Cap. 32 - Prima della seconda sessione.

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Mentre Kirishima e Bakugo si avvicinavano al dormitorio, videro Midoriya e Todoroki in un angolo appartato, che discutevano. Todoroki sembrava preoccupato e leggermente infastidito, mentre Midoriya cercava di spiegarsi.

«Izuku, hai detto che il bacetto che ti ha dato Uraraka era solo amichevole?», chiedeva Todoroki, visibilmente geloso.

Midoriya annuiva, imbarazzato, «Sì, Shoto. Non c'era nulla di romantico in quello. Uraraka è una mia amica, e quel gesto era semplicemente un'espressione di affetto amichevole. Non significa niente di più!».

Todoroki sembrava non essere del tutto convinto, «Non riesco a non pensare che tu abbia dato una certa importanza a quel gesto. Mi ha fatto sentire insicuro».

Midoriya si avvicinò a Todoroki, mettendo una mano sulla sua spalla, «Non devi sentirti insicuro, Shoto. Tu sei importante per me. Il bacetto di Uraraka non ha nulla a che fare con quello che provo per te».

Todoroki sospirò, «Capisco... È solo che sapere di quel gesto mi ha fatto dubitare molto...».

Kirishima e Bakugo, osservando la scena, si scambiarono uno sguardo.

Bakugo, con un'espressione di lieve divertimento, commentò, «Sembra che Midoriya abbia un bel po' di lavoro da fare per rassicurare Todoroki».

Kirishima annuì, sorridendo. «Sì, ma è bello vedere quanto ci tengano l'uno all'altro. Meglio lasciarli chiarire tra loro senza interferire, ancora».

«Secondo me qui esplode qualcosa, me lo sento. C'è troppa tensione! Certo, loro non sono mica come noi, sai... a intervento immediato...», stuzzicò Bakugo.

Kirishima gli schiaffeggiò la nuca, «Ma che cretino! Non sai proprio starti al tuo posto con le parole?!».

«Almeno io parlo, tu non hai voce per gemere quando ti penetro, lo hai sentito anche ieri notte, non mentire, Red Riot».

Kirishima si limitò a scuotere la testa, sorridendo di fronte alla provocazione di Bakugo, «Lascia perdere, Katsuki. Lasciamoli soli a risolvere i loro problemi».

Bakugo sbuffò, ma non disse nulla di più. I due allora si incamminarono ed entrarono nella stanza di Kirishima, poi quest'ultimo chiuse la porta alle loro spalle e si voltò verso Bakugo, che lo fissava con uno sguardo impaziente, «Bene, ora cosa facciamo?».

Kirishima scrollò le spalle, cercando di mascherare il proprio imbarazzo, «Beh, immagino che possiamo rilassarci un po'. Non dobbiamo sempre andare subito a combattere, sai?»

Bakugo si avvicinò a Kirishima, «Forse...».

Senza aspettare una risposta, spinse Kirishima sul letto, costringendolo a stendersi sotto di lui, poi si abbassò fino a coprirlo con il proprio corpo con una mossa audace, e le loro labbra si incontrarono in un bacio feroce e appassionato.

Kirishima non riuscì nemmeno a reagire subito, ma in pochi istanti le sue mani si mossero verso le spalle di Bakugo, tirandolo più vicino, mentre rispondeva al bacio con la stessa energia.

Bakugo fece una smorfia, e cominciò a privare Kirishima dei suoi vestiti, «Fammi sentire il tuo corpo così come lo desidero... voglio vedere esplodere la dinamite dentro di te...».

«Non devi chiedermelo due volte, Katsuki...» rispose Kirishima, guardandolo intensamente e muovendo le mani finché afferrò i suoi polsi, tirandolo leggermente verso di sé, «Vediamo se riesci davvero a gestire tutto questo», continuò, sorridendo in modo sorriso spavaldo.

Bakugo rispose con un ghigno malizioso, liberando i polsi dalla presa di Kirishima e abbassandosi ancora di più su di lui, i loro corpi ormai erano strettamente avvolti.

«Oh, Eijiro, vedrai quanto posso gestire» sibilò Bakugo, mentre finiva di rimuovere l'ultima barriera di vestiti dall'altro. In un attimo, si spogliò anche lui con la solita rapidità e determinazione, per poi chinarsi nuovamente su Kirishima.

Le sue mani scorrevano decise lungo i fianchi dell'altro, esplorando ogni muscolo con tocco sicuro, mentre i loro respiri si facevano sempre più affannati, intrecciandosi in un crescendo di tensione e desiderio.

Kirishima si irrigidì leggermente sotto Bakugo, ma solo per ribellarsi all'idea di essere sopraffatto. Con un improvviso scatto di forza, lo spinse di lato, rovesciando le posizioni. Ora che era sopra di lui sorrise con aria maliziosa, «Non sarà così facile per te vincere, Katsuki».

Proprio mentre i due erano immersi nel loro intenso scambio di passione, un rumore improvviso li distolse dalla loro concentrazione. I passi provenienti dal corridoio erano chiari e distintivi, e i due si fermarono di colpo, trattenendo il respiro. Il loro sguardo si incrociò, e in un attimo, entrambi capirono che qualcuno stava avvicinandosi.

Kirishima, ancora sopra Bakugo, si alzò lentamente e si mise seduto sul materasso, coprendosi le parti intime col lenzuolo e cercando di riprendere il controllo della situazione, «Sembra che Midoriya e Todoroki siano tornati», mormorò dopo, arrossendo.

Bakugo, sedendosi accanto a lui, visibilmente irritato dalla distrazione improvvisa, borbottò, «Che diamine... Non possiamo avere un momento senza che qualcuno ci rovini i piani?».

«Calmati, ho solo sentito i passi e mi sono incuriosito... ma se vuoi possiamo riprendere», rispose Kirishima, lasciando scivolare la mani sul petto muscoloso del biondo con piacere.

Bakugo sbuffò e si passò una mano tra i capelli, visibilmente irritato, «Per il momento non mi frega niente di quei due. Ho già avuto abbastanza rotture di scatole oggi».

Kirishima si girò verso di lui, «Sì, ma pensi che risolveranno? Li ho visti molto turbati».

Bakugo scosse la testa, incapace di nascondere il suo disinteresse. «Chi lo sa? A me sembra che si stiano solo complicando la vita. Ma che ci importa? Noi abbiamo il nostro tempo. Quindi? Che dici se riprendessimo quel che stavamo facendo?»

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