Cap. 25 - Le provocazioni di Kirishima.

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Todoroki si avvicinò di più, i suoi occhi penetranti fissi su Midoriya, «Ma?».

«Ma non so se sono 'innamorato' di lei come lo sono di te», rispose Midoriya, con sincerità. «Con te mi sento attratto in un modo speciale. Non è solo un'attrazione fisica, ma c'è qualcosa di più profondo. Con Uraraka, sento una connessione, ma non sono sicuro che sia la stessa cosa».

Todoroki, visibilmente sollevato, ma anche ancora incerto, si avvicinò ulteriormente a Midoriya. 

«Bene, visto che sei così 'incerto', voglio essere sicuro di cosa provi per me, perché... io ti am... adoro davvero. E non posso ignorare quanto tu sia importante per me», sussurrò Todoroki, che dopo, con un gesto delicato, Todoroki posò le mani sul volto di Midoriya e lo baciò con dolcezza. 

Quando si staccarono, Todoroki guardò Midoriya negli occhi, cercando di leggere i suoi sentimenti, «Come ti senti con me rispetto a come ti senti con Uraraka?».

Midoriya, un po' sorpreso e con il viso leggermente arrossato, rispose con una voce sincera, «Con te mi sento... innamorato in un modo che non riesco a descrivere completamente. È come se fossimo due anime che si completano, e la nostra connessione va oltre l'attrazione fisica. Con Uraraka, c'è affetto e amicizia, ma quello che ho con te è speciale e unico».

Todoroki sorrise, «Innamorato?».

«P-più o meno...», balbettò Midoriya.

Todoroki lo baciò una seconda volta, poi dopo il secondo susseguì il terzo e il quarto, finché Midoriya iniziò a sfilare via la maglia dal corpo di Todoroki, il quale sorrise in modo malizioso.

«Ci siamo... vai avanti, ti prego», lagnò Todoroki, eccitandosi.

Midoriya non rispose, e continuò a possederlo con molteplici baci che passarono dal collo, scendendo il petto e raggiungendo l'ombelico, tutti baci che fecero sussultare Todoroki di piacere. Lui stesso poi rimosse la gli maglia e in seguito anche gli indumenti inferiori, finché non caddero sul letto di Todoroki privi di vestiti e invasi dalla condivisione di baci e carezze.

In quell'istante, Kirishima si trovò ad attraversare il corridoio e un istinto lo portò a osservare la scena, e quando notò che Midoriya e Todoroki erano impegnati in senso affettuoso, il pensiero lo guidò subito da Bakugo, bussando energicamente alla porta della sua stanza.

«Che diavolo vuoi?», ringhiò Bakugo, aprendo con un'espressione scocciata.

Kirishima, senza rispondere a parole, schiaffeggiò il volto dell'amico, facendo echeggiare il rumore dello schiaffo nel corridoio, «Lo sapevo! Sei un cretino! Midoriya e Todoroki hanno una relazione e tu lo sapevi già... e non mi hai detto nulla dopo la lezione... e sto ancora aspettando la tua risposta».

Bakugo, sorpreso e offeso, si massaggiò il volto.

«Che diamine?!» sbottò, fissandolo con occhi furiosi, «Perché mi hai colpito?!».

Kirishima si avvicinò, «Avresti dovuto dirmelo. Tu non ti esprimi così facilmente, ma quando ci sono io con te, precisamente quando siamo... soli, diventi un agnellino, Bakugo. Allora? Quale paura ti ha attraversato quando ti ho chiesto conferma riguardo Todoroki e Midoriya? Gli ho appena visti, quindi so che è questo che non volevi dirmi».

«Non era mia intenzione ignorare le tue domande. Ho semplicemente pensato che fosse una domanda che dovevi affrontare direttamente con loro, e non a scuola, non tramite me», rispose il biondo, incrociando le braccia al petto.

Kirishima ridacchiò, «Forse sapere di loro due ti ha acceso qualcosa nell'animo?», stuzzicò, facendo camminare le dita sul suo petto, e costringendolo a lasciar cadere le braccia lungo i fianchi.

«Non è solo una questione di saperlo da loro o da te, qui si tratta affrontare direttamente le cose, ti avevo chiesto di nuovo se ti piacessi...», disse ancora Kirishima, con tono provocatorio.

Bakugo, visibilmente irritato, cercò di mantenere la calma, «Non è che mi sta accendendo per loro», rispose con tono secco, «È solo che ho pensato che fosse meglio lasciare che fosse una domanda che dovessero risolvere tra loro, non attraverso di me», ripeté.

Kirishima alzò un sopracciglio, il suo sguardo era divertito, «Oh, davvero? E allora perché sembri così teso? Non mi sembra che tu sia del tutto tranquillo riguardo alla situazione».

Bakugo cercò di evitare il contatto visivo, sentendosi chiaramente a disagio, «Non è che sono teso, è che non ho voglia di complicarmi la vita con le loro domande personali. Non è affar mio».

Kirishima si avvicinò di più, il suo sorriso giocoso non nascondeva la provocazione, «Ma dai, Bakugo. Sei sempre così duro e stoico. Non è come se stessi nascondendo qualcosa, vero? Non che mi dispiaccia vederti rosso come un pomodoro».

Bakugo, cercando di ignorare il battibecco e il sorriso di Kirishima, cercò di mantenere la sua aria di indifferenza, «Non sto nascondendo niente. E smettila di scherzare, è davvero irritante!».

Kirishima, con un gesto audace, lo schiaffeggiò di nuovo, ma questa volta sulla spalla, «Non è che mi dispiace vedere come ti comporti quando sei infastidito. È come se avessi un lato più... umano».

«Taci», brontolò Bakugo, evitando di guardarlo direttamente, «Non mi interessa quello che pensi. E basta con queste stupide provocazioni!».

Kirishima si avvicinò ancora, tagliando l'ultima distanza rimasta tra le loro labbra e accennò un bacio, trovando il comportamento di Bakugo particolarmente affascinante, «Sì, sì, ecco così, sei stupendo...! Ma, se ti va, possiamo lasciare da parte le nostre domande e risolvere tutto quello che riguarda Todoroki e Midoriya in altri modi...».

Bakugo lo spinse coprendo la sua bocca con la mano, «Non metterti a giocare, Testa Dura».

Kirishima sorrise, non del tutto scoraggiato, «Vedi che non devi sempre essere così serio. Sai, ogni tanto puoi ammettere che ti piace qualcosa... o qualcuno».

Bakugo fece un passo indietro, «Non c'è niente da ammettere, e smettila di fare il cretino».

Kirishima ridacchiò, «Sai, a me piace quando sei così», disse con un tono più dolce, «Perché so che sotto quella facciata dura c'è qualcosa di più. Non devi nasconderlo con me».

Bakugo strinse i pugni, lottando contro l'imbarazzo che sentiva montare dentro di sé, «Non sto nascondendo niente. Non ho bisogno di spiegarti niente», rispose con voce ferma, anche se il suo sguardo tradiva un imbarazzo evidente.

Kirishima inclinò la testa, continuando a stuzzicarlo con il suo sguardo penetrante, «Forse, ma prima o poi dovrai ammettere che provi qualcosa, Bakugo. Non posso credere che tu sia completamente indifferente».

Bakugo sospirò, «Sei davvero irritante, sai?»

Kirishima rise, senza allontanarsi, «Forse, ma tu mi piaci così. E forse, sotto sotto, anche io ti piaccio, anche se non lo vuoi ammettere».

Bakugo sbuffò, ma non riuscì a nascondere un leggero sorriso che si formava agli angoli delle sue labbra, «Sei davvero un'idiota, Kirishima», disse, cercando di sembrare infastidito, ma c'era un tono di affetto nella sua voce che tradiva le sue vere emozioni.

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