4 - Buon compleanno Hermione

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Il 19 settembre del 2004 Hermione compì venticinque anni e il raggiungimento del quarto di secolo non la scalfì minimamente.

Quella mattina si svegliò a Oxford, nella camera di Erik, con lui al suo fianco. Si mosse piano piano, nella speranza di non svegliarlo, ma non ci riuscì perché il ragazzo, appena la sentì, le saltò addosso e iniziò a cantarle la canzoncina di buon compleanno, facendole il solletico sulla pancia. I due risero a crepapelle, senza riuscire a fermarsi.

«Allora, cosa vuole fare oggi la mia streghetta preferita?» le chiese Erik sorridente.

«La tua streghetta preferita vuole passare questa bella domenica di sole con il ragazzo più affascinante del campus» rispose Hermione.

«Allora lo vado a chiamare».

«Dai, preparati! Non fare lo stupido, andiamo a Londra».

«Come? Metodo "babbano" o metodo "streghetta"?».

«Metodo streghetta. Facciamo prima» rispose Hermione, ancora sorridente. Erik la faceva ridere come nessun altro, la sua modestia e la sua voglia di scherzare sempre la metteva di buon umore. Inoltre, questo suo nuovo soprannome la rallegrava, era la sua streghetta.

«Spero di sentirmi meno male stavolta. Prima o poi mi abituerò».

I due si prepararono velocemente. Insieme erano bellissimi e non se ne rendevano neanche conto. Hermione decise d'indossare una gonna nera plissettata, che le arrivava poco sopra il ginocchio, collant neri e maglietta bianca a maniche corte. A completare il look in modo ancora più casual degli anfibi neri. Erik, invece, optò per un pantalone grigio non troppo classico, delle semplici sneakers bianche e anche lui una maglietta bianca a maniche corte.

«Siamo vecchi! Le ragazze della mia età si vestono come Britney Spears e io sembro una copia anziana di Avril Lavigne!».

«Tu sei vecchia, io sono più giovane dei Blue». 

«Si, scommetto che tu saresti Duncan giusto? Sei più classico di quel Michael Bublé!».

«Ehi! Non sembro Michael Bublé! Ho capito, vado a cambiarmi...».

«Sto scherzando! E poi a me piace molto di più Michael Bublé dei Blue, è più affascinante» concluse Hermione dandogli un bacio «Pronto? Immagina Covent Garden, ti faccio vedere casa mia prima».

I due si smaterializzarono ed Erik fortunatamente non vomitò, fu abbastanza bravo. Si ritrovarono a Covent Garden e, mano nella mano, si diressero verso casa di Hermione. 

«Perché hai scelto questa casa? Non ti rispecchia per niente» chiese Erik.

«Perché sono vicinissima a Charing Cross Road e sai cosa significa? Sono vicina al lavoro, ho Starbucks praticamente sotto casa e soprattutto, dopo il lavoro, posso fermarmi da Foyles e comprare qualche bel libro da leggere nel tempo libero».

«Come ho fatto a non pensarci» disse ridendo il ragazzo.

«Non prendermi in giro, una libreria sotto casa è una manna dal cielo, e tu lo sai meglio di me visto le scorpacciate di libri che fai nella biblioteca di Oxford».

«Lo so, stavo scherzando» rispose dandole un bacio sulla fronte «Allora, cosa vuoi fare adesso?».

«Andare da Foyles e farmi un auto regalo di compleanno!».

Entrarono in una delle librerie più caratteristiche di Londra, non solo per i londinesi ma anche per i turisti amanti della lettura. Hermione spulciò gli scaffali per ore, cercando libri di qualsiasi genere.

Osservava attentamente ogni copertina e dei libri che l'attiravano di più lesse tutte le quarte di copertine. Lo stesso faceva Erik, al suo fianco, e ogni tanto si scambiavano qualche consiglio. 

«Ho sentito parlare molto bene di questo libro, in Inghilterra è arrivato da poco».

«L'ombra del vento? Ne ho sentito parlare ma non so bene di cosa tratti».

«Qui c'è scritto che parla di una biblioteca dei libri dimenticati e di un libro maledetto. Lo prendo! Tu hai trovato qualcosa?».

«No, al momento preferisco rifornirmi in biblioteca. Devo scrivere troppi saggi e leggere troppi libri».

I due passarono la giornata a rilassarsi: fecero lunghe passeggiate passando per Hyde Park, Buckingham Palace, Trafalgar Square, Piccadilly Circus e tutti i luoghi più turistici di Londra. Camminarono tra le viuzze per esplorare la città in ogni sua sfumatura. Fecero un giro su quella nuova ruota panoramica, costruita da pochi anni e si persero nello skyline di Londra e nella sua bellezza.

La giornata fu così tranquilla che i due si accorsero dell'orario solo quando il cielo iniziò a inscurirsi. 

«Abbiamo perso la cognizione del tempo. Direi che ormai è tardi per trovare un posto per cenare. Vieni, seguimi! Ordiniamo cinese da portare via e mangiamo a casa e poi ci mettiamo a guardare il nuovo DVD di Moulin Rouge!».

«Oh, no! Hai comprato anche il DVD? Non ti bastava il VHS?». 

«Dobbiamo rimodernarci Erik! E poi stiamo parlando di Moulin Rouge!».

Si diressero verso il ristorante cinese più vicino a casa per ordinare la cena e una volta pronta tornarono a casa. Mangiarono con calma e, dopo aver lavato i piatti, Erik la prese delicatamente per il polso, si avvicinò a lei e la baciò.

«È arrivato il momento del regalo, che ne dici?» le chiese.

«Erik! Ti avevo detto niente regali, te lo avevo chiesto gentilmente».

«Consideralo più un regalo per me che per te».

Si sedettero sul divano, davanti alla TV, ed Hermione iniziò a spacchettare il regalo. Si trovò davanti una scatola rettangolare, bianca e azzurra.

«Nokia 3310? Ma sei impazzito? Costa circa 150 sterline!».

«Non più. È nel mercato da più di due anni, adesso ci sono i nuovi telefoni con lo schermo a colori. L'ho trovato a poco prezzo e ne ho comprati due uguali, uno per me e uno per te. Non ho un gufo per scriverti e preferisco poterti contattare quando ho bisogno di qualcosa o quando ne hai bisogno tu. Consideralo un regalo per me, per farmi stare più tranquillo».

«Nel mondo magico non prendono i cellulari, lo sai vero?».

«Non ti chiamerei mai a lavoro. E comunque, come ti ho detto, ci servirà solo in caso di emergenza, solo quando sentirò la mancanza della tua voce e tu della mia. Non possiamo spendere tutti i nostri risparmi in chiamate e messaggi. Lo useremo con parsimonia». 

«Grazie Erik, è un bel regalo».

Era quasi l'una di notte quando i due fecero partire il film e si strinsero l'uno all'altra durante la visione. Hermione continuava a pensare a quel libro ma cercò di dedicarsi al suo amato Ewan McGregor intento a cantare Your Song di Elton John. Hermione preferiva di gran lunga la versione del film che le sembrava molto più moderna e romantica dell'originale e poi, senza nulla togliere a Elton John, la voce di Ewan era davvero bellissima. 

La frase "How wonderful life is now you're in the world" la emozionava sempre, l'amore che entrambi provavano l'uno per l'altra la riempiva di malinconia e tristezza e come sempre, durante la visione di Moulin Rouge piangeva, nonostante lo sapesse a memoria. 

Hermione stava per finire la visione del film, tra le lacrime e qualcun altro, nello stesso preciso momento, stava per piangere. Il primo ministro stava per essere ucciso da una persona misteriosa e la sua compagna, di lì a poco, si sarebbe accasciata sul pavimento a piangere.

Nello stesso frangente, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, camminava sulle rive del Tamigi, osservando la notte stellata e pensando alla sua vita, ai suoi errori e ai suoi desideri.

In un altro angolo di Londra, Scotland Yard si movimentò e le sirene si udirono per tutta la città, nonostante l'orario. Persino il Ministro della Magia dovette svegliarsi nel cuore della notte e avvisare i suoi migliori Auror di presentarsi al Ministero nel minor tempo possibile.

A Godric's Hollow una luce si accese e una finestra venne aperta. Charlie Figg lesse la lettera che quello strano gufo gli recapitò e in men che non si dica si smaterializzò.

Una figura incappucciata correva velocemente tra i vicoli di Londra, nella speranza di non farsi notare.

Due ragazzi, uno dai capelli neri e l'altro dai capelli rossi, si incontrarono nei pressi del Ministero, ancora assonnati, preoccupati dall'imminente chiamata del Ministro. Il ragazzo dai capelli biondi, ancora sulle rive del fiume, vide arrivare una lince argentea che, con la voce del primo ministro, recapitò un messaggio di vitale importanza. Il ragazzo sospirò e in un attimo sparì dalle rive del fiume.

Hermione, tra le lacrime, si stava appoggiando sulla spalla di Erik per cercare consolazione dopo la visione di una delle sue pellicole preferite, quando un piccolo ticchettio iniziò a infastidirli e videro un gufo beccare sulla finestra del soggiorno.

Appena vide il gufo Hermione riuscì a dire soltanto:

«È successo qualcosa di grave».

Bentornati a tutti e benvenuti a questa festa di compleanno conclusa nel peggiore dei modi.

Finalmente stiamo entrando nel clou della situazione, stiamo per affrontare la storia vera e propria. Fino a ora, come vi ho già detto, ho fatto un'introduzione del personaggio di Hermione e di Erik, vi ho raccontato le loro giornate, la loro relazione, il loro lavoro e tutto ciò che ho potuto inserire in questi capitoli iniziali.

Il prossimo capitolo sarà molto meno incentrato sulla coppia e più incentrato sull'omicidio del primo ministro che abbiamo avuto modo di leggere nel prologo, ma non pensiamo al prossimo capitolo e pensiamo un attimo a questo. Cosa ne pensate di questa relazione, che impressione vi danno questi due insieme? Vi è piaciuta la parte finale in cui cerco di collegare le storie dei vari personaggi in quel preciso momento?

Ho inserito qualche riferimento a musica, cinema e letteratura perché, da amanti della cultura, affrontano argomenti di ogni tipo. Avete mai letto il libro che ha scelto Hermione, L'ombra del vento? 

Ho voluto far fare anche un piccolo cameo al cellulare più indistruttibile nella storia dei cellulari che in molti ricordiamo con affetto grazie al caro e amato snake che ci accompagnava nei momenti di noia!

Detto questo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
A presto!

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