La cattura dei briganti

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Rebleu era stato trascinato in prima linea dalla strega, evidentemente a scopo punitivo. La strega proprio non digeriva il fatto che lui avesse trovato un angolo caldo dove spendere la vita tranquillo. La strega non digeriva che lui fosse felice. La strega voleva che tutti fossero acidi come lei.

Era stato costretto a guidare i suoi uomini per un'agguato dopo che la strega aveva cominciato a rivoltare la zona e aveva dedotto il posto dove secondo lei il brigante con la maschera di ferro si era rintanato. A questo punto avrebbe potuto farsi la sua bella battaglia e sfogare la sua rabbia repressa e invece no, era venuta a chiamare Rebleu e aveva detto a lui di attaccare. Con che autorità poi? Era solo un tenente e non era esattamente la cocca del re, per quello che ne sapeva. Sapeva solo fare la voce grossa e far oscillare le tette. E tanto era così stronza che alla fine lui aveva persino smesso di guardargliele, le tette.

Ma gli faceva paura. Era completamente pazza. E durante la guerra se un soldato accusa un altro soldato di essere un parassita e lo uccide la gente non si fa molte domande. Ben gli sta, dicono tutti, e passano avanti. E la strega dava l'impressione di avere un gran bisogno di uccidere qualcuno.

Così avevano trovato questo capannone di legno in una fattoria abbandonata e avevano circondato la zona. Aveva con sé tutti i suoi trenta uomini, armati, e avevano dalla loro l'effetto sorpresa. Se la strega aveva ragione, a suo modo, avrebbe compiuto un'impresa niente male.

Il piano non era niente di elaborato, quando ebbe ricevuto segnale che erano tutti schierati si fece avanti con un solo attendente e si mise la mano a coppa davanti alla bocca. "Sappiamo che siete lì!" urlò. "Venite fuori!"

Se la strega fosse stata lì avrebbe capito che non era un codardo. Il suo dovere lo sapeva fare. Ma la troia aveva dato ordini e poi era scomparsa con i suoi servetti, lasciandogli tutto il lavoro. Tanto per stargli sui coglioni una volta di più.

Dal grosso capanno non usciva nessuno, Rebleu chiamò un altro paio di volte poi diede ordine ai suoi uomini di stringere. Avrebbero formato un anello di fucili in cui tritare chiunque gli si opponesse. Già pensava a quando avrebbe appeso la maschera di ferro sopra il camino della caserma.

A un certo punto, mentre i suoi avanzavano, ci fu un rumore. Sembrava il gemito di un animale, un animale molto grosso. Un suono fastidioso e straziante che faceva vibrare le ossa. Rebleu fece fermare i suoi.

"Arrendetevi!" chiese ancora, come per far capire che si era fermato non per paura, ma per concedergli un'ultima possibilità.

Il rumore si ripeté.

"Al diavolo! Tirate fuori quei maledetti da lì!"

I soldati avanzarono ancora, ma quando cominciarono a stringere sul capanno questo esplose. Esplose senza fiamme o fragore, semplicemente tutto il legno saltò per aria, squarciato come carta straccia davanti al vento, sollevando un polverone di segatura e detriti.

Quando i detriti cominciarono a posarsi si iniziarono a distinguere le figure completamente nere di due giganti di metallo.

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