Cap. 37 - La felicità di Uraraka.

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Bakugo si alzò dalla sedia e si stiracchiò esageratamente, mostrando i muscoli tonici sotto la maglietta nera. Kirishima, senza nascondere l'apprezzamento nello sguardo, lo osservò con un sorrisetto malizioso, «Non so, la vuoi togliere la maglia? Rendiamo la cosa più facile...».

Bakugo alzò un sopracciglio biondo, «Oh, sì? Ti piaccio mezzo nudo mentre faccio lo stronzo?».

Kirishima non si tirò indietro, anzi si avvicinò ancora di più, fino a che i loro corpi quasi si sfiorarono, «Sì, sei lo stronzo che non vedo l'ora di portare via da qui per fare un po' di casino».

Bakugo non riuscì a trattenere una risata, e con un movimento rapido, afferrò Kirishima per la maglietta e lo tirò verso di sé in un angolo del corridoio con una forza che era tutt'altro che aggressiva, «Non sfidarmi, Eijiro. Sai come va a finire quando mi provochi così», minacciò.

Kirishima lasciò che i suoi occhi si abbassassero per un istante sulle sue labbra, poi risalirono a incontrare il suo sguardo ardente, «Conto proprio su questo, Katsuki».

Bakugo lo lasciò andare, ma non prima di aver lasciato scivolare le dita lungo il petto di Kirishima in un gesto che sembrava casuale, ma che era tutto tranne che innocente, «Smettila, se non vuoi che ti sbatta nel corridoio. Mi hai sentito bene».

Kirishima rise, era teso sotto il tocco del biondo, «E se saltassimo l'allenamento?».

«E perdere l'occasione di vederti in azione? Neanche per sogno!», rispose Bakugo.

Kirishima sorrise maliziosamente, «Allora non perdiamo altro tempo. Voglio proprio vedere se hai ancora abbastanza energia per tenermi testa dopo l'allenamento».

Bakugo ghignò, «Lo scoprirai, Eijiro. E credimi, non sarà facile starmi dietro».

I due si avviarono verso l'uscita della mensa e il tempo passò in un lampo. Quando poi si trovarono durante l'allenamento, l'atmosfera divenne elettrica.

Gli studenti si muovevano con energia e determinazione, ciascuno impegnato a dare il massimo. Bakugo e Kirishima, accoppiati per il combattimento, si scambiavano colpi con un perfetto equilibrio tra forza e tecnica.

Kirishima, con la sua pelle indurita e uno spirito combattivo, rispondeva a ogni attacco di Bakugo agilmente. Bakugo, invece, con il suo stile esplosivo e impetuoso, non gli dava tregua, lanciando attacchi mirati e controllati che lo sfidavano a tenere il passo.

In seguito, quando ci fu la pausa, Kirishima si avvicinò a Bakugo con un sorriso soddisfatto, asciugandosi il sudore con un asciugamano pulito, «Non pensavo che avresti spinto così forte oggi. Non sei male, Katsuki».

«Non sei male nemmeno tu, Kirishima. Ma non pensare che sia finita qui. Ho un paio di esplosioni in più in serbo per te», rispose Bakugo sorridendo in modo malizioso.

In quel momento, egli lanciò una serie di esplosioni mirate attorno a Kirishima, che rispose con abilità e destrezza. La loro battaglia così si trasformò in un turbinio di movimenti coordinati, i loro scambi di attacchi e parate erano sempre più intensi. Ogni colpo e schivata erano eseguiti con precisione, dimostrando quanto bene si conoscessero e quanto si rispettassero.

Quando l'allenamento si concluse, entrambi erano esausti e soddisfatti. Il sudore e la fatica erano segni evidenti di un lavoro ben fatto. Kirishima allora si avvicinò a Bakugo e gli diede una pacca sulla spalla, «Ottimo lavoro, Katsuki. Non è facile trovare qualcuno che possa tenermi testa così bene. Sai cosa intendo...».

«Lo stesso vale per te, Kirishima», rispose il biondo quasi a tono.

Con ancora il respiro pesante e i muscoli indolenziti, i due ragazzi si prepararono a lasciare il campo di allenamento. Stavano per dirigersi verso il centro della città per rilassarsi un po', quando furono improvvisamente avvicinati da Uraraka, il cui volto era radiante di entusiasmo. 

«Ragazzi! Ho una notizia fantastica!», disse, avvicinandosi con vivacità.

«Cioè?», domandò Bakugo.

«Midoriya ha finalmente accettato!», esclamò Uraraka.

«Accettato cosa?», chiese Kirishima, confuso e incuriosito.

«Di essere il mio ragazzo!», rispose Uraraka, con gli occhi che brillavano di felicità.

Kirishima aprì la bocca in segno di sorpresa, «C-cosa?».

«Devo dirlo assolutamente alle ragazze! Ci vediamo!», disse ancora Uraraka con gioia, correndo via per raggiungere il dormitorio femminile.

Bakugo rimase immobile, «D-Deku che cazzo combini...».

Kirishima lo guardò, il suo volto fu pervaso da un'espressione preoccupata, «Non è possibile... Midoriya... con Uraraka?».

Bakugo si passò una mano tra i capelli, «Non lo so, ma non mi piace affatto. Sapevo che Deku aveva un debole per Todoroki, ora lo sai anche tu. Non ha senso che accetti di stare con Uraraka se ha sentimenti per qualcun altro!».

Kirishima annuì, «Già, e Uraraka merita qualcuno che sia completamente onesto con lei. Questa situazione non mi sembra giusta».

«Dobbiamo parlarne con Todoroki e soprattutto con Deku. Se non affrontiamo questa cosa adesso, potrebbe finire per far male a Uraraka e a se stesso!», sbuffò Bakugo.

I due si scambiarono uno sguardo sorpreso e poi si precipitarono verso Todoroki, che era seduto su una panchina, apparentemente indifferente.

«Shoto, abbiamo sentito la notizia! Sei matto?! Lo lasci andare via così, Deku? Lo sai quanto è importante per lui, e tu fai così?», lo rimproverò Bakugo, chiaramente infastidito.

Todoroki abbassò lo sguardo, «Non avrei voluto, ma l'ho permesso quasi come se fosse una sfida, per vedere se davvero quello che mi ha detto stanotte fosse vero. Perché io... lo amo».

«Allora? Non puoi semplicemente ignorare i suoi sentimenti! Se dici di amarlo, allora dovresti agire di conseguenza», disse Kirishima con tono più placato rispetto al biondo.

Todoroki li guardò con calma, «Non sto ignorando nulla. Ho semplicemente bisogno di essere sicuro che i suoi sentimenti siano veri. Voglio essere certo che non sia solo una reazione impulsiva. Lo amo, e devo essere sicuro che davvero anche lui mi ama».

Il volto di Bakugo si corrucciò dall'irritazione, «Se non lo fai adesso, potresti perdere la tua occasione. Deku è uno che sa quello che vuole, ma se lo lasci pensare troppo, potrebbe cambiare idea».

Kirishima mise una mano sulla spalla di Bakugo, cercando di calmare la situazione, «Dai Katsuki, forse Shoto ha ragione. Dobbiamo dargli il beneficio del dubbio».

Todoroki annuì lentamente, «Appunto. Io capisco il vostro punto di vista. E apprezzo che vi preoccupiate per entrambi. Prometto anche che farò del mio meglio per essere onesto e aperto, ma devo fare i conti anche con i miei sentimenti e le mie paure».

«Va bene, ma ricorda che il tempo non aspetta nessuno. Fai la scelta giusta», disse Bakugo.

Todoroki annuì, «Lo farò».

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro