Benedicimi

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"Be-ne-di-ci-mi!"

Camp Lasseux, un piccolo campo. Non molti uomini, pochissimi myrmidon. Tende a ridosso di un paese dove nessuno va più in giro da tempo e tutti guardano le strade da dietro le imposte chiuse. A Camp Lasseux non si parla granché, si vive con la tensione di essere presto richiamati al fronte dopo pochi, troppi pochi mesi di pausa. Ragazzi che hanno già combattuto nell'estate precedente, ragazzi che sono stati trascinati in guerra dagli ordini di re Gregoire, a volte in manette. No, nessuno ha voglia di parlare.

Il vecchio viene dalla parte opposta al paese. Per quello che ne sanno i soldati da quella parte non c'è nulla. E' fradicio di fango, barba lunga e stopposa, vestiti stracciati. Solo i suoi occhi sono lucidi e risplendono quasi nel sudiciume. Ma parla solo latino, per molti uno sproloquio incoerente di suoni morbidi e parole sibilanti.

"Be-ne-di-ci-mi! Perché ho visto i giganti camminare sulla terra e in quello ho capito il senso della Tua esistenza, mentre la mia si annullava nel nulla e tutta la mia anima si scioglieva come cenere a vagare nel vento. Be-ne-di-ci-mi perché coloro che gli stolti chiamano mostri sono invece la reale Tua immagine, così come era nella Tua mente quando impastasti il fango per creare la vita. Allora eravamo l'inizio di un cammino. Ora vediamo il suo compimento. Il riconoscimento della Tua gloria."

Alcuni, sottoufficiali, principalmente, ma anche qualche soldato finito al fronte dalla piccola borghesia, intuiscono spezzoni, riconoscono parole, decifrano frasi. Se tutti i soldati lo capissero, il vecchio sarebbe linciato, ma fortunatamente nessuno è così attento. L'unico che si prende a cuore la questione, quando ormai il pazzo cammina in mezzo al campo, è un caporale che gli si avvicina e prova a parlargli. Il vecchio non dà nemmeno idea di sentirlo, all'inizio, poi gli si aggrappa alle spalle. "Chiedi anche tu la benedizione di Dio!" gli dice, in un latino più grezzo, imbastardito, buffo.

Un soldato sostiene il caporale, quantomeno gli si mette accanto. "Se ti si aggrappa ancora dovrai sparargli per scrollartelo di dosso." "E' solo un vecchio pazzo." "E qui accettiamo solo pazzi giovani."

Il vecchio fa un passo indietro rispetto i due commilitoni, poi alza gli occhi al cielo e crolla in ginocchio. Trascina le mani sul terreno e poi le congiunge. Latino o non latino ormai la sua voce é solo un brusio.

"Cosa ce ne facciamo? Lo scacciamo?"

"Il tenente comandante Vanjan conosce il latino, doveva farsi prete, dicono."

"Gli cerchi un compagno di preghiere?"

"Gli cerco uno che capisca cosa cazzo dice!"

Il caporale dice al commilitone di rimanere, va via e torna con Vanjan. Vanjan guarda il vecchio incuriosito. "Chi siete?" gli chiede in latino.

"Fratello." dice il vecchio. E poi collassa, svenuto.

I tre soldati si guardano l'un l'altro. Non sarebbe difficile capire cosa fare in una situazione normale, ma loro sono in guerra. Vanjan sa che dovrà prendere lui la decisione, è il più alto in grado. "L'infermeria è vuota." nota. "Mollatelo lì. Dategli da bere, da mangiare, non so... il dottore veda se si ripiglia. Poi cercherò di parlare ancora con lui."

"E dopo?"

"E dopo se è un buon cristiano come noi se ne andrà fuori dai coglioni, che qui abbiamo da fare."

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