Lo strano amico di Arcadio

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Arcadio Martellone sedeva malinconico all'osteria del vicino paese. Si sarebbe potuto dire che stava festeggiando la soluzione dell'enigma della macchina di Valerius, l'enigma per lui, visto che per altri erano state scritte le parole sibilline.

Davanti a lui, allo stesso tavolo, sedeva un vecchio emaciato, vestito così umilmente che lo si sarebbe potuto scambiare per un frate. I due avevano bevuto vino in silenzio per del tempo, come se non si conoscessero. Si vedeva però benissimo che Arcadio aveva qualcosa, in fondo al cuore, che lo intoppava, mentre l'altro aspettava semplicemente.

"Lei lo ama." disse alla fine l'ingegnere inverso.

"L'ho sempre saputo. Se non l'avessi saputo e se non avessi contato su questo mi sarei comportato molto diversamente." rispose il vecchio.

"Ma lui no. Lui non può amare, è una creatura così splendida e complessa! Se tu fossi intervenuto per..."

"Ne sarebbe venuto solo danno."

Arcadio bevve dal bicchiere fino a svuotarlo, benché fosse colmo. "Ho risolto l'enigma per loro e ho trovato solo un altro enigma. Te lo aspettavi?"

Il vecchio sospirò.

"Si, bhe, effettivamente ascoltare una risposta a questa domanda potrebbe portarmi via i pochi anni che mi restano."

"Comunque hai fatto un buon lavoro."

"Avresti potuto aiutarmi. Ti è mai venuto in mente che potresti intervenire?"

Fu la volta del vecchio per bere. "Vorrei. Ci sto provando da molto tempo. Ma me lo rendono difficilissimo e se lo facessi nel momento sbagliato probabilmente potrei mancare il momento opportuno. Per questo sto agendo come agisco."

"Il solito misterioso."

"Già, a proposito di misteriosi..."

La bottiglia di vino era finita, Arcadio vi ci specchiò, pensando se chiederne un'altra, la terza. "La maschera di ferro. Non è una brava persona, lo sappiamo tutti e due. E sappiamo perché fa quello che fa. Ti è stato almeno utile?"

"Oh si e lo sarà ancora"

Arcadio spinse indietro la sedia e si levò in piedi. Barcollava appena. "Bhe, meglio che vado a casa."

"No." disse il vecchio. Fece cenno all'oste per quella terza bottiglia.

"Non fai niente per tutti loro e vuoi rendere la vita impossibile a me?"

"Non tornare a casa stanotte, Arcadio. Domani ci sarà battaglia, alla tua vecchia stamberga."

Arcadio esitò. Avrebbe potuto correre fuori e andare ad avvertire Francine. Il vecchio sapeva che avrebbe potuto farlo, gliel'aveva detto consapevole che sarebbe potuto accadere. Gliel'aveva detto perché era fatto così. Facile da fregare il vecchio. Lo era sempre stato. Eppure Arcadio tornò a sedersi. "Non so come tu faccia ad andare avanti così, caro vecchio Yuz."

Yuz riempì entrambi i bicchieri con la bottiglia appena arrivata. "Anni di disciplina e addestramento."

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