CHAPTER 1

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Link's pov

...

Fradicio.
Sono fradicio.
Steso per terra, immobile, sotto la chioma di un'enorme quercia verde.
Apro gli occhi e una luce abbagliante mi ostacola la vista, così luminosa, intensa, calda... È un raggio di sole che arriva diritto sul mio viso, mi accarezza la pelle, splende nei miei occhi blu e mi riscalda le labbra, quasi le brucia.
Mi sollevo su me stesso facendo peso sui gomiti, tastando quel tappeto verde sulla quale sono seduto, così umido, morbido, fangoso...

Un vuoto assoluto rimbomba nelle mie orecchie, il vento che mi scompiglia i biondi capelli, e la sensazione del freddo sulla schiena.
Ancora fradicio mi accosto all' albero, l'unico albero presente in quel prato immenso; Intorno ad esso è presente solo l'erba fiorita, la terra molliccia, il cielo limpido e un fiumiciattolo situato qualche ventina di metri più in là.

Quest'ultimo scorre inquieto e rumoroso, i raggi solari brillano sulle rocce, e il frusciare delle foglie crea la giusta atmosfera di tranquillità circostante.
Ancora confuso mi avvicino al torrente a passi lenti e stanchi, immergendo e lavando il viso e le mani bisunte; senza mai dire una parola, cerco di ricordare cosa fosse successo la sera precedente.
Gli unici flash che mi saltano in mente sono pochi, vaghi ed offuscati: corsa, pioggia, sangue, lampo, boom.
Dopo buio totale.
Non capisco, ho come un vuoto di memoria; solo immagini senza senso nella mia testa che seguono quel dannato ordine.
Che volevano dire una corsa, la pioggia, il sangue, un lampo e il vuoto?

Mentre stiracchio i muscoli dolenti, avverto immediatamente una forte fitta al costato, che causa di conseguenza un mio piccolo gemito soppresso.
Porto le mani sul punto interessato e, sollevando la maglia opaca e slabbrata, - legata alla vita da un mantello azzurrino - lo vedo: un taglio profondo percorre il mio petto fino all'addome, così netto che inizio a percepire tutto il dolore e il calore del sangue già incrostato.
Tolgo la maglia iniziando a strofinarla per eliminare le macchie rosse nell'acqua gelida con tutta la forza possibile, ma tutto ciò è inutile, è trascorso troppo tempo dall'incidente.
Ma la vera domanda è: "che diamine mi è successo?"

Nemmeno il tempo di rinfrescare la ferita, che un'ombra mi oscura la visione dalle spalle:
«Hey Link!» mi dice. Mi giro di scatto per vedere cosa fosse, ma non vedo nulla.
«Link! Sono qui!» continua la voce accompagnata da un simpatico ringhio.
Mi guardo intorno cercando di intuire da dove provenisse quella vocina tenera e quasi fastidiosa, ma continuo a non capire.
Ad un certo punto me lo ritrovo davanti, e per lo spavento quasi sobbalzo vedendo quella splendida creatura.

Il corpicino paffuto e peloso gli impedisce di dimostrarsi feroce e possente nonostante lo sforzo, gli occhi sono vivaci e furbetti dall'iride turchesi, mentre il pelo d'un nero sfumato ad un rosso fuoco sulla coda, eccetto la pancia e le zampe completamente bianche; quest'ultime invece, risaltano i dentini affilati che spuntano dal muso sorridente, e degli strani simboli color verde acqua percorrono tutto il suo corpo.
Lo guardo confuso, anzi, stùpito più che altro. «Ehi che hai da guardare?» replica tirandomi un leggera zampata sull'avambraccio.
Come se non bastasse il buco che ho nel torace eh?
Nonostante ciò accenno un sorriso agli angoli della bocca, e lentamente cerco di sollevarmi in piedi per raggiungere la giusta altezza per osservare quello strano animale: apparentemente sembra un lupo, con zampe, coda, muso e orecchie, ma dalle dimensioni e altri aspetti - compreso il fatto che parli anche - è tutto fuorché un semplice lupo.

La mia ferita all'addome è ancora un segno evidente di un infortunio dimenticato, tanto che anche lui se ne accorge e ironizzando dice: «Quel taglio è così profondo... è un miracolo che tu sia ancora vivo» dopo un altro ringhio si avvicina per guardarmi meglio, e con la sua lingua viscida inizia a leccare un po' qua e là sul mio petto facendo cicatrizzare la ferita.
«ora va meglio, vero? Comunque non è per questo che sono venuto, ma tu dovresti saperlo! Forza, andiamo» mi dice tornado a saltare davanti al mio naso.

Altamente confuso annuisco per ringraziarlo della straordinaria "magia" che mi aveva curato, poi scompiglio il suo pelo accarezzandogli capo; Lui però, ricambia con un morso.
Lo guardo accigliato, come segno di disapprovazione ritraggo la mano addentata:
«scusa scusa scusa! Sono troppo impulsivo certe volte... eheh» - risponde il lupetto al mio gesto - «comunque sono Zayk» aggiunge scodinzolando.
Scrollando le spalle mi scappa un sorriso, e alzandomi da terra invito il lupo a farmi strada verso quella meta ignota.
«grrr, andiamo» replica euforico Zayk correndo nel prato verdissimo che lo mette a suo agio; Faccio lo stesso cercando di raggiungerlo il più possibile ad un passo svelto, e ancora stordito dai milioni di dubbi e quesiti che mi passano per la testa, ci mettiamo in viaggio.

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