La prima avventura di Francine

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Francine aveva 12 anni e aveva scelto di ignorare la paura, non ammettere che esistesse.

Rannicchiata sul fondo della nave, cercando di passare inosservata sia ai soldati sia agli altri attendenti come lei, desiderava solo vedere il campo di battaglia e scoprire cos'era. Se non l'avesse fatto non avrebbe capito il suo destino.

Il plotone era stato mobilitato perché era stato individuato un covo di pirati in un'isoletta a nord, poco lontano dalla manica. Pirati inglesi, quasi certamente, ma gente a cui l'Inghilterra aveva tolto protezione. I soldati francesi erano contenti di missioni così, gli permetteva di sfogare la frustrazione di essere ormai i figli reietti di una nazione ormai senza dignità e di farlo contro il popolo che odiavano di più.

Francine era troppo piccola per partecipare a un'operazione del genere, ma si era imbarcata di nascosto e c'era troppa anarchia perché qualcuno le chiedesse cosa ci facesse lì. D'altronde quel vecchio barbogio del feldmaresciallo Alfonse, con alle spalle quel vigliacco di suo fratello, facevano di tutto per tenerla lontana dalla battaglia. Nessuno dei due capiva, erano troppo vecchi o troppo stanchi per capire. La battaglia era la risposta, la battaglia era la soluzione, nella battaglia dovevano esserci i motivi per cui era rimasta senza un padre e senza una madre, a dover elemosinare un tetto.

Ma ignorare la paura era faticoso. La sentiva alla bocca dello stomaco, la vedeva alla periferia della sua vista. Eppure faceva finta di niente. La paura le impediva di vomitare, anche se ricordava benissimo che di solito stava male, quando andava in barca. La paura la faceva tremare così tanto che sentiva i suoi muscoli stanchi.

Il comandante della spedizione era un certo Gigobert, che lei non conosceva, un uomo dal petto ampio come uno scaldabagno e due folti baffi fulvi. Da quello che aveva capito, lì sulla nave, era quello che aveva guidato i canti per tutto il tempo. Cantavano, i soldati. Forse era il loro modo per tenere lontana la paura. Cantavano canzoni sconce piene di cose che lei non capiva e che riguardavano sempre donne che si mettevano in posizioni strane e cose così. La paura non la rendeva nemmeno curiosa.

A un certo punto una canzone finì e Gigobert esitò un momento per proporne un'altra. Allora uno dei soldati gli urlò "Agli inglesi! Agli inglesi!"

Lui rise e rispose "Domattina li coglieremo di sorpresa e li spazzeremo via! Siamo comunque l'esercito migliore del mondo! Il fatto che ci abbiano fregato una volta non ci piegherà!"

Tutti risposero con un urrà. Ci provò anche Francine, ma si ritrovò completamente priva di voce.

"Segnatevi il giorno di domani. Sarà calendimaggio! Finalmente avrete una nuova battaglia di cui raccontare nelle osterie!"

Francine non voleva raccontare niente nelle osterie. Francine voleva solo capire. Capire e smetterla di tremare.

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