29 - Il complice

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«Seamus è inutile che stai in silenzio. Dean ha già detto la sua versione. Malfoy ti ha colto in flagrante mentre tentavi di uccidere Hermione, hai minacciato la Dixon via lettera più volte. Sei già con un dissennatore pronto a darti un bacio, se ci racconti tutto forse possiamo aiutarti» disse Harry.

«Non parlerò senza il mio avvocato».

«Stupido di un Finnegan. Mundungus Fletcher non è un avvocato. Ti ha solo fregato un bel po' di galeoni» irruppe Draco.

«Bugiardo».

«Potter, andiamo. Anticipiamo il processo e mandiamo Finnegan ad Azkaban quanto prima. Quanto a te, è stato un vero dispiacere vederti. Addio».

Harry guardò Draco confuso, ma quest'ultimo gli fece cenno di andare ed Harry, che si fidava di lui quasi sempre, lo seguì. Una volta fuori il gruppo di Auror si riunì per parlare sul da farsi.

«Granger, entra tu con carta e penna alla mano. Usa la tecnica Rita Skeeter e fai scrivere alla penna qualcos'altro che lui non vorrebbe assolutamente che tu scrivessi e fallo parlare. Io e Harry saremo dietro di te, sotto al mantello».

«Io cosa faccio?» chiese Ron.

«Vai a fare colazione, Weasley» Ron fece un sorriso ma Draco lo bloccò subito «Scherzetto! Tu e Blaise andrete da Thomas e gli chiederete di confermare la sua versione. Scrivetela e fategliela siglare, dopo di ché tornate qua» e Ron a malincuore sibilò un okay. Sperava davvero di poter mangiare qualcosa.

Così mentre Harry, Draco e d Hermione si presentavano per andare da Seamus, Blaise e Ron si incamminarono verso Dean.

«Allora, Weasley, novità?».

«Niente di nuovo».

«Qualche ragazza interessante?».

«Non mi servono ragazze interessanti adesso che è tornata Hermione».

«Ed Erik?».

«So che l'ha tradita, lei non perdona queste cose».

«E Draco?».

«Non mi preoccupa. Hermione è pur sempre una Grifondoro. Alla fine abbandonerà la serpe per tornare dal leone».

«Ma Hermione non è più quella di un tempo».

«Ti sembra che non lo sappia? Se lo fosse staremmo ancora insieme, non credi?».

«No, se devo essere onesto non credo. Secondo me in un modo o nell'altro vi sareste lasciati. Ron, onestamente, non avete proprio nulla in comune».

«Perché, Harry e Ginny cosa hanno in comune? Eppure tra un po' si sposano».

«Il Quidditch per esempio».

«E io ed Hermione il cibo».

«Il cibo ce l'hai in comune con qualsiasi essere vivente, Ron, umano e animale».

«E allora a tutti e due piace lanciare sassi in riva al lago».

«Che vita emozionante vi attende a lanciare sassi».

«Sentiamo, tu e Astoria cosa avete in comune?».

«Siamo stati per tanto tempo i Serpeverde giusti che stavano dalla parte sbagliata per amore della stessa persona e il sacrificio che entrambi abbiamo fatto per Draco ci ha legati indissolubilmente. Andiamo a cavallo tutte le domeniche e viaggiamo in giro per il mondo quando possiamo. Ci piace stare svegli fino a tardi per ballare e cantare...».

«Ok, ho capito, togliti quell'espressione innamorata dalla faccia. Ora dimmi cosa avrebbero in comune Draco ed Hermione».

«La lettura, lo studio, l'ambizione, il cinema, un forte passato che li lega».

«Il passato che li lega cosa avrebbe di positivo? Sono ricordi di bullismo, di violenza, di tristezza. Il passato che lega me ed Hermione è positivo».

«Ron, forse ci sono dettagli che non cogli, ma nonostante il passato di Hermione e Draco sia negativo, ci sono degli eventi che li legano e non ci si può fare niente. Al Manor, quando Bellatrix le ha fatto quello che le ha fatto, tu ed Harry, fortunatamente aggiungerei, non l'avete vista perché eravate nel sotterraneo. Draco era lì, ha visto tutta la scena e ha combattuto con sé stesso perché l'istinto gli diceva di andare là, disarmare quella pazza di sua zia e salvare Hermione, ma la razionalità gli diceva di stare fermo lì, di proteggere i suoi genitori».

«La codardia, non la razionalità».

«Chiamala come vuoi, ma tu cosa avresti fatto in un momento del genere sapendo che se avessi salvato Hermione molto probabilmente Molly sarebbe stata torturata e magari uccisa?».

Ron rimase in silenzio.

«Non lo sai, perché, fortunatamente, non ti sei ritrovato in quella situazione. Draco era lì, Draco ha dovuto fare la scelta più difficile della sua vita e in entrambi i casi la cosa gli si sarebbe rivoltata contro, sotto forma di rimpianto».

«Questo non cambia il fatto che io ed Hermione abbiamo progetti molto più simili tra di noi».

«Ah, davvero? Allora dimmi, se tu ed Hermione decideste di andare a vivere insieme, quale e dove sarebbe la vostra casa».

«Questa è troppo facile. Alla Tana, ovviamente. C'è posto per tutti e tutti amano la campagna».

«Tutti tranne Hermione che ama le villette londinesi in zone con musei, biblioteche e librerie. Vuoi dei figli? Quanti?».

«Che domanda! Ovvio che voglio dei figli, sono un Weasley! Non meno di tre, ma il mio sogno sarebbe superare mamma e papà e arrivare a otto».

«E sai che Hermione invece non è così tanto sicura di volere dei figli e che se mai accadrà non supererà i due?».

«Io la posso convincere».

«Questo non significa conoscere qualcuno e avere molto in comune. Questo significa plagiare e far soffrire una persona per egoismo».

«Zabini, è inutile che provi a fare quel dottore babbano che ti legge nel pensiero. Io conquisterò di nuovo Hermione a tutti i costi. Non posso lasciarla a Malfoy».

«Malfoy che fino a poco tempo fa chiamavi Draco».

«In guerra e in amore tutto è lecito. Lui ha fatto le sue scelte per la guerra, adesso tocca a me».

«Già, tocca a te entrare e parlare con Thomas, io scrivo».

I due entrarono da Dean che confermò la versione precedente chiedendo informazioni sul suo amico.

«Non so se riuscirai a vederlo, Dean. Si rifiuta di parlare e se non si dimostra almeno un po' pentito, dubito che riuscirà a scampare il bacio del dissennatore».

Dean non poté fare a meno di piangere, pensando come la sua vita e quella del suo compagno di classe fosse cambiata così tanto nel giro di così poche settimane.

«Che ne sarà di me, invece».

«Credi di aver agito sotto maledizione Imperio?».

«No».

«Allora credo che nessuno possa impedirti di passare qualche annetto ad Azkaban. Sei complice di omicidio e rapimento, furto d'identità e violazione dello statuto di segretezza».

«Non posso fare proprio nulla?».

«Devi sperare che Seamus capisca di essere spacciato e che si auto accusi di averti manipolato con la maledizione Imperio. In questo caso verresti scagionato».

«Quindi mi potrei salvare solo se il mio migliore amico rinunciasse alla sua anima?».

«Mi dispiace dirlo, ma Finnegan ha perso la sua anima sotto quelle macerie, insieme a sua madre».

«Zabini, tu non puoi capire cosa abbiamo provato».

«Ti sbagli Dean, qui tutta la squadra ha perso qualcuno. Alcuni di noi hanno perso anche più di una persona».

«Dai, Ron, non prendiamoci in giro. Zabini e Malfoy chi hanno perso?»

«Inizierei dal dire che per un periodo della loro vita hanno perso l'umanità e la dignità».

«Simpatico Weasley».

«Poi, che sia buona o men, Draco ha perso sua zia e anche il folle che veneravano come capo e idolo» Blaise quasi si affogò «e uno dei suoi migliori amici».

«Tiger...» bisbigliò Dean.

«Solo perché noi abbiamo praticamente festeggiato per la morte di Bellatrix e Voldemort, non significa che tutti lo abbiano fatto».

«Diciamo che anche noi ne abbiamo gioito. Ma Draco era in una brutta posizione. Quella notte è stata tragica per Narcissa. Ha perso membri della sua famiglia da entrambe le parti. Tonks, per esempio, era sua nipote, figlia della sorella. Oppure quando morì Sirius, Narcissa ne fu distrutta perché la sorella aveva appena ucciso il suo cugino preferito, ma ovviamente non poteva mostrare il suo dolore a nessuno, benché meno a suo marito. Un giorno però Draco la vide piangere, nascosta in una stanza al Manor, e le disse che con lui poteva parlare, che non avrebbe fatto la spia».

«Che a quanto pare ha fatto con te».

«Con me è stata una confidenza e io lo sto dicendo a voi solo per farvi capire che solo perché eravamo dalla parte sbagliata non significa che non abbiamo sofferto anche noi».

«E quindi hai pensato di darmi il benvenuto ad Azkaban ricordandomi la guerra».

«E ricordandoti che incontrerai tante vecchie conoscenze lì».

Dean, ormai amareggiato, prese la penna in mano e firmò quella dichiarazione che ben presto avrebbe rappresentato un biglietto di sola andata per Azkaban.

Ebbene sì, vi ho fatto attendere troppo ma il periodo è quello che è, il tempo manca e in più dimentico quaderni con pagine e pagine scritte in ufficio.

Però, e qui vi do la buona notizia, ho già più di due capitoli scritti che devo solo finire di trascrivere quindi, almeno in teoria, per un po' di tempo non dovrei farvi aspettare così tanto e proprio per questo questa settimana pubblicherò due capitoli, uno oggi e uno questo fine settimana.

Comunque, so che potrebbe sembrare un capitolo un po' vuoto e breve, ma ho le mie motivazioni, giuro!

Detto questo, finisco di trascrivere il prossimo capitolo, così questo fine settimana riesco a pubblicarlo sicuramente e vi lascio, aspettando i vostri commenti.

A presto!

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