Le scuse del narratore

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Mi accorgo di aver smesso di parlare in questi scritti e di aver lasciato la storia a raccontarsi da sola.

E' giusto così, ho sostenuto il ruolo di Yuz perché dovevo, ma quando il mio buon maestro è uscito di scena ho pensato che l'unica cosa fosse focalizzarmi sugli eventi e lasciarli scorrere.

Ora però devo confessare che, nel punto che avete appena letto ho dovuto posare la penna perché colto da grande imbarazzo. Come procedere?

Innanzitutto sappiate che quella notte accaddero cose terribili. E' patetico che io dica ciò di un castello sperso nelle campagne mentre il fronte franco-tedesco trucidava ogni giorno centinaia di giovani, ma così fu. E quelle cose terribili ebbero ripercussioni nel futuro di tutti noi, a partire da Valerius fino ad arrivare a voi che mi leggete.

Ma la maggior parte di quelle cose terribili sono sconosciute ai più. Perché? Perché l'accadere e il conoscere, ci hanno insegnato, sono cose distinte come il possedere e l'essere e la nostra eterna lotta è avvicinarli, pur consapevoli che rimarrano sempre distanti.

Eppure come posso raccontarvi l'ignoranza del mondo dandovi la conoscenza? Come posso dirvi quanta stupidità e quanta assurdità provocarono i segreti di quella notte? Già vi vedo, a ridere dietro ai grandi di quel tempo, perché io vi ho spiegato tutto, mentre loro brancolavano nel buio, muovendosi nella direzione sbagliata.

Yuz approverebbe, ma Yuz ha sempre creduto che le persone debbano sempre fare la figura degli stupidi di fronte alla Storia. Che senso avrebbe onorare la storia, altrimenti, diceva. Yuz, che era un uomo buono che non avrebbe mai fatto male a nessuno, Yuz che aveva un profondo senso di giustizia, scriveva la Storia per vendetta.

Ma io no. E visto che sono un peccatore e un meschino, un negligente che ha infranto quasi tutti i suoi doveri, cederò ora la cronaca in mano al dramma, prostituirò l'accadere in nome delle emozioni, proverò a mordere la peccaminosa mela del colpo di scena.

Vi parlerò di quella notte. Vi dirò cosa vi accadde. Ma non fino in fondo.

Come non vi ho spiegato finora le motivazioni di Valerius, come non vi ho detto molto su suo padre, Cyrus Zeddai, come vi ho taciuto le trame di Canterbury e Avignone.

Solo che ora lo farò sfacciatamente, in modo infantile. Saprete delle cose e poi più nulla. Da lì, vi troverete assieme a tutto il resto del mondo e faticherete a capire. Apprezzate questa fatica. Questa fatica è il dono di quei tempi.

Quindi Valerius era sceso dal Danse Macabre e si era messo a correre per le stanze di maison Fredière, in cerca in qualcuno...

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