Capitolo 23.

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E' trascorso un mese da quella scenata a scuola e di Matteo nessuna traccia. ma va bene così.

Io sono intrappolata nella routine che mi sta asfissiando, e che spero termini presto così da darmi il tempo di tornare a scrivere nel mio blog che ho lasciato spoglio e non ho più ripreso.

Ai messaggi nelle chat rispondo quotidianamente non appena finisco di lavorare, ma quanto a portare ho smesso da un mese circa.

Il lato positivo è che la scuola è finita, e con lei la prima fase degli esami. Adesso c'è "solo" l'orale da finire di preparare, per il quale sono davvero tanto in ansia.

Le settimane seguenti saranno pienissime: il quindici la sfilata, il diciassette lo shooting e il venti l'orale. Mi sembra di impazzire, ma se tengo duro so di potercela fare.

Siamo agli sgoccioli, mollare adesso sinceramente non la vedrei nemmeno come un'opzione.

Sono sui libri da anni, e non ho mai avuto il tempo di fallire. Come non l'ho avuto fino a ieri non lo avrò oggi!

l lato negativo è che ho paura per l'Università... Lì non ci sono più capitoli, ma libri interi da studiare per gli esami. Come farò? Potrò continuare a lavorare? E' vero che i soldi non mi mancano, ma non è solo quello... Io amo la moda!

Suonano al citofono. Vado ad aprire.

"Matteo!" Esclamo allibita.

"Ehy..." Sussurra.

"Entra" Gli lascio libero il passaggio.

"Non volevo litigare con te" Inizia. "Non dico che tu abbia fatto bene a lanciarmi quel colpo basso, né che io me lo sia meritato... Però ho sbagliato, e ognuno ha la sua fetta di colpa e responsabilità.

Non avrei mai dovuto essere così diretto, con te non funziona in questo modo"

Sorrido.

"Hai ragione, ognuno ha la sua parte. Mi dispiace aver messo in mezzo la tua ex"

"Va tutto bene, ora non ci pensiamo. E' passato" Allarga le braccia. "Vieni qui"

Sorriso e lo abbraccio. Ci stringiamo forte, e gli lascio un bacio sulla guancia.

Poco dopo accenno a staccarmi, ma notando che lui non fa lo stesso sorrido e decido di restare nell'abbraccio.

E' un nostro abbraccio, uno di quelli che ti consentono di fare ogni cosa: dichiararti, prendere in braccio l'altro, baciare, sorridere, piangere, o semplicemente stare fermi. Respirare ascoltando nel silenzio i battiti dell'altro mentre lo stringi forte a te, desiderando silenziosamente che non finisca mai, chiedendoti se anche l'altro voglia la stessa cosa oppure no. E quindi ci si stacca bruscamente, per poi guardarsi negli occhi e riconoscere lo stesso sguardo. Scoppia una risata, un bacio (questa volta sulla guancia) e poi ci si saluta.

"Quindi è tutto okay?" Chiedo, giusto per esserne certa. Lui si volta sorridendo.

"Come sempre, no?"

Sorrido anch'io.

"Non ti ho chiesto come stai, ma... Lo immagino" Fa imbarazzato.

"Sono in preda al panico più totale!" Ammetto. 

"E' nomale!" Fa un passo avanti. "Posso esserti utile con qualcosa?"

Ci penso.

"Solo se poi consenti a me di aiutarti"

Scuote il capo sorridendo, dopodiché si arrende. "Ci sto"

Mi scosto per farlo entrare nuovamente. "Prego! Mi casa es tu casa!"

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Restiamo a studiare fino alle due del mattino mangiando pizza da asporto e patatine fritte per quattro persone, e quando finalmente finiamo vuole tornare a casa.

Insisto perché rimanga (è tardissimo, non può fare una cosa così! Siamo stanchi, è pericoloso mettersi a guidare in queste condizioni) e dopo un po' di ricatti finalmente cede.

Parliamo fino alle tre e un quarto, poi lui si addormenta esausto, e io resto a guardarlo.

Gli sfioro il viso delicatamente con l'indice, stando attenta a non svegliarlo. Lo copro bene, assicurandomi che non prenda freddo, lo stringo un poco a me, quel che basta per constatare che non sto sognando,, e dopo poco mi addormento anch'ioo, felice e soddisfatta.

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