Capitolo 11 Novità dolceamare

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Era stato piuttosto complesso superare l'imbarazzo di quanto avvenuto l'incriminata mattina, per tutti i tre gli arcieri. Non ne avevano parlato quasi per niente. Clint era stato schietto. Rafflesia presente, aveva redarguito Johnny e Kelly ad avvisarlo, se e quando fossero voluti rimanere in intimità ed a prendere le dovute precauzioni. Il Vice Direttore aveva minacciato il ragazzo di buttarlo fuori dalla squadra se avesse abbandonato di nuovo la base, senza chiederle il permesso. Entrambi gli adulti si erano resi disponibili a eventuali disquisizioni sul sesso, sperando di non essere interpellati in merito.

Cosicché Johnny viveva, praticamente, a casa Barton, ogni momento libero. Lui e Kelly studiavano insieme, mangiavano insieme. Erano simbiotici.

Il Falco, soprattutto i primi tempi, si era sentito in dovere di controllarli, per cui anche la Tyler spesso rimaneva in loro compagnia.

'Maestro, stiamo lavorando ad un progetto, a scuola: mi sono ispirato ad una delle tue frecce, modificandola. Solo sulla carta. Devo consegnarlo fra qualche giorno e ti volevo chiedere un parere. Ti andrebbe di darci un'occhiata?' il rosso era esitante.

'Sì, papà, per piacere! Aiutalo!' insistette Kelly.

'Di che si tratta con esattezza?' Rafflesia si incuriosì. Era sul divano in soggiorno, a leggere dei documenti di lavoro.

'Il professore ci ha chiesto di pensare ad un'idea da brevettare, un oggetto ancora non esistente, con relativo piano di marketing. Johnny si è ispirato a quello che facciamo ovvero tirare con l'arco!' la ragazza era esaltata.

'Mi è venuto in mente che, quando si va a tirare con l'arco, per puro divertimento, magari in un villaggio turistico o ci si approccia a questa disciplina ex novo, si usano frecce orribili, di plastica o legno. Volevo mettere a punto un dardo che fosse a metà fra quelli usati per i professionisti e quelli utilizzati dai neofiti, facile da tirare, ma aerodinamico e costruito con un materiale valido. Ho preso spunto da una delle frecce che hai creato a suo tempo, modificandola. Questo è il mio schizzo finale' gli porse un foglio.

'Caspita!' il disegno era molto ben fatto. Aveva utilizzato come modello un suo dardo, con alcuni cambiamenti che ne avevano stravolto la linea. Compatta ed essenziale.

'Funzionerebbe secondo te? Si potrebbe lanciare con facilità?' Johnny chiese.

'Permetti?' Barton senior prese una matita e apportò delle modifiche 'Bisogna affinare l'impennaggio e la parte cuspidata è troppo in rilievo: ecco, così andrà che è una bellezza!'.

'Hai ragione, come ho fatto a non capirlo prima? Per la presentazione in aula, sistemerò il tutto'.

'E' talmente perfetta, in questo modo, che potremmo utilizzarla persino noi. In allenamenti ed eventuali scontri reali, se realizzata con materiali adatti allo scopo, ferro e stagno, ferro soprattutto. Sarebbe un dardo più veloce, più leggero, più preciso di quelli che usiamo ora' Clint ne parve convinto.

Il Vice Direttore concordò, prendendo in mano il foglio 'Domani mattina mostrerò il vostro bozzetto ai tecnici dell'Agenzia per capire se è un'ipotesi percorribile. Casomai lo fosse, Falco, vorrei che contattassi l'imprenditore che abbiamo incontrato qualche tempo fa, ti dovrebbe aver lasciato un biglietto da visita!'.

'Che hai in mente?' il cervello di quello donna girava sempre a velocità vorticosa.

'E' fissato con le armi, peggio del 'bracciolo'. Se gli dovesse piacere diventerete ricchi prima di me! Dividerete a metà il guadagno, e poi via, ci porterete in giro per il mondo, basta archi e frecce!' li prese in giro.

'No, capo, non esiste! Mai senza il mio arco' il rosso ridacchiò.

***

Rafflesia aveva visto giusto. Il prototipo della freccia modificata da Clint e Johnny era stato realizzato dall'ufficio tecnico dello S.H.I.E.L.D.. Gli interessati lo avevano testato, positivamente, ed avevano contattato il manager.

La Tyler lo aveva invitato alla base per mostrare il dardo ed il suo utilizzo. Il tipo aveva assistito ad una performance della sua squadra, in mezzo ad un pandemonio, fra matricole ed Avengers urlanti, Tony per primo.

Si era esaltato per l'esibizione incredibile e per l'oggetto. 'Sarà un successo, ne sono sicuro. La freccia è fantastica. Pensavo a degli spot pubblicitari. Uno con voi tre che tirate e gli altri solo con Kelly, che è la più bellina' si era voltato verso la ragazza, fra le occhiate omicide dei due arcieri maschi.

Dopo l'esibizione, la Tyler lo aveva coinvolto nel momento goliardico offerto da Stark. Lei stessa e la squadra indossavano la maglia bianca a fondo violetto, con il bersaglio, per scaramanzia. È nessuno li aveva presi in giro.

'Chiaramente, la signorina Barton avrebbe un compenso di un certo livello per prestare la sua immagine' Tony si intromise, conosceva a menadito quella materia e scoccò, al suo Vice, una sbirciata significativa. Dovevano ottenere il massimo, lei lo aveva fatto venire per quel motivo.

'Certo, ci mancherebbe! Vorrei mettere i dardi in produzione prima possibile!' quello insisteva.

'Non c'è problema. Tuttavia, prima, voglio la copia del contratto da far esaminare dai miei legali. E si intende che i miei arcieri avranno un anticipo sugli introiti' aveva sparato molto in alto.

'Dott.ssa Tyler, no. Non lo do a nessuno. Prima produco e se e quando venderemo, faremo i conti alla fine, mica sulla parola' obiettò l'imprenditore.

'Mi spiace. Senza anticipo, non potrà utilizzare il brevetto che ho già fatto depositare. E sono sicura che è certo del profitto. In caso contrario, non si sarebbe buttato a capofitto e non si ostinerebbe tanto. Casomai non volesse accettare le mie condizioni, fa nulla. Ho già contattato altri produttori di armi, che sono molto interessati. Per cui, prendere o lasciare!' Bluffò.

Il tipo si convinse.

Cavolo, rifletté Barton: la sua donna, caparbia, vinceva sempre, era una schiacciasassi.

'Ottimo, aspetto i documenti e gli assegni. Uno per Clint e l'altro per Johnny' lo ordinò quasi e l'uomo acconsentì, sparendo all'istante. La moretta gli avrebbe tolto pure la camicia, per i suoi pupilli.

'Sei un diavolo però mi piace' Clint la baciò sulla guancia.

'Ottimo lavoro!' Natasha si complimentò.

'Quando ti manderà il contratto, potrai farlo studiare dall'Ufficio Legale dell'Agenzia, se vuoi!' si offrì Tony.

'Veramente l'ho già redatto io, a tutela dei miei due arcieri. Firmeranno quello o niente...' Rafflesia era sul pezzo, sempre!

***

Gli assegni erano arrivati, Dio, se erano arrivati. Quello di Johnny era stato depositato dalla Tyler, su un conto corrente vincolato; la somma non disponibile fino al compimento della maggiore età, sarebbe stata investita. Clint aveva incredibilmente chiesto aiuto a Tony che lo aveva indirizzato ad un agente di borsa che lo avrebbe gestito, per suo conto. Non prima di aver tenuto una cifra per le spese e per un regalo. Era passato ad un'agenzia di viaggi!

Quella sera, a cena, li aveva informati che sarebbero andati in Messico. Una settimana in un villaggio turistico. Tutti e quattro. Si era ritrovato a terra, con Johnny e Kelly che lo abbracciavano, impazziti. Lo avevano, letteralmente, buttato giù dalla seggiola.

Rafflesia non era entusiasta, invece.

'È un'idea splendida ma ho tanto da fare' a letto, loro due soli, si aprì.

'Vice Direttore, prima di prenotare ho chiamato Stark; forse non ci crederai ma senza di te, non morirà nessuno. Morirò io, se non verrai' la strinse, con la bocca sul collo, per darle un bacio che divennero centinaia. Le sfere carnose furono mangiate e spolpate come frutta matura. I capezzoli coccolati e branditi con forza. Lei si strusciava come una dolce micetta, chiedendo solo di essere amata.

'No, senza fretta. Ti devi abituare ai ritmi vacanzieri' la sfiorò con dolcezza, nel giardino del suo Eden, stimolandola piano con le dita che si muovevano come quelle di un pianista, e che la estasiavano, dalla cima dei capelli fino alla punta dei piedi.

Clint era un maestro, non solo nel tiro con l'arco. Quando sentì che stava per godere, l'uomo si interruppe. Per qualche minuto, le donò esclusivamente un'altra scia di baci. Le labbra, calde e umide, disegnavano il corpo del suo amore in ogni centimetro di pelle.

Le si mise davanti e la possedete, lentamente, calmo e tranquillo, riempiendo la carne femminile con la propria. Percependo l'inizio di un tremore in lei, ne uscì con un sorrisetto, dandole solo un assaggio di piacere.

'È la tortura dell'arciere?' chiese la sua donna, impaziente.

'Uhm uhm' annuì. Le carezzò i seni di nuovo, scese a possederla ancora con le dita, lieve e delicato. Lo aveva capito, stava per appagarsi. Si bloccò ancora, negandole di nuovo la beatitudine cui aspirava. La stava facendo ammattire, perdere i sensi ed il senno!

Rafflesia si mise di fianco, una coscia ripiegata sull'altra 'Basta, così non mi piace. Smettiamola e dormiamo' vediamo come finisce, pensò lei... se mi resisti!

'No, non vale, vuoi vincere sempre tu' si lamentò l'arciere. In effetti, non si teneva più nemmeno Clint 'Sei una piccola ingorda!'.

Le si mise vicino, con gli occhi pieni di lei. Fu un attimo ritrovarsi avvinti uno nell'altra, le sue gambe legate all'altezza delle cosce, le sue braccia che lo cingevano, all'inverosimile, come avesse timore di perderlo. 'Verrò in Messico, grazie del regalo. Non posso stare una settimana lontano da voi e, soprattutto, lontano da te, fagiano!' bisbigliò la brunetta.

Il suo compagno a penetrava, non solo fisicamente: era entrato in lei con gli occhi azzurri, con il suo sorriso, con la sua anima, da sempre. Oramai era parte di sé, della sua vita 'Ti amo' gli sussurrò, radiosa. Travolto dalla sua dolcezza infinita, il Falco si emozionò. Non riuscì a replicare: semplicemente, esplose d'amore in lei. Era la cosa più naturale del mondo, la più meravigliosa; più oltre, udì solo i loro respiri affannosi che si placavano, man mano, nell'immobilità della camera.

***

Clint si era superato. Il Resort scelto era a Tulum, nello Yucatan. Le loro camere attigue avevano la vista sulla spiaggia. La mattina si svegliavano, di fronte al mare ed allo scenario dei lussureggianti giardini tropicali del villaggio. Una spiaggia di sabbia bianca si estendeva per miglia e miglia fino a prendere vita, per le loro passeggiate romantiche. Ammiravano viste che non sembravano mai raggiungere l'orizzonte, si dedicavano al relax sulle sdraio sotto gli ombrelloni di paglia, e agli sport acquatici da praticare per scoprire la barriera corallina. Era un vero paradiso.

Avevano visitato tutti e quattro insieme le rovine Maya di Chichen Itzà e di Coba, salendo sulle altissime e massicce piramidi a gradini, fatto il bagno nei cenote, le tipiche grotte con laghetti di acqua dolce, lunghi giri in bicicletta.

Spesso durante la giornata si separavano. Barton senior aveva permesso che Kelly e Johnny addirittura dormissero per conto proprio, cosicché lui e Rafflesia godevano di molti momenti di privacy per coccolarsi, indisturbati.

'Trasformi in oro tutto quello che tocchi, perfino tre arcieri sfigati!' l'uomo fumava, sulla terrazza della loro suite del Resort, guardando il tramonto, fatto l'amore per l'ennesima volta.

'Avete talento, siete unici ed eccezionali, te lo dissi a suo tempo, il mio non è mai stato un investimento a fondo perduto!' ribatté, abbracciandolo da dietro, nuda e bellissima.

'Perduto... quello lo sono io... perduto di te, perduto...'.

'Maestro, come ti chiama Johnny. Sei un poeta sdolcinato! E diventerai ricchissimo, anzi diventerete! Lo meritate, sono così contenta per voi' lei rincarò la dose dei complimenti.

'Forse non lo sarò più. Maestro, intendo: se dovessi tornare negli Avengers, sarò obbligato a lasciare la squadra. Tony è stato chiaro. Voi che farete?' era il suo tarlo nella testa, da quando Stark glielo aveva detto.

'Onestamente, avevo creato il progetto per te. Trovare qualcuno che insegni al tuo posto, mi pare un'impresa improba. Il problema non è se, ma quando rientrerai fra i Vendicatori. Non voglio pensarci, lo faremo a New York' le vide una lacrima scendere sul volto, la prima ed unica da che la conosceva. Spense la cicca e la leccò, asciugandola con la sua bocca. L'amava, da impazzire, follemente 'Ho una cosa da darti' la prese per mano, diretto all'interno della camera.

Si sedette sul letto, lei accanto, e recuperò un pacchettino dal primo cassetto del comodino. 'Mi auguro non sia troppo infantile'.

La Tyler scartò. All'interno trovò una catenina sottile realizzata in argento con un ciondolo a forma di fata. Era una piccola pupazzetta con i capelli raccolti, e le ali di cristallo colorato, violette. In stile Disney, pareva Trilli.

'E' molto carina! Il suo significato?' chiese.

'Da quando ci siamo incontrati, sei stata il mio angelo custode, mio e di mia figlia. Ti ho sempre vista come una fatina, una fata delle favole' confessò, gli occhi azzurri che la contemplavano in adorazione.

Lei alzò lo sguardo, sognante e languida 'Hai vinto tu... Clint...io ti amo...'.

'Ora ho vinto... Rafflesia... io ti amo...!' contraccambiò il Falco. Perduto per sempre!

***

'È il posto più incredibile dove sia stato, tu almeno hai girato gli Stati Uniti, con tuo padre ed il circo' il giovane arciere commentava. Era stato a fare snorkeling con la sua fidanzatina e si erano appena finiti di lavare.

'A tirare frecce sotto un tendone o a dormire in auto, sai che divertimento? Qui è meraviglioso, con i soldi a palate che hai, potrai tornarci e visitare pure altri luoghi... e chissà con chi!' la mora era scoraggiata, intanto che si tamponava i capelli lunghi con l'asciugamani.

'Kelly, cosa dici? Staremo sempre insieme. Non posso vivere senza di te' il rosso la strinse, accorato.

Lei lo baciò, priva di freni inibitori. La spugna bianca cadde a terra e nemmeno ci fece caso. Erano abituati alla propria nudità nell'intimità della stanza che suo padre gli aveva permesso di occupare come una coppia.

Johnny la prese in braccio, sollevandola dolcemente, e la depositò sul letto, come una novella sposa, perché lo era! Quanti baci si erano scambiati su quel materasso! Ore ed ore. Tutta la notte e tutto il giorno.

Era un vero splendore. La carezzò sul seno, ardente. Si erano sforzati di contrastare quello che provavano; opporsi al loro amore, non riuscivano. Trattenersi, non potevano più.

Le si piazzò sopra, stendendosi completamente sul suo corpo. La durezza vigorosa spingeva sull'inguine già umido, invitante e pronto per il suo amore. La ragazza schiuse le gambe per riceverlo appieno.

Entrò in lei, solo per un pezzetto di quella strada arroventata, spaventato dall'intoppo percepito e dalla smorfia sul viso della sua ragazza, che invece non aveva alcuna paura, solo un sano desiderio. Non si trattava di coraggio, esclusivamente della consapevolezza che non le avrebbe mai fatto del male. Afferrò il suo scettro senza freni e lo spinse dentro di sé, tranquilla.

'Sicura sicura?' bisbigliò il rosso, incerto. Gli pareva un sogno che si realizzava, tanto agognato.

Kelly annuì, le braccia a cingergli le spalle, gli occhi in quelli verdi di lui che la emozionavano ogni giorno di più, i capelli lunghissimi che si avvolgevano intorno alle loro figure come spirali benevole.

Spostò il bacino verso quello del partner in un unico e netto movimento. Sentì una folgorazione, dolore e beatitudine assieme. Ci fu un rumore, attutito. A Johnny ricordò il tappo della bottiglia di spumante che il Direttore Stark aveva ordinato per festeggiare la loro performance, che saltava via.

Era la prima volta che entrava nella sua donna; più che una festa, era un tripudio di sensi, di turbamento, di sorpresa. 'Ti amo, Kelly, mia vita'.

I suoi seni splendidi gli puntellavano il torace, i capezzolini erano spilli appuntiti, la bocca lo incalzava, smaniosa, la lingua congiunta alla propria lo istigava. Dovette affrettarsi: aspettare rasentava la follia. Calcò in lei, con tutto il suo amore. Era strettissima, rovente e sua... sua! Si spinse in quel luogo di scoperta con un movimento regolare, tentando di appagarla e non farla soffrire. La udì mugolare aumentando i sospiri, le unghie conficcate nella schiena, i fianchi alzati, per arpionarlo a sé... e capì cosa volesse dire diventare uno, da due, completarsi!

'Ti amo, Johnny, mio unico e solo amore' Kelly rabbrividì staccandosi dal suo torace per guardarlo in viso, intanto che si appagava dell'uomo che adorava e che la venerava. Gli spasmi del suo piacere sulla propria intimità trascinarono Johnny in un passo a due paradisiaco e passionale. Erano ballerini, perfettamente sincroni ed affiatati, giovani amanti euforici, soddisfatti, profondamente felici.

***

L'imprenditore aveva acquistato anche i diritti del percorso di Bucky e Rafflesia, che, ovviamente, avevano spuntato un compenso notevole. Per festeggiare, il Vice Direttore aveva organizzato una cena a casa sua, una cosa intima come avrebbe detto Romanoff, con gli Avengers, Johnny e Kelly.

I ragazzi intrattenevano gli ospiti, in soggiorno, e ogni tanto servivano da bere o portavano qualche vassoio dalla cucina, integrati e spontanei, come solo i giovani sanno essere.

'Falco, ancora non convivete?' domandò Nat.

'Abbiamo visto degli appartamenti più grandi però non ci è piaciuto nulla e siamo indecisi' Clint spiegò.

'Tra pochi mesi, qualcuno compirà ventuno anni e potrebbe voler stare per conto proprio, non più alla base. Non è detto ci serva qualcosa di diverso' la Tyler guardò Johnny, affettuosa.

'Ci sto pensando. I soldi li ho, vedremo. Non vado di fretta' il rosso tese la mano a Kelly che gli si affiancò, con un sorriso.

'Intanto, Barton, occupate entrambe le case della tua donna. Ad Asgard è solo il maschio che porta la dote' Thor lo prese in giro.

'Ti sbagli, principe' la mora si intromise 'non c'è più mio o tuo. Quello che è mio, è di Clint. È nostro. Credimi, da quando siamo assieme, non ci manca niente!'.

Era stata tanto assertiva e tenera che ci fu un attimo di silenzio. Al Falco si strinse il cuore, fissando la sua donna generosa e altruista, al collo la piccola fatina che la rappresentava e indosso la sensuale ed elegante tuta di seta nera che aveva provato all'outlet. Non appena incassati i primi soldi delle frecce, Barton ci si era diretto come un razzo per comprarla. Era un punto d'onore regalargliela e ci era riuscito!

'Ho preso questa' Stark indicò una bottiglia enorme di champagne, una Magnum di Dom Pérignon, che aveva chiesto alla padrona di casa di tirar fuori dal frigo 'Il brindisi spetta a Rogers, stavolta!'.

Il Capitano si piazzò al centro della sala 'È con immenso piacere che vi informo che, dal mese prossimo, Clint farà parte di nuovo degli Avengers! Sempre se ti va di rientrare!' rise guardando l'amico intanto che Tony stappava.

'Siamo davvero contenti, non vedevamo l'ora!' Vedova Nera era commossa.

'Mi spiace per la squadra di arcieri, se ne faranno una ragione' commentò Bruce.

Barton era entusiasta e preoccupato.

Cercò con gli occhi Rafflesia. La voce alterata del rosso lo scosse 'Come sarebbe, perché non ce lo hai detto prima? Ci molli?' Lo sentiva gridare, per la primissima volta.

'Papà, davvero? Perché? Siamo la tua squadra, noi tre' Kelly pareva disperata.

'Ragazzi, calma, non è ancora deciso nulla' la Tyler tentò di prender tempo, si metteva male.

'Certo che lo è, maledizione. Non vedi che faccia ha fatto! In fondo, era tornato per questo, non c'era altro da aspettarsi. Non ha avuto nemmeno il coraggio di raccontarcelo, lo abbiamo dovuto sapere così. Eri il nostro maestro, la nostra guida, che ne sarà di noi?' il giovane continuava.

'Sto cercando un altro insegnante, ho iniziato a fare dei colloqui. Non vi preoccupate' la mora provò, omettendo di rivelare che gli incontri erano stati disastrosi. Nessuno si era dimostrato all'altezza.

'Il Falco è insostituibile, abbiamo ancora molto da imparare. Tutte quelle storie, la squadra, le affinità, le magliette. Non ti frega nulla di noi, sei come gli altri che ho conosciuto in precedenza, che mi hanno abbandonato, che mi hanno lasciato per pensare ai propri interessi; speravo fossi diverso, invece sei un bastardo egoista' aveva le lacrime agli occhi e l'inflessione della voce, tremolante, molto seria.

'Papà, non ci credo, non è possibile. Per favore, resta con noi' Kelly lo pregò.

Clint rimase muto.

'Non è la sede per una discussione simile, dovevamo solo cenare. Rassereniamoci un attimo. Johnny, per piacere, usa parole diverse per esprimerti, questo gergo non mi piace' il Vice Direttore tentò di placare gli animi.

'Mi spiace, capo. Ti ringrazio dell'invito ma non posso rimanere. Sono sicuro che mi scuserai' il rosso prese la giacca dell'armadio all'ingresso ed uscì, seguito dalla sua ragazza, che rivolgendosi al padre esclamò accecata d'ira 'Ti odio, rovini sempre ogni cosa bella che mi capita'.

Rafflesia non fece in tempo ad andare verso Clint per abbracciarlo che quello abbassò il viso con la mano sopra gli occhi ed iniziò a singhiozzare, senza alcuna vergogna, dinnanzi i suoi amici.

La moretta lo strinse, forte 'Stai tranquillo...'.

Piangeva, sempre più accorato, sulla sua spalla.

Nat si intenerì. Non lo avevano mai visto in tali condizioni. Era
nudo della sua nota corazza da duro.

'Amore, che devo fare?' chiese, sofferente, alla Tyler.

'Intanto prendi un bicchiere d'acqua!' suggerì Thor.

'Bevi questo, altro che acqua' Bucky passò al Falco un calice di vino che quello buttò giù in un unico sorso.

'Non posso dirtelo io. Devi decidere, pensando solo a quello che ti renderà più felice. Le persone che ti vogliono bene, ti comprenderanno. In caso contrario, il loro affetto non sarebbe sincero. E so che non è così...' la Tyler lo bisbigliò.

'Devi scegliere, serenamente. Tornare fra noi non può essere un obbligo o un dramma' Steve fu chiaro.

'I giovani hanno reazioni esagerate, non prendertela, devono metabolizzare la cosa. In fondo, lo sapevano dall'inizio che, nel programma di Rafflesia, era compreso sia creare la vostra squadra sia che potessimo lavorare di nuovo insieme' Tony provò a trovare delle scusanti.

'Li ho delusi...' bisbigliò il Falco.

'Proprio perché ti stimano, soffrono al pensiero di non averti più come allenatore, come maestro. E poi è innegabile vi siate legati. Sei fortunato che ti amino così tanto. Tutti e tre. Molti non possono dire la stessa cosa...' James espresse la sua opinione, con un pizzico di gelosia.

'Hai ancora un mese per rifletterci bene. Intanto, onorerei il nostro Vice Direttore, accomodandoci alla sua tavola, poiché credo che, a differenza della mia deliziosa mogliettina, che ordina sempre al catering, lei abbia cucinato per noi' Banner li spronò: erano lì per far festa ed era meglio indirizzare i pensieri su altro.

Aveva ragione, rifletté Barton, l'aveva vista darsi da fare tutto il pomeriggio tra la spesa, apparecchiare e preparare le pietanze.

'Certo, ottima idea' si asciugò gli occhi e fece gli onori di casa, tentando di dissimulare il malessere che lo attanagliava.

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