Capitolo 29.

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Non appena vedo la macchina di papà allontanarsi mi faccio coraggio e lo chiamo.

"Ciao Carola, dimmi..."

"Ehy Matt! Disturbo?"

"No, affatto"

"Menomale! Ascolta... Ti andrebbe di vederci?"

"Hai bisogno di qualcosa?"

Chiudo gli occhi, prendo un respiro profondo e lascio che le parole escano dalla mia bocca.

"Se rispondessi di vederti sarebbe troppo smielato?" Oddio. No, non è vero.

"Arrivo" Risponde lui con dolcezza prima di riattaccare.

Corro a sistemarmi, mettendomi dei jeans e una maglietta senza maniche rossa, facendo poi sparire la tuta in lavatrice, anche se l'avevo lavata ieri - diventerà più pulita! -

Corro in camera, mi metto un velo di matita sulla congiuntiva e indosso gli orecchini a cerchio dorati, che fa pendant con la collana e gli anelli che indosso. Spruzzo un po' di profumo e suonano al citofono. Oddio!

No. Carola, respira. Devi studiare.

Vado ad aprire, poi torno sui libri fino a quando la porta si apre leggermente.

"Permesso..."

Salto in piedi, dimenticandomi di avere i tacchi. Che male!

"Ahia! Ehm, cioè...Vieni, entra" Mi avvicino piano.

"Tutto o-okay?" Domanda dopo qualche secondo passato a fissarmi.

Sorrido.

"Sì,grazie. Sai come sono... Non sto mai ferma!" Esclamo imbarazzatissima mentre chiudo.

"Sì...Ti conosco" Dice solamente ancora imbambolato. Imbarazzata (ma molto lusingata) continuo a sorridere.

"Dai vieni" Gli faccio strada fino al piano dove ero, e dopo poco mi segue, mettendosi di fronte a me.

"Allora... Qual è il mostro tremendo che non ti fa dormire la notte questa volta?" Scherza.

Sorrido portandogli davanti agli occhi il libro di mate.

"L'unico e il solo rimasto...Ahimé!" Lo poso aggrottando le sopracciglia, e lui ride.

"Argomento?" Si avvicina al quaderno cercando di capire.

"Integrali definiti!" Scandisco bene le parole facendolo ridere.

Sbatte la testa sul tavolo con fare teatrale facendomi ridere.

"Dai! Se anche tu fai così siamo messi bene!" Esclamo divertita. "Non dimenticare che per questa cosa sei la mia unica speranza...Anche perché in classe nessuno le ha capite tranne la Prof" Continuo scoraggiata.

Si ricompone tornando serio.

"Allora è una questione ancora più seria di quanto pensassi Signorina!" Prende il libro e va all'indice per cercare la pagina, dopodiché la apre all'inizio dell'argomento. "Non ci alzeremo da qui fino a quando non te ne verranno corrette almeno sei"

"Cosa?!" Esclamo. "No...Tu sei fuori..."

"Tu mi hai chiamato...Quindi adesso iniziamo seriamente, e dopo facciamo quello che vuoi. Non ti ricordi più? Oh cielo..." Scherza.

"Certo che ricordo..." Sussurro.

Con lui è sempre stato così quando mi aiutava in qualcosa: me la spiegava, e fino a quando non era convinto avessi capito non ci si alzava, tranne per una pausa ogni tanto, ma poi riprendavamo. Alla fine, quando davvero era okay, avrei deciso io cosa fare per il resto della giornata.

"Dai piccolina..." Sussurra, prima di bloccarsi. "Scusa, io..." Arrossisce violentemente.

"È l'abitudine!" Diciamo in coro ridendo imbarazzati.

"Va tutto bene, tranquillo..." Rido. "Dai gigante..." Lo appoggio prima di prendere la biro e guardarlo negli occhi. "Allora? Che si fa?" Lo provoco.

"Si inizia!" Risponde sicuro di sé prima di tornare con la testa sul libro.

Quando abbiamo finito, e finalmente mi sono venute quattro integrali su sette, lo guardo stanchissima.

"Non ne posso più!" Mi lamento.

"Ne manca una! Coraggio... Guarda che sei capace!" Mi incita a proseguire. "So che lo sei"

Si alza venendomi vicino e sorrido.

"Grazie" Sussurro guardandolo.

"Vediamo insieme...Posso?" Cerca di cambiare argomento.

"Certo" Gli porgo il quaderno e lui controlla.

"Posso?" Chiede ancora prendendo una matita. Annuisco. Fa un rettangolo intorno alla seconda parte dell'operazione.

"Qui c'è un errore. Quale?" Chino il capo cercandolo, ma non lo trovo.

"È stupido, te ne accorgi subito"

"Beato te che ci credi!" Mi lascio sfuggire.

"Come sempre..." Si allontana tornando al suo posto, poi si guarda intorno. "Posso prendere un bicchiere d'acqua?"

"Mi casa es tu casa!" Sorrido, lui anche.

"Grazie" Si alza nuovamente e mi guarda. "Non ti distrarre... So che sono bello, ma il quaderno è più importante " Mi prende in giro, e io torno a fissare il foglio imbarazzatissima.

"Ma chi ti vuole?!" Rispondo a tono cercando di dissumulare ridendo, mentre lo immagino con quel suo sorrisino soddisfatto stampato sul volto. Dio! Mi fa impazzire...

Scuoto il capo e cerco di concentrarmi. Rifaccio l'operazione un'altra volta, da capo.

"Doveva venire nove, giusto?" Controllo.

"Meno nove" Mi corregge venendo a sottolineae con il righello il libro.

"Nove" Lo sposto giù. "È la centoventisette, non ventisei"  Gli faccio notare posando la penna. "E finalmente mi è venuta"

"Fa vedere!" Si avvicina, mentre il mio cuore accelera vedendolo così vicino.

"Brava!" Esclama sorridendo, e ufficialmente il mio cuoricino smette di funzionare. "Hai visto che ci sei riuscita?"

Mi limito ad annuire.

"Abbi più autostima, perché sei capace!" Dice sincero guardandomi negli occhi, e io non riesco a fare a meno di sorridere mentre le parole di mio padre mi tornano in mente.

"Cosa c'è?"

Lo guardo negli occhi e scuoto la testa: "Niente" Continuo a sorridere.

"Dai, che hai?" Insiste. "Ti sei innamorata di qualcuno?" Azzarda, con la mano che trema. Lo guardo negli occhi,  sembra spaventato.

Annuisco.

"E, come ha detto qualcuno, io e questa persona ci ameremo sempre"

Il suo sguardo è mutato, sembra aver capito.

"E... Posso chiedere chi è questa persona? Con tutto il rispetto possibile, chiaro" Mette le mani davanti facendomi scoppiare a ridere.

"Vuoi sapere chi me l'ha detto o di chi sono innamorata?" Mi avvicino.

"Se possibile entrambi..."

"Ho pranzato con mio padre oggi, è venuto qui. Era da tanto che non lo sentivo... Mi sono sentita di nuovo a casa!" Ammetto sorridendo, e lui fa lo stesso. "E mi ha fatto una domanda"

"Quale?" Chiede curioso.

"Ha detto: Se credi di aver paura a lasciarti andare... Allora non ti innamori più! E quindi che senso ha tutto il resto?"

Sorridiamo.

"Ha ragione" Ammette. "È a metterlo in pratica il casino!"

Sorrido.

"Già...

Perché le storie all'inizio non si conoscono, ma quando poi si sa già come vanno a finire... Ne vale la pena riviverle sapendo il dolore che si prova una volta terminata?"  Rifletto.

"Immagino dipenda da noi farla finire o meno però..." Mi guarda negli occhi.

"Ma io con te non riesco... Cioè, mi conosci! Divento una bambina!" Esclamo imbarazzandomi mentre scoppio a ridere. "Ecco, appunto..."

"Bhe, non è che diventi... Lo sei!" Ride prendendomi in giro.

"Ma?!" Gli tiro una cuscinata.

"Ehy!" Me la ritira ridendo. Quanto è bello. "Che c'è? Ti sei stancata di giocare? O ti arrendi?"

Prendo un altro cuscino e gli vado addosso, ma mi prende in braccio.

"Io non mi arrendo mai" Gli ricordo a due centimetri dal viso.

"Lo so bene, era per provocare" Inclina leggermente la testa verso destra per sistemarmi una ciocca dietro l'orecchio e tornando a guardarmi negli occhi sorride.

Restiamo in silenzio, semplicemente a fissarci. Giuro che potrei restare così per tutta la vita.

Appoggio la testa sulla sua spalla, e stringendolo un poco più stretto a me sussurro: "Ti odio stupido"

Ovviamente risponde a tono: "Anch'io, nanetta malefica"  Dopo poco si allontana. "Comunque non hai risposto alla seconda domanda... Di chi ti sei innamorata?"

Fa sul serio?

"Come fai a non capirlo?"

Resta a guardarmi, e io sorrido.

"Ci diciamo di no..."

"Da troppo. Per paura di una cosa che spetta solo a noi decidere" Termino io.

"Esatto... Quindi che vuoi fare?" Domanda con la voce bassa. Mi tremano le gambe.

Già ero in tilt, ora a momenti cado...Siamo a posto!

"Io ti amo" Ammetto prima di baciarlo.

"Anche io Principessa" Sussurra sorridendo dopo.

Lo guardo negli occhi e ridiamo.

"Terminiamo qui e poi ci vediamo un bel film, ci stai?" Propongo.

"Perché no?" Mi accarezza il volto e torniamo sui libri.

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