Preparazione alla prima battaglia

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"Il caporale Salopette ha detto che mi darà il suo vecchio cannocchiale quindi credo che riuscirò a vederla, mastro Demoire!"

Valerius stava lucidando un tubo che era semplicemente un pezzo di ricambio. Un'attività molto stupida, ma ormai la messa a punto del Danse Macabre era completata e sarebbe stato ancor più stupido mettere le mani sul myrmidon. Ma lui non riusciva a rinunciare al contatto col metallo. "Non sarà un grande spettacolo." commentò.

"Questo me l'ha già detto!"

Germaine aveva insistito per far parte della squadra di supporto ai myrmidon. Una cosa molto stupida. Un manipolo di 50 uomini che avrebbe seguito, a distanza, la marcia delle quattro macchine. Come se i giganti di ferro potessero accorgersi della loro presenza.

"Ho fatto test più spettacolari."

Il giovane assistente fu sul punto di rispondere, ma vide qualcosa e si zittì, retrocedendo in buon ordine fino a scomparire per un corridoio. Pur alla sua giovane età, c'erano dettagli, riguardo il suo maestro, che curava con cura.

"Potrebbe anche andare a dormire, ogni tanto." diceva intanto Francine, avvicinandosi.

"Come lei." rispose lui, riponendo il tubo in una rastrelliera, accorgendosi d'improvviso di essere molto stupido.

"L'esercito nemico è composto da 4000 uomini. Per ora stanno marciando. Li coglieremo ancora in cammino, non si aspettano che li attacchiamo."

"Solo 4000?"

"La maggior parte dei militari di Francia è già con noi. Se la repubblica avesse mobilitato più gente avrebbe perso il controllo della situazione ancor prima del nostro arrivo."

Valerius si trovò a fissare il suolo. "Capisco..."

"Finalmente il suo Danse Macabre avrà un battesimo di fuoco."

"Davvero? Pensavo dovesse esserci una battaglia, per quello."

"Domani noi..."

"Domani compiremo un massacro."

Francine prese il mento di Valerius e glielo sollevò, finché lui non fu costretto a guardarla negli occhi. Era una cosa strana, i contatti fisici tra loro erano terribilmente rari. "Valerius! Domani noi ridaremo un ordine a questa nazione! Noi riporteremo giustizia! Compiremo qualcosa di grande!"

"Non dovrebbe eccitarsi così. Non è bella, quand'è così eccitata"

Francine lo lasciò e gli assestò un leggero spintone "Cosa può importarmi di essere bella in un momento come questo!"

"A me importa, perché di solito lo è."

Francine spalancò gli occhi e si immobilizzò, poi aprì un poco la bocca e la richiuse senza dire nulla. Si ricompose, in modo marziale, quasi mettendosi sull'attenti. "Spero che la sorte abbia cura di lei, Valerius Demoire."

Lui sorrise, quel sorriso che prendeva in giro il mondo. "Spero lo faccia, visto che sarò impegnato a proteggerla, immacolata spada di Francia."

Lei se ne andò e anche lui, dopo poco, decise di ritirarsi. Sapeva che tutto quello che doveva avvenire era inevitabile, quindi non provava angoscia. Solo un'infinita malinconia.

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