoi!"

Sorrido, poi attacco ed esco. Direzione: casa di Marino.

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Non c'è.

Sto suonando il campanello da mezz'ora, ma non risponde nessuno.

Vado dal suo ragazzo e citofono.

"Chi è?"

"Ciao... Sono Carola"

"Ah... Ciao Carola!" Alza la voce. Marino è qui.

"Posso entrare?" Domando come prova. "Credo di essermi persa... Non sono mai venuta da queste parti. Ci ho messo un po' infatti a riconoscere casa tua!" Mento.

Sento dei bisbigli, purtroppo incomprensibili.

"Guarda, mi dispiace, ma sto uscendo... " Fa una pausa. "Però cinque minuti non si negano a nessuno. Dai, sali. Primo piano"

Questa volta ho vinto io.

"Grazie mille"

Salgo pensando a cosa potrei dirgli, ma quando vedo la porta aperta ogni pensiero scompare. Porto la mia mano sulla maniglia e attendo qualche sitante, con il cuore che batte a raffica nel petto, ferma ad ascoltarlo. Poi, senza ulteriori indugi entro.

Come pensavo: Marino è seduto sul divano con un caffè tra le mani.

"Permesso... Ciao!" Lo saluto sorridendo.

"Ehy" Ricambia il saluto tra i denti rimanendo impassibile, con aria quasi offesa.

Mi guardo intorno e noto che il proprietario di casa ha voluto lasciarci soli, gesto che apprezzo molto.

Dopo qualche minuto trascorso in silenzio esplodo: "Senti, non è giusto. E' stupido il motivo della nostra litigata, veramente stupido.

Tu credi che io sia ancora innamorata di lui, ma la verità è che... Hai ragione" Ammetto. "E anche lui lo è. Ma che tu ci creda o no, non torneremo indietro, non intendiamo farlo. Sappiamo che torneremmo a dipendere l'uno dall'altra, e vogliamo evitarlo" Tento di rassicurarlo, mentre lui mi guarda sempre peggio attendendo che io finisca il mio discorso. Quando comprende che ho terminato, inizia a parlare.

"Il motivo della nostra lite non è stupido, punto primo.

Punto secondo: io tengo a te, so cos'hai passato. E' lui che nemmeno se lo può immaginare, dal momento che neanche c'era" Dice fermo guardandomi negli occhi. "Punto terzo, lui non dipende da nessuno, non ce la fa. Gli fa troppa paura, conosce le conseguenze a livello teorico e vuole evitarle.

Tu le consoci anche a livello pratico, eppure continui a cercarle.

E lo dimostra il fatto che adesso ti trovi qui, a tentare di convincermi"

Resto di sasso.

"Mi stai forse dicendo che io dipendo da te?"

Resta in silenzio.

"Non è che scambi il tenerci con la dipendenza? Stai molto attento, perché non hai idea di che cosa stai parlando. Ti sembra che io sia presa da crisi di astinenza se non ci sei tu o non c'è lui Ti sembra che io abbia rinunciato a qualche mio progetto soltanto per stare con uno di voi due sempre e per sempre? Marino, in una qualsiasi relazione, quando uno sbaglia, se tiene all'altro, lo ammette e si ricomincia. E questo non c'entra niente con la dipendenza. Ti ripeto: non sai di che cosa stai parlando"

"Questa volta sei tu ad aver sbagliato, cretina" Scoppia a ridere.

"Sei scemo?" Resto confusa.

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