Capitolo 1 "Un nuovo inizio"

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La suoneria della mia sveglia riecheggia nella stanza. Mi rigiro nel letto, apro un occhio e guardo l'ora: 5.30.

Maledico quello stupido suono, mi giro dall'altro lato e chiudo gli occhi. Poi come un flash che mi abbaglia, riapro gli occhi di scatto ricordandomi del perché ci fosse la sveglia.

<<Devo partire>> dico parlando con me stessa, quasi per motivarmi a svegliarmi.

Mi alzo e controllo per l'ennesima volta la mia valigia rossa all'angolo, è enorme e sembra quasi che stia per esplodere. Un misto di emozioni mi attraversano tutto il corpo: malinconia, perché comunque lascio le poche persone a cui volevo bene, felicità perché finalmente riesco a chiudere un capitolo della mia vita che ormai non sento più mio, anzi mi sta quasi soffocando.

Mi guardo allo specchio, con i capelli arruffati e gli occhi gonfi e assonnati. Mi incoraggio a farcela, mi ricordo del perché parto.

Vado in bagno, mi lavo e mi vesto. Ricontrollo ancora una volta tutti i documenti e la valigia.

Ansia, ecco cosa sento ora.

Sento il campanello suonare, apro e vedo la persona che da anni mi sta affianco, mia zia. La vedo sorridente, e capisco che sto facendo la scelta giusta. Certo, mi mancherà da morire, ma quando le ho detto che avevo intenzione di vivere lontano da qui lei mi aveva incoraggiata a farlo sapendo quanto fosse necessario per me, per cominciare un nuovo capitolo della mia vita.

Carichiamo la valigia in macchina, saliamo e partiamo dirette all'aeroporto.

Chiacchieriamo durante il tragitto e appena leggo il cartello, quasi lancio un gridolino: Aeroporto di Los Angeles.

Entriamo dentro e facciamo il check-in, lasciamo il bagaglio e entriamo nel bar a fare colazione.

<<Come ti senti?>> dice zia Anastasia. Come mi sento? Sono piena di emozioni diverse, non penso ci sia una parola per descrivere come mi sento.

<<Sono tanto emozionata zia, non mi sembra vero che possa davvero ricominciare, me lo ero promesso>>dico indicandomi il tatuaggio che ho sul collo, dietro l'orecchio, <<ma non immaginavo arrivasse così presto. >>

Me lo ero fatto quando avevo 19 anni, avevo deciso di tatuarmi la data che mi aveva cambiato la vita, come promessa di un nuovo inizio, sia mentale che fisico per me.

Sentiamo una voce che chiama il mio volo e capiamo che è giunto il momento.

Ci abbracciamo forte e ci sussurriamo che ci rivedremo presto.

Entro nel aereo e prendo posto, vicino al finestrino così che possa vedere le città passarmi sotto.

Guardo fuori e mi perdo nei ricordi.

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