L'ingresso all'Achademia

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Valerius entrò nell'Achademia Superior Mathematicha di Londra due mesi dopo che le pratiche di adozione da parte di Zeddai furono concluse. L'Achademia, per quanto fosse un istituto prestigioso, non ebbe il coraggio di contrariare il celeberrimo professore rifiutando il suo rampollo adottivo. Valerius entrò in uno dei templi mondiali della tecnologia e della scienza applicata con un anno di anticipo sull'età minima per accedervi e avendo alle spalle l'approssimativa istruzione ricevuta in orfanotrofio.

Le sue rocambolesche origini furono tenute parzialmente nascoste e il suo ingresso nell'istituto fu gestito con discrezione, ma troppo evidente era l'abisso di maniere e educazione che lo distingueva dal resto degli studenti, la spremitura più pregiata delle classi elevate della società inglese. Non è difficile pensare a Valerius come una specie di ladro in un deposito di oggetti preziosi, un selvaggio proveniente da un'ambiente quasi incivile, abbandonato a sé stesso in mezzo a tanto sangue nobile.

Possiamo ora giudicare la mossa del professor Zeddai come avventata. I primi mesi di Achademia quasi spezzarono il povero Valerius che, bloccato dal mondo che lo circondava, non poteva far esplodere le sue incredibili doti. Non esiste nessuna documentazione, nessun dato relativo a ciò che gli permise di sopravvivere. Mi piace ipotizzare che, una notte, egli si sia trovato a doversi guardare in faccia e decidere se arrendersi a ciò che gli stava accadendo o lottare. Scelse di lottare, evidentemente, e trovò modo di estrarre i suoi artigli.

Valerius si chiuse in sé stesso. Rifiutò il contatto con i compagni, si tenne sempre a debita distanza dai professori, spese la maggior parte del suo tempo chiuso nelle sue stanze. Contestualmente, la sua conoscenza cresceva. In una settimana colmò il suo divario rispetto a tutti gli altri della sua età per quello che riguardava le scienze matematiche. In altre due settimane aveva acquisito tutte le nozioni che gli venivano richieste nelle materie scientifiche. Rivelò e sfruttò un buon orecchio musicale e ostentò un grande talento nella scherma.

Rimase indietro in tutte le materie umanistiche, mostrando scarsa capacità di prosa e disinteresse per la letteratura. Questo gli fu rapidamente perdonato in un istituto come l'Achademia, sebbene gli lasciò addosso una scarsa capacità di esprimersi e un'oratoria grezza, priva di virtù.

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