La partenza di Germaine

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"Quindi hai deciso."

Arcadio Martellone aveva dormito fuori tutta notte, ma era tornato malinconico. Nella casa era rimasta solo Germaine. Tutti gli altri erano scomparsi, risucchiati dalla guerra.

La ragazzina stava riponendo le sue cose in un zaino. "Non ho mai dubitato."

Il povero ometto appariva impotente. Cercò di avvicinarsi a Germaine, ma appariva impacciato. "C'è una guerra là fuori."

"Sono stato un soldato, in quella guerra."

"No" disse Arcadio tristemente "non in una vera guerra."

Germaine strinse i lacci del suo zaino con rabbia. "Comunque sia, non ho dubitato perché non ho scelta."

"Potresti... aspettare la Maschera di Ferro."

"Sappiamo tutti e due che è meglio così. Lui usa noi almeno quanto noi abbiamo cercato di usare lui."

"In ogni caso non credo che Valerius si aspettasse che tu da sola andassi a salvarlo! Non era certo questo il suo piano! Dovresti..."

"Fare quello che è giusto!"

Germaine provò a mettersi lo zaino in spalla. Le scivolò a terra un paio di volte. alla fine ce lo lasciò, mentre lo fissava con odio digrignando i denti per il nervoso.

Arcadio, finalmente, trovò il coraggio di toccarle un braccio. "Sei il miglior assistente tecnico che abbia mai visto. E figurati quanti ne devo aver visti. Rimani con me, io posso ancora fare cose grandi, grandi abbastanza da aiutare Valerius. Ma se vai via..."

Germaine si calmò e lo guardò negli occhi, poi, con movimenti misurati, raccolse lo zaino e se lo mise in spalla. "Sarebbe un onore rimanere al tuo fianco, Arcadio. Ma devo la mia fedeltà a mastro Demoire e il mio rispetto al tenente Santaroche. Questo devo ripagare."

Arcadio annuì, prese Germaine sottobraccio e la accompagnò alla porta. Con notevole sforzo tornò gioviale, stirò il suo volto in un brutto ghigno che cercava di apparire divertito. "Allora vorrà dire che tornerai da me quando sarai cresciuta. Probabilmente allora capirai anche qualcosina di più delle macchine e magari ti saranno anche venute le tette. Sarà addirittura meglio di ora, no?"

Germaine sentì uno strano groppo in gola. "Io... lo spero signor Arcadio"

"E non ti preoccupare. Io non sono così vecchio come sembro. Ho tutto il tempo di aspettarti, fai le cose che devi con calma."

Germaine annuì e si staccò da lui. Era stata in Argentina al seguito di un re che non le aveva promesso niente, se non del rispetto, aveva seguito poi Valerius, sia quando questo serviva il suo stesso re, sia quando aveva deciso di avviare una guerra per sè stesso. Infine, non aveva trovato altra via che affidarsi alle ambigue trame della Maschera di Ferro.

Ma adesso si incamminava sola, verso il fronte, per sciogliere l'enigma del messaggio della macchina. Sola, senza più nessuno che le dicesse cosa fare, senza più nessuno che si prendesse cura di lei.

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