Capitolo 3 "New york é la mia nuova casa"

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Vengo svegliata da Tyler che sorridendo mi avvisa che siamo arrivati. Mi aiuta a prendere la borsa e il cappotto e ci avviamo verso l'uscita dell'aereo.

Scendo e mi dirigo verso il ritiro dei bagagli assieme a Tyler. Prendo la mia valigia e lo saluto. Sento il mio stomaco brontolare, accendo il telefono e vedo l'ora.

Sono le 16.00 e io non ho ancora mangiato nulla. Sicuramente avranno servito il pranzo sull'aereo ma io dormivo e quindi l'ho saltato.

<<Veronica! >> sento urlare dietro di me. Mi giro e vedo Tyler che sventola la mano mentre mi viene incontro.

<<Immagino tu abbia fame, se non hai fretta ti va di mangiare qualcosa assieme? >>

<<Va bene, ma non conosco un posto dove andare, potrei guardare su internet >>

Non mi andava di mangiare in aeroporto spendendo una fortuna per un panino.

<<Questa è la mia città, ti porto io in un posto carino >>

Annuisco e lo seguo nei parcheggi. Arriviamo vicino ad una bmw nera, Tyler apre il bagagliaio e mi tende la mano.

<<Dammi pure la valigia ci penso io>>

<<Grazie >> dico mentre gliela sporgo.

Effettivamente è uno sconosciuto per me, ma è l'unica persona con un viso conosciuto in questa enorme città, esprime fiducia e decido per una volta di non comportarmi come sempre.

Infondo la promessa consisteva nel cambiare, e atterrata qui mi sono imposta di farlo.

Saliamo in macchina, mettiamo le cinture di sicurezza e partiamo. Durante il tragitto Tyler mi racconta un po' di sé come se avesse capito che mi avrebbe aiutato a rassicurarmi.

Mi racconta che è nato qui, a New York, e si era trasferito a Los Angeles 6 anni fa per amore. Dopo qualche anno però quella storia era finita e aveva deciso di rimanere comunque lì, per il lavoro che aveva. Aveva fatto domanda a mille agenzie a New York e quando finalmente aveva avuto un colloquio con un riscontro positivo aveva deciso di tornare nella sua città.

Mentre mi parlava teneva gli occhi fissi sulla strada e di tanto in tanto girava la testa per guardarmi negli occhi.

Fermi al semaforo prese il telefono.

<<Scusa solo un secondo, chiedo solo alla mia nuova coinquilina dove vogliamo incontrarci>> dice.

<< Pensavo abitassi da solo >>

<<Prima abitavo con i miei, ora che non ci sono più mi hanno lasciato la casa e dato che è troppo grande per una persona sola ho deciso di cercare una coinquilina con cui condividere le spese >> mi spiega.

Mi metto a ridere. Più parlavo con Tyler più capivo che c'erano sempre più coincidenze.

<<Finalmente ridi, posso sapere anche perché? >> ride lui di rimando.

<<Beh ridevo perché anche io più tardi incontrerò il mio nuovo coinquilino, e sto pensando sempre di più che ci siamo troppe coincidenze.>>

Mentre finisco di dire questa frase mi viene come un'illuminazione, ripenso al nome del coinquilino, e mi accorgo che è identico al nome della persona con cui sono in macchina. Possibile che sia proprio lui il mio coinquilino?

<<Non è che sei tu il mio coinquilino? >>

<<Non è che sei tu la mia coinquilina? >> diciamo quasi all'unisono.

Scoppiamo entrambi a ridere.

<<Beh per saperlo basta che chiamo il numero che mi ha dato e lo sapremo subito>> dico

Prendo il telefono e vedo un messaggio di mia zia che mi chiedeva se fosse tutto apposto, le rispondo di sì e che l'avrei chiamata più tardi. Poi apro la rubrica e schiaccio sul numero che avevo salvato per la casa. Suona la linea libera, lo accosto vicino all'orecchio. Due squilli dopo vedo che il telefono di Tyler si illumina, lui risponde e sento il rimbombo della sua voce. Stacco e sorrido girandomi.

<<Coincidenza o no, piacere di conoscerti coinquilino >> dico ridendo.

<<Sono contento che la mia coinquilina sia tu, almeno so che potrò avere una persona normale. Non sapevo che tipo fosse ed ero terrorizzato al pensiero che fosse qualcuno di poco affidabile >>

Sorrido di nuovo girandomi verso di lui. Poco dopo parcheggiamo davanti ad un bar molto carino, entriamo e ci sediamo.

<<Cosa preferisci mangiare? >>

<<Beh, non ho pranzato però ormai sono le cinque del pomeriggio quindi direi una cosa leggera, magari un'insalata>>

<<Che ne pensi se facessimo un Apricena? Così avremo modo di conoscerci meglio prima di andare a casa >>

Annuisco e poco dopo arriva il nostro vino accompagnato da una tavolozza di legno piena di salumi e formaggi.

<< Come mai proprio New York? >> chiede.

Io lo guardo quasi sospetta e sorpresa da quella domanda.

<<Intendo perché hai scelto di andare in un'altra città? Los Angeles è comunque una città che offre molte opportunità riguardanti il lavoro. Sembra quasi che avessi necessità di cambiare aria. >>

A quella frase sgrano gli occhi e sorrido timidamente.

<<Hai ragione, avevo bisogno di cambiare posto. Volevo un cambiamento e trasferirmi così lontano ho pensato fosse la scelta migliore. >> dico

Sorride e cambia argomento. Lo ringrazio con gli occhi di non aver fatto domande a riguardo.

Dopo qualche ora, una bottiglia di vino e mille chiacchiere decidiamo di andare a casa. Saliamo in macchiano e 10 minuti dopo siamo a casa.

Mi passa un mazzo di chiavi e io le prendo.

<<Queste sono tue >>

Ci sono 4 chiavi all'interno del mazzo, con un telecomando per il cancello automatico e un portachiavi con scritto "Home Sweet Home".

Entrati in casa rimango sorpresa di quanto fosse bella, più di quanto le foto facessero intendere.

Prima della porta di vetro che dava sul salotto c'era un piccolo vialetto pieno di pietre.

Il salotto era molto ampio e includeva la cucina a penisola e un enorme divano grigio.

C'era anche un bagno piccolo ma elegante e vicino al bagno c'era una porta che dava sulla piscina e il giardino.

Le stanze da letto erano due, molto ampie e con entrambe un bagno privato.

Per il prezzo che dovevo pagare questa casa era uno splendore, molto più bella delle mie aspettative. Era stato fissato un prezzo molto onesto come affitto, ed ero contenta di aver trovato l 'annuncio.

<<Spero ti piaccia >>

<<Wow, é davvero magnifica, sono senza parole. >>

<<Ora é anche casa tua quindi mettiti comoda. Le tue cose sono già in stanza, valigia compresa, se vuoi rilassarti fa pure, io mi faccio una doccia e poi esco. >> dice prima di chiudersi in stanza.

Mi lancio sul mio letto matrimoniale, prendo il telefono e mi faccio una foto. La pubblico scrivendo "nuovo inizio" e prima di premere invio metto New York come localizzazione.

Chiamo mia zia e le racconto tutto per filo e per segno. Finita la chiamata poso il telefono e chiudo gli occhi.

Mi addormento immaginando la mia nuova vita lì.

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