Cap. 41 - Vietato dormire a lezione.

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Il giorno seguente, la classe era immersa nel silenzio mentre il professor Aizawa spiegava con la solita voce monotona e seria le nuove problematiche in città, «Abbiamo ricevuto segnalazioni di nuovi villian in circolazione», disse, fissando ogni studente con i suoi occhi stanchi ma attenti. 

«La situazione sta diventando grave, e per questo motivo ci sarà bisogno dell'intervento immediato degli eroi. State pronti a rispondere al richiamo. E sto parlando soprattutto di qualcuno di voi», aggiunse, raggiungendo Kirishima e Bakugo e schiaffeggiandogli le teste, perché addormentati uno accanto all'altro.

Il colpo improvviso e il grido del professore svegliarono i due di soprassalto. Kirishima, con i capelli disordinati e ancora mezzo addormentato, cercò di alzarsi in fretta, mentre Bakugo, sbuffando di irritazione, si massaggiava la testa con un'espressione di malcontento.

Aizawa li guardò con uno sguardo che non ammetteva repliche, «Non è il momento di dormire, ragazzi. La situazione è grave e dobbiamo essere pronti a intervenire. I villain stanno diventando sempre più audaci, e questo significa che dovete essere allerta e preparati! Non a dormire!».

Kirishima cercò di riacquistare lucidità, «Sì, professore. Scusate, non volevamo distrarci».

Bakugo, ancora irritato, aggiunse, «Ci dispiace. Saremo pronti».

Aizawa fece un cenno di approvazione e tornò a fissare la classe, «Dovete capire che l'eroismo non è solo una questione di poteri, ma anche di responsabilità e preparazione. Ogni errore può avere conseguenze gravi».

La lezione riprese e Bakugo sbadigliò, cercando di mascherare la stanchezza dietro la mano, mentre Kirishima tentava di concentrarsi, «Cavolo, non ce la faccio a rimanere sveglio...», bisbigliò, stropicciandosi gli occhi.

Bakugo, con un'espressione altrettanto provata, gli diede una leggera gomitata, «Non crollare di nuovo, Eijiro. Ci è anche andata bene, ora non voglio che Aizawa ci faccia fare un'ora extra per non dormire in classe...».

Kirishima annuì, però era evidente che sia lui che il biondo stavano lottando contro una battaglia persa.

Todoroki intanto osservava la classe in silenzio, cercando di seguire le parole di Aizawa, ma il suo sguardo fu presto catturato da Bakugo e Kirishima, seduti più avanti. "Chissà cosa avranno combinato stanotte", pensò, ma la sua mente non riusciva a concentrarsi molto. Poco più in là, vide Midoriya seduto accanto a Uraraka. I due stavano parlando animatamente, sorridendo e ridendo con la solita complicità che sembrava avvicinarli sempre di più.

Todoroki sentì un peso nel petto, un senso di vuoto che non riusciva a scacciare. Senza volerlo, un sospiro triste gli sfuggì dalle labbra. Non poteva fare a meno di pensare a quanto le cose fossero cambiate tra lui e Midoriya. Si rese conto che, nonostante tutto, gli mancava.

Rimase a fissare Midoriya e Uraraka per qualche istante in più, come se stesse cercando di capire qualcosa che sfuggiva alla sua comprensione. Non era gelosia, non del tutto. Era piuttosto la consapevolezza che qualcosa di prezioso gli era scivolato via, e che forse, inconsapevolmente, era stato lui stesso a lasciarlo andare.

«Todoroki?», la voce di Yaoyorozu lo riportò alla realtà.

Si voltò appena, accennando un sorriso forzato, «Sì, scusa. Mi sono solo... un po' distratto».

«L'ho notato», rispose lei con dolcezza, «Qualcosa ti preoccupa?».

Todoroki scosse la testa, «No, va tutto bene»

Mentiva, ovviamente, ma non era il momento né il luogo per discutere dei suoi sentimenti.

Tornò a guardare Midoriya, che ora stava ascoltando Uraraka con attenzione, con il viso illuminato da quel tipico sorriso che mostrava quando era felice. Quel sorriso che, un tempo, gli era così familiare. Ancora una volta, sentì un nodo allo stomaco. "Spero che tu sia felice," pensò tristemente, abbassando lo sguardo e cercando di ignorare il vuoto che sentiva dentro.

Alla fine della lezione, il caos abituale dei cambi di aula si diffuse nei corridoi. Gli studenti si accalcarono, chiacchierando e preparando il loro materiale per la lezione seguente o semplicemente socializzando. Kirishima e Bakugo, ora ben svegli e chiaramente un po' imbarazzati per quanto accaduto, furono al centro dell'attenzione dei loro compagni di classe.

«Ragazzi, ma che avevate combinato ieri sera?» chiese Kaminari, con un sorriso divertito mentre si avvicinava ai due, «Non avevate intenzione di dormire in classe, vero?».

Kirishima, rosso in volto, cercò di ridere, «Certo che no! È solo che eravamo così stanchi che ci siamo addormentati di colpo».

Bakugo, con atteggiamento brusco, sbuffò e aggiunse, «E non è che il tuo commento ci aiuti molto, Kaminari. Non avevo bisogno delle tue battute. E comunque, non è che la stanchezza è una scusa. Dobbiamo essere più professionali, è capitato, non capiterà più».

«Già, già», intervenne Sero, ridendo mentre passava accanto a loro, «Ma almeno è stato divertente vedere il professore Aizawa arrabbiato. Credo che non avesse mai visto un doppio sonno in aula! La cosa è anche abbastanza sospetta...».

«Non so cosa tu abbia visto, Sero, ma non è stata affatto divertente. Se avessi potuto scegliere, avrei preferito restare sveglio», replicò Bakugo.

«Sì, non è che ci siamo addormentati apposta», rispose Kirishima.

«Tranquilli, ragazzi,» disse Kaminari, cercando di cambiare argomento, «Perché non pensiamo alle cose importanti? Come ci prepariamo per l'intervento? Avete qualche piano in mente?».

Midoriya, che era stato accanto a Uraraka durante tutto questo scambio, si unì alla conversazione. «In realtà, stavo pensando che dovremmo rivedere le nostre strategie e forse fare un po' di pratica extra. Non possiamo permetterci di farci trovare impreparati».

Uraraka annuì con entusiasmo, «Sì, un po' di allenamento in più non può che aiutarci!».

Todoroki, che si era avvicinato al gruppo, ascoltò con attenzione, ma si sentì ancora un po' distante, «Sembra una buona idea», disse, cercando di partecipare alla conversazione con un sorriso sincero nonostante il vuoto ancora dentro di sé, «E se avete bisogno di aiuto per preparare le strategie, sarò felice di dare una mano».

Il gruppo, motivato, annuì e si dedicò alla preparazione con un rinnovato senso di unità, pronto ad affrontare le sfide future insieme. Todoroki, invece, congedò il gruppo e uscì dalla scuola.

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