CHAPTER 8

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Link's pov
...

Faanon è un altro villaggio al di fuori del regno di Hyrule.
A differenza di Gandlar questo è più affollato, caotico, vivace e caldo, e per caldo intendo sul vero senso della parola: si trova nelle vicinanze di un vulcano.
Il lato positivo è che sicuramente non rischierò di morire congelato o di precipitare dalla vetta di un ghiacciaio... Perché invece qui suderò brutalmente e cadrò nella lava!
Comunque, ritornando alla contemplazione del paesaggio, questo posto è così solare e allegro che mi rende felice a prescindere dai pericoli che potrei incontrare, anche rispetto a Gandlar che è un luogo più freddo e distaccato.

Per arrivarci abbiamo attraversato un lungo sentiero di minimo dieci miglia a piedi, con gruzzoli di neve sempre più sciolti e piante secche sempre più numerose.
«Sveglia Link, siamo arrivati» dice Zayk scodinzolando tra le mie gambe vedendomi distratto una volta entrati in città.
«Oh, quindi ti chiami Link? Che bel nome» aggiunge Fulvia attorcigliando una ciocca dei suoi sinuosi capelli al dito; rimango un attimo imbambolato a fissare quel suo movimento con la testa fra le nuvole.
Ha detto che ho un bel nome.
Ha detto che ho un bel nome.
Ha detto che ho un bel nome.
Ha detto che ho un bel nom- «Non so cosa dobbiate fare a Faanon, ma prima di rimettervi in viaggio potete sostare per un breve periodo da me» ci suggerisce la rossa interrompendo il silenzio, e afferrandomi per un braccio mi trascina difronte ad un edificio: somiglia ad un piccolo bunker, ma in realtà è un'unica roccia modellata e scolpita per simulare la struttura di una casa, con finestre e porte di metallo, un comignolo che spunta al di sopra del terrazzo rettangolare e una scala sul retro.

«Accomodatevi e fate come se foste a casa vostra» - dice Fulvia dopo aver aperto la porta ed averci fatto entrare - «Vi faccio il tour; questo è il soggiorno, la cucina, quello infondo è il bagno, le camere da letto, di là c'è la scala per la terrazza...» spiega man mano visitiamo l'interno che, è completamente diverso da fuori e sembra una casa vera e propria, con mobili e arredamento vario, ma soprattutto la presenza di numerosi tappeti che mi incuriosisce.
«Fulvia, figlia cara, hai portato nuovi clienti?» - domanda un uomo apparso alle mie spalle - «Che bel giovanotto, desideri una stanza? Quanti giorni resterai? Colazione a letto? Rupie extra per essere svegliato dal gallo all'alba? Lo sai che gli animali non sono ammessi?» inizia a tempestarmi di domande, così la ragazza gli risponde al posto mio convinta: «Papà! Primo non lo spaventare, secondo non è un cliente ma un ospite, terzo il lupo non è pericoloso e può restare»
L'uomo alza gli occhi al cielo con un sorriso di beffa prima di darmi una pacca sulla spalla e rivolgersi alla figlia: «Va bene, sei lo stesso il benvenuto» dice.
Zayk stava per replicare, ma io gli tiro un calcio di nascosto; è un lupo muta-forma parlante, quante persone devono ancora scoprire questa sua "particolarità"?

Successivamente mi stabilisco in una camera, dotata di una finestra con il paesaggio vulcaniano sullo sfondo, il letto a due piazze, una scrivania e l'armadio; in poche parole, tutto quello che necessito al momento.
Posiziono la sacca su una sedia e l'attrezzatura montata sul tavolo, poi con un lancio mi butto sul confortevole letto: ho bisogno di dormire e questo è il momento perfetto, non c'è nulla che potrebbe disturbarmi ora... Tranne Zayk.
Quest'ultimo sale sul letto mordendomi in fare scherzoso e riempiendomi di saliva sul volto: «Non c'è tempo per riposare, vai a comprare un abito decente piuttosto!» ringhia prima di tirarmi giù dal letto.
Quanto odio quel lupo.

Esco dall'edificio, o meglio, dall'albergo in cui mi trovavo, poi prendo parte alla mischia del mercato; bancarelle di ogni genere, persone di ogni villaggio, merce di tutti i tipi...
Mi avvicino ad una di queste vendente stoffe e tessuti:
«Giovane, hai bisogno di qualcosa? Aspetta, ma dove vai vestito così? È palese che hai bisogno di una nuova divisa!» dice la commerciante, affrettandosi a darmi dei nuovi vestiti; mi porge una tunica rossa, provvista di uno scudo di ferro resistente e degli stivali di cuoio. Pago e vado via, troppa folla.
Una volta tornato all'ostello, entro in camera e mi svesto, indossando invece la nuova tunica.
Sembro un'idiota, ma è sempre meglio della tuta alpina.

Fulvia bussa alla mia porta e apre dicendo: «Hey Link, mi chiedevo se ti andass- bella la tunica» - ridacchia prima di riprendere a parlare - «comunque ti stavo chiedendo se volessi fare un bagno nelle terme, casa mia ne possiede una sul retro» dice con un sorriso; solo ora notato il suo abbigliamento poco coprente - una specie di costume - formato da un pezzo dei bichini e pantaloncini corti ornati di pizzi e merletti.
Arrossisce, arrossisco, e naturalmente non poteva mancare un commento di Zayk: «Favolosa!» ulula.
La rossa ride sciogliendo la treccia, e i suoi capelli mi affascinano ancora di più, poi mi prende nuovamente per un braccio trascinandomi sul retro della casa, dove effettivamente sorgeva una piccola conca naturale d'acqua termale.

La ragazza si immerge velocemente seguita a ruota dal lupo che con un tuffo si bagna complemente il pelo, mentre io resto a guardarli con i piedi saldati al terreno come un palo della luce; «Dai vieni! Ti assicuro che un bagno è meglio di una semplice dormita!» dice lei sorridente «Ha ragione, e una pausa fa sempre bene...» borbotta Zayk con una risatina.
Così, convinto dai loro suggerimenti, mi spoglio rimanendo con solo i pantaloni indosso, e prima che potessi immergermi lentamente come le persone normali e rilassarmi, il padre di Fulvia spunta come un fungo dietro di me spingendomi sbadatamente in acqua.
Non era il metodo migliore per iniziare un bel bagno rilassante, ma intanto ero entrato.
«Papà!» esclama divertita la ragazza.
Nonostante ciò rido anche io, godendomi quei pochi minuti di relax disponibili prima di riprendere il viaggio.

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