Capitolo 2 Perché parto?

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*5 anni prima*

Vedere qualcuno che ami che fa le stesse cose che faceva con te con un'altra persona è straziante.

Ero uscita da casa piangendo dopo l'ennesimo litigio con i miei genitori. Avevo preso una decisione, sarei andata via di casa. Mentre, con le valigie in mano, in piena Los Angeles, chiamavo mia zia per metterla al corrente della mia decisione, vidi passare dall'altra parte della strada una figura familiare. Rimasi pietrificata quando riconobbi la figura e la misi a fuoco: Jason.

Jason era il mio ragazzo da due anni ormai, era un ragazzo particolare, sempre molto misterioso e pieno di segreti che compongono il suo passato difficile. La prima volta che lo vidi non avevo pensato neanche per un secondo che sarebbe stato la persona con cui avrei condiviso due anni della mia vita.

Con lui mi sentivo a casa, felice e spensierata. A volte litigavamo e mi feriva molto utilizzando parole crude però sapevo che mi amava e alla fine riuscivamo sempre a fare pace.

Quando lo vidi era mano nella mano con una ragazza bionda, che non conoscevo. Pensai che fosse impossibile che mi tradisse. Ne avevamo parlato mille volte ed eravamo arrivati alla conclusione che sarebbe bastato parlarne e poi decidere di conseguenza. Mi aveva rassicurato migliaia di volte che non l'avrebbe mai fatto, che non gli serviva nient'altro, che gli bastava che fossimo assieme.

Non avevo il coraggio di affrontarlo ora, in questo momento per me così fragile e distruttivo. Feci solo una foto e me ne andai. Ero a pezzi. Tutte le persone che mi circondavano e che avrebbe dovuto volermi bene, mi avevano ferita e distrutta.

Mi allontanai da lì e mi avviai verso casa di mia zia Anastasia. Quando arrivai davanti al portone, inviai la foto a Jason " spero tu sia felice con lei, perché io e te non abbiamo più nulla da condividere. Addio" scrissi tra le lacrime.

Entrai in casa e vidi mia zia che mi osservava con uno sguardo amorevole, quasi dispiaciuta di ciò che stessi passando. La abbracciai e la strinsi forte, convinta che tutti i pezzi del mio cuore si sarebbero riattaccati.

Durante quel primo mese di nuova vita Jason mi chiamò innumerevoli volte, mi chiese di incontrarci altrettante volte, ma io non risposi mai. Lo bloccai, cosciente che non mi aveva trattato come meritavo. Con l'avanzare del tempo mi resi conto che non era la persona giusta per me, e, anche se era la persona che avevo amato più di me stessa, dovevo lasciarlo andare archiviandolo come un capitolo di vita da cui avrei imparato qualcosa.

Passarono mesi, addirittura anni. Ne dei miei genitori, né di lui seppi più nulla.

Sento una voce che mi riporta alla realtà, sposto lo sguardo dal finestrino alla mia destra e vedo un ragazzo che mi parla.

<< Scusa ma è il mio posto questo >> dice lui indicando il sedile di fronte al mio. Sposto la borsa e la metto a terra.

<< Scusa, pensavo fosse vuoto e l 'ho appoggiata lì. >> sorrido timidamente.

<<Siccome dobbiamo condividere 6 ore di volo, penso sia meglio presentarci. Piacere Tyler. >> dice mentre tende una mano in avanti

<<Veronica>> dico mentre stringo la mano, poi mi giro e continuo a guardare fuori dal finestrino.

Sono anni ormai che tengo alla larga qualsiasi tipo di contatto che non sia lavorativo. Non voglio correre il rischio di far entrare qualcuno nella mia vita che possa poi distruggerla nuovamente andandosene.

Con la coda dell'occhio noto che Tyler mi guardava di tanto in tanto, ma non dico nulla per non dare modo che una conversazione spiacevole prenda vita.

Sono una persona molto socievole ed estroversa, ma nonostante questo lato del mio carattere sono altrettanto riservata e timida. Probabilmente quest'ultimi lati sono cresciuti con me mano a mano che la mia insicurezza aumentava. Posso sembrare una persona estremamente forte al di fuori, ma io so quanto in realtà sia fragile. Fragilità che mi hanno fatto indossare gli altri e che invece di reagire ho deciso di accettarle.

Il mio fisico è una di queste. Non ho il fisico di una ragazza che viene chiamata "normale ", ho forme molto prosperose, fianchi larghi e seno abbondante e molti rotolino di ciccia.

Ho perso già molto peso rispetto a 5 anni fa e tutto grazie alla boxe, che mi ha aiutata a smaltire la rabbia repressa e qualche chilo di troppo.

Avendola iniziata da poco più di 6 mesi, non ho avuto il tempo di abituarmici che ho dovuto smettere per via del trasloco a New York.

<<Cosa ti porta a New York? >> dice Tyler disturbando nuovamente i miei pensieri.

<<Lavoro. E tu invece dove sei diretto? >>

Prima di rispondermi mi guarda e ride, io di rimando lo guardo confusa.

<<Perché ridi?>>

<< Questo è un volo diretto a New York, quindi anche io sono diretto la. Anche io per lavoro. Ho avuto un colloquio con un'azienda che propone uno stage per un anno come manager e ho deciso di accettare.>>

Lo guardo sgranando gli occhi, potrebbe essere mai che sia la mia stessa azienda? No impossibile, New York è immensa, sarebbe veramente una coincidenza, quasi impossibile che lavori con me.

<<Perché quella faccia? >> dice lui ridendo nuovamente.

<< Intendi questa? >> dico mentre mi indico il viso, <<che ti piaccia o no è la mia >> dico ridendo.

<<Non intendevo dire quello, intendo perché sembri sorpresa? >>

<<Beh, perché anche io vado a New York per lo stesso motivo >>.

<<Vedila così se ci incontreremo di nuovo a New York probabilmente è destino che ci incontrassimo >> mi dice lui facendomi l'occhiolino.

Sorrido dopodiché lo saluto augurandogli buon viaggio e mi metto le cuffie. Metto in play la mia Playlist preparata appositamente per il viaggio, dopodiché quasi come cullata dalle parole della mia canzone preferita mi addormento.

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