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Clarke

Fuggo dallo sguardo penetrante di Josie, cercando rifugio nel Bunker della Seconda Alba, ma trovo invece me stessa di fronte a un'ombra del mio passato: Octavia, nel suo ruolo di Blodreina.

«Voglio solo nascondermi».

Confesso a Octavia, la disperazione intonando ogni parola.

Ma lei mi fulmina con uno sguardo tagliente, un rimprovero silenzioso che mi penetra fino alle ossa.

«È quello che fai sempre, Clarke. Ti nascondi mentre gli altri combattono».

Le sue parole sono come un pugnale nel mio cuore già tormentato.

«Bellamy non ti ha perdonato per averlo abbandonato».

Continua Octavia con voce fredda, ma il suono delle sue parole sembra echeggiare nell'aria come un'accusa.

La rabbia ribolle dentro di me, ma so che Octavia non è reale, solo una proiezione della mia mente turbata.

«Tu non sei reale».

Replico, cercando di respingere il dolore.

Ma octavia non si scompone.

Rivela la verità che non voglio affrontare.

«Sono solo una parte di te, Clarke. Una parte che non può fuggire.

Mentre Josie si avvicina, il mio cuore batte più velocemente.

«Aiutami».

Imploro Octavia, la mia voce tremante di paura e disperazione.

Ma Octavia scuote lentamente la testa.

«Non posso aiutarti. Devi affrontare questo da sola».

Le sue parole sono come un verdetto implacabile, e mentre Josie si avvicina sempre di più, la mia disperazione si trasforma in angoscia. Josie si unisce al gioco, deridendomi per essere stata odiata anche dalle mie stesse proiezioni.

Sono sola, circondata dai fantasmi del mio passato e dalle minacce del mio presente, senza speranza di salvezza.

Entro in un'altra stanza, e il mio cuore si stringe quando vedo Maya distesa su un letto, il suo corpo segnato da ferite e ustioni. Il rimorso mi assale immediatamente, e cerco di scusarmi con lei, ma le sue parole risuonano nel vuoto dell'aria.

«Mi hai uccisa».

Mormora Maya, il suo sguardo pieno di rabbia e dolore.

«Per salvare la tua gente».

Le sue parole mi trapassano come lame affilate.

«Lo so».

Rispondo, la voce soffocata dall'angoscia.

«Mi dispiace».

Ma Maya scuote la testa, respingendo le mie scuse con fermezza.

«La tua pietà non mi salverà, Clarke. Hai distrutto tutto».

Il peso delle sue parole mi schiaccia, e le sue accorate accuse mi squarciano l'anima.

«È stata colpa tua se Jasper è morto».

Mi rimprovera, il tono pieno di amarezza.

«Tu fai le tue scelte, ma noi paghiamo il prezzo».

Le sue parole mi bruciano più di qualsiasi fiamma.

«Ho ucciso più persone di quante ne abbia salvate».

Ammetto, sentendo il peso del mio passato gravare sulle mie spalle.

Ma Maya va oltre, proponendomi di cedere il controllo a Josie. È allora che mi rendo conto che questo è il mio Mindspace, il mio regno dove io decido le regole. Posso fare accadere qualsiasi cosa.

Con determinazione, respingo l'idea di consegnare il mio destino a Josie, sapendo che è mio il potere in questo luogo. Invio il chip con la memoria via, per tenerlo al sicuro.

Quando Josie arriva, Maya svela il suo tradimento, rivelando di aver nascosto il chip nella caverna. L'atmosfera si carica di tensione mentre ci dirigiamo verso la caverna, pronte a fronteggiare ciò che ci aspetta.

Una volta arrivati, Josie si ritrova intrappolata, senza potere, mentre Maya la immobilizza con un collare shock. Guardo Josie negli occhi, la mia voce risuona con una fermezza inaspettata.

«Non hai il controllo qui, sono io che decido».  

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