Clarke

Avverto un brivido lungo la schiena mentre osservo la stanza misteriosa, una stanza che non ricordo di aver mai visto prima. È come se fosse un angolo nascosto della mia stessa mente, una parte che è rimasta celata anche a me stessa per tanto tempo. Decido di esplorarla, spinta dalla curiosità e dalla disperazione di trovare risposte.

Ma mentre mi avvicino, la porta si apre improvvisamente e una figura emerge dall'oscurità. È una giovane donna, il suo volto familiare mi fa rabbrividire di sorpresa.

«Josie?»

Balbetto, gli occhi spalancati.

«Come... Come sei qui?»

La donna sorride ma i suoi occhi rivelano una fredda determinazione.

«Ciao Clarke. Sì sono io. Ho preso il tuo corpo, ma adesso non è abbastanza per entrambe noi».

La sua affermazione mi colpisce come un pugno allo stomaco. Josie mi spiega che la stanza in cui mi trovo è chiamata Mindspace, un luogo dove le menti possono coesistere quando sono intrappolate nello stesso corpo. È un meccanismo di difesa del cervello, progettato per mantenere separate le due menti e impedire che il corpo muoia.

«Tuttavia».

Continua Josie con un tono serio.

«Da quando hai aperto il mio Mindspace, hai mescolato le nostre menti. Questo porterà a un rapido deterioramento del cervello».

Le sue parole mi colpiscono come un fulmine. Ho causato involontariamente la mia stessa rovina. Ma Josie mi assicura che non è stata l'unica a sperimentare questa unione delle menti. Rivela che l'ultima volta che ciò è accaduto è stata durante gli esperimenti di Gabriel, quando cercava di caricare intere coscienze.

La verità mi investe con una forza travolgente. Non solo ho messo a rischio la mia vita, ma ho anche risvegliato forze che non comprendo completamente.

«se non facciamo nulla, il tuo corpo morirà. Devi dirmi come sei morta, Clarke. Solo allora potremo rimediare».

Le sue parole mi fanno rabbrividire. Mi trovo di fronte a una scelta impossibile, una decisione che potrebbe determinare il mio destino e quello di Josie.

«Non posso... non posso darti quello che vuoi».

Ma Josie non si arrende facilmente.

Il suo sguardo fissa su di me con determinazione.

«Ho visto il tuo Mindspace, Clarke. So che stai nascondendo un ricordo, un pezzo cruciale di questo puzzle. Se non me lo dici, moriremo entrambe».

Una rabbia repentina cresce dentro di me, mista a paura e disperazione.

«Non posso».

Ripeto.

Ma Josie non ci sta. In un attimo, si scatena una lotta tra di noi, una battaglia che si svolge nella mente ma che ha conseguenze reali. Combatto con tutte le mie forze, cercando di tenere nascosto quel ricordo vitale che potrebbe portare alla mia rovina.

La lotta è feroce e disperata, ma alla fine prevale il mio istinto di sopravvivenza. In un momento di puro terrore, uccido Josie, sentendo un'ondata di orrore e rimorso travolgermi.

Ma la vittoria è di breve durata. Josie ritorna dal suo Mindspace, con un sorriso amaro sul volto.

«Non posso morire qui, Clarke. Il mio Mind Drive mi riporta in vita ogni volta».

La realizzazione mi colpisce come un pugno nello stomaco. Anche se ho sconfitto Josie temporaneamente, il suo ritorno è inevitabile. E io sono intrappolata in questa lotta per la mia stessa sopravvivenza, senza fine e senza speranza.