André Santaroche

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André Santaroche perde la vista dieci giorni dopo la morte di suo padre Theodore. Si dà alla vita militare proprio ispirato dalla gloria di suo padre, ma entra in marina. Innanzitutto l'ombra del suo genitore lo avrebbe ostacolato e poi non dimostra grande passione per le navi. Si arruola quindi in fanteria, quando ormai la prima guerra del vapore è già scoppiata, appena fuori dalla caserma viene assegnato auna delle prime unità meccanizzate francesi, quelle che daranno il primo decisivo vantaggio a Parigi per la conquista dell'Europa. Non si distingue particolarmente come il padre, ma d'altronde è solo un ragazzotto di vent'anni. E' molto amato dai suoi commilitoni e riesce a raggiungere rapidamente il grado di sergente. Il plotone da lui comandato guadagna presto fama di grande sprezzo del pericolo.

Tutto ciò, nel momento in cui la flotta francese viene sconfitta dalla tecnologia inglese, brucia come carta nel camino. In quel momento André è sul fronte tedesco, ma la corona lo richiama indietro, temendo l'invasione. L'invasione avviene, tutte le truppe francesi schierate nel nord della Francia vengono spazzate via. Le truppe in cui si trova André arrivano troppo tardi, trovano le terre ormai conquistate dalle truppe d'invasione e nessun punto di riferimento.

André e i suoi uomini non riescono a evitare lo scontro, nove decimi di loro muoiono o rimangono sul campo feriti. Lui riesce a ritirarsi con trenta compagni. E' il maggiore in grado, secondo la grottesca ironia della guerra viene investito del grado di capitano.

L'unica strategia plausibile è tornare verso Parigi, ma è la stessa strada su cui l'esercito inglese si sta muovendo di buon passo. Percorrerla è un suicidio. Per puro desiderio di sopravvivenza André decide coi suoi di forzare il blocco degli invasori e ripiegare nel Belgio, ormai neutrale. Per fatalità incappano nelle retrovie inglesi e sono costretti alla battaglia. Per ognuno di loro cadono quattro soldati inglesi, ma alla fine devono cedere.

Esattamente nel momento in cui André decide di arrendersi, un attimo prima di annunciarlo al nemico, una granata gli cade accanto. Dicono sia stato un sasso, sparato via dall'esplosione, a corrergli esattamente sopra entrambi gli occhi, spegnendoli per sempre. Ad alzare la bandiera bianca sarà uno dei suoi migliori amici.

Nonostante tutto, l'ufficiale inglese in comando offre ad André Santaroche e ai cinque sopravvissuti della battaglia l'onore delle armi, cura il giovane e promette sul suo onore di riconsegnarlo ai suoi familiari. In qualche modo, con l'intera nazione al collasso, la storia di Santaroche fa il giro di tutti gli sconfitti soldati francesi. Questo lo salva dall'indigenza. Il feldmaresciallo Alfonse Teramuche, alla morte della madre di André, lo accoglie nella sua caserma come segretario personale, assieme a sua sorella Francine.

Quando l'ennesimo tentativo di spegnere completamente il vigore francese farà scivolare il feldmaresciallo lontano dal potere, sia lui sia il soldato cieco scompariranno dalla storia, ritirandosi lontani da tutto, dove non c'è più bisogno di lottare.

Ma Francine non poté seguirli. Francine era troppo giovane per arrendersi. Francine fu ghermita dal gorgo della vendetta. Questo, più che la cecità, era ciò che Andrè sentiva come una condanna, sulle sue spalle.

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